
IL COSA ED IL DOVE
Come da titolo a Frascati, in quelle SCUDERIE ALDOBRANDINI al cui interno ha sede il MUSEO TUSCOLANO.

Location meravigliosa per un evento importante.
L’ultima volta in cui avevo partecipato ad un Evento di Luca Maroni era stata quest’Estate all’ORTO BOTANICO di Roma in occasione di ROMA HORTUS VINI.
Lo so, non ne avete letto su enoevo e ora Vi starete domandando il perchè.
Beh, per me fu un “passaggio a vuoto”…
C’era tanto da assaggiare, davvero tanto, “dituttodipiù”, vecchie conoscenze, nuove proposte, l’Italia intera in un contesto unico ma…un “calice di plastica” (di cui mi si spiegò la ragione) che.
Ci misi almeno una decina di assaggi per togliergli l’odore di “sintetico” ed anche in quelli successivi, comunque, viaggiavo sempre con il freno a mano tirato…
Vabbè, storia passata, concentriamoci su quella che è stata una giornata in cui Bacco se l’è dovuta vedere con Giove pluvio rischiando di uscirne con le ossa rotte!
Io, quale moderno salmone, sono riuscito a cavalcare i flutti in sella alla mia moto e ad arrivare pugnace e pronto alla tenzone.
E c’era pane per i denti di tutti!
Bianchi, rosati, rossi, bollicine…Consorzi e realtà quasi da “garage”, vini di mare e vini vulcanici…
Insomma, tanta roba e poco tempo (quello a mia disposizione), però un bel po’ di cose le ho assaggiate.
Più di qualcuno gli “scivoloni” (e di quelli più “gravi”, come sempre, qui non troverete traccia) ma, nel complesso, mi sembra di poter dire che il livello qualitativo dell’areale produttivo abbia finalmente imboccato la strada giusta.

GLI ASSAGGI
Di seguito, le mie consuete poche parole sui vini che sono riuscito ad assaggiare.
Potrete trovarci diverse cose delle quali m’è già venuta voglia di approfondire la conoscenza e di cui mi ripropongo dunque di scrivere più dettagliatamente nei tempi futuri.
Però Voi non statevene lì con le mani in mano!
Andate pure avanti ad assaggiare e, nel caso, datemi qualche altra dritta!
EVANGELISTI CASAL MONTANI
Un progetto nato in piena pandemia, un casale del Medioevo, una villa romana del I Sec. a.C., il mosaico che trovate in etichetta.
E poi una cisterna romana interrata, che rappresenta il primo livello dell’attuale cantina e la voglia di riscattare il buon nome del Frascati.
26ha di cui 18 vitati, impianti in gran parte risalenti alla metà degli anni 80 e ca. 20000 bottiglie prodotte e dedicate in gran parte al Frascati Superiore DOCG ed alla Malvasia Puntinata.
FRASCATI SUPERIORE DOCG “VIGNA CASAL MONTANI” 2021: acciaio e cemento per le 80 parti di Malvasia Puntinata ed il saldo di Bellone e Bombino Bianco di questo vino.
Un naso che ricorda quei Frascati “old style” di cui si è ormai persa la memoria.
Certo, manca la botte di castagno ed il calore di una vendemmia quasi tardiva, ma quell’impronta minerale che serve a marcare il Territorio c’è tutta.
Certo avrebbe bisogno di un po’ di bottiglia in più, ma quel suo naso giocato sulle note amare di salvia ed erbe di campo già colpisce, poi ci sono i fiori ed un quid di frutta ed infine un soffio di menta ad aumentare la freschezza.
L’assaggio, coerente ed affilato, propone un sorso pieno ma dinamico cui è difficile resistere.
Fatevene un altro bicchiere!
LAZIO IGT MALVASIA PUNTINATA “UNO TRE TRE” 2021: non è un prefisso telefonico, ma il Codice con il quale viene identificata la Malvasia del Lazio sul Registro Nazionale delle Varietà della Vite.

