
IL COSA E IL DOVE
Lo scorso 4 Marzo l’instancabile GOWINE ha presentato a Roma l’Edizione 2025 della sua Guida CANTINE D’ITALIA, strumento pensato per consentire all’enoturista di saziare la propria Curiosità di conoscere Uomini e Territori cominciando dal vino.

Una guida che racconta la cantina come luogo dove uomini e donne mettono insieme la bravura di fare vino con l’accoglienza.
La cantina come scusa per il viaggio, il vino come scusa per l’incontro.
Delle oltre 850 cantine che “valgono il viaggio ce n’erano oltre 40 a disposizione del folto pubblico che ha affollato le sale dell’Hotel PALATINO di Roma, alcune a raccontarsi altre no, tutte con il loro bagaglio di Qualità.
GLI ASSAGGI
Gli Eventi targati GOWINE sono da sempre “a misura d’assaggio” e anche quest’ultimo non ha deluso le aspettative.
Ovviamente c’era tanto in cui ficcare il naso ma non quel “troppo che stroppia” e l’atmosfera insolitamente rilassata mi ha consentito di degustare con una ormai sempre più insolita calma (o quasi).
Dite la verità: non vedete l’ora di leggere la mia classifica, vero?!
Beh, ci troverete un podio tutto altoatesino e diverse cosette che vale la pena tenere in considferazione.
Leggete, criticate, suggerite e…Condividete.

I PEZZI DA NOVANTA
– ALTO ADIGE DOC SPUMANTE METODO CLASSICO “ZERO” BRUT NATURE, ARUNDA (ALTO ADIGE): un gancio al mento che Vi stende o, meglio, l’appiglio che Vi resta in mano e Vi fa precipitare, ecco…si presenta così al Vostro naso!
Irascibile, scorbutico, poco incline alla carezza propone con impudica alterigia la mela verde e la pietra sbattuta con unghie che graffiano il petto.
Ed è una pausa sudata di pesca, un ansimare di miele e nocciole quello che introduce al secondo round.
Ecco dunque il sorso, dolomitico, strapiombante, un runout su piccole tacche da una protezione effimera fino alla sosta, le tempie che battono, il cuore che pompa, gli avambracci d’acciaio…
Di nuovo un morso a quella mela acerba e il sale, del sudore e del mare che era.
Non erotico…immorale!
Un assaggio che dimostra come per percorrere l’affilata cresta degli “ZERO SOLFITI” si debba essere alpinisti esperti.
Da bere ascoltando M.I.L.F. $ di FERGIE (magari guardandone il video).
92+ Punti e il mio personalissimo Premio “SURPRAIS”.

– ALTO ADIGE DOC SPUMANTE METODO CLASSICO 2018 RISERVA EXTRA BRUT, ARUNDA (ALTO ADIGE): il naso percepisce distintamente dolcezze di frutta gialla, caramella mou e pasta di mandorle.
Le stesse spezie sono quelle del panpepato e le nocciole sono appena uscite dal miele che le conservava.
Tutte carezze dunque?
Naaa…
È uno schiaffo di pietra focaia quello che Vi fa scuotere la testa e avvicinare il calice alle labbra.
E il sorso arriva come morbida carezza, avvolge il palato di spuma fin troppo vivace, e si riscuote con freschezza d’alpeggio e sapidità più marina che di pietraia.
Di persistenza disarmante si merita 90 Punti con un bel +.

– ALTO ADIGE DOC SPUMANTE METODO CLASSICO “PERPETUUM” EXTRA BRUT, ARUNDA (ALTO ADIGE): vi accoglie subito una crostata di albicocche appena sfornata e poi è il giallo della frutta matura (anche tropicale) e dell’arnica, la mela golden, il bergamotto, la mandorla…
Sorso morbido ma non troppo, cremoso ma di freschezza e sapidità stuzzicanti.
Fin troppo scorrevole…attenti a non finire subito la bottiglia!
90 Punti.

GLI ALTRI
– ALTO ADIGE DOC SPUMANTE METODO CLASSICO “CUVÉE MARIANNA” EXTRA BRUT, ARUNDA(ALTO ADIGE): un naso di frutta matura cela tra le pieghe dell’agrume candito sottigliezze di zafferano e camomilla e, mentre Vi concentrate sulla pasticceria di zabaione e mandorle tostate ecco la brezza minerale a darVi uno scossone.
Sorso che la finissima effervescenza rende avvolgente e carezzevole mentre freschezza e minerale sapidità si occupano di mantenerne perfettamente eretta la postura.
Chiude lungo e coerente sottolineando la sapidità.
Lo definirei il più elegante della batteria anche se pecca un pochino di ambizione.
89 Punti.

