IL COSA ED IL DOVE
Quella del WEGIL è una location pazzesca, anzi: UNICA!
Un pezzo di Storia dove la Cultura è di casa e dove, lo scorso 7 Giugno, CUCINA & VINI ha organizzato l’edizione 2022 di “LAZIO PREZIOSO“, bella manifestazione dedicata alle eccellenze enologiche della nostra regione.
La grande la risposta da parte dei Produttori ed un pubblico da grandi occasioni ha decretato il successo di una manifestazione davvero bella, vissuta con entusiasmo da parte dei primi e con il secondo che ha sicuramente già riservato un posto in agenda per l’edizione 2023.
Tra volti noti e nuove proposte, io ho imparato davvero tanto (peccato solo che il fatto di essere arrivato tardi mi abbia costretto a selezionare oltre misura gli assaggi).
Una bellissima serata che se da una parte ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, l’altissimo livello raggiunto dalla gran parte delle Aziende (ed il quanto siano anacronistiche “quelle” che si ostinano a non “cambiare capoccia”), dall’altro aumenta la tristezza nel vedere il Lazio essere tenuto in così poco conto dalla ristorazione (a qualsiasi livello).
Comunque: BBRAVIBBRAVI tutti ed un sentito GRAZIE a CUCINA & VINI.
GLI ASSAGGI
SOLIS TERRAE
5ha tra Fiumicino e Bracciano (per essere precisi siamo in Contrada Scocciacarretti, come direbbe il mio amico Erri De Luca).
ROMA DOC BIANCO BELLONE 2021: naso importante di erbe aromatiche e mare in cui la pesca gialla accompagna soltanto.
Assaggio salino e freschezza a salire conducono ad un finale fumè e caseario.
LAZIO BIANCO IGP “GOCCIA AMBRATA” 2021: un Vermentino da raccolta tardiva verticale e garbatamente profumato che aspetta l’assaggio per sfoderare gli artigli fresco sapidi.
Lungo e sorprendente il finale di mandorla impreziosito da accenni pasticceri.
ROMA DOC ROSSO 2019: forse m’aspettavo una cosa diversa da due vitigni del genere, ma Montepulciano e Syrah ci regalano un calice piacione e beverino che se, fresco, strizza l’occhio ad un aperitivo con amici e salumi non teme l’allungo di un pasto.
LAZIO IGP ROSSO SYRAH 2017: naso interessante, che racconta giochi di spezie in un teatro di frutta, sporcato appena da un’idea di pollaio (che però c’ha il suo perchè).
Assaggio che invece sembra vergognarsi, nascondendo spezie e note scure sotto un tappeto luminoso di frutta e piacevolezze poco consone.
Confesso che sono stati assaggi complicati per colpa della solita influencer caduta nel profumo.
TERRE D’AQUESIA
10 ha 15000 bottiglie ad Acquapendente, lungo quella Via Francigena che simbolicamente segna il cammino di questa nuova Azienda che pone grande attenzione al Territorio ed alla tradizione.
LAZIO BIANCO IGT “AQUESIA” 2020: 70% Chardonnay ed il saldo di Grechetto.
Un naso che comunica freschezze d’agrume, Granny Smith, un quid di mandorla verde e…piccantezze di finocchietto selvatico.
Sorso fresco allungato dalla moderata sapidità minerale.
LAZIO ROSATO IGT “ROSATONDO” 2020: un Sangiovese che se ne sta 2h sulle bucce.
Rosa di nome e di fatto.
Ad un bel mazzo di queste, si aggiungono fragoline e lamponi belli croccanti, con quel giusto di acidità che aumenta lo sprint.
Sorso sapido e da acchiappo sospinto ed allungato da una apprezzabile nota tannica.
LAZIO ROSATO IGT “CLÈ” 2020: dal salasso, un rosato decisamente più fresco e meno impegnativo anche se, forse proprio per questo, meno interessante.
Ma “meno interessante” vuol dire poco: successone assicurato!
LAZIO ROSSO IGT “SANTERMETE” 2018: 60% Cabernet Sauvignon, il resto Sangiovese.
