
IL COSA E IL DOVE
Nel fine settimana dell’8 e 9 Febbraio 2025 gli eleganti spazi di Villa Piccolomini a Roma hanno ospitato la terza Edizione di DiVINO, l’Evento organizzato da DECANTER WINE ACADEMY per promuovere le eccellenze enologiche italiane.
Circa 100 le Aziende presenti per un numero impressionante di etichette in degustazione.
Numeri importanti per un Evento che ha dimostrato una crescita costante, in questi, nelle capacità organizzative e nell’interesse del numeroso pubblico intervenuto

GLI ASSAGGI
Questa volta (anche questa volta) è stata una mezza “avventura” partecipare ma je l’ho fatta…
Meteo inclemente e gare di nuoto hanno cercato in ogni modo di far vincere l’acqua sul vino ma…alla fine Bacco ha prevalso su poseidone!
Sapevo dall’inizio che non avrei mai potuto assaggiare tutto, ho dunque deciso di affidarmi completamente al caso, saltando a piè pari le cantine conosciute per dedicarmi a quanto l’estro del momento mi suggerisse.
E dai circa quaranta assaggi ho estrapolato una cattiva e personalissima “TOP ELEVEN” che Vi invito a leggere e criticare, così come Vi invito a suggerire altre etichette in cui ficcare il naso e a condividere.

– VENEZIA GIULIA IGT ROSSO “THE REBEL” 2019, LE DUE TORRI (FRIULI VENEZIA GIULIA): tra i frutti rossi maturi spicca la marasca in confettura prima che arrivino caffè, cioccolato alla menta, dolcezze di cannella e pizzicori di pepe nero.
In bocca l’energica freschezza è sostenuta dalle muscolose spalle sapide e tannini fittissimi mentre quel Rotundone che al naso era solo solletico, qui diventa cazzotto.
La lunga chiusura è dedicata alle balsamicità mentre l’ultima goccia sporca il bicchiere regalandoci il fascino di un animo foxy di rustica eleganza.
89- – Punti.

– TREVENEZIE IGT ROSSO “THE PULSE” 2021, LE DUE TORRI (FRIULI VENEZIA GIULIA): i piccoli frutti scuri in confettura introducono un corteo balsamico di tabacco, liquirizia e cuoio in una atmosfera officinale.
Sorso caldo, succoso e particolarmente dinamico.
Un cuore di Tazzelenghe che batte nel corpo del refosco con lo Schioppettino ad aggiungere un tocco di floreale femminilità ad un vino divertente ma da non prendere sotto gamba.
88+ Punti.

– LAZIO IGP BIANCO “AMETIS” 2022, PAPALINO (LAZIO): un Grechetto che si destreggia tra freschezze vegetali e morbidezze di frutta bianca e che si dilunga in contrasti tra mineralità e tenerezze floreali.
In bocca, il legno pare togliere un po’ di verve al vitigno; niente spallate dunque ma morbide aperture di dialogo.
Bello il finale dedicato alle sportellate tra le dolcezze e l’arrogante vena sapida.
87++ Punti perché quel legno…
p.s. l’annata 2023 promette davvero bene!

– LAZIO IGT BIANCO “JAZZ BIANCO” 2023, TERRE D’AQUESIA (LAZIO: peccato sia un po’ troppo freddo per l’atmosfera “fusion” all’interno della quale danzano il Grechetto e lo Chardonnay.
Meteo e tempistiche non aiutano ma l’amaricante introduzione di erbe amare e liquirizia aiuta a entrare nel mood della festa.
Danza la pesca al ritmo sincopato di una mineralità preistorica che sa di scintilla di pietra focaia e falò acceso nella grotta dei Croods.
Sorso compulsivo, conviviale e chiacchierino, ritmato dalla cassa della sapidità e dal rullante della freschezza.
A me due bottiglie, grazie.
Da bere ascoltando GO FOR IT di BILLY COBHAM.
88/89 Punti.

– ROSSO PICENO DOC “RE SCAGNANO” 2022, TENUTE POLINI (MARCHE): bello il matrimonio olfattivo tra la pienezza del frutto di rovo maturo e le scure nuances vegetali e balsamiche che raccontano tabacco, liquirizia e menta in una atmosfera appena troppo alcolica…
La sottile speziatura introduce un sorso succoso e dinamico che, pur mancando di un po’ di sprint, guadagna punti nell’allungo gestito dagli stuzzicanti tannini.
87+ Punti.

