
IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso 21 Settembre le consuete sale dell’Hotel SAVOY di Roma hanno ospitato “BUONO NON LO CONOSCEVO”, evento giunto ormai alla 18a Edizione con il quale l’Inossidabile GO WINE si prefigge di far conoscere al grande pubblico oltre che agli addetti del settore piccole realtà vitivinicole impegnate nella valorizzazione del Territorio e dei vitigni autoctoni.
Davvero tante le Aziende presenti (in gran parte personalmente) in rappresentanza di buona parte dello stivale italico, diverse vecchie conoscenze ma anche un sacco di interessanti scoperte.
GLI ASSAGGI
Inutile dirVi che assaggiare tutto ma proprio tutto era ovviamente impossibile, tuttavia le dimensioni “umane” delle serate organizzate da GO WINE consentono di saltare davvero poco (se si è accorti ed allenati).
Comunque, di seguito potrete leggere il mio personalissimo report redatto con la formula che ormai dovreste ben conoscere e che sto valutando di modificare (anche a tal proposito accetto consigli).
LA LIGURIA ED IL PIEMONTE
VILLA CAMBIASO
Recente realtà genovese che condivide con l’Azienda seguente la Proprietà.
7ha di quarzo ed ardesia dedicati alla promozione della Genova del vino.
VAL POLCEVERA DOC BIANCHETTA GENOVESE 2022: naso brillantissimo e “green”, di mela verde, agrumi e financo muschio.
Sorso coerentissimo, di strapiombante freschezza e…non sapido: SALATO!
Si becca il mio Premio SURPRAIS.
VAL POLCEVERA DOC VERMENTINO “E GALÊE” 2022: Vermentino ed Albarola (80/20) dal naso estivo ed educato di susina e cedro gentilmente impreziosito da leggere vegetalità.
Sorso decisamente più easy rispetto al precedente, che racconta di un compunto equilibrio tra freschezze a calore e con un finale assolutamente onesto.
VAL POLCEVERA DOC “CORONATA” o “O CÔN” 2022: 60 parti di Vermentino, 30 di Albarola ed il resto Bosco che sciorinano dolcezze di frutta esotica cui contrasta l’aromaticità amaricante della salvia, poi ben più di un tocco d’agrume ed una sottesa mineralità.
Sorso deciso, spiccatamente verticale ma di adeguata morbidezza, sapido, lungo…in una parola: figo (e, forse, imperdibile)!
A lui il mio Premio “ABSOLUTELY“.

CASTELLO DI GABIANO
2 secoli di Storia e 24ha dedicati alle tipicità ampelografiche del Territorio con qualche piccola digressione internazionale (vv. lo Chardonnay).
PIEMONTE DOC CHARDONNAY “CASTELLO” 2019: naso ciccione e burroso, ricco di allegre dolcezze da fiera di paese, intarsiato di florealità e ben più che un tocco di ananas.
Sorso di sorprendente freschezza e pietrosa mineralità, che alterna tostature di frutta secca a graffi agrumati.
Forse non del tutto smaltita la costrizione della barrique, ma dategli ancora un po’ di vetro e…

GRIGNOLINO DEL MONFERRATO CASALESE “IL RUVO” 2021: visciole, boschive vegetalità, china, pepe…
Sorso fresco e sbarazzino che chiude con una appetitosa nota amaricante a contrasto dei ricordi fruttati.
Il vino “di zio”, quello che mette allegria.
A volte non serve altro.
MONFERRATO DOC FREISA “LA PATARRINA” 2021: un naso tutto giovanili e fresche arrembanze di piccoli frutti ancora non maturi, sottili peposità ed accenni terragni.
Fresco, beverino, succoso…
Un Freisa centratissimo
GABIANO DOC RISERVA “A MATILDE GIUSTINIANI” 2017: praticamente tutto Barbera con una lacrima di Freisa che parte dalla ciliegia boero per arrivare al cuoio passando da pepe, tabacco e liquirizia senza dimenticarsi dell’eleganza delle rose.
Sorso sostanzioso, segnato sicuramente dalle morbidezze alcoliche ma di adeguata freschezza e con un finale davvero lungo.

CASCINA GAVETTA
Non solo vino ma anche nocciole e tartufi per questa Azienda di Novello che, se è “venuta dalla gavetta” beh…in più di 100 anni di strada ne ha fatta davvero tanta.

