
IL COSA E IL DOVE
Il SALONE DELLE FONTANE di Roma è ormai location classica per la presentazione dell’ANNUARIO DEI MIGLIORI VINI ITALIANI di Luca Maroni.

E dunque, dal 21 al 23 Febbraio u.s. quelle amplissime sale si sono trasformate in un brulicante formicaio di enoappassionati in cerca di emozioni racchiuse in un calice.

Una kermesse dedicata alla Cultura del vino con un ricco programma che a degustazioni libere e guidate accostava laboratori, workshop e presentazioni.
GLI ASSAGGI
C’era tanto, tantissimo da assaggiare e io ho cercato principalmente di sottrarmi al conosciuto (per quanto possibile) per andare in cerca di.
In verità andavo un po’ di corsa ed ero ancora provato dall’impegnativa trasferta toscana ma sono comunque riuscito a ficcare il naso in una quarantina di etichette tirando fuori un podio “incompleto” di due vini cui ho accostato altre proposte che avrebbero meritato un “giudice” meno severo di me o che hanno comunque suscitato il mio interesse.
Vabbè, adesso bando alle ciance, date una letta al mio personalissimo recit de dégustation, criticatelo, suggeritemi altro ma soprattutto assaggiate e…condividete!

I PEZZI DA NOVANTA
– ROSSO PICENO DOC SUPERIORE “POGGIO DEL FILARE” 2021, VELENOSI (MARCHE): grafitica e fumosa l’atmosfera dalla quale emergono le note di prugna matura e ciliegia sotto spirito.
Ci pensano poi le erbe aromatiche a dare una sferzata di freschezza all’olfatto e quel soffio di lavanda dei cassetti di nonna…la grassezza del cioccolato…
Del sostanzioso sorso sorprendono i levigatissimi tannini, la freschezza disarmante, il finale che…non finisce e la sorpresa di un tocco di rusticità che riporta questo vino alla terra da cui proviene.
Più di 90 Punti, diciamo 91 (o forse più).

– BARBERA D’ASTI DOCG “MERUM” 2022, ANTONIO BELLICOSO (PIEMONTE): lo so, dopo aver assaggiato “AMORMIO” è difficile immaginare che ci sia una Barbera migliore…
E questo “MERUM”, in assoluto, lo è.
O, meglio, vorrebbe esserlo.
Certo l’olfatto mostra cura da orologiaio nella costruzione dei descrittori floreali e di mora matura e in confettura, di quella liquirizia che chiude la porta dopo che sono usciti pepe nero e caffè.
E il sorso è sfera quasi perfetta che accarezza il palato dall’alto dei suoi gradi alcolici “boom”.
Per fortuna c’è un po’ di bosco umido e intricato che ci tiene con i piedi per terra e quella visciola succosa che nell’allungo sembra non voler prendere congedo da noi.
Ma…
C’è il “ma” di una eleganza quasi ostentata.
E allora la vedo così: ben cosciente del proprio rango, seduta in poltrona, dimentica di guanti di velluto e bocchino lungo, svergognatamente intenta a fumare il sigaro, intenta a soppesare con sussiego i vini “qualunque”.
Altera si, ma…ne ha ben d’onde.
Da bere ascoltando TAINTED LOVE dei SOFT CELL.
90 Punti, o forse 91.
p.s. VIETATO dimenticarsi di quel Freisa d’Asti 2023 dall’etichetta dura come il suo pugno di ferro in guanto di velluto e di “DOMINAE VITIS”, Grignolino d’asti quest’anno un po’ sottovoce ma di sabauda educazione.

GLI ALTRI
– CAMPANIA IGT ROSSO “ILLIRICO” 2023, CANTINA DEI QUINTI (CAMPANIA): ferroso e temporalesco, evidenzia soffi balsamici, corteccia e sottobosco, visciole e liquirizia.
Sorso fresco, succoso e compulsivo che mette insieme le dolcezze del frutto, il tannino solleticante e un finale di coinvolgenti amaritudini.
Peccato solo per quella sapidità un po’ in affanno
Quasi 89 Punti.

