IL COSA ED IL DOVE
Il Centro Congressi BARCELÒ ARAN MANTEGNA di Roma ha ospitato dal 20 al 23 maggio quel “ROME WINE EXPO“, che si proponeva come Festival dei Grandi Vini del Mondo a Roma, organizzato da RISERVA GRANDE.
Evento nell’Evento quel “NEBBIOLO NEL CUORE” rimandato più volte causa COVID 19.
All’appello di RISERVA GRANDE e della foltissima pattuglia di Produttori presenti, ha risposto un numeroso pubblico di appassionati ed operatori del settore nonostante l’accavallarsi di Eventi del momento e le giornate torride che invitavano a fuggire dalla città.
Due le sale dedicate alla degustazione delle circa 1000 (MILLE!) etichette a disposizione (saprete che questa formula non è che mi piaccia troppo ma mi rendo conto che bisogna fare conto con quello che sono gli spazi a disposizione).
A corollario, ben 10 Masterclass dedicate a coloro i quali avessero avuto voglia di ampliare la propria Cultura enologica (io ho “ciccato” clamorosamente l’orario di quella dedicata all’Abugnano ma non mi sono fatto sfuggire quella che proponeva la verticale storica di “LUNA MATER“, il Frascati Superiore Riserva di FONTANA CANDIDA).
Comunque: gran bella manifestazione!
GRAZIE a RISERVA GRANDE ed a tutti i Produttori presenti.
GLI ASSAGGI
IL VENETO
PICCOLI
Nomen omen: 8ha di collina tufacea ai piedi del Valpolicella.
“Donne del vino” che, ancora una volta, dimostrano di avere le spalle larghe e che per questo si meritano il mio premio “ENERGY”.
VALPOLICELLA DOC ROSATO “ZEFIRO” 2019: un naso tutto di fragoline!?
E invece no: c’è una sorpresa di spezie che gli fa meritare su due piedi il mio premio “SURPRAIS”.
Assaggio davvero fresco e beverino.
Il vino come dovrebbe essere, quello di tutti i giorni.
VALPOLICELLA RIPASSO DOC SUPERIORE “CAPARBIO” 2018: dopo 2 anni di tonneau e solo bucce dell’Amarone, salgono struttura, gradazione e sapidità.
Floreale come le etichette (bellissime) dell’Azienda con il giusto contributo di frutti rossi e quel quid di spezie che…
Sorso coerente con la frutta matura in risalto ed un finale davvero fresco reso ancora più intrigante dalla sottile trama tannica.
VALPOLICELLA DOC SUPERIORE “ROCOLO” 2020: qui le uve raccolte si fanno 30gg di appassimento e 3 anni di botte da 30hl.
Un vino che è una tavola imbandita: le rose a centrotavola, balsamicità di menta ed eucalipto a rinfrescare l’atmosfera e poi tabacco, caffè e frutta per il fine pasto.
Assaggio morbido e finale fresco, lungo ed elegante.
Fuori dai canoni, giovane e dinamico, birbante direi.
AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG “LA PARTE” 2013: iniziamo da una etichetta che sembra essere una nota di tango nella sinfonia dell’Amarone.
Naso di frutta rossa, matura ma croccante, intessuta da un ordito di menta e da una trama di sottile speziatura.
Assaggio che fonde dolcezze di frutta ed aromaticità di tabacchi e liquirizia ad una sapidità tufacea capace di equilibrare il tutto.
Una concezione diversa dell’Amarone: “pensato per essere bevuto” prima che “pensato” (chè pensare troppo fà diventare brutti).
AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG RISERVA “LA PARTE” 2011: intanto un sentito grazie a Veronica e Daniela che hanno tirato fuori, di nascosto e per me, questa selezione del CRU più vecchio.
Beh, dopo il vino “pensato per essere bevuto”, un vino che, con la sua intrigante nota ossidativa, vuole, forse pretende e sicuramente merita la calma del dopo pasto e lo sguardo rivolto al futuro.
VENETO ROSSO IGT “EMBLEMA” 2013: un mix di tutte le 10 varietà di uva coltivate e, in buona sostanza degli ultimi tre vini assaggiati.
Un naso che trasmette calore e morbidezze di frutta, celate come la ciliegia nel boero, ma che cavalca il destriero rampante delle spezie.