Attacca su toni vegetali ed accordi di spezie a pareggiare una frutta matura che è poi un crescendo di prugna e mora.
Sorso fresco allungato da scure peposità e liquirizia (ma non la radice! quella gommosa delle girelle, quella che unisce un quid di dolcezze all’amaricante).
LAZIO ROSSO IGT CILIEGIOLO “CONTALUNA” 2018: più vegetale del Sangiovese e di molti toscani.
Racconta ciliegie, ascolta fiori e fa pensare a tabacco e sottobosco.
Assaggio paripari supportato da tannini ben educati dal legno scarico.
Chiusura giustamente lunga con un quid di spezie.
ANTONELLA PACCHIAROTTI
Solo Aleatico “per passione” come recita il claim sotto il logo aziendale.
E quando ci si lascia guidare dalla passione, i risultati non ne sono che la conseguenza.
LAZIO BIANCO IGT “MATÈE” 2019: è una lama affilata come un bisturi.
Un blanc de noir che comunica materia già al naso.
Fiori, frutta e vulcanica sapidità.
Assaggio fresco ed elegante, esplosivo come una pliniana
LAZIO BIANCO IGT “RAMATICO” 2019: dall’errore alla qualità è un attimo.
Ma è nel “replicare” che si vede quanto uno è Bbravo!
Completamente diverso dal precedente.
Un naso “nature” tra riduzioni e volatili, ben controllate ma presenti.
Qui, tra ginestre e camomilla, la frutta dice la sua anche se lo sviluppo è tutto di caffè e spezie dolci.
Un vino tutto da sfogliare, misterioso come l’origine del vitigno.
Un viaggio che si becca senza indugio il mio premio “MISTERIOUS TRAVELLER”.
LAZIO ROSATO IGT “PIAN DI STELLE” 2020: il primo vino “secco” dell’Azienda.
Un rosato che mescola rose a ciliegie ma tutt’altro che piacione.
Propone amaritudini di liquirizia e scorza di chinotto che da un Aleatico non ti aspetti.
Un vino maschio celato dietro le mentite spoglie di una bella donna.
Non un vino “da piatto”, un vino “da pasto”.
LAZIO ROSSO IGT “CAVAROSSO” 2019 STELVIN: ecco che torna l’Aleatico con tutto il suo corredo aromatico.
Mooolto più piacione del precedente, Vi irretisce con croccantezze di frutta e mazzi di violette, stendendoVi poi con un turbinio di spezie a darsi di gomito a recondite dolcezze.
Fresco, prontissimo e da bere assolutamente!
LAZIO ROSSO IGT ALEATICO “BUTUNI” 2017: doveva essere una vendemmmia tardiva ma, vista l’annata, si è dovuto farne una addirittura anticipata a fine agosto (anticipo sul ritardo che spiazza)
Tabacchi e dolcezze a tenersi per mano in un Aleatico tradizionale, equilibrato e di grande bevibilità.
SOLUM
DONNE DEL VICO
È la seconda volta in poco tempo che mi trovo a scrivere di Aziende che, in piena pandemia, hanno deciso di iniziare il proprio percorso (e, sarà un caso, ma anche stavolta si tratta di Aziende a trazione femminile).
Un lavoro iniziato da zero (la vigna è stata progettata da Valentina e dalle sue due sorelle), prime bottiglie nel 2020 per evitare di dover svendere le proprie uve e…un bel futuro davanti!
Tra i Monti Lepini ed il mare.
LAZIO BIANCO FRIZZANTE IGP “BARUFA“: Grechetto e Viognier “fanno a mezzi” e, dai litigi tra i lieviti ed i loro zuccheri esce un rifermentato in bottiglia che c’ha il suo perchè anche se davvero troppo timido al naso (lieviti a parte).
Sorso birbante e di facile acchiappo, traditore come il serpente, giocato su immediatezza e piacere di beva.
Non nelle mie corde ma faranno la fila per assaggiarlo!
p.s. ne imbottigliano solo 500 bottiglie alla volta, quindi: dovrete portare pazienza!