LANGHE DOC NAS-CËTTA DEL COMUNE DI NOVELLO 2017: da una delle 11 cantine che credono in questo autoctono langarolo un vino che è succo di mela, intriso d’agrume e di sorprendentemente piacevole dolcezza di tiglio ed acacia a contrasto.
Metteteci poi un tocco di amaricante salvia, uno sbuffo quasi sulfureo e…non potrete resistere alla voglia di assaggiare!
In bocca le dolcezze diventano quelle della cera d’api e le amaritudini di salvia alzano decisamente la voce.
Fresco ma non freschissimo punta su suggestioni agrumate e salina mineralità per spingerVi al secondo sorso
Magari non con la bagna cauda, ma con le acciughe al verde…levatemelo proprio!
Si becca il mio Premio “LEVATEMELO”.

LANGHE DOC NEBBIOLO “DON GRANERIS” 2021: un Nebbiolo che punta sull’irruenza giovanile, rapido nel presentare viole ed intrecci di frutta rossa senza nascondere liquirizia e noce moscata.
Sorso di posato equilibrio e fine intreccio tannico, con la firma dei piccoli legni ad aggiungere interesse.

FILIPPO GALLINO
14ha sulle sabbie di Canale, su quella “rive Gauche” del Tanaro troppo spesso fatta passare in secondo piano.
Una produzione moderna ed identitaria frutto di un riuscito mix di tradizione, esperienza, ricerca ed entusiasmo.
LANGHE DOC NEBBIOLO 2021: la frutta sono i lamponi ed i fiori un mazzo di rose e qualche violetta.
Sorso da Nebbiolo, con i suoi spigoli e la sua freschezza, tannico e sapido quanto serve e con una chiusura che mixa china e frutta.
Un modo easy di raccontare un Territorio che spesso ha sbagliato nel cercare di scimmiottare vicinanze ritenute più nobili.
ROERO DOCG “LICIN” 2020: bello l’ingresso floreale che scandisce glicini e violette prima di virare sui toni della ciliegia ed allungarsi su freschezze balsamiche.
Il sorso identitario e beverino, coi tannini al posto giusto e quella sapidità tutta roerina.
ROERO DOCG RISERVA “SORANO” 2016: dalla selezione delle uve di un singolo vigneto arriva questo mix di prugne e viole che introduce a boscose note di resina e humus.
Poi il giusto di pepe, un che di balsamico e tabacco.
Fresco anche più del precedente vive della spinta dei tannini e di una sapidità quasi marina e chiude su balsamiche speziature.
E quell’idea di brett?
Niente paura, arricchisce e valorizza il sorso con genuina e contadina eleganza.

LA LOMBARDIA
RICCHI STEFANONI
53ha ed un secolo di Storia per questa realtà di quei Colli Mantovani che conobbero la coltura della vite già al tempo dei Romani.
Produzioni identitarie e grande attenzione all’Ambiente.
SPUMANTE METODO CLASSICO ROSÉ “ROSALINDA 10”: 18 mesi sui lieviti per questo mix di Chardonnay, Pinot Nero, Malvasia e Sangiovese in cui gli ultimi due sembrano essere quelli che più marcano un vino dal naso suadente e femminile e dal sorso fresco e sbarazzino che chiude sapido e dolce al contempo.

SPUMANTE METODO CLASSICO “ESSENZA 0” PAS DOSÈ: “ESSENZA” “È SENZA” zuccheri, pas dosé per questo metodo classico che aggiunge un 15% di Pinot Nero alla massa di Chardonnay e che se ne sta buonouono sui lieviti per un intero lustro.
La sottilissima effervescenza ben veicola note di nocciola e lieviti pasticceri senza dimenticare dolci amaritudini di pasta di mandorle e gentilezze floreali.
Sorso cremoso, ben fresco, ampio e di sapidità minerale che è quasi piccantezza soprattutto nel finale, là dove contrasta con i richiami di biscottata pasticceria.
PROVINCIA DI MANTOVA BIANCO IGT “MANDORLO” 2022: un Tocai in cui le dolcezze fruttate (forse un pochino troppo esotiche) evolvono nel breve in vegetalità anche ortolane ravvivate da sottili soffi resinosi.
Sorso vivo, teso ed agrumato cui manca affatto la sostanza glicerica e che non dimentica, anche nell’allungo, cementizi pizzicori.
LUGANA DOC 2022: al naso è il cemento che lo ha visto nascere che comanda, aggiungendo sottile peposità alla lunga lista di frutta gialla matura (pera, pesca, nespola…), agli agrumi ed alla silicea mineralità.
Decisamente fresco il sorso cui la sapida mineralità non stenta a tener testa.
Lungo lungo e davvero interessante.
GARDA DOC CHARDONNAY “MERIDIANO” 2022: come potrà mai essere uno Chardonnay che dopo l’appassimento conosce cemento e botte grande?!
Sorprendente!
Grasso si (e forse un po’ ruffiano), di frutta (forse un po’ troppo esotica per i miei gusti), dolce anche (di miele d’acacia e cera d’api) eppure…sfiziosamente pungente di spezie bianche (pepe ma pure curry).
Il sorso?
Ampio ma di disneyana ed inattesa agilità, sostanzioso eppur leggiadro che anche in quella chiusura, dolce ma innervata da capillari amaritudini, suscita interesse.
Non è sicuramente il “mio” vino ma…lo riassaggerei mooolto volentieri.