– PIGNOLETTO DOC FRIZZANTE “PERDITEMPO FRIZZANTE”, TERRE ROSSE VALLANIA (EMILIA ROMAGNA): frutta bianca e un appena di esotico s’accostano alle note amaricanti di sambuco e alle freschezze di crema al limone con un bel timbro minerale trasportato in alto da una birbante effervescenza.
Sorso garbato e molto centrato (fa anche rima), fresco, sapido, piacevolmente ammandorlato e lungo giusto quel tanto da finire il bicchiere e chiederne un altro.
87 Punti.
– COLLI BOLOGNESI DOC MERLOT “PERDITEMPO ROSSO” 2024, TERRE ROSSE VALLANIA (EMILIA ROMAGNA): di madre francese e animo rusticamente emiliano (o romagnolo?).
Non si vergogna di quel refolo di alcol monello che sa di sgarbo e lo mette lì, davanti alla frutta rossa matura e succosa, a dar manforte a friccicori di pepe e alle foglie di tabacco.
Sorso estroverso, fresco, scorrevole e dialettico, tannico oltre il supposto, con quell’appena di ruvido che ci sta proprio bene e una chiusura lunga che evoca sedie, gomiti poggiati e tante chiacchiere.
88 Punti.
Vale la pena segnalare anche il Sauvignon “VITE PICCOLA” dal naso affatto scontato e il Cabernet Sauvignon “E. V.” che aspetto al varco di un secondo assaggio.

– FRIULI COLLI ORIENTALI DOC FRIULANO “BONBLANC” 2023, GORI (FRIULI VENEZIA GIULIA): un olfatto carico di dolcezze di frutti maturi screziato di sottili vegetalità e con una chiusura di sottolineata mineralità sassosa.
Il sorso cambia marcia, svetta freschezza e racconta di fieno ed erbe di campo, succosità di mela verde e amaritudini di sambuco.
Di buona persistenza mi fa pensare che sarebbe stato meglio concedergli ancora un po’ di vetro.
87+ Punti.

– FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SCHIOPPETINO “TITA G” 2018, GORI (FRIULI VENEZIA GIULIA): peposo si ma meno peposo di quanto i miei canoni richiedano.
Uno Schioppettino che cela il Rotundone dietro le tende dei mirtilli di un bosco umido e ombroso e una prugna nera quasi matura.
Sorso di femminile volubilità, poco incline alle smancerie, fresco, con una lunga chiusura speziata e con la mia ormai famosa “ultima goccia” che regala una carezza di ruvida rusticità.
Non il mio Schioppettino ma…un bel Schioppettino.
88+ Punti.
In chiusura meritano una menzione il Ramandolo “RONG DAL GIAL” 2022 che rivela eucaliptica freschezza ma si lascia andare ad atteggiamenti un po’ troppo “francesi e il “VERMUTÂT”, vermouth a base Ramandolo che mixa, in un assaggio che vorrei fosse stato meno “bevi e scappa”, le dolcezze insite nel Verduzzo Friulano con le ruvide balsamicità amaricanti delle erbe cresciute all’ombra del Monte Bernadia.

– LAZIO IGT FIANO “MACCHIA SACRA” 2023, CASTELLO DI TORRE IN PIETRA (LAZIO): olfatto subito campestre, di fiori e cespugli di ginestra che evolve in un simpatico contrasto tra le dolcezze della frutta esotica (ahimè) e le amaritudini della nocciola non ancora matura chiudendo sul ritmico alternarsi di acuti minerali, agrumati e balsamici.
Sorso deciso e profondamente minerale, di grande freschezza e paragonabile sapidità e con una chiusura che esalta le spezie.
87- Punti e il mio personalissimo Premio “BBRAVO” (con due “B”) per il coraggio e la bravura dimostrati nel voler esaltare, nel lazio, un “campione” di terra campana.