Si presenta con un naso decisamente importante, comunicando sin da subito un calore che sembra toglierle un po’ di sprint rispetto al Frascati di prima.
La frutta è matura e dolcezze di miele hanno una bella parte in un copione che vede il successivo ingresso di balsamicità ed acuti di incenso.
Sorso rotondo ed ampio che sorprende per un’impennante freschezza che, dal naso, non Vi sareste aspettati ed in cui ritornano, coerenti, gli echi delle dolcezze percepite al naso.
FRASCATI SUPERIORE DOCG “VIGNA CASAL MONTANI” RISERVA 2020: l’avevo assaggiato solo un mesetto fa ed oggi mi sento di confermare quel giudizio di cui potete leggere qui.
Continuo a preferire l’altro, che trovo più scattante ed identitario, e di questo apprezzo il più complesso parterre di note amaricanti e balsamiche dal quale alzano la testa mandorla amara e sambuco.

LAZIO IGT ROSSO “ALEPH” 2020: Cabernet Franc e Montepulciano a mezzi con un quid di Aleatico (quello che storicamente occupava il posto di “capotesta” dei filari e serviva per fare il vino dolce per le grandi occasioni).
Un anno di barrique nuova decisamente troppo invadente e che, all’olfatto, lascia spazio solo ad un soffio di Cabernet.
Grandi dolcezze di frutta molto matura ed un cacao che è quello del cioccolato al latte.
Dolce anche il tabacco, un soffio di caramello e solo lontane balsamicità.
Un po’ meglio l’assaggio grazie alla buona freschezza.
LAZIO IGT PASSITO “ANTHO”: anche di questo potreste già leggere qui ma, pur confermando l’assaggio precedente, voglio aggiungere una decisa presa di posizione della frutta secca (fichi e nocciole) e di una speziatura dolce che affianca quella candita e, parlando di pasticceria, di un inverno alle porte e di preparazioni tradizionali, mi fa ricordare il pangiallo romano (anche nel colore).
Freschissimo, disturbato solo dal peccato giovanile di un tantino di alcol di troppo, vuole quei formaggi “blu” che tanto mi piacciono.

LA GIANNETTOLA
Una cinquantina di ettari vitati in quel di Velletri, una storia iniziata quando la Seconda Guerra Mondiale era solo un “ieri” ed un “oggi” che mi pare sia datato 2017.
Qui ne ho scoperto poco, mi toccherà indagare…
LAZIO IGT MALVASIA PUNTINATA “IL LASCHETTO” 2021: tutta Malvasia del Lazio, con quel naso “easy” e gentile di fiori, impreziosito dalla frutta secca ancora non ben matura.
Sorso fresco e beverino, ben centrato sulla mineralità ma senza particolari sofismi, “easy” anche in questo.
Un “-” per quell’etichetta che potrebbe avere il vento in poppa ed invece…

TERRE DEL VEIO
12ha che parlano etrusco da più di cinquant’anni e tanta attenzione ai vitigni “de noartri”.
ROMA DOC BIANCO MALVASIA PUNTINATA “CREMERA”: il naso è un bumm di profumi, fiori bianchi, bianchi pure i frutti ed agrumi appena spremuti.
Assaggio di buona rispondenza ma almeno un gradino sotto rispetto all’olfatto.
Buono invece l’equilibrio e lungo il sapidissimo finale e la persistenza.
molto profumata e sapidissima
Pure qui toccherebbe assaggiare altro.

CASA DIVINA PROVVIDENZA
60ha “strappati” al Vaticano duecento anni fa in quel di Nettuno.
Trazione femminile e tanta attenzione a quel Cacchione (al secolo Bellone) che qui è di casa.
ROMA DOP BELLONE: agrumi, frutta, dai! Un po’ di vegetalità…
Sorso morbido ed equilibratamente sapido.
Che Vi devo dire: bottiglia elegante.