GARDA DOC CABERNET “RIBÒ” 2021: da 75 part di Cabernet Franc (le altre 25 sono di Cabernet Sauvignon) t’aspetti peperoni e pomodori e invece…
In parte appassito e lungamente macerato si presenta con fiori appassiti e dolci speziature di cannella.
Un tocco balsamico di tabacco, uno di cuoio e poi la frutta rossa, quella in confettura.
Ci vuole il sorso, grippante ma compostamente in equilibrio con la parte glicerica per rivelare la lenta avanzata delle note vegetali, sottaciute eppure parte integrante della melodia.
Chiude su richiami di frutta e spezie.
che avrei detto il contrario.

GARDA DOC “CARPINO” 2017: un Merlot da appassimento e legni piccoli dal naso sorprendentemente fresco ed amaricante.
La confettura sembra di arancia amara oltre che di prugna e poi cassis e mallo di noce.
Dolci, orientali e financo piccanti le speziature, una sniffata di tabacco ed un graffio di china.
Sorso ciccione e dinamicamente sapido, tannini che tessono trama ed ordito ed un elegante e lungo finale.
Sorprendente.
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
COLLI DI POIANIS
12ha in quel di Prepotto (Colli Orientali del Friuli).
Oltre un secolo di storia alle spalle (che ha però un “inizio” vero e proprio negli anni ’60) per un’Azienda che è stata tra le prime, negli anni ’80, a credere nello Schioppettino di Prepotto.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOP FRIULANO 2022: nasce e cresce in legno ed è forse per questo che le note di frutta gialla appaiono un filino troppo “sdolcinate”.
Giungono però in soccorso sbuffi d’agrume, amaritudini di nespola e la “longa manu” minerale della ponca.
Decisamente caldo e morbido denota elegante equilibrio e chiude con una nota di osso di pesca forse un tantino scorbutica.
Un Tocai old style con un tocco di femminile eleganza..
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC MALVASIA 2022: anche qui il legno è ben più che sussurrato ed accentua le dolcezze di tiglio, mela e susina.
Seguono erbacei ricordi e sapidità di mare sepolto.
Morbido e caldo sfrutta ricordi agrumati e minerali per raggiungere un sostanziale equilibrio ed allungare il finale.
FRIULI COLLI ORINTALI DOC CHARDONNAY 2022: naso grasso che comunica pasticceria (crema ed agrumi canditi), pesca e soffi balsamici.
Sorso pieno in cui la verve degli agrumi s’alterna a sensazioni più sostanziose sino al sapido finale.

SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO 2020: spezie e graffi balsamici incidono un vasto bouquet di frutti rossi.
Sorso avvolgente, di spiccata freschezza e sapidità a pareggio, ben sostenuto dalla trama tannica e con una chiusura simpaticamente peposa.
Non il mio riferimento in termini di Schioppettino di Prepotto, ma un assaggio da non perdere.

MONVIERT
Nome nuovo (quasi) per quella che una volta era RONCHI DI SAN GIUSEPPE.
87ha di cividalese ed una produzione vasta, appassionata e territoriale.
RIBOLLA GIALLA SPUMANTE BRUT “MARTAGONA”: 6-8 mesi di Charmat e l’aggiunta di un 20% di Ribolla Gialla riserva che firma non tanto l’olfatto (verticale ed invitante) quanto la chiusura di un assaggio di sbarazzina eleganza.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC RIBOLLA GIALLA “MARTAGONA” 2022: il naso è tutte freschezze: di meela, d’agrume, di lime e di mandorla.
Sorso fresco, sapido e di onesta persistenza, con un finale piacevolmente ammandorlato segnato da ricordi d’agrume.