– LAZIO IGT CESANESE “TERRE DI BRECCIA” 2022, CASTELLO DI TORRE IN PIETRA (LAZIO): un Cesanese che sa di Maremma Laziale e rustiche visciole, di prugne appena dolci e che sciorina poi una vibrante serie di amaritudini che sono rabarbaro, liquirizia…
Appena una delicatezza di rose, un upgrade di spezie piccantine, quel tanto di humus e via, si va al sorso!
Fresco, avvolgente, con tannini in divenire ma stuzzicanti proprio per questo e con un lungo finale in cui la frutta si mescola a solletichi cementizi e a un’immagine di lavoro in bottega.
88 Punti.
– SICILIA DOC CATARRATTO LUCIDO “DONNA ANGELICA” 2022, ASSULI (SICILIA): naso che propone dolcezze di mela cotogna, pere, scorza di lime alternate a erbe aromatiche e ingressioni marine con un piglio decisamente “funky”.
Sorso di bella freschezza con una sapidità che, inizialmente in affanno, si dimostra essere un diesel divenendo protagonista nella lunga progressione che termina su ricordi di cedro candito, accenni di lieviti e freschezze di pompelmo.
88- Punti.

– SICILIA DOC PERRICONE “ARCODACE” 2023, ASSULI (SICILIA): qui, il vero “autoctono trapanese”, s’atteggia a Syrah e propone, dell’ORLANDO FURIOSO, l’altra faccia della medaglia, quella saracena.
Un olfatto che è scimitarra di spezie prima ancora che odalische di more e prugne in confettura.
Mena fendenti di menta e liquirizia in un’aria carica di pepe da starnuto.
Il sorso è un clangore di freschezza (di frutta e di spezie), ruzzoloni tra cespugli di macchia mediterranea, sale che sa di scontro fisico e mare lontano.
E il finale è un respiro di menta a bocca aperta che accompagna di nuovo quel pepe che Vi fa stropicciare il naso.
Da bere ascoltando THE GREAT GIG IN THE SKY dei PINK FLOYD.
89 Punti con un bel +.
– SICILIA DOC NERO D’AVOLA “LORLANDO” 2021 RISERVA, ASSULI (SICILIA): si, ci sono le more e le prugne ma non è quella spremuta di frutta che Vi potreste aspettare.
Cala l’asso delle balsamicità proponendo radice di liquirizia e non dimentica le spezie.
Il sorso è brioso, fresco, sapido e sorretto energicamente da una vivacissima impalcatura tannica, con un finale davvero lungo e ricamato di amaritudini di china e rabarbaro che riserva, nell’ultima goccia, quella che sporca il calice, quella rivelatrice, una sorpresa di oliva nera al forno.
87+ Punti (ma solo perché sono cattivo).

– SICILIA DOC GRILLO PASSITO, ASSULI (SICILIA): l’albicocca disidratata domina la scena mentre sul palcoscenico s’alternano tabacco dolce, pizzicori zenzerosi, frutta secca sotto miele e delicatezze di rose e zagare.
In bocca domina una freschezza che le morbide dolcezze stentano a contenere e il lunghissimo finale propone agrumi canditi e ritorni olfattivi.
89 Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO “BATTISTA” BRUT, CANTINA SEMONTE (UMBRIA): uno spumante Metodo Classico in Umbria?
Si, a Gubbio, terra di matti!
Il sottile perlage trasporta al naso vegetalità di mughetto e poi intriganti note evolutive di pasticceria, di biscotti da tè, di scorze d’arancia candite, di caramella d’orzo…i pinoli della crostata della nonna…
Dolcezze che colpiscono sul palcoscenico di una mineralità gessosa che nulla ha da invidiare a quella delle bolle d’oltralpe e che introduce un sorso nevoso, scattante, aereo, fresco di quasi montagna.
E poi l’allungo, di ritorni olfattivi, appena ferroso e di un salato che fa aumentare l’interesse per un vino che si becca 86+ punti e il mio personalissimo Premio DANCIN’ FOOL di FRANK ZAPPA.

– UMBRIA IGT DOLCETTO “CORDARO” 2019, CANTINA SEMONTE (UMBRIA): ampie tostature di caffè e morbidezze di cioccolato al latte introducono prugne mature e ciliegie che un filo d’alcol di troppo lascia immaginare sotto spirito e, in chiusura, respiri di spezie e sottili vegetalità.
Sorso caldo e avvolgente, di bella freschezza e decisa sapidità, con un allungo di frutta rossa matura e fresca melagrana.
Un dolcetto davvero poco “sabaudo” ma si sa, qui si vendemmia con la camicia di forza.
87 Punti con, forse, un +.

E QUINDI?
E quindi GRAZIE a GOWINE per avermi voluto ospitare ancora una volta e a tutti quei Produttori che hanno avuto il buon cuore e la pazienza di sopportarmi.
E poi…al lavoro, perché di cose da raccontarVi ce ne sono non “tante” ma “di più”.
STAY TUNED.