ROMA DOP ROSSO “200” RISERVA 2017: Montepulciano e Cesanese a mezzi per un naso carico di frutta matura, spezie dolci, un soffio di cacao e graffi balsamici.
Sorso rispondente sostenuto da tannini eleganti e sottile vegetalità.
Peccato che il legno abbia sempre l’ultima parola.
La bottiglia?!
Non passa certo inosservata!
ROMA DOP ROSSO: si presenta all’olfatto con tanta frutta rossa matura ed incidente vegetalità.
Morbido l’assaggio, integrati i tannini, lungo il finale.
A questo gli do un punto in più rispetto al precedente.
TENIMENTI LEONE
Dietro le quinte di questa giovane Azienda di Lanuvio, c’è la Famiglia Veronesi, quella di SIGNORVINO ma anche di CALZEDONIA.
Una partenza di gran carriera sia a livello produttivo che commerciale, look azzeccato e vini “da assaggiare”.
ROMA DOC BIANCO “CAPOCCIA”: 60% di Malvasia del Lazio, ed il resto diviso tra Chardonnay, e Verdicchio.
Al naso si propone con la frutta bianca ma, ben presto, il palcoscenico è calcato da vegetalità amaricanti di salvia cui seguono sussurri di mentuccia.
Sorso snello, di buona freschezza e grande sapidità che s’allunga sulle note varietali della Malvasia.
VINICIO MITA
Nasce tutto da 1.5ha di vigneto che aveva visto la 1a Guerra Mondiale prima di lasciarsi soffocare dall’abbraccio del bosco.
La decisione, forse sbagliata ma comunque necessaria, portò al suo espianto per far posto a nuovi filari di Merlot e Montepulciano ed a prime bottiglie datate 2002.
3 I vini prodotti da queste uve.
LAZIO ROSATO IGT “NUMAE ROSA”: Vi si approccia davvero timido nei colori prima di riempirVi il naso con i pimpanti profumi del Montepulciano, quel frutto croccante quella sottile vegetalità ed una singolarità d’agrume.
Brillante poi l’assaggio, dinamico, fresco, verticale, ben giocato tra precisi rimandi olfattivi, tannini sottili ed ammiccanti tannino e vegetalità che, anche in bocca, assumono toni di scorza d’agrume.
molto montepulciano al naso ed in bocca cui si aggiunge pompelmo rosa e anche buccia d’agrume verde.
Da aperitivo?
Nono, meglio metersi con le gambe sotto il tavolino!
LAZIO ROSSO IGT “NUMAE” 2020: blend di tanto Merlot e di un resto di Montepulciano che mi parla tanto di Cabernet, con spigoli, balsamicità, sprint vegetale, ancor prima di quel frutto comunque ben presente.
E l’assaggio conferma amplificando a transistor le squillanti note verdi.
Succoso ed acchiappante: me piace!
E c’era anche l’annata 2021 che, più pronto, si propone invece con un maggiore equilibrio gusto-olfattivo, maggior calore ed un cesto di frutta più ricco.
LAZIO ROSSO IGT “NUMAE ASSOLUTO”: di questo Merlot (e SOLO Merlot) che se ne sta un po’ confinato nel legno per addomesticare un tannino altrimenti pistolero.
Vispo e beverino (con il dovuto rispetto) quello della 2021 tradisce affatto la cura di un legno che lo veste un po’ meglio sia al naso che all’assaggio.
Un anno in più (2020) lo arricchisce di complessità fruttate e lo adorna di passamanerie balsamiche ma non riesce a tenere a freno quell’esuberante freschezza che lo rende molto al di là dall’essere pronto.
Bisogna dunque aspettare ancora 12 mesi ed il 2019 per sentir parlare le doghe (in toni comunque garbati).
Queste aggiungono dolcezze di spezie e toni vagamente boisé evolvendo verso un finale di cannella e richiami di pasticceria.

ALBETUM
Alvito e la Val Comino si stanno rivelando un vero scrigno di tesori enologici.
E nel gran fermento, tra le Aziende da tenere d’occhio, c’è anche quella di Massimo Viscogliosi.
LAZIO ROSSO IGT “LL” 2019: un blend “a mezzi” di Cabernet e Merlot di cui interpreto il nome in termini di “Numeri Romani”.
Direi che il primo tende ad alzare un po’ il tono della sua voce vegetale lasciando al frutto del Merlot il ruolo di corista.
L’orchestra è però diretta da 30 mesi di legno che, seppur di secondo passaggio, tendono a zittire antrambi con balsamicità e speziature vanigliate.
Sorso importante ma comunque affatto pesante, ben sostenuto da trama tannica ed accoppiata fresco-sapida.

