
IL COSA E IL DOVE
Lo scorso 17 Ottobre, GAMBERO ROSSO e il CONSORZIO VINO TOSCANA hanno organizzato, negli spazi della GAMBERO ROSSO ACADEMY di Roma, una bellissima masterclass per scoprire i tesori vinicoli di “un’altra” Toscana, quella che con l’acronimo IGT mette in bottiglia Qualità senza compromessi.

LA MASTERCLASS
23 i grandi vini presentati da Marco Sabellico (Gambero Rosso) e Stefano Campatelli (Direttore del Consorzio Vino Toscana).
23 Vini per raccontare i diversi territori di una delle più importanti regioni vinicole d’Italia e le diverse tipologie consentite dai 97 vitigni autorizzati.
Una storia che inizia con un “vino da tavola” targato “SASSICAIA” 1968, prosegue con la lunga serie dei “SUPERTUSCANS” e con l’istituzione nel 1992 dell’IGT, attraversa un oggi di indiscussi successi, abbraccia oltre 1500 Aziende (dai “grandi nomi” ai piccoli artigiani) e guarda al futuro senza soggezione alcuna nei confronti delle altre Denominazioni regionali più blasonate.
Nel mio personalissimo report NON troverete alcuna classifica stilata ma solo i vini elencati in rigoroso ordine cronologico.
Certo ci saranno i consueti punteggi che non vedrete l’ora di criticare, ci saranno vini “raccontati” e vini “taciuti”, vini “con la musica” e vini muti…
Vabbè, detto così pare complicato ma…leggete, assaggiate, criticate e condividete (è più facile farlo che dirlo).

GLI ASSAGGI
1- TOSCANA IGT BIANCO “QUATTRO CHIACCHIERE A OLTREPOGGIO” 2022, COLOGNOLE:
(87+ Punti).
2- TOSCANA IGT ROSSO “ACCIAIOLO” 2020, CASTELLO DI ALBOLA: (84 Punti).
3- TOSCANA IGT ROSSO CABERNET SAUVIGNON “FARNITO” 2019, CARPINETO: tra i piccoli frutti di bosco, la frutta che spicca è la ciliegia di cui è ripieno il