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BALAN Wine Day 2024

IL COSA E IL DOVE

Lo scorso 17 Giugno, i panoramici spazi della TENUTA DI FIORANO a Roma hanno ospitato il BALAN WINE DAY, Evento organizzato dal noto Produttore/Distributore per promuovere le eccellenze enologiche delle Aziende presenti nel proprio catalogo.

Oltre cinquanta Aziende provenienti dall’Italia e dal Mondo, vini, distillati, birre…

In una parola Qualità.

GLI ASSAGGI

Il tempo a mia disposizione era purtroppo limitato causa altro Evento nel pomeriggio cui dover presenziare e la quantità di etichette giocava contro di me ma…

Ho fatto del mio meglio, saltando con stoica risoluzione tutti i nomi conosciuti e concentrandomi solo su quanto colpiva l’occhio o stuzzicava la fantasia.

Date dunque un’occhiata al mio consueto recit de dégustation e prendete con le molle la mia personalissima “TOP SIX” ma prendete spunto dalle prossime righe per ficcare il naso di persona in quello che Vi sembra essere più interessante.

LA TOP SIX

COLLIO DOC CHARDONNAY “GMAJNE” 2019, PRIMOSIC (FRIULI VENEZIA GIULIA): a chi si domandasse cosa ci fa lo Chardonnay in un Collio che di autoctoni ne avrebbe da regalare a chi ne volesse, suggerisco di andarsi a cercare notizie circa i vecchi impianti di Pinot Bianco in Friuli…scoprirà cose interessanti.

A chi invece interessa molto più pragmaticamente quello che c’è nel bicchiere posso dire che qui, lo Chardonnay interpreta il Territorio come pochi altri vini saprebbero fare.

L’olfatto è profondo come le radici che cercano la propria strada nella ponca.

Se fate un carotaggio trovate grassezze di inattesa agilità, strati di dolcezze rivelano miele e agrumi canditi, ananas e scaglie di frutta secca da pasticceria in una matrice di gessosa sapidità di mare antico.

In bocca è grandangolare ma la freschezza è un teleobiettivo potente.

Sapido quanto si conviene, nel finale evidenzia tostature e una pienezza d’agrume che non vuole chinare il capo.

Da bere ascoltando “PEEK A BOO” dei DEVO.

(88+ Punti).

COLLIO DOC RIBOLLA GIALLA 2019 RISERVA, PRIMOSIC (FRIULI VENEZIA GIULIA): Oslavia e la Ribolla sono due anime che si incontrano lì dove i confini sono solo roba da uomini e la botte grande ne celebra il matrimonio tra la luminosità dei fiori gialli e la freschezza delle scorze d’arancia candita.

Dolci larghezze di mela cotogna e albicocca precedono poi l’oriente delle spezie mentre l’atmosfera si riempie di minerale sostanza.

Sorso tangibile, materico, tattile, che evidenzia una fruttata morbidezza cui l’agile e scattante sapidità e il grip tipico dei “vini arancioni” fanno da contraltare.

Certo non un vino per tutti i giorni, ma in certi giorni…

Da bere ascoltando “GOLD” degli SPANDAU BALLET.

(Non ci arriva a 90 Punti ma davvero per poco).

FRANCIACORTA DOCG BRUT “RISERVA 940” 2016, LE QUATTRO TERRE (LOMBARDIA): prodotto solamente tre volte, riempie il naso con calore di frutta gialla matura (anche esotica) e poi lo sferza con zenzerose piccantezze e frescosità amaricanti di chinotto prima di imboccare la strada delle golosità di pasticceria secca ricoperta di scaglie di mandorle e nocciole tostate e chiudere decisamente eucaliptico.

Sorso avvolgente e materico con la cremosa effervescenza a veicolare con eleganza i ritorni olfattivi conducendo a un finale sapido, agrumato e minerale.

(89 Punti).

SPOLETO DOC TREBBIANO SPOLETINO “LE TESE” 2021, ROMANELLI (UMBRIA): proveniente in parte da 13 viti centenarie esprime un naso dirompente improntato principalmente sulle freschezze.

Ci potete trovare respiri di eucalipto e morsi di foglia di menta, salvia, timo, mandorla, radici, corteccia e, se frutta deve essere, che sia nespola!

In bocca ritrovate la stessa freschezza delirante dell’olfatto e una sapidità mai doma a contornare ricordi di grano che, a bicchiere vuoto, chiamano nuovamente in causa l’olfatto lasciando il posto a note di camino spento.

Da bere ascoltando “DANCE ALL NITE” di LU COLOMBO.

(89 Punti).

MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG “MEDEO” 2019, ROMANELLI (UMBRIA): ha un naso nero come l’etichetta, fatto di prugne e terra umida, pepe e liquirizia, china e legna arsa.

Il sorso è assoluto e non c’è un tannino fuori posto!

Davvero fresco, si lascia andare all’importante sapidità enunciando in chiusura un lungo rosario di spezie.

20 filari per un vino “maravilloso“, anche con questo caldo!

Da bere ascoltando “MAKEBA” di JAIN.

(93/94 Punti).

VALLÉE D’AOSTE DOP BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLE “LO PRIÉ” 2020, DOMAINE QUINSON (VALLE D’AOSTA): due parole sull’Azienda mi corre dirle.

Qui a Morgex, all’ombra del “tetto d’Europa” i Quinson strappano lembi di terreno coltivabile ai ripidi pendii sin dai primi anni del secolo scorso.

Solo Prié Blanc, solo a piede franco e riprodotto per propaggine (roba che neanche Columella si ricorderebbe più).

Biologico, biodinamico, inerbimento e vigneti sfiorano i 1300m/slm facendosi beffe (o quasi) del riscaldamento globale con risultati nel bicchiere tutti da assaggiare.

ASSOLUTAMENTE!

E il vino?

Beh, qui c’è da restare senza fiato.

E non è solo colpa dei vigneti più alti d’Europa (quelli dove la vite fa fatica non solo a farsi strada tra le pietre ma anche a respirare), è anche merito.

Merito del più dimenticato dei fattori che compongono il famigerato “terroir”: l’uomo, quello che “fa” il vino.

Se l’annata 2022 lasciava spazio alla fantasia, qui non c’è che concretezza.

StendeteVi su un prato, tra arnica e camomilla e dimenticate la frutta (a parte la buccia di limone).  Troverete la realtà aumentata di una lastra di granito arroventata dal sole e anche il “puzzo” pirico che riempie l’aria dopo una frana.

Non è Riesling e non vi fa visualizzare il nodo infinito dei meandri della Mosella ma…qui c’è ben più “benza” che in tanti Riesling che ho assaggiato ultimamente e che, più che agli idrocarburi, fanno pensare alle TESLA.

Il sorso?

Un “copia-incolla” dell’olfatto, di materica, liquida sostanza.

Scorrevolissimo, invogliante, irriverente, molto più che erotico.

Da bere ascoltando “FATHER TO SON” dei QUEEN.

(93 Punti, almeno).

I QUASIQUASI

PRIMOSIC (FRIULI VENEZIA GIULIA)

COLLIO DOC MALVASIA 2022: regina di questi colli, la Malvasia si colora qui del giallo dei fiori e della mela cotogna, larghezze dolci che la freschezza del rosmarino e un’atmosfera che sa di mare in burrasca pareggiano con leggiadria.

Sorso fresco, scorrevole, coerente e con una balsamicità impertinente che affianca la salata persistenza.

(87+ Punti).

COLLIO DOC PINOT GRIGIO “SKIN” 2020: c’è forse un po’ troppo di tropicale nell’olfatto carico altrimenti di amaricanti sensazioni di noce e mughetto.

Un olfatto in cui la mela è un dettaglio e il salmastro una coltre avvolgente.

Sorso sostanzioso e materico, ricco di rimandi fruttati e intriso di freschezza e sapidità.

(87+ Punti)

FATTORIA CORZANO E PATERNO (TOSCANA)

TOSCANA IGT BIANCO “IL CORZANELLO” 2023: l’elenco dei vitigni che lo compongono è lungo ma merita di essere enunciato: Trebbiano, Verdicchio, Petit Manseng, Sauvignon, Chardonnay e Semillon (me li hanno elencati con tale precisione che ho avuto il pudore di non chiederne le percentuali).

Il naso, complesso e intrigante, è un ingorgo di grassezze, vegetalità, frutta matura e sottesa mineralità sassosa.

Ci trovate agrumi, pera (vabbè, qualcosa di esotico non si nega a nessuno), mentuccia e gelsomini.

Il sorso denota un gran bel gioco di squadra tra l’assoluta morbidezza e le larghe spalle fresco-sapide e scorre libero e giocondo riproponendo con coerenza i descrittori olfattivi.

(85+ Punti).

TOSCANA IGT SANGIOVESE “I TRE BORRI” 2021: fulgido esempio di come si debba avere il coraggio di “declassare” un vino per mantenere il nome del vitigno in etichetta e salvaguardare un Territorio.

Un olfatto disteso e bilanciato, assolutamente dimentico del tonneau e ricco di note boschive (dai piccoli frutti alla corteccia passando dalla resina).

Poi dolcezze di spezie (vaniglia), tabacco e pasticceria (ciambellone) a spintonare una ferrosa mineralità.