FRUSINATE IGT MERLOT “MERULAE VITIS” 2017: Non ricordo quale fosse l’annata che avevo assaggiato poco tempo fa ma qui siamo di fronte ad una che…beh, qualche problemino l’ha creato a molti!
È un Merlot che spinge forte sulle vegetalità e su toni amaricanti di scorza d’arancia.
Peccato che il naso racconti di una riduzione poco garbata che ci vuole un po’ ad addomesticare (e non del tutto).
Parecchio più giusto il sorso, comunque succoso, vivace ed invitante.
Peccato davvero per quel naso…mo sono rimasto con il dubbio se sia stata colpa della bottiglia o dell’annata.
Mi toccherà riassaggiare.

BORGO DEL BACCANO
Azienda nuovissima (2021), 53ha (15 vitati) in quel di Campagnano.
Un bel progetto ad iniziare dal packaging ispirato dal ciclo di mosaici regalatoci dalla Villa dei Severi.
Un percorso iniziato a Via Veneto e finito nella caldera di un vulcano spento, un presente già interessante ed un bel futuro davanti.
LAZIO BIANCO IGT “PIANA DEL MOSAICO” 2021: un naso che dice tanto del Grechetto che ci sta, caldo e maturo eppure in grado di comunicare brezze vegetali ed amaritudini di mallo di noce.
Assaggio di minerale sapidità ad accompagnare la freschezza nel pareggiare le morbidezze per un complessivo equilibrio.
ROMA DOC BIANCO MALVASIA PUNTINATA 2021: olfatto giocato sul dualismo tra le dolcezze floreali dell’acacia e le amaricanti note della salvia e del lime ma che non nasconde graffi minerali e piccantezze come di pepe bianco.
Assaggio coerente, reso dinamico dalla spinta fresco-sapida e più interessante dal finale sottilmente ammandorlato.

ROMA DOC ROSATO 2021: 60 parti di Montepulciano e 40 di Cesanese.
Il naso è un po’ restio ad aprirsi ma poi propone un bel mix di vegetalità e delicatezze floreali.
Ci sono i petali di rosa ma anche piccoli frutti ed agrumi succosi
Il sorso è invitante e “falsamente” beverino, chè questo, anche se spendibile a 360°, è un vino da pasto.
LAZIO ROSSO IGT “PIANA DEL MOSAICO” 2021: Montepulciano e Sangiovese ancora in proporzione di 70 a 30 per un naso di interessante complessità-
Un’inezia di riduzione non disturba le vegetalità comunicate dal Montepulciano cui seguono interessanti richiami balsamici ed un mix di spezie dolci e cannella prima di un finale un pochino “rustico”.
Assaggio dinamico e scorrevole, reso succoso da ricordi di arancia rossa (scorza compresa) e tenuto vivo da tannini ben educati.
ROMA DOC ROSSO 2021: stesse uve e percentuali del rosato ma tanto calore in più.
La frutta (rossa) è in confettura e poi ci sono il cacao e la liquirizia, un tocco di spezia ed un refolo balsamico.
Sorso morbido, elegante, femminile ma senza inutili smancerie.
Non è certo il “mio” vino ma piacerà a tanti!

