
IL COSA E IL DOVE
All’interno della settimana dal 14 al 21 Febbraio 2025, quando la Toscana del vino ha presentato al pubblico le proprie anteprime, i giorni 17 e 18 sono stati dedicati al Chianti Classico, da anni attore protagonista nel panorama enoico nazionale.
È stato dunque così che la STAZIONE LEOPOLDA di Firenze si è riempita di un numero impressionante di operatori del settore, giornalisti e semplici enoappassionati desiderosi di confrontare le nuove annate con le precedenti in cerca di identità climatico-territoriali e/o internazionalizzazioni sempre in agguato.

GLI ASSAGGI
La mia giornata di assaggi è iniziata presto e si è chiusa tardi, complice anche l’imprevista impossibilità di effettuarli cona la relativa calma consentita dai tavoli riservati alla stampa.
“Costretto” dunque ad affrontare i marosi della folla ho cercato di risalire la corrente evitando quanto più possibile le rapide delle lunghe code che assediavano i Produttori più “in”, cercando di non deviare troppo dal percorso prestabilito, ficcando il naso negli angoli e seguendo l’occhio che puntava etichette finalmente “azzardate” anche nella Denominazione più iconica.

Ne è risultato uno zigzagare interessante fatto più di chiacchiere con il Produttore che di bicchieri pieni, un tour che ha confermato le mie idee sulla complessità di una DOC che, tra vini d’annata, riserve, singole vigne e grandi selezioni sembra non aver trovato ancora pace.
L’assaggio delle annate 2021 e 2022 ha dimostrato come ci sia una sorta di complessivo dualismo che, se da una parte tende al racconto dettagliato di un Territorio, dall’altra risente dell’attrazione inesorabile verso il “canto delle sirene” internazionale.
Per quanto riguarda le “anteprime” delle annate 2023 e 2024 (molto spesso rappresentate da “campioni di botte”) beh, non mi sento ancora in grado di formulare giudizi.
Nel complesso si trattava di vini succosi e in alcuni casi davvero irresistibili ma le mie modeste conoscenze (e quella sorta di innata ritrosia nei confronti del Sangiovese) non mi consentono di valutare i vini per quello che saranno dopo il meritato esilio in vetro.
Detto questo, Vi propongo la mia consueta e personalissima “classifica”, una TOP TEN e qualche “disco caldo” di etichette elencate nella casualità del mio intricato ordine di assaggio.
Voi dategli una letta, prendete spunto, criticate, suggerite e…CONDIVIDETE.

I PEZZI DA NOVANTA
-CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “IL CROCINO” TENUTA FIZZANO 2022, ROCCA DELLE MACIE: due sono i piani colorati sui quali si dipana l’olfatto.
Il rosso: quello dei piccoli frutti, delle ciliegie e dei fiori (appassiti, però); e il nero: quello delle spezie, del sottobosco ombroso, umido (funghi compresi), del tabacco…
Poi un soffio balsamico introduce un sorso glicericamente caldo, rotondo, elegantissimo, che nell’allungo ha continui sussulti di freschezza e tannini ricamati.
Lungo da stare ancora a parlarne.
Se doveste credere che dalle sabbie nascano vini “scarichi” beh…cambiate idea.
Da bere ascoltando CROSSROADS di ERIC CLAPTON.
90 Punti (ma, forse, 91).

– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “SERGIO ZINGARELLI” 2021, ROCCA DELLE MACIE: un olfatto elegante che racconta il maturo dei frutti neri per sterzare poi sulle freschezze del sottobosco, verde e arruffato e sulle incursioni balsamiche e minerali.
In bocca c’è sostanza da vendere e ci vogliono tannini inconsueti per domarla.
Equilibrio gustativo da Haute Couture per un vino che, se mi piace meno del precedente, si merita almeno un punto in più dello stesso.
92 Punti.

– TOSCANA IGT BIANCO “CAMPINOVI” 2021, DIEVOLE: subito fresco amaricante di sambuco, erbe di campo e scorza d’agrume, si scuote all’improvviso raccontando l’opposto calore del fieno al sole, della camomilla e della frutta (ahimé) esotica.
La salina mineralità collega l’olfatto a un sorso agilissimo e privo di cedimenti che chiude su belle freschezze mentolate seppur venate di caramellosa dolcezza.
Da bere ascoltando ROCK ME AMEDEUS di FALCO.
90 Punti (ma potrebbero essere di più) e il mio personalissimo premio “SURPRAIS”.

– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “VIGNA SESSINA” 2020, DIEVOLE: cercavo il sole e il frutto e invece ho trovato il temporale, la ruggine, l’umido del bosco, la liquirizia, la grafite e un lungo corredo di spezie…
Un’atmosfera cupa che l’agrume e le balsamicità mentolate alleggeriscono spingendo al sorso.
Sorso maschio e sostanzioso per il quale la delicatezza dei tannini sembra quasi fuori posto.
Elegante la morbidezza, lungo e coerente il finale.
Che volete di più?!
91 Punti.

– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “STRADA AL SASSO” 2022, TENUTA DI ARCENO: balsamicità di finocchietto selvatico, tabacco e china introducono un sorso che non dimentica eleganze floreali e freschezze d’agrume prima di chiudere sulle dure note del ferro e dell’oliva nera.
Sorso di grande impatto ma mai sopra le righe, con sapidità e tannini in bella evidenza, freschezza a rimorchio e un finale instancabile.
92 Punti (almeno), e considerate che io non amo il Sangiovese.

– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “CAMPOLUPI” 2022, TENUTA DI ARCENO: olfatto più complesso del precedente, forse un po’ arruffato ma proprio per questo affascinante.
Un intrico di erbe aromatiche, frutti di bosco in confettura, humus, felce, spezie d’Oriente, mentuccia…
Anche il sorso sembra voler raccontare tutto e tutto insieme, una sorta di irruenza contadina che la pazienza dell’assaggio placa definendo con cura la riproposizione dei descrittori olfattivi in un finale di invidiabile lunghezza.
92 Punti (con molta simpatia).

Da segnalare assolutamente i “campioni di botte” 2023 e 2024 del Chianti Classico golosi e spiazzanti (soprattutto la 2024) che meriterebbero assaggi più attenti e che aspetto alla prova del tempo.

– CHIANTI CLASSICO DOCG “CAMPIONE DI BOTTE” 2024, FATTORIA SAN GIUSTO A RENTENNANO: olfatto impertinente.
China e anice che strillano, le erbe aromatiche che non vogliono essere da meno, more e visciole che parlottano e, sullo sfondo, corteccia e tabacco.
Sorso urgente, di tagliente freschezza e tannino rudemente solleticoso.
Un sorso non Vi basterà e una bottiglia nemmeno, per berlo vorrete la cannuccia.
Da bere ascoltando IL BANDITO E IL CAMPIONE di FRANCESCO DE GREGORI.
Quello che sarà non lo so e non mi importa, qui e ora 90 Punti.

– CHIANTI CLASSICO DOCG “SANGIÒ” 2022, MONTE BERNARDI: un olfatto “toscanaccio” e irriverente, che vive di ruvidi contrasti tra le amaricanti vegetalità delle erbe aromatiche, le timide gentilezze dei fiori di campo e le succose dolcezze dell’arancia.
Il sorso è un campione di scorrevolezza, un vero “succhio” di frutta reso vieppiù irresistibile da un tannino di rustica spontaneità e da un allungo che sottolinea il sale della terra.
Da bere ascoltando ST. ANGER dei METALLICA.
Gli do 90 Punti usando il cervello, perché se dovessi dar retta al cuore sarebbero 93.

– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “VIGNA MONTEBELLO SETTE” 2021, TOLAINI: olfatto complesso che racconta ombre di sottobosco, frutti di rovo spine comprese, erbe aromatiche, mineralità ferrosa e succose freschezze d’arancia.
Sorso sportivo, di freschezza e sapidità motivanti, tannini ben vestiti e lungo finale.
92 Punti.

– CHIANTI CLASSICO DOCG 2023, LUIANO: al naso lascia immaginare le freschezze rustiche e umide dei casali avvolti nelle brume mattutine prima che esca il sole e si colori del rosso delle ciliegie, dei lamponi e dei fiori raccolti a mazzo.
In bocca i tannini morbidi e solleticanti e il lungo, coerente e fumoso finale fanno dimenticare un incipit gustativo che m’aspettavo più d’impatto.
90+ Punti.

I QUASIQUASI
– CHIANTI CLASSICO DOCG 2022, TORCILACQUA: è il primo assaggio della giornata e se il buongiorno si vede dal mattino…
Il Sangiovese in acciaio, il Merlot in tonneaux, il tutto in bottiglia e poi nel bicchiere.
Un naso green di macchia mediterranea ed erbe di campo, la visciola come frutto rustico, cedro e arancia a rilanciare la freschezza, la liquirizia e le spezie a far schioccare la lingua.
Sembra tanto, ma la parola d’ordine di questo vino è “SEMPLICITÀ” e se il sorso, succoso e pulito lo dimostra la ruvida carezza del tannino e la chiusura profondamente salina lo confermano.
Compratene una cassa, non Vi basterà.
Da bere ascoltando TRANS EUROPA EXPRESS dei KRAFTWERK.
90- Punti, ma solo perché ha avuto la “sfortuna” di essere stato il primo (lo devo riassaggiare, ASSOLUTAMENTE!).

– CHIANTI CLASSICO DOCG “VIGNA BARBISCHIO” 2022 RISERVA, MAURIZIO ALONGI: singolarmente verde e “ortolano” al primo naso, rivela poi un animo scuro e boschivo fatto di resine balsamiche e radici.
Non manca la ciliegia matura ben condita di amaritudini di liquirizia e rabarbaro e poi quella carezza rustica che…
Sorso deciso, con le morbidezze che si affannano a bilanciare gli acuti fresco-sapidi.
Davvero ben tessuti i tannini e lungo il finale che sa di frutta e contadina eleganza.
Gli manca davvero un niente per arrivare a 90 Punti, ma qualcosa gli manca.

– CHIANTI CLASSICO DOCG “(N)UOVO” 2021, POGGERINO: un Chianti davvero con i piedi per terra!
Che di questa ricorda i colori e profuma senza dimenticarsi di sfumature umide e fungine, ricorda grafitiche mineralità e catrame ma non rifugge il rosso del mirtillo succoso.
Fresco e maledettamente secco lascia che sia la ruvida, cementizia mineralità a farVi salivare e scuotere la testa in cerca delle gentilezze dei frutti rossi e ad accompagnarVi in un finale di deliziose amaritudini.
90 Punti? Forse.

– CHIANTI CLASSICO DOCG 2022, CASTELLINUZZA E PIUCA: fresco e profumato e “colorato” si destreggia tra petali di rosa, pesca gialla, mela rossa, il viola dell’amarena…
Sorso saporito e beverino continuamente ravvivato dai solleticanti tannini e un finale saporito che è tutto un programma.
Non servono iperboli per fare un gran vino.
90- Punti.
Da sottolineare la succosità del “campione di botte” 2024 che Vi fa venir voglia di berlo con la cannuccia.

GLI ALTRI
– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “LORENZO” 2021, LE FILIGARE: se il naso non è propriamente “brillante”, il fatto di presentarlo con maschia decisione lo rende sicuramente d’impatto.
Propone amaricanti vegetalità di nespola acerba e sfalci recenti; poi è la volta delle freschezze di mela verde croccante prima delle note scure della frutta appassita (prugne e uvetta) e della chiusura floreale e luminosa.
E in bocca è ancora l’animo vegetale ad aprire le danze, supportato da tannini che non temono di entrare a gamba tesa per supportare le dolcezze acidule dei piccoli frutti rossi ancora acerbi.
Chiude su amaritudini di china e caffè con un ahimè per essere troppo giovane.
89 Punti per adesso, ma ne metto in agenda assaggi futuri.

– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “BADIÒLA” 2021, CASTELLO DI FONTERUTOLI: tre cloni di Sangiovese, tre selezioni massali ei vigneti più alti per un vino che dispensa freschezze a piene mani.
Sa di muschio e sottobosco, di abeti profumati e frutti di rovo.
E poi pepe nero, cuoio…
In bocca è l’archetipo dell’equilibrio, nulla fuori posto, freschezza, sapidità, tannini, tutto da manuale (fin troppo, forse) e con un lungo finale che sa anche di tavolato scricchiolante.
89- Punti.

– CHIANTI CLASSICO DOCG “L’AURA” 2023, QUERCETO DI CASTELLINA: olfatto gioioso, coinvolgente, intrigante…
Con l’appeal del vero succo di frutta rivela freschezze di fragola e marasca, soffi aromatici di alloro e anice e poi un più intimistico quadro di terra disseccata, cioccolato e spezie dolci.
Il sorso è di marina salinità, quasi piccante, segue pedissequamente l’olfatto accennando al pellame nel finale e ribadendo in quello la sua profonda sapidità.
89 Punti e tutta la mia simpatia.

– CHIANTI CLASSICO DOCG “LAVORO” 2022, OLIVIERA: un vino che è un libro aperto sulla terra e che profuma di questa e dei suoi frutti accantonando quella spezia che spesso sembra essere quasi obbligatoria.
Il sorso è la naturale continuazione dell’olfatto, succoso, rilassante, gioioso e gioviale, ispira chiacchiere e risate mentre ci si riposa dopo una lunga giornata di mani sporche.
89 Punti.

– CHIANTI CLASSICO DOCG “RETROMARCIA” 2014, MONTE BERNARDI: un vino garbato, dal naso dettagliatissimo, specchio di una annata non facile e di un’idea di tradizione nell’esporre le peculiarità del Territorio di Panzano.
Non il calore e il colore della Conca d’Oro, ma la freschezza di un colle erboso, i fiori, le ciliegie, le arance…
Rustico quanto la terra richiede, misterioso di anice e cannella…
Il sorso è fresco e succoso, arzillo nonostante l’età.
Saranno i tannini dalle mani callose, sarà quella cicatrice sapida che lascia Panzano, sarà quella dolcezza affatto celata del frutto…
Un vino cosmopolita, un vino toscano.
89 Punti con forse un +.

Meriterebbe certo un assaggio anche il CHIANTI CLASSICO DOCG 2021 RISERVA che all’idea dell’etichetta “base” aggiunge un tocco di gentile eleganza (che io, però, nella mia infinita cattiveria, non c’avrei messo).
Lo riassaggerò, con la scusa di…volerlo riassaggiare.

– CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE “OTTANTUNO” 2021, LUIANO: un olfatto “total black” vestito di prugne e susine, liquirizia e ginepro.
Poi ferro, cuoio e freschezze di lavanda e salvia.
Anche l’assaggio sembra rifuggire la luce financo nei cupi tannini.
Chiude rinfrescando il palato con note erbacee ma lo fa un po’ troppo bruscamente, peccato.
89 Punti.

E QUINDI?
E quindi GRAZIE!
Al CHIANTI CLASSICO per avermi ospitato, a tutti i Produttori che mi hanno sopportato (in particolar modo a quelli che, per esigenze di spazio, non sono stati ricambiati con le mie parole) e a Voi che avete avuto il buon cuore di leggermi fino a qui.
E poi al lavoro!
È stato impegnativo mettere nero su bianco questo report ma mi aspetta un lavoro altrettanto duro per raccontarvi dell’ALTRA TOSCANA.
Appuntamento alla prossima settimana.
