
IL COSA E IL DOVE
Nuova location per l’Edizione 2025 di VINI SELVAGGI, la manifestazione romana dedicata ai vini “artigianali”.
Gli ampi spazi di SAN PAOLO DISTRICT hanno dunque ospitato circa 120 Aziende italiane e non e un numeroso pubblico di appassionati di un genere di vini che, se ancora non riesce a “convincere” tutti, di certo intriga molti.

GLI ASSAGGI
Beh, da assaggiare c’era davvero tanto e io ho deciso di affidarmi ancora una volta alla buona sorte e all’estro del momento, schivando tavoli troppo affollati e chiedendo qua e là consigli a chi ne sa più di me.
Alla fine ho deciso di fare un ampio giro in Slovenia passando per il mio Friuli, toccando Abruzzo e Campania e spiluzzicando qualcosa da altre regioni: 87 assaggi, tante cose che “proprio no”, certe cose davvero interessanti e alcuni “WOW”.
Ne è poi scaturita la mia ormai consueta “classifica”, personalissima ed esposta alle Vostre critiche.
Dategli una letta, assaggiate personalmente, suggeritemi qualcos’altro e condividete.

QUELLI CHE “NOVANTA”
– VENEZIA GIULIA IGT BIANCO “KAI” 2021, PARASCHOS (FRIULI VENEZIA GIULIA): “KAI” a mantenere viva la memoria di un vino cui l’uomo è riuscito a cambiare il nome ma non l’anima.
Di complessa semplicità racconta di fiori di campo e fieno al sole, di timo e di frutta gialla matura e succosa.
E poi noce moscata, tabacco, torba, tè, miele, malto, frutta candita, cortecce resinose e…sale!
Quello di un mare che era e che è tatuato sulla pelle di un Territorio.
Il sorso è pura sostanza, un incedere lento e inesorabile, tannico, un libro tutto da sfogliare di pagine minerali, e polverosi ricordi.
Da bere ascoltando ROMEO AND JULIET dei DIRE STRAITS.
90 Punti?
No, sono almeno 91…facciamo 92.

– VENEZIA GIULIA IGT BIANCO “RIBOLLA” 2020, PARASCHOS (FRIULI VENEZIA GIULIA): un respiro dolce e aromatico di miele e tiglio, di osso di pesca e cannella, di mela cotta e pesca sciroppata, di albicocche in confettura ed erbe di campo.
Il sorso concentra sostanza, freschezza e sapidità nella massa incalcolabile di un sole nero la cui corona sono tannini che rappresentano ben più che un ricordo.
L’universo in un bicchiere.
Da bere ascoltando STARMAN di DAVID BOWIE.
91 Punti.

– VENEZIA GIULIA IGT ROSSO “SKALA” 2016, PARASCHOS (FRIULI VENEZIA GIULIA): olfatto maturo e affascinante, marasche e more mature inghirlandate di viole svenevoli introducono a misteri speziati di cannella e chiodi di garofano mentre amaritudini di erbe aromatiche e concretezze di tartufo e humus evitano voli pindarici e mantengono il vino su un piano ancora terreno.
Il sorso è di medievale nobiltà, ricco, incipriato e fors’anche sovrabbondante ma…
I tannini ci mettono una pezza, rotondi si ma assolutamente vivi, mentre freschezza e profonda mineralità sono materia concreta e non parole al vento.
92 Punti, almeno.

– ROMANGIA IGT ROSSO “DETTORI ROSSO” 2020, DETTORI (SARDEGNA): un olfatto di profonda complessità che comunica le bacche del mirto, la fredda lama arrugginita di una spada, la morbida dolcezza della confettura di fichi e della frutta rossa matura, la freschezza dell’arancia rossa e del tabacco mentolato, l’eco salmastro di un mare agitato.
In bocca il contrasto tra le dolcezze del frutto e le freschezze balsamiche è devastante e lascia basiti il “come” la potenza del sorso comunichi calma.
Un vino che vuole sedie impagliate, bicchiere piccolo e mani che lo rigirano, discorsi fatti di sguardi e pensieri infiniti.
Da bere ascoltando WORDS (BETWEEN THE LINES OF AGE) di NEIL YOUNG.
93+ Punti.

– MALVAZIJA “POZABLJENI SOD” 2016, BUTUL (SLOVENIA): il naso è un’esplosione di nocciole tostate e albicocche disidratate, macchia mediterranea screziata di elicriso, brezze marine salate…
E poi pera matura, mela disidratata, dolci spezie d’Oriente e ancora alga e mallo di noce…
La bocca aspetta le dolcezze ma qui sono sapidità ed equilibrio a dettar legge.
Non intenso: di più!
Con l’ossidazione gestita in maniera esemplare e il giusto di alcol.
Un vino da bere in compagnia, guardandosi negli occhi, un vino da bere da soli guardandosi dentro, un vino per molti, ma non per tutti.
Da bere ascoltando GLORIA’S STEP del BILL EVANS TRIO.
90 Punti? Sicuramente.

