
IL COSA E IL DOVE
Lo scorso 3 Luglio l’instancabile GoWine ha organizzato nei nuovi ambienti dell’Hotel Diana la tappa romana di un MOSCATO WINE FESTIVAL che spegne quest’anno la ventiquattresima candelina.
In una sala invero un po’ troppo “raccolta” ma sufficiente a contenere un pubblico che il caldo cattivo del Luglio romano ha purtroppo ridotto c’erano oltre 20 etichette per raccontare da Nord a Sud un’Italia di dolcezze e aromaticità, un’ampia panoramica delle molteplici interpretazioni possibili di Moscato affiancate dalla freschezza e dalla vivacità di un’ampia scelta di bollicine Metodo Classico e Martinotti.

GLI ASSAGGI
Sempre a misura d’assaggio gli Eventi di GoWine!
Tanto da scegliere ma mai “troppo”.
Ed è stato un piacere lasciarsi trasportare dalla piacevolezza di assaggi nuovi e ficcare il naso con rinnovata Curiosità in calici mai banali e troppo spesso relegati nel troppo stretto abito delle feste.
Tra le tante etichette ne ho scelte dieci da segnalare alla Vostra attenzione, dieci vini che Vi invito ad assaggiare dopo averne letto le poche parole che ho dedicato a ciascuno di loro.

– MOLISE DOC MOSCATO PASSITO “APIANAE” 2016, DI MAJO NORANTE, (MOLISE): naso di decisa aromaticità che si apre poi su albicocche e arance candite, dolcezze di miele e caramella d’orzo, caramello, fresche piccantezze di zenzero e pepe bianco e note di smalto.
Sorso caldo, estremamente morbido, quasi polposo ma sorretto e ravvivato da una dritta spina fresco-sapida.
Chiude su toni agrumati e memorie di tè alla pesca.
88 Punti con forse un +.

– ASTI DOCG SPUMANTE “LA SELVATICA” 2024, CAUDRINA, (PIEMONTE): subito “green”, propone note di erbe di campo, salvia, sambuco e finocchietto selvatico prima di passare il testimone a nespole e agrumi e chiudere in una nuvola profumata di tigli e pietre bagnate.
Sorso cremoso e deciso che l’effervescenza appena sopra l’aspettato rende quasi nervoso, fresco ed erbaceo presta il fianco a dolcezze di pera e cioccolato bianco ma l’ultima parola lascia che siano l’erba limoncella e l’intrigante sapidità a pronunciarla.
87 Punti con forse un +.

– MOSCATO D’ASTI DOCG 2024, G. D. VAJRA, (PIEMONTE): se la frutta matura (pesca e albicocca) non manca quello che rende più intrigante l’olfatto sono i toni verdi e boschivi di salvia, sambuco e resina di pino che nel finale lasciano nuovamente spazio alle dolcezze di acacia e zenzero candito.
Sorso che sottolinea l’equilibrio tra freschezza e dolcezze e che la sottile effervescenza rende ancora più piacevole.
Chiude sui toni della frutta e si becca 87 Punti.

– MOSCATO D’ASTI DOCG 2024, GIANNI DOGLIA, (PIEMONTE): bianco di fiori, verde di mela, giallo di pesca, un tricolore di profumi chiusi da strilli di gelsomino.
In bocca ha grande freschezza e quella decisa sapidità che fa a sportellate con le dolcezze e rende il sorso vivo e intrigante.
Chiude piacevolmente amaricante ricordando la salvia e l’armellina di quella pesca che avevate percepito al naso.
88 Punti.

– MOSCATO D’ASTI DOCG “LA GALEISA” 2024, CAUDRINA, (PIEMONTE): di decisa e sorprendente balsamicità racconta di menta e salvia prima ancora delle dolcezze di tiglio e miele, delle succosità della frutta a polpa gialla matura, delle freschezze di zagare e mandarino.
Sorso di elegante dolce ed equilibrata freschezza, misuratamente effervescente e con una chiusura dedicata alla pesca.
88 Punti.