LAZIO BIANCO IGP “SERVANA“: Bellone in purezza di floreale olfatto cui si aggiungono tropicalità non proprio pontine ma…
Sorso succoso, fresco e minerale.
Scattante come la lepre in etichetta.
Si beccano pure il mio premio “C’È ‘NA STORIA” per quello che raccontano le carinissime etichette (ma questa, dovrete farvela raccontare da loro).
DONATO GIANGIROLAMI
40ha e 100000 bottiglie dai due corpi aziendali (Cori e Castelli Romani) condotti in biologico da ormai trent’anni.
La terza generazione è a “trazione femminile” e…v’ho detto tutto!
LAZIO BIANCO IGP “NYNPHE” (SPUMANTE METODO ANCESTRALE): un metodo ancestrale da vendemmia tardiva per aggiungere, gli zuccheri di un’uva matura a quella spalla acida che il Grechetto ha di suo e che non necessita di raccolte anticipate che aggiungano freschezza.
Al naso spiccano lieviti che non coprono gli aromi primari dell’uva.
Fiori gialli e pesca si fondono con creme di agrumi e note salmastre.
Sorso monello e di grande freschezza che si allunga su sapidità importanti e graffi agrumati.
LAZIO BIANCO IGP “PROPIZIO” 2021: il primo Grechetto coltivato in zona si presenta con credenziali di pera, spingendo poi l’acceleratore di amaricanti erbe aromatiche (timo e rosmarino) in un panorama di interessante sapidità.
Assaggio coerente giocato su sapidità e ricordi agrumati.
LAZIO ROSSO IGT “PESCHIO TRENTASEI” 2016: “trentasei” come i mesi di botte.
Cabernet Sauvignon e Petit Verdot: il primo per il naso, il secondo per il sorso.
Spezie e toni vegetali alzano la voce mentre ciliegie nere e prugne canticchiano in sottofondo duettando su note di vaniglia.
Sorso potente reso più interessante dalla sottile trama tannica e da un finale di grande freschezza.
Peccato che i due vini sembrino voler cantare ciascuno da solista.
Secondo me, fresco da bistecca di mare
I PAMPINI
7ha tra magmi e calcari ad un passo dal mare.
Non è una novità (neppure per Voi, visto che ne ho scritto qui) ma, guidato da Carmen (Iemma), un paio d’assaggi sono d’obbligo e, soprattutto, sono tutta un’altra cosa!
LAZIO BIANCO IGT BELLONE 2021: delicato l’olfatto d’agrume e pesca bianca intessuto di brezze marine.
All’assaggio, sapidità è la parola d’ordine.
Il mare in un bicchiere, una risacca che rende difficile dire di no al terzo bicchiere.
LAZIO BIANCO IGT “LEGIONARIUS” 2021: questo è tutta Malvasia Puntinata che, se sussurra appena di ginestre, alza il volume su aromaticita di salvia e menta romana e sorprende con un non so chè di fragoline bianche.
Mooolto interessante.
Daje co’ ‘ste donne!
MURGO
Una enclave di Sicilia in terra laziale (avete presente la Famiglia Scammacca?! Quella dell’Etna?!).
20ha di storia (quelli della TENUTA “LA FRANCESCANA”) dedicati in gran parte al Nero Buono.
SPUMANTE METODO CLASSICO “NEROBUONO BRUT” 2018 (SBOCCATURA 2022): 24 mesi di troppa bolla.
Un blanc de noir che si presenta con lieviti di pasticceria ad accompagnare frutta tropicale e striature di erbe aromatiche.
Non particolarmente fresco e strutturato ma di buon equilibrio ed anglosassone rispondenza al sorso.
LAZIO IGT NERO BUONO “TENUTA LA FRANCESCANA” 2019: frutta rossa a colorare il bicchiere e note balsamiche ad allargare il naso.
Assaggio di alpina freschezza reso ancora più pimpante da un allungo minerale che, pian piano, sovrasta i richiami di frutta.
LAZIO IGT “TENUTA LA FRANCESCANA CAFFARELLI” 2019: 85% di Merlot ed il saldo di Cabernet Sauvignon.