GLI ALTRI
– COLLINE PESCARESI IGT TREBBIANO “ANFORA” 2022, MORMAJ (ABRUZZO): l’olfatto si apre su note campestri prima di lasciarsi ai toni di una frutta che è albicocca, pesca gialla, nespola ma anche un qualcosa di esotico, poi sono erbe aromatiche, nocciola e toni minerali.
Sorso fresco, sapido, simpaticamente tannico, coerente con l’olfatto e lungo.
86+ Punti.
– CERASUOLO D’ABRUZZO DOC “ANFORA” 2022, MORMAJ (ABRUZZO): c’è dentro un po’ di tutto: ciliegia croccante, anguria, more, lamponi, melagrana, pompelmo rosa…
E poi mineralità e vegetalità verdi e amaricanti di salvia, timo e rosmarino.
Sorso fresco e sapido, farcito di giusta morbidezza e richiami alla frutta percepita all’olfatto
87- Punti.
Nel complesso un bel salto in avanti per questa piccola Azienda che ha dimostrato di avere ben chiaro il percorso da compiere per raggiungere i risultati che merita.
È cresciuta e crescerà ancora.
BBravi!

– VINO BIANCO 2022, PIEDEFERMO (ABRUZZO): tra mineralità e frutta candita si fa strada la nocciola mentre le erbe aromatiche lavorano nell’ombra e preparano il naso a un secondo round di frutta gialla e matura screziata di freschezze d’arancio, soffi balsamici e graffi di pelliccia.
Sorso fresco e gustoso, tenuto vivo dalla lunga scia sapida che regala simpatiche piccantezze
Quasi 85 Punti, ma con tanta fiducia nelle vendemmie future.

– ISCHIA DOC BIANCOLELLA “INSULA MAIOR” 2022, TENUTA DEL CANNAVALE (CAMPANIA): olfatto dominato dalle freschezze.
Comunica cespugli di rosmarino, nespole, erbe di campo, scorze d’agrume, piccantezze di zenzero, amaritudini di nespola e foglia di pomodoro, brezze marine…
Sorso panoramico, terso, fresco, sapido e dalla chiusura spiccatamente marina.
87- Punti.

– VENEZIA GIULIA IGT BIANCO “SLATNIK” 2022, RADIKON (FRIULI VENEZIA GIULIA): Chardonnay e Tocai per un olfatto velato da un “vedo non vedo” di volatile che racconta il giallo della frutta matura e candita, la camomilla e il burro, con erbe aromatiche, balsamicità resinose e mineralità marina a tenere alta l’asticella.
Sorso di sottolineata sapidità e freschezza che stenta appena a tenerne la ruota.
Caldo quanto serve fa leva su tannini smaliziati per aumentare la propria piacevolezza e chiude ricordando frutta e mineralità in maniera un po’ arruffata.
88 Punti.

– VENEZIA GIULIA IGT RIBOLLA GIALLA 2021, RADIKON (FRIULI VENEZIA GIULIA): un po’ schivo sembra quasi vergognarsi di quanto possiede in termini di descrittori olfattivi.
Pera, albicocca (anche disidratata), arancia amara, frutta secca, cannella, miele, soffi mentolati, pietre bagnate, un filo di fumo e un etereo che è forse un po’ troppo…
In bocca sembra risvegliarsi mostrandosi in tutta la sua “gioventù” e proponendo un’acidità fin troppo coinvolgente nel sottolineare le asprezze agrumate, tutta la sapidità che ci si poteva aspettare e una chiusura che lascia ripensare a quanto percepito dal naso allungandone il ricordo grazie alla affatto sottaciuta nota tannica.
Un vino dal fascino malvagio.
89 punti, forse di più.

– VENEZIA GIULIA IGT ROSSO “RS” 2022, RADIKON (FRIULI VENEZIA GIULIA): 75 parti di Merlot e il saldo di Pignolo per un naso che intreccia le dolcezze nere di ciliegia e mora mature con freschezze agrumate di cedro e amaritudini di salvia.
Peccato per quell’appena “di troppo” di quasi volatile che in parte vivacizza l’olfazione ma…
Sorso profondo, maledettamente fresco e piacevolissimo, di compatta tessitura tannica che, nel lungo finale Vi frega con freschezze pensierose di lavanda e balsamicità di liquirizia.
88++ Punti.