– MOSCATO D’ASTI DOCG “LA CAUDRINA” 2024, CAUDRINA, (PIEMONTE): la pera e l’albicocca lasciano spazio anche all’esotico ananas in un naso di grande aromaticità non dimentico di zagare, dolcezze di miele e amaritudini di salvia e anice.
Sorso che del quale la sottile accentua la cremosità, decisamente fresco e agrumato che, nel finale, non si dimentica di una sottile nota di nocciola fresca.
87 Punti.

– MOSCATO D’ASTI DOCG 2024, CASCINA CASTLET, (PIEMONTE): subito fiori d’arancio e glicine, poi la frutta (ahimé tropicale), le erbe di campo, la lavanda, la salvia, un ritorno di pera e una nitida impronta minerale a mettere pace.
Sorso che la suadente carbonica rende di cremosa dolcezza, intrecciato di richiami minerali e agrumati e di buona persistenza.
87– Punti.

– TRENTINO DOC MOSCATO GIALLO 2024, DE TARCZAL, (TRENTINO): la salvia è la prima a calcare il palcoscenico olfattivo, poi il sambuco e poi il tripudio di dolcezze fruttate (mela, pesca, agrumi).
Un ché di maggiorana prima di un sorso morbido, assolutamente secco pur nelle sue dolci digressioni e con una piacevolissima coda aromatica e salmastra.
87+ Punti.

– VENETO IGT MOSCATO SECCO “AROMATICO”2024, IL PIANZÌO, (VENETO): al naso è “mettete dei fiori nei vostri cannoni”, un’esplosione floreale che lascia poi il posto alle dolcezze tipiche del Moscato, la pesca, l’albicocca, il miele d’acacia…
Poi sono agrumi e soprattutto amaritudini aromatiche di salvia e timo.
Il sorso ha buona freschezza e giusto equilibrio ben coordinato con i descrittori olfattivi di agrumi, pesca ed erbe aromatiche.
87+ Punti.

– COLLI EUGANEI DOC MOSCATO SECCO “’A CENGIA” 2020, CA’ LUSTRA ZANOVELLO, (VENETO): naso complesso e ammaliante di rose (rosse direi), zagare, gelsomini cui si affiancano pesca e albicocca (sciroppata), freschezze di pompelmo, sambuco, erbe aromatiche, speziature di pepe bianco e noce moscata, un alito affatto sottaciuto di legni nobili.
Sorso secco a sorprendere per la dolcezza attesa e comunque percepita, fresco, più salmastro che sapido e con una chiusura che rivela un’inattesa nota mentolata.
88+ Punti e il mio premio “SURPRAIS”.

In calce mi fa piacere dire due parole sull’Azienda LA FARETRA, nuova realtà di quel Gavorrano che è rustica Maremma e Colline Metallifere.
Tre le etichette prodotte (più un EVO): “PASSO INDIETRO ROSSO” è un taglio bordolese di eleganza un po’ troppo affettata, ancora incravattato in un legno un pochino troppo invadente, “PASSO INDIETRO BIANCO” è un fifty/fifty di Vermentino e Viognier interessante ma che si diverte a sauvignoneggiare e perde parte della propria identità (interessante è però pensarlo tappato Stelvin) e infine “NATURE”, un Metodo Classico pas dosé a base Pinot Nero che dopo 48 mesi sui lieviti mixa eleganza e bischera irriverenza raccontando piccoli frutti rossi senza dimenticarsi di fiori, frutta bianca e sussurri marini.
Un sorso né tronfio né banale, sicuramente fresco e cui forse gioverebbero un paio d’anni d’esilio in più.

E QUINDI
E quindi GRAZIE a GoWine per avermi ospitato ancora una volta e a tutti Voi per aver avuto la gentilezza di leggermi fino a qui.
È stata una bella serata, all’insegna di una Qualità fuori dagli schemi e mai banale, una serata ricca di spunti di approfondimento che mi daranno lavoro nei giorni a venire ergo…stay tuned!