Naso didattico ed erbaceo in cui la frutta rossa croccante accompagna soltanto e le spezie dolci sono rintocchi cui prestare attenzione.
Sorso fresco e dinamico supportato da tannini ancora “corsari” ancorchè ben vestiti.
Forse, tra i due vitigni, non è proprio matrimonio d’amore, ma anche la vita è fatta di sportellate.
MASSERIA BARONE
Siamo nel frusinate, in quel della Valle di Comino.
5ha nati nel 2007 in una zona in cui si parla di Cabernet e Merlot sin dall’800.
Una realtà che mi riprometto di approfondire il prima possibile perchè parla di Storia e di storie.
FRUSINATE IGT MERLOT “TELINA” 2020: 85% Merlot ed il saldo di Cabernet.
Un naso di spezie e graffi vegetali che introduce al rosso di ciliegie, ed al nero di mirtilli e prugna.
Assaggio “ribaltato” con la frutta in primo piano e le spezie a fare da contraltare.
Fresco e beverino, un vino da 10 minuti!
ATINA DOC CABERNET “RICUCC’” 2019: dedicato a “nonno Enrico”, travolge con un naso di piccantezze speziate su di un palcoscenico vegetale.
La frutta nera arriva pian piano e osserva dal fondo.
Sorso energico ma educato che vuole amici e salumi ma non ha paura di una cena completa.
Peccato per quell’impressione di volatile appena sfuggita.
ATINA DOC RISERVA CABERNET “MARCON” 2018: al secolo “riserva del produttore”.
Dopo due vini “da corsa”, eccone uno che vuole calma ed attenzione (peccato l’obbligatoria fretta di questo assaggio).
Apre di spezie dolci e balsamiche atmosfere e s’allunga di erbe aromatiche, sottobosco e cacao senza dimenticare visciole pasticcere e viole.
Sorso dalle spalle larghe allungato su intense mineralità.
Un vino che vince il mio premio “DAVERODAVERO”.
POGGIO ALLA META
Dopo il piccolo “passo falso” di “BEVIAMOCI SUD“, è stato un piacere ed un onore scambiare di nuovo quattro chiacchiere col Prof. Mariano Nicòtina e suo figlio Simone (dei quali non mi stancherò mai di sottolineare Sapere, Modestia e Cortesia) riguardo a quel “PILUC” che, allora, mi aveva lasciato perplesso.
E se lo scambio di opinioni è stato piacevole ed istruttivo (vabbè: il fatto che mi sia stato detto che non avevo scritto “castronerie” m’ha pure fatto davvero piacere), il ri-assaggio era assolutamente doveroso!
Ed ecco che, con grande piacere, rivedo il mio precedente giudizio alla luce di una nuova bottiglia.
PASSERINA DEL FRUSINATE IGP “PILUC” 2020: una Passerina che suona una sinfonia minerale ed un coro dal quale si alzano assoli di fiori di campo e pompelmo.
Lontano il sottofondo di mandorla a rendere ancora più interessante il palcoscenico olfattivo.
Assaggio succoso, di buona coerenza ed equilibrio, lungo e sapido il finale dal quale è difficile staccarsi.
Rivelativa ‘sta passerina!
ADDENDUM
Mi fa piacere, in coda a queste parole, dedicarne qualcuna anche a Sandro Tomei (quello di TOMEI CIBO GIUSTO), grandissimo esperto di formaggi e salumi.
Un giro nel suo negozio di Via Valerio Publicola, 45 a Roma è un’esperienza che dovreste fare!
Ah, quasi dimenticavo!
Qui s’era portato un “garzone” di lusso: quel Fabrizio Fazzi che è OLIO PIGNATELLI e pure un sacco di altre belle cose!
ED ORA
Ancora un paio di articoli e poi PAUSA!
Confesso di cominciare ad accusare un pochino di stanchezza, con ‘sto caldo assurdo l’unico posto dove potrei sentirmi a mio agio sarebbe una glacette.
Ora mi ci vogliono un paio di mesi in giro per cantine: chiacchiere con belle persone, assaggi di emozioni…
Ed a Settembre…