Classico è forse il termine più giusto per descrivere un sorso che riesce comunque ad essere molto monello.
Non stanca e non esce dal seminato.
p.s. le loro etichette si sarebbero aggiudicate il mio premio “TOPPP”, ma sono state bruciate sul filo di lana da…dovete finire di leggere l’articolo per scoprirlo.
LA TOSCANA
MONTERÒ
Intanto, Milena (Cacurri) si becca il mio premio “BRIO” per il piglio con cui comunica la propria passione per quel Territorio che i sui vini, magicamente, raccontano.
MAREMMA TOSCANA DOC VERMENTINO 2020: un naso dritto che scandisce bene, al di là delle lievità di frutta bianca, già idrocarburi e tabacco, lasciando sullo sfondo scorze candite d’agrume e frutta secca.
Assaggio brillante e dinamico con un lungo finale di adriatica sapidità.
MAREMMA TOSCANA DOC VERMENTINO 2019: si, lo so, l’assaggio della 2020 era certamente più “diretto”, ma questo è maledettamente più “giusto”.
Più caldo, più pieno.
Le ginestre della maremma ed il fieno che sta seccando al sole.
Sapidità gessose e spezie dolci a corolla.
Un Vermentino che tira fuori il territorio.
MAREMMA TOSCANA BIANCO DOC “L’INVISIBILE” 2018: una naso tutto da sfogliare che comunica mineralità, macchia mediterranea ed erbe aromatiche.
A seguire un lungo corteo di spezie dolci e frutta secca graffiato da note di idrocarburi.
Delicata ma ben presente una sapidità cui si accordano freschezza in surplus, calore e struttura.
Un vino che va aspettato nel bicchiere e che regala un amaricante finale di salvia.
Un grande toscano della costa…da meditazione.
MORELLINO DI SCANSANO DOCG “MORE LOVE” 2019: un morellino che racconta la maremma calda e, laggiù, la linea azzurra del mare.
Un vino di cui vedrete il fondo della bottiglia molto velocemente.
MORELLINO DI SCANSANO DOCG “MORE” 2019: una collezione di frutti rossi e neri in confettura, macchia mediterranea, refoli di spezie, liquirizia, terra calda e sale.
Assaggio composto cui peposità di cemento danno una spinta in più.
Finisce anche questo, ma solo in tavola.
MAREMMA TOSCANA DOC SYRAH “MAMMEGLIO” 2019: se aveste letto un mio vecchio post su Instagram, già sapreste cosa penso di questo Syrah.
C’è sicuramente la Toscana e la costa, ma quest’ultima è solo l’inizio di un viaggio per navi che, salpate da qui, circumnavigano lo stivale ad inseguire il miraggio di un Oriente che già si approccia.
Misterioso e maschio, propone un harem di frutti neri, incenso e caffè turco dai cui fondi trarre auspici.
Assaggio coerente e predone.
Vi rapirà!
TOSCANA ROSSO IGT SYRAH “QUERCIA DEL SERPENTE” 2017: un naso di profonda complessità cui i vini precedenti non mi avevano preparato.
Propone confettura di frutti di bosco, mazzi di viole, china in una atmosfera elegantemente balsamica e boisè.
Assaggio di grande coerenza con la verve fresco-sapida che tenta di “ammaccarne” la sfericità.
IL LAZIO
PARVUS AGER
54ha nel Parco dell’Appia Antica e non saperlo!
Un’Azienda che si meriterebbe il premi “CORAGGIO” già solo per il fatto di essere nata in quel 2020 che ricorderemo a lungo per altri motivi.
Comunque, ad oggi ed in assaggio, due vendemmie e delle bottiglie realmente “uniche”.
ROMA DOC BIANCO 2021: Trebbiano Verde e Malvasia Puntinata che comunicano freschezze di agrumi e delicatezze di fiori di campo in un’atmosfera coerentemente minerale.
Sorso forse un pochino “corto” ma coerente e di spiccata sapidità.
LAZIO BIANCO IGP MALVASIA PUNTINATA “APPIA ANTICA X MIGLIO” 2020 TERRA (bottiglia 8/80): solo 80 bottiglie (sisi: ottantabottiglie!) messe ad affinare sotto terra (e ricoperte da tralci di vite) quasi a voler chiudere quel giro iniziato un anno prima proprio da essa.