– COLLIO GORIZIANO DOC PINOT GRIGIO “NOT” 2021, PARASCHOS (FRIULI VENEZIA GIULIA): per quelli come me che “o bianco o nero”, il “grigio”, compreso quello del Pinot, non è contemplabile.
Ma qui già l’occhio parla un’altra lingua e il naso rimane spiazzato dalle note acute di frutta secca e miele di castagno che mal si accordano con un colore che non gli compete.
Forse gli agrumi c’azzeccano, quelli rossi e canditi, magari amaricanti come le erbe di campo, come la liquirizia.
Il sorso è di inattesa scorrevolezza, agilissimo, salato, instancabile nel rievocare per filo e per segno quanto percepito all’olfatto e…lunghissimo!
Così lungo da lasciarVi tutto il tempo che vorrete per cercarci dentro dell’altro, magari un pezzo della Vostra anima.
89 Punti ma…lo so anch’io che sono pochi.

– VENEZIA GIULIA IGT ROSSO “NOIR” 2019, PARASCHOS (FRIULI VENEZIA GIULIA): un Pinot Nero riconoscibilissimo ma maledettamente diverso da quei Pinot Nero che raccontano di risvoltini e mignoli alzati.
Sa di fiori secchie scorza d’arancia, sa di muschio e di erbe officinali ma…
Ma la frutta c’è, piccola, rossa e nera, arriva dopo, accompagnata da altre vegetalità boschive cavalcando a pelo una mineralità selvaggia.
Il sorso parte dalla frutta e conferma il sale, poggiato su un tannino austero si dilunga in racconti di scorze d’arancia, mora, sottili peposità e radice di liquirizia.
89 Punti (o forse più).
– VENEZIA GIULIA IGP VITOVSKA 2022, CACOVICH (FRIULI VENEZIA GIULIA): naso gentile e un po’ arruffato (colpisce forse proprio per questo) che, indeciso se sottolineare dolci morbidezze di miele o ruvide carezze di mare, ci lascia vagabondare tra i cespugli di rosmarino distraendoci un po’ dagli altri descrittori.
Il sorso è d’aiuto e, dopo l’ingresso morbido drappeggiato di frutta gialla, lascia spazio alla spiccata freschezza del mandarino e alle amaritudini erbacee chiudendo (forse un po’ troppo bruscamente) con profondi graffi di sale sulla pelle.
88 Punti e un “BBravo” al giovanissimo Dimitri per l’entusiasmo che dimostra.

– VENEZIA GIULIA IGP BIANCO “STENČNIK” 2022, CACOVICH (FRIULI VENEZIA GIULIA): Frutto del vecchio vigneto misto di famiglia (Vitovska, Malvasia, Ribolla e Sauvignon) si presenta nell’immediato fresco come la brezza da cui prende il nome rivelando poi un animo roccioso.
E tra il cozzo delle pietre sbattute apprezzate il timo serpillo, un soffio di eucalipto, la frutta secca e una sottile dolcezza di prugna matura.
Sorso di decise freschezza e sapidità, semplice (fin troppo) e coinvolgente.
Serve altro?
87 Punti

– VENEZIA GIULIA IGP MALVASIA 2022, CACOVICH (FRIULI VENEZIA GIULIA): la pietra focaia entra a gamba tesa sorprendendoci e lasciandoci un po’ scossi.
Un respiro, il secondo…ed ecco arrivare il timo, la liquirizia, un intreccio di mughi sui pendii scoscesi e poi le gialle dolcezze fruttate della pesca e della susina.
Sorso sostanzioso e dinamico, profondamente sapido, lungo quanto un pensiero, ampio quanto il mare.
Troppo giovane, si becca 89- Punti, ma sulla fiducia…

– ROMANGIA IGT BIANCO “DETTORI BIANCO” 2019, DETTORI (SARDEGNA): un olfatto dominato subito dalle balsamicità di finocchietto selvatico che poi si lascia andare a dolcezze giallo ocra che rimandano al miele, alla confettura di fichi, agli agrumi canditi, al gelso…
E poi il salmastro delle ingressioni marine e…un soffio di lacca che, forse, è un po’ troppo.
Sorso di freschezza verticale e sapidità devastante ma al contempo di morbida e seducente eleganza con un allungo interminabile che, se ce ne fosse bisogno, sottolinea ancora la sapidità.
89+ Punti (ma solo per colpa di quel “di troppo” di lacca).