FERRI VINI
Una storia con radici che pescano negli anni ’50 del Secolo scorso ma con un “oggi” iniziato nel 1983.
Una storia che racconta di vino quotidiano ma con un occhio vigile alle emozioni.
LAZIO BIANCO IGT “FERRI BIANCO” 2021: Bombino Bianco con un appenappena di Sauvignon che aggiunge una sostanziosa nota di pesca alla mela verde del primo.
Assaggio “easy” ma garbato, ben sostenuto dalla coppia freschezza-sapidità e dal finale ammandorlato.
LAZIO BIANCO IGT “MURAIE” 2021: 60% Malvasia del Lazio ed il resto Bombino Bianco.
Al naso, semplice ma netto, offre un bel mazzo di fiori (e le rose rosa in primis), qualche morso di mela ed appena un ricordo d’agrume.
L’assaggio è fresco femminile, con la frutta in primo piano e, a cancellare quasi del tutto anche l’ultima idea di Malvasia, evolve in un finale di zuccherine dolcezze.
Fuori dal mio modello di beva ma commercialmente azzeccato.
LAZIO BIANCO IGT “ASTREO” 2020: Viognier con un quid di Malvasia Puntinata che regala al naso un impatto minerale ed aromatico proponendosi in una atmosfera leggermente fumé che lascia appena intravedere un cestino di frutta bianca (esotica compresa).
In bocca riempie e rinfresca, proponendo netti i toni di pesca e mela ed allungandosi con buona persistenza in un finale amaricante di mandorla ed erbe amare.
Un bel gradino più su rispetto al precedente.
LAZIO ROSSO IGT “ROVERIANO” 2021: Merlot con una spintarella di Petit Verdot a dargli spigolo e carattere.
Piccoli i frutti rossi e neri ed intrigante vegetalità a ricordare la foglia di pomodoro.
Sorso dinamico e di buona struttura, ben giocato su morbidezze tenute a bada dalla verticale freschezza.
Non sarà un “campionissimo”, ma gli assegno il mio premio “COTIDIE” per la capacità di farci compagnia tuti i giorni, con o senza una combriccola di amici.
LAZIO ROSSO IGT “FERRI ROSSO” 2021: un Merlot che racconta viole e ciliegie ma non dimentica una ben più che leggera nota di cappuccino.
Sorso inizialmente morbido, ben sostenuto dalla trama tannica e dalla vivace freschezza.
Interessante.
In coda, un “bravi” anche per la dinamicità di un packaging che non passa inosservato.

SIMONE PULCINI
Un paio di ettari tra Monteporzio e Frascati ed un sacco di belle idee in testa (e pure in bottiglia).
FRASCATI SUPERIORE DOCG “MICAGNENTE” 2021: Barolo è un cane prima che un vino; è elegante ma non spocchioso, come il contenuto di una bottiglia che parla di inclusione (e, qualora non lo sapeste già, Vi invito a scoprirne il motivo).
Malvasia e Trebbiano, 70 dell’una e 30 dell’altro, frutto ed erbe (anche amare) si alternano im testa cercando di andare in fuga mentre in coda al gruppo dolcezze di miele tentano di non perdere la scia della potente mineralità.
Assaggio snello, tagliente, diretto, senza inutili orpelli, rispondente all’olfatto e dannatamente azzeccato in tutte le situazioni.
A proposito, è pronta un’altra chicca vestita di rosso: siate “FICCANASO”!
GABRIELE MAGNO
Gli “antenati” di Gabriele facevano vino sin dall’800 ma l’oggi aziendale risale solo al 2015.
Impianti di sessant’anni, 3.5ha più qualcosa in affitto gestiti magistralmente dalla coppia perfetta Gabriele (Magno) e Luigi (Fragiotta) con Lorenzo (Costantini) a buttarci un occhio esperto.
FRASCATI SUPERIORE DOCG “VIGNETO LA TORRETTA” RISERVA 2019: vabbè lasciate perdere il fatto che sia tra i miei Frascati preferiti (se non “IL” preferito) e che con l’Azienda sia stato amore a prima vista sin dalla prima annata prodotta ma qua c’è davvero tanta roBBa!
Mineralità ignimbritica è la parola d’ordine ma non si possono dimenticare i campi assolati e fioriti, il giallo della frutta, le succosità agrumate, l’amaricante delle erbe aromatiche, le brezze che accarezzano la Valle Marciana e pure intriganti piccantezze.
Del sorso potrei dirVi semplicemente che è un abbraccio, rispondente, lunghissimo, ma questo sorso è un viaggio indietro nel tempo, una finestra sui Frascati di una volta.
Ma è anche un balzo nel futuro, in quel “nuovo corso” del Frascati che spero anche altre Aziende possano presto percorrere.
Assaggiate, qui c’è da imparare!

ED ORA?
Ora c’ho qualche Azienda nuova cui andare a fare visita e diversi vini che vorrei assaggiare con la dovuta calma.
Pure qualche Territorio che conosco poco e che si sta rivelando un vero scrigno meriterebbe una approfondita analisi, ma qui è un susseguirsi di Eventi cui è difficile stare dietro ed ancor più rendere conto.
C’ho un sacco di lavoro arretrato, bottiglie aperte, emozioni lasciate a metà ed altre ancora da liberare…
Per fortuna stanno avvicinandosi le vacanze di Natale, ne approfitterò per lavorare sodo!