Sorso ansioso di comunicare tutta la freschezza delle vecchie vigne esposte a Nord, tannico quanto si conviene e con un allungo imperioso fatto di sapidità e corrispondenze.

(86 Punti).

ROMANELLI (UMBRIA)

MONTEFALCO DOC ROSSO “CAPO DE CASA” 2020: Sangiovese, Sagrantino e Merlot.

Il naso percepisce dolcezze di mirtilli e freschezze di arancia sanguinella mentre quel quid di macchia mediterranea viene tenuto a bada da un legno appenappena troppo piacione.

Sorso fresco e morbido, che evidenzia come il Merlot poco possa contro gli altri due compari e in cui il tannino si mette d’accordo con la sapidità per invogliare la beva di un vino che fa quasi quotidianità.

(86+).

MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG PASSITO “COCRÈ” 2018: tante le dolcezze al naso, dalla confettura di piccoli frutti al cioccolato, dalla cannella al miele.

In bocca i 100gr/l di zuccheri sono ben gestiti dalla freschezza e dal tannino mai domo e la lunghissima chiusura è dedicata ai ritorni di cioccolato e frutta.

Da provare, perché no, con i fegatelli “per vedere il tannino l’effetto che fa”.

(86 Punti).

DOMAINE QUINSON (VALLE D’AOSTA)

VALLÉE D’AOSTE DOP BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLE “LO PRIÉ” 2022: “LO PRIÉ” sa già di Vallée e patois prima di assaggiarlo.

Il naso è freschissimo, sa di alpeggio grasso e frutta bianca spaccottella.

Lo annusate sfalciando il prato, ammucchiando covoni di fieno, guardando la Grivola e immaginando un Monte Bianco che è granitica presenza nel calice.

Sorso dinamico e grintoso, una corsa nei prati con tanto di affanno e riposo finale appena fumé.

(87+ Punti).

GLI ALTRI

WEINGUT SCHMELZ (AUSTRIA)

WACHAU DAC GRÜNER VELTLINER FEDERSPIEL “RIED KLAUS” 2023: al naso si percepiscono la mela Golden e la Cotogna con una bella iniezione di note gialle e tropicali.

Sorso morbido, segnato più dalle dolci piacionerie della frutta che dalla verticale freschezza, con un finale di progressiva sapidità che regala quasi piccantezze.

WACHAU DAC GRÜNER VELTLINER “RIED PICHL POINT” 2023: al naso si percepiscono strizzate d’occhio di albicocca e graffi di erba sfalciata su uno sfondo di pesca bianca e scorza d’arancia.

Sorso succoso e molto equilibrato che evidenzia una frutta tropicale che non mi sarei aspettato.

WACHAU DAC RIESLING FEDERSPIEL “STEIN AM REIN” 2023: un vino che rispecchia assolutamente il nome di fantasia.

Già l’olfatto lascia infatti immaginare le pietre accarezzate dallo scorrere delle acque e rese scivolose da un muschio impregnato dai profumi del fiume.

Il sorso non vuole pause meditative, cerca un’immediata rispondenza e, trovatala, lascia che ci si possa beare di freschezza e mineralità che invitano ben più che al secondo sorso.

Un vino semplice…cosa non comune.

WACHAU DAC RIESLING SMARAGD “RIED STEINRIGL” 2022: tra fiori e pesca bianca spicca una bella nota di pietra focaia che accompagna la freschezza della scorza di lime.

Sorso succoso ed elegante, nonostante la carbonica più che leggera lo renda sbarazzino, che rimanda alla frutta e spinge sulla minerale sapidità per allungare l’assaggio.

WACHAU DAC RIESLING “BEST OF” 2021: olfatto carico di dolcezze d’albicocca e miele millefiori con un quid di mandarino cinese ad aggiungere brio.

Singolarmente, il sorso, succoso, sembra essere molto più complesso dell’olfatto, rivelando note di frutta tropicale e melone ben veicolate da una sottile vena carbonica mentre nel finale si affaccia la freschezza dell’agrume amaro.

M’ha lasciato un po’ perplesso, qujndi aspetto di riassaggiarlo prima di esprimere un giudizio.

PRIMOSIC (FRIULI VENEZIA GIULIA)

COLLIO DOC FRIULANO 2023: tra la freschezza della Ribolla e l’aromaticità del Sauvignon ecco farsi spazio un Tocai che sembra prendere spunto dagli altri due vitigni.

Colpiscono le note vegetali di bosso e di un agrume verde che mi sa di lime.

Il corteo di verzure prosegue poi tra erba sfalciata e biancospino per chiudersi con l’immancabile, caratteristica mandorla.