FRIULI COLLI ORIENTALI DOC FRIULANO “MARTAGONA” 2022: naso un po’ timido con pesche e susine mature che introducono agrumi e mandorlate amaritudini.
In bocca dimostra discreta sostanza, equilibrio, interessante sapidità ed inattesa lunghezza.
FRIULI COLLI ORIENTALI RIBOLLA GIALLA RISERVA 2019: al naso dolcezze di fiori d’acacia e di campo, di mela golden ed agrumi maturi fanno a spadate con una mineralità che sa di pietrisco.
Il sorso è un avvolgente abbraccio che denota però collinare freschezza.
Lungo e sapido il finale inciso da richiami agrumati.
Peccato fosse troppo fredda.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC FRIULANO RISERVA 2019: se il naso avesse un colore sarebbe “giallo”.
Gialle le ginestre, gialla la mimosa ed i fiori di campo, gialla la frutta matura (dal pompelmo all’ananas).
Ben squillante la voce amaricante della mandorla e quella del timo in controcanto.
Il sorso comunica calma e calore ma la freschezza è li in agguato ad allungare il sorso di questo Tocai old style.
FRIULI IGT ROSSO FRANCONIA 2022: un vitigno ormai quasi dimenticato che Vi regala un naso di aspre dolcezze di piccoli frutti rossi, sottobosco e freschezze di erbe di campo.
Sorso succoso, rinfrescante, gustoso e dinamico con il giusto di tannini ed una chiusura di sorprendente, terrapiattistica verticalità.
Imperdibilmente aperitivistico.

FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SCHIOPPETINO “MARTAGONA” 2022: piccoli frutti rossi, un tocco di marasca, una gentilezza di viola poi china e tabacco.
Sorso morbido, tannini fittamente intrecciati e lungo finale fruttato per un vino che m’aspettavo davvero più sostanzioso ma che probabilmente pecca di gioventù.
Da riassaggiare tra qualche anno.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO “MARTAGONA” 2021: vale quanto scritto sopra per lo schioppettino con un naso timido che intriga forse solo per la balsamicità e quelle sommesse note vegetali.
Sorso decisamente più vivace, che punta tutto sulla freschezza per intrigare il palato.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SCHIOPPETTINO RISERVA 2018: acciaio, botte grande e barrique di 1° passaggio in parti uguali per una pletora di piccoli frutti rossi e neri e scure percezioni balsamiche (liquirizia) e speziate.
In bocca perfetta rispondenza con l’accento su quelle frescosità mentolate che aiutano a perdonare il peccato vaniglioso di gioventù.
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO RISERVA 2018: 33, 33 e 33 percento di acciaio, botte grande e barrique nuove per un naso boscoso, scuro di fiori e frutta rossa, ravvivato costantemente da turbini balsamici ed aromatici di menta e timo.
Sorso morbido ma di polso, molto coerente con l’olfatto, di integrata trama tannica e piacevole freschezza.
Non il mio standard di Refosco ma di una eleganza che sicuramente affascinerà molti.

VERMUT: Verduzzo Friulano da vendemmia tardiva in versione “AMERIKANA” con cui concludere il giro si, ma anche…con il quale iniziare una bella serata.

IL LAZIO
CANTINA LE MACCHIE
Una “GGiovane” realtà che tratta le colline reatine (siamo alle pendici del Monte Terminillo) come fossero un enclave altoatesino.
Entusiasmo, ricerca, passione, amore e chi più ne ha più ne metta.
Hanno fatto già tanta strada…ne faranno ancora.
Tre novità in casa, due bianchi in cui il Riesling “se la comanna” ed un rosso che è quasi tutto Montepulciano.
Tre vini che dovrò riassaggiare per il gusto di farlo e perchè il foglio su cui avevo preso appunti…beh, lasciamo perdere.
LAZIO BIANCO IGT “NONCHALANCE” 2022: Riesling e Viognier a mezzi per un cocktail di salina sapidità e verzure di erba tagliata.
Da ri-assaggiare perché…perché si!
LAZIO BIANCO IGT “MENAGE Á TROIS” 2022: Riesling, Moscato e Viognier si dividono la bottiglia in parti uguali ma sono le dolcezze del Moscato ad alzare la voce, con il Riesling che gli tiene botta ed il Viognier che prova ad aggiungere speziature da quasi Gewürztraminer (che ci starebbe tutto visto il Territorio) piuttosto che scimmiottare vegetalità da Sauvignon.
LAZIO ROSSO IGT “LE PHYSIQUE DU RÔLE” 2019: forse quello più sbarazzino nonostante il nome.
Un Montepulciano che mi aspettavo avesse spalle più larghe, ma forse c’ho semplicemente capito poco e…cercherò di ri-assaggiarlo.

ED ORA?
Ora ho già in agenda alcune giornate del mese di Ottobre che credo impegnative (per cui teneteVi pronti) ma anche diverse bottiglie di cui darVi assolutamente conto.
La stagione enoica 2023/2024 è appena iniziata!