Una interpretazione davvero singolare del vitigno, ben giocata sulle sue corde varietali ed amaricanti senza dimenticare profumi e dolcezze.
Sorso identitario che racconta cose che solo il basolato della Regina Viarum conosce.
LAZIO BIANCO IGP MALVASIA PUNTINATA “APPIA ANTICA X MIGLIO” 2021: un naso verticale che sprigiona profumi di pesca e nespola senza dimenticare le erbe aromatiche e le amaritudini di salvia e mandorla.
Assaggio di buon equilibrio e più che onesta lunghezza.
Assolutamente non banale ma senza quell’extra boost che ha il precedente.
ROMA DOC ROSSO “ETERNA” 2020: come per il “cugino” BIANCO, il naso è tutto dedicato ai profumi.
Montepulciano e Syrah regalano intensità dii piccoli frutti rossi e neri freschi e croccanti cui seguono delicati soffi di spezie e tostature di tabacchi dolci.
Assaggio fresco e di sicuro “acchiappo” nell’immediatezza della sete, ma che credo guadagnerebbe punti da una più o meno lunga “dimenticanza” in cantina.
ROMA DOC ROSSO “ETERNA” 2020 TERRA: niente legno per questa bottiglia 14/80 dimenticata per 12 mesi sotto terra in compagnia della Malvasia Puntinata di prima.
Un vino totalmente diverso nato dall’acciaio e svezzato dal suolo da cui proviene.
Smorza le banalità di profumi intensi con un animo decisamente più intimista ed ampio.
Davvero meriterebbe un secondo assaggio per essere compreso completamente ma…credo ce ne siano rimaste troppo poche bottiglie perchè possa avere la fortuna di incontrarlo di nuovo!
Peccato.
CASALE VALLECHIESA
13ha nel cuore della DOC.
Quasi 150 anni di storia raccontati da vini moderni ma rispettosi della tradizione.
FRASCATI SUPERIORE DOCG RISERVA “HEREDIO” 2018: un vino fuori dai luoghi comuni sul Frascati.
Naso di mela matura (e mica solo una qualità) ed agrumi.
Avanza poi un ampio corredo aromatico che fa da spalla a note di vaniglia intense ma non invadenti.
Assaggio coerente con una buona spinta fresco sapida che conduce a quegli agrumi e mandorla fresca che si contendono il lungo finale.
Un vino da “grand tour” e, forse proprio per questo, non proprio nelle mie corde.
L’ABRUZZO
TENUTA TRIUM
E la storia di tre amici, tre moschettieri che, provenendo da percorsi differenti, acquisiscono nel 2018 un vecchio vigneto abbandonato di 3.5ha in quel di Notaresco (TE).
Una storia che approfondirò a breve e di cui, naturalmente, Vi darò conto.
TREBBIANO D’ABRUZZO DOC 2021: vinificazione tradizionale ma nessuna chiarifica nè filtratura (come per tutti i vini d’altro canto).
Naso che comunica frutta matura, il giusto di spezie, stoppie al sole ed un singolare quid di bosco umido.
Assaggio fresco e sapido come il mare e caldo come le abbaglianti colline teramane nel sole di luglio.
TREBBIANO D’ABRUZZO DOC MACERATO 2021: 5gg di macerazione sulle bucce per le uve delle vecchie pergole.
Qui, il mare diventa solo una lontana linea azzurra e l’impronta è terragna ed identitaria.
Forse, appena un’idea di acetica che però non stona in un vino che comunica Storia e tradizioni.
CERASUOLO D’ABRUZZO DOC 2021: 2h, solo un piccolo riposino sulle bucce.
La parola d’ordine: equilibrio.
Seppur floreale di rosa e violetta, spinge l’acceleratore su lampone e cassis.
Non mancano poi nè l’impronta erbacea del vitigno nè graffi di spezie e mineralità.
Assaggio fresco e coinvolgente ben accordato sulle note fresco sapide.
Un vino che vuole la tavola imbandita ma che è “sirena di Ulisse” anche lontano da essa.
CERASUOLO D’ABRUZZO DOC 2020: come il precedente ma “deppiù”.
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC 2020: un altro vino nel solco della tradizione.
Frutta rossa e balsamicità introducono a spezie ed erbe aromatiche con quel quid balsamico ad aggiustare il tiro.