Sorso moderno, lontano dai Tocai della mia infanzia ma con una sostanza e una morbidezza che fanno fede alla tradizione e che l’importante muscolatura fresco sapida bilanciano benissimo.

LE QUATTRO TERRE (LOMBARDIA)

FRANCIACORTA DOCG BRUT: un olfatto che gioca la carta del frutto a polpa gialla cui aggiunge note di mallo di noce e mandorla, un tocco d’agrume e una quid di torrone.

Sorso cremoso e ben centrato sui rimandi fruttati e agrumati ma affatto dimentico del giusto tocco di sapidità.

FRANCIACORTA DOCG EXTRA BRUT: naso un po’ timido, che punta poco sul frutto, preferendogli la strada delle erbe fini, del biancospino e della territoriale mineralità.

Sorso ben più deciso, cremoso e dotato di freschezza viva e senza cedimento alcuno, con un finale di mineralità in crescendo.

Peccato paghi lo scotto di una sboccatura “drammaticamente” recente.

FRANCIACORTA DOCG DOSAGGIO ZERO MILLESIMATO 2020: da un vigneto opposto al precedente un vino opposto al precedente.

Decisamente silvestre e intriso di pirica mineralità.

A questi graffi verticali si contrappongono abbracci pasticceri che raccontano nocciole tostate, canditi e grassezze cioccolatose.

Sorso teso e affilato, carico di una coerente, intensa mineralità che evolve gradualmente in larghezze fruttate regalando un mix di gastronomico equilibrio.

(85 Punti).

FATTORIA CORZANO E PATERNO (TOSCANA)

CHIANTI DOCG “TERRE DI CORZANO” 2022: 90 parti di Sangiovese e il saldo di Canaiolo provenienti da tutti i vigneti della proprietà per meglio gestire il clima di questi anni.

Al naso, segnato da un legno troppo esuberante, rivela da subito una bella verve balsamica di tabacco mentolato (e un quid di canfora di cui avrei fatto a meno).

Arrivano poi lamponi, amarene e scorza d’arancio a introdurre un sorso di buon equilibrio giocato tra la frutta e l’anima green del Sangiovese (o del Canaiolo?).

(83 Punti).

TOSCANA NIGT ROSSO “IL CORZANO” 2021: se il Sangiovese batte Cabernet Sauvignon 60 a 40 in bottiglia, al naso le pirazine del Cabernet non ce la fanno a stare zitte e la sparano grossa strillando un peperone che lascia alle nuances boschive il ruolo di ballerine di fila per fare comunella con la succosità dell’arancia rossa e del tabacco mentolato.

L’olfatto chiude grafitico e introduce un sorso caldo e di prepotente sapidità che s’allunga tra mineralità e soffi balsamici lasciando dimenticare quell’alcol un po’ troppo squillante che il clima arroventato di questi giorni non contribuisce certo a nascondere.

(85 Punti ma potevano essere di più).

ROMANELLI (UMBRIA)

COLLI MARTANI DOC GRECHETTO “FONTE PERNA” 2023: fruttato di pesca e susina, non teme di presentare le erbe amare e quelle aromatiche e invita alla festa anche frutta secca e sabbiosa mineralità.

Sorso sostanzioso ma assolutamente scorrevole, segnato dall’importante freschezza e, soprattutto da una sapidità tutto pepe che lascia spazio alla frutta solo nel finale.

(85 punti).

MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG “TERRA CUPA” 2019: 45 filari per un varietale davvero ben conservato fatto di bacche nere cespugliose e scure atmosfere di pepe e caffè.

Alcol ce n’è, e basta appena a gestire un tannino degno del vitigno ma, per non sbagliare, s’allea con un legno forse troppo marcato.

(Quasi 85 Punti).

DOMAINE QUINSON (VALLE D’AOSTA)

VALLÉE D’AOSTE DOP BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLE “LO PRIÉ” 2019: prima annata in bottiglia e un olfatto talmente diverso dalle altre due annate prodotte che quasi si stenta a credere che si tratti dello stesso vino e che i vigneti da cui proviene siano ben più in alto di quanto possiate immaginare.

L’impronta è larga e grassa, ci trovate buccia di mela e un’acacia che alza la voce facendo leva sulle nobili dolcezze del legno.

Sorso morbido e avvolgente, sicuramente fresco, assolutamente minerale con un appena di tannini a stemperare le morbidezze.

(83+ Punti)

E QUINDI?

E quindi…QUE VIVA BALAN!

Grazie per avermi ospitato a un Evento così ben organizzato!

Ora non mi resta che aspettarne l’Edizione 2025 sperando di poter dedicare tutta la giornata alla qualità.

Roberto Alloi

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