– CAMPANIA IGT AGLIANICO “ANTECE” 2021, CANTINA DEI QUINTI (CAMPANIA): al naso vuole forse (ma dico “forse”) un po’ strafare senza averne alcun bisogno, mostrando altezzoso la frutta rossa croccante e le aspre frescosità dell’arancia quasi vergognandosi di quell’animo di cenere.
In chiusura alzano la testa le erbe aromatiche e il tabacco mentre una fresca ventata di liquirizia introduce un sorso inaspettatamente snello e scorrevole, tenuto vivo da freschezza e tannini ben cuciti che, nella lunga chiusura, lascia spazio alle spezie.
88+ Punti.

– FRIULI COLLI ORIENTALI SAUVIGNON 2022, GIOVANNI DRI IL RONCAT (FRIULI VENEZIA GIULIA): un Sauvignon di eleganza gentile, che Vi intriga con pesca, Vi schiaffeggia con la salvia e la maggiorana e Vi accarezza, infine, con refoli di cedro.
Sorso senza fronzoli, concreto, coerente, lungo.
Una coccola ruvida come le fredde ombre del Monte Bernadia.
88+ Punti.

E dovrei dirVi anche del Ramandolo, magari di quelle “UVE DICEMBRINE” cui Vi invito a riservare abbinamenti azzardati ma…il Ramandolo è storia che vuole altri spazi.
Assaggiatelo e poi ne riparleremo.

– FRIULI ISONZO DOC CHARDONNAY “CIAMPAGNIS” 2022, VIE DI ROMANS (FRIULI VENEZIA GIULIA): giallo!
All’occhio e al naso, di susina e ginestra, di susina matura e di scorza d’agrume, con un extra di tropicale che…non c’entra niente col Friuli.
E poi le verdi frescosità della menta e di un sottobosco umido di felci e acque che scorrono.
L’atmosfera minerale introduce a un sorso morbido e di compite spalle fresco-sapide che chiude sulle mineralità che lo hanno introdotto.
Se avesse avuto più polso…se non avesse avuto quell’extra di tropicale…
Sarebbero stati 90 Punti e invece sono 88.
Il mio premio “PECCATO” va a un Sauvignon 2022 (non Vi dico quale) che avrei tanto voluto assaggiare ma nel quale dopo il secondo “tappo” ho fatto finta di non aver ficcato il naso.
Capita.
– MARCHE IGT ROSSO “VINCÈ” 2020, LE CANÀ (MARCHE): olfatto di femminile calore, un abbraccio di frutta matura, more e visciole a profusione, spezie dolci che sanno d’Oriente e odalische e un’interessante atmosfera fumé.
Sorso materico e avvolgente, tannini importanti e altezzosi e, in progressione, l’intervento di sapidità e persistenza a renderlo più interessante.
Di certo un “vinone” ma, a mio modesto parere, un po’ troppo impomatato.
87 Punti con, forse, un +.

– BUTTAFUOCO DELL’OLTREPÒ PAVESE DOC STORICO 2019, BOSCO DEL SASSO (LOMBARDIA): le fruttate dolcezze della prugna e della mora creano un bel contrasto con le dure note di pepe e le freschezze del bosco ombroso.
Sorso potente, di deciso calore alcolico e tannino voluminoso e morbido che la decisa freschezza equilibra predisponendoci al finale speziato e sbarazzino (forse anche più del dovuto).
88 Punti.

– VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOC CLASSICO SUPERIORE “ERGO” 2021, MONTECAPPONE-MIRIZZI (MARCHE): ahimè troppo freddo mostra un olfatto un po’ spigoloso e scorbutico nel raccontarci quanto ha da dire.
Giallo di pesca e mimosa, finta una nota delicata di camomilla e poi affonda con la nocciola non ancora matura.
E poi c’è il cozzo della pietra focaia con tutte le scintille e ci sono spezie dolci, un accenno dell’idrocarburo che sarà e una nota di pecorino di Farindola stagionato (sic).
Il sorso è ampio e voluminoso e freschezza e sapidità scalpitano acché la loro progressione sia evidenziata.
Poi avanzano le dolcezze della frutta gialla a tentare di arginare il sale che ha ormai preso possesso della bocca e, nel finale, le note fumé assumono il controllo.
A 90 Punti non ci arriva, ma 89 glieli posso dare.

– VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOCG “ERGO SUM” 2017 RISERVA, MONTECAPPONE-MIRIZZI (MARCHE): complesso e di sicuro fascino gioca la carta delle dolcezze proponendo camomilla appassita ed esotici assoli di frutta e spezie a sovrastare le freschezze di salvia, menta e agrume.
L’assaggio mette subito sul piatto della bilancia la struttura quasi a voler lasciare poco spazio a sapidità e freschezza che però poco accettano il ruolo di comprimarie.
È poi tutto dedicato alla frutta matura il lungo finale di un vino che, in una annata complessa, dimostra la bravura del Produttore ma mostra il fianco a un equilibrio ancora instabile lasciandoci con l’impegno di doverlo riassaggiare tra qualche tempo.
88+ Punti, ma cresceranno.

– VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOCG CLASSICO “UTOPIA BIANCO” 2020 RISERVA, MONTECAPPONE-MIRIZZI (MARCHE): un olfatto che mostra evidente il suo atteggiarsi a Riesling.
Altezzoso, lascia che gli si gonfino le vene del collo per tirare fuori da subito quegli idrocarburi che saranno ma che al momento sono solo un’ecografia morfologica.
Si concentra dunque su giallo di una pesca che annusate con tutta la buccia, sulla ginestra e sul fieno lasciando che entri una intrigante brezza marina.
Sorso di grande volume reso leggiadro da freschezza e sapidità e dal tira e molla di frutta e mineralità che ci accompagna fino alla lunga chiusura.
89 Punti (per il peccato di superbia) ma in attesa di dargliene 91.

– OFFIDA DOCG “LUDI” 2021, VELENOSI (MARCHE): seppur intriso di fruttate intensità di more e ciliegie, accende uno spot sulle frescose balsamicità di salvia e menta senza dimenticare grafitica mineralità e amaritudini di cacao.
L’assaggio è volumetrico e abbracciante, di verticale freschezza e tannino ricamato ma con una punta di gioventù ancora da smussare evidenziata da un finale lungo e vibrante ma che ci lascia con un beneaugurante “vorrei”.
89+ Punti

– MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG COLLINE TERAMANE “VERSO SERA” 2022, VELENOSI(MARCHE): dalla costola abruzzese dell’Azienda, un vino che racconta colline, campagne e tramonti, il fresco calore delle more e delle marasche mature, l’ombra del sottobosco e dei cespugli di macchia vista mare, che si imbelletta di tabacchi dolci e legni vanigliati ma che non si vergogna della propria anima vegetale.
Sorso che mostra polpa ed equilibrio, freschezza in abbondanza, tannini ben domati e un tocco di cementizia peposità a regalare interesse nel finale.
88+ Punti.

– BARBERA D’ASTI DOCG “AMORMIO” 2023, ANTONIO BELLICOSO (PIEMONTE): ah, la Barbera!
Scudiscio per serate sopra le righe!
Questa di Antonio non sfugge al paradigma dell’urlata freschezza e al naso lascia che arrivino gli arricciamenti di labbra delle ciliegie ancora bianche accompagnate da una imprecazione sottovoce di alcol.
Un soccorso di more, e prugne lenisce il bruciore mentre misteri di rabarbaro e pepe trasportano lontano.
Il sorso è strizzata d’occhio e lubrico invito, freschezza in unghie laccate che graffia la schiena, polpastrelli glicerici che accarezzano il braille dei segni lasciati nella carne viva.
Il finale mentolato e amaricante di erbe di campo Vi scuote dal sogno e Vi precipita nell’abisso.
L’ho detto e lo ripeto: NON per tutti.
So di ripetermi ma, da bere ascoltando I’M a BITCH di ALANIS MORISSETTE.
89++ Punti perché sono onesto, a pelle…ne varrebbe almeno 93.

E QUINDI?
E quindi GRAZIE a Luca Maroni per avermi ospitato ancora una volta a un Evento che merita sempre grande attenzione per il viaggio che consente di fare tra le produzioni vinicole italiane.
E poi GRAZIE a tutti i Produttori che hanno avuto la pazienza e la bontà di sopportarmi e assecondare i miei deliri enoici.
E mentre Vi do appuntamento all’Edizione 2026 mi rimbocco le maniche e mi predispongo al tour de force cui mi sottoporranno i numerosi Eventi che il panorama romano propone nei mesi a venire.
È uno sporco lavoro ma…