Forse un pochino “rustico”, ma chi l’ha detto che i vini debbano indossare necessariamente giacca e cravatta?
Da bere ora, per puro piacere!
LA CAMPANIA
NATALIA MAGNONI
Da Rutino (SA), dove un Magnoni mi sono ricordato solo molto tempo dopo di conoscerlo (mo mi toccherà indagare), un’Azienda nuovanuova (manco il sito c’ha ancora e pure fb aiuta poco), un solo vino da uve Fiano ed un EVO.
20ha di cui 6 vitati.
FIANO “PRIMALUCE” 2021: un Fiano “off topic“.
Un olfatto che comunica subito sapidità marine e verticalità da falesia, poi intrecci di agrume, melone e ginestra.
Grasso di argilla e calcare, fa forza su un assaggio che sostiene il sorso con dinamica freschezza.
FIANO “PRIMALUCE” 2020: forse meno ampio del precedente, gioca di rimessa con aumentata sciorinando aumentata freschezza e frutta croccante.
EVO “LICIFARI“: un blend di Salella, Leccino e Frantoio.
Al naso, verde di erba appena sfalciata, carciofo e pomodoro fresco, corrisponde un assaggio coerentemente fresco e dinamico ben calibrato nei toni di amaro e piccante ed incentrato su note di carciofo e cardo, graffiate appena da quelle mandorla fresca che allunga il finale.
LA BASILICATA
SANTOJANNI
5ha di Basilicata e 4 etichette (bellissime) che raccontano Storia, storie, uomini (e donne), Territorio.
BASILICATA IGT MALVASIA “SIGNORINA” (704m slm) 2019: 100% Malvasia di Basilicata.
Un naso dimesso per una Malvasia che concede solo a chi sa aspettare la caratteristica nota di mandorla amara.
Assaggio invece verticale, sapido ed elegante
Signorina di nome e di fatto.
Dedicato alla Zia Rosangela, ne traccia un profilo elegante, dritto, altero, da spirito libero.
VINO SPUMANTE EXTRA DRY MILLESIMATO “SCINTILLA” 2020: 70% di Aglianico ed il saldo di Malvasia di Basilicata per un Extra Dry dal naso che “acchiappa” con quella capacità di comunicare piccoli frutti rossi e minerale sapidità.
Dinamico come un vino bianco senza dimenticare la sostanza dell’Aglianico.
Un sorso di sicuro successo, peccato solo per l’Extra Dry (ma solo perchè io preferisco bolle con un po’ di zucchero in meno).
AGLIANICO DEL VULTURE IGP “FATTORE” (704m slm) 2020: tutto Aglianico e tutto acciaio.
Davvero difficile resistere alla beva di un vino di assoluta modernità per il fatto, forse, di essere come quello di una volta!
Un vino che unisce l’uomo al Territorio.
AGLIANICO DEL VULTURE DOC “CENTORAMI” (721m slm) 2019: un vino che è una dedica al Territorio ed alla tradizione.
Dalle stesse uve del precedente, un vino che ci riporta nel solco identitario dell’Aglianico.
Un vino completamente differente, se possibile più fresco, sicuramente più identitario e di non spocchiosa eleganza.
Eppure, stranamente, fuori dai canoni.
Va alle loro etichette il mio premio “MANI BASSE” per essere di gran lunga le più fighe e quello “HOSPITALITY” al loro tavolo per essere stato quello più caloroso e caciarone (i peperoni cruschi erano davvero “da paura”).
ED ORA?
Ora dovrò fare ancora un ultimo sforzo per mettere nero su bianco un altro paio di Eventi cui ho partecipato e poi…VACANZA!
Cioè: vacanza per modo di dire!
Mi prenderò il consueto periodo di “approfondimento” per andare a rompere le scatole a diversi di quei Produttori di cui Vi ho detto in questi mesi chè, come ben sapete, bisogna andare sul posto per comprendere i vini che si assaggiano!
Sarà uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!
p.s. come accennato, ho avuto anche la fortuna di partecipare ad una Masterclass dedicata alla “verticale storica” del FRASCATI SUPERIORE DOCG RISERVA “LUNA MATER” di FONTANA CANDIDA, ma questa è tutta un’altra storia e…ne leggerete in un altro momento.