– OFFIDA PECORINO DOCG “CERÌ” 2022, LE VIGNE DI CLEMENTINA FABI (MARCHE): idrocarburo o pietra focaia che sia, l’incipit olfattivo è davvero boom!
Poi quella pesca di quasi Sauvignon evoluto, l’amaricante schiettezza della nocciola non ancora matura e del timo e del finocchietto selvatico, l’ampiezza salina dell’Adriatico e…quel di più di esotico maturo che non ci voleva.
Sorso rigoroso, un corpo di inattesa, muscolare glicericità tagliato di netto dall’affilata freschezza e dal secondo filo di una sapidità che è al contempo marina e profondamente minerale.
Chiude lungo sottolineando il sale e ricordando frutta matura e agrumi.
88 Punti.

– MARCHE IGT MERLOT “CHIAVE DI VOLTA” 2021, BASTIANELLI (MARCHE): un Merlot che punta sull’eleganza contadina prima che sul frutto.
E mentre non si vergogna di mostrare il suo abito di pelliccia, lascia che osserviate prugne e mirtilli prima di congedarsi con un finale balsamico-aromatico di vegetalità fatte di camomilla, finocchietto selvatico, mentuccia e macchia mediterranea.
Sorso agile e dinamico, puntigliosamente sapido che in chiusura mette insieme amaritudini agrumate di quasi chinotto e mineralità.
88- Punti.

– VINO BIANCO “LE CESARINE” 2020, DANIELE FAVARO (PIEMONTE): le intensità aromatiche colpiscono il naso con fendenti di zagara e felce, bergamotto e pepe bianco.
Una ridda di profumi che il sorso prova a dirimere rimanendo però vittima di una sapidità spiazzante che fa schioccare la lingua e meditare sulle dolcezze.
Un vino bipolare da bere per cercare di capirlo o per il semplice gusto di farlo.
89- Punti.
Da segnalare anche la versione anfora che va sotto il nome di “20.20” e che aggiunge alle note del precedente ulteriore freschezza e una rusticità forse un po’ troppo abbondante.
M’aveva colpito ma…ne sospendo il giudizio in attesa di poterlo riassaggiare con calma perché…perché si.

– VINO ROSSO “ERTA” 2020, DANIELE FAVARO (PIEMONTE): una Barbera che sa di salita e sudore, rustica, senza vergogna, sa di prugna e more con le spine, di pepe nero e noce moscata, di camino e riposo dopo la fatica.
Un sorso che strilla, acido eppure mai sopra le righe (non troppo, almeno), un appena di tannino, quel tanto che serve a invogliare ulteriormente una beva già di per sé compulsiva e un finale che sa di bosco resinoso, erbe officinali e agrume che arriccia le labbra.
88 Punti? Penso si meriti di non accostargli i 2 “minus” tecnici che l’onestà imporrebbe (e comunque mi piace un sacco).

– TOSCANA IGT ROSSO “INCOGNITO” 2021, DI PIETRO (TOSCANA): l’olfatto vuole attenzione.
Perché sarebbe facile lasciarsi trasportare dal Cabernet in un bosco tetro, umido e resinoso per cogliere quei funghi ben evidenti tra le foglie secche.
Ma il Merlot vuole dire la sua, con piccoli frutti carnosi e sotto spirito che stondano senza travisare.
A chiosa piccantezze speziate, un oriente di curcuma, amaritudini di liquirizia e freschezze di tabacco e lavanda.
Entra in bocca potente eppure senza peso, ribaltando l’olfatto, mettendo il frutto sul piedistallo della sostanza, soggiogandoci con il mistero dei tannini e lasciando alle durezze minerali il lungo finale.
L’etichetta della serata per il vino della serata.
Per colpa di un extra di lacca che non ci voleva 90 Punti sono troppi, diciamo 90-.

– CORTONA DOC SYRAH 2021, COLLE ACACIA (TOSCANA): al naso, semplice ma affatto banale, presenta l’interessante matrimonio tra mirtilli e lamponi e l’erba del prato falciata di fresco.
E il sorso è veloce e scorrevole, niente sovrastrutture, i tannini che servono e niente di più.
Bella la chiusura, una corsa nei campi col vestito della festa ma le sneakers ai piedi.
88- Punti.

E QUINDI?
Beh, adesso è il momento dei ringraziamenti, a DECANTER WINE ACADEMY per avermi ospitato ancora una volta, a tutti i Produttori che hanno sopportato con pazienza infinita le mie dissertazioni enoiche e a tutti quelli di Voi che avranno avuto il buon cuore di leggermi fino a queste ultime righe.
Ed è poi il momento, dopo aver messo in agenda una Edizione 2026 che immagino sarà ancora più bella, di rimboccarmi le maniche per una primavera del vino che si preannuncia quantomeno “impegnativa”.
Ne leggerete delle belle!