– ROMANGIA IGT ROSSO “CHIMBANTA” 2021, DETTORI (SARDEGNA): un olfatto che lascia vagare lo sguardo su spazi amplissimi di cespugli di macchia mediterranea e rosmarino, gineprai e mare a riempire l’orizzonte.
Seguono tabacco, soffi mentolati e una bella iniezione di rusticità contadina che aiuta a tenere questo vino con i piedi per terra.
Sorso di grande corrispondenza, potente e sostanzioso che la grande freschezza tiene in perfetto equilibrio e cui i gustosi tannini e la lunga scia sapida aggiungono interesse.
88 Punti.

– ROMANGIA IGT ROSSO “TENORES” 2019, DETTORI (SARDEGNA): un viaggio tra intrichi di macchia mediterranea e cespugli di mirto con la resina dei pini piegati dal vento a rinfrescare un naso che le piccantezze di pimento Vi fanno stropicciare.
Sorso di energica eleganza, fresco, sapido e sorretto da tannini boom ma educatissimi.
Riempie, stimola e…quei grattini di cemento…
Un sorso…repeat.
Quasi 90 Punti.

– MALVAZIJA “VIZIJA” 2020, BUTUL (SLOVENIA): al naso regala l’impatto dolce e astringente della mela verde, quello piccante del rafano, quello amaricante della radice di liquirizia e delle erbe aromatiche, un girotondo di profumi tenuti assieme dalle dolcezze della cera d’api e del tiglio e da una profonda mineralità.
Il sorso è di acidità urlata sottovoce e di sottolineata mineralità, un sentiero sostenuto dai ritorni olfattivi che le piccantezze che solleticano la lingua sembra non vogliano far terminare.
88 Punti.

– MUŠKATNA 2019, BUTUL (SLOVENIA): 3 giorni di macerazione regalano un naso che racconta un palcoscenico di pere mature, pompelmi e scorze d’arancio candite ma soprattutto un sipario broccato di spezie con la noce moscata in grande spolvero, un coro di macchia mediterranea e il sottovoce del miele.
Sorso fresco e sapido che sottolinea dolcezze di albicocca e susina senza dimenticarsi di quant’altro apprezzato dall’olfatto chiudendo suadente tra latenti amaritudini e dolcezze intrinseche che lasciano stupiti di fronte all’assenza di zuccheri residui.
89 Punti con, forse, un +.

– REFOŠK “NO NAME-NO FACE” 2018, BUTUL (SLOVENIA): certo le marasche sotto spirito sono in bella evidenza, ma questo è un vino che vuole calma e concentrazione.
E allora ecco che le olive nere si mescolano con il cioccolato fondente, il sottobosco umido e fungino con la grafite, il pepe con le erbe aromatiche.
In bocca acidità e corpo non mancano, il frutto è pieno e gustoso, il tannino scalpitante, la sapidità antica.
Un vino di animo contadino, che sa di mani sporche di terra e sudore, ma non dimentica la semplice eleganza di una giacca tirata su in fretta sugli abiti da lavoro.
89- Punti.

– REFOŠK 2016, BUTUL (SLOVENIA): si becca il mio Premio “PECCATO” per un “tappo” sul quale è difficile fare la tara e che offusca le profonde note di sottobosco, di tabacco e grafite.
Il sorso si dimostra solido e corrispondente, di acidità quasi esagerata, terragno, ritmato da sottili ritorni di frutta dolce e amaritudini di erbe aromatiche.
Si fa davvero fatica a dovervi rinunciare per colpa di quel tappo maledetto!
S. V. ma con tanta fiducia in una seconda occasione.

E poi ci sarebbe da dire anche della Malvazija “RIBCA” 2019, della “KOZA NOSTRA” 2018, della “MALVAZIJA G” 2019…
Ma qui parliamo di un’Azienda che produce più etichette che bottiglie e che merita uno spazio tutto suo altrove.
Ne riparleremo.
Stay tuned.
E QUINDI?
E quindi, mentre ringrazio gli Organizzatori per avermi voluto ospitare e tutti i Produttori che hanno avuto il buon cuore di sopportarmi, ragiono sul mondo dei vini “naturali”.
Un mondo che al costante interesse di un gran numero di consumatori accosta la crescita, dal punto di vista tecnico, di molti Produttori.
Certo l’improvvisazione non è sparita del tutto e c’è ancora più di qualcuno che si ostina a mascherare risultati quantomeno discutibili dietro il dito di appellativi privi di senso (trovando invero l’approvazione di un pubblico in diversi casi impreparato e attaccato in maniera bigotta e ossessiva alla definizione del prodotto anziché alla Qualità).
In ogni caso è stata una giornata che mi ha consentito di aggiungere altri tasselli alla conoscenza del “lato oscuro” della luna enoica.
Metto sin d’ora in agenda l’Edizione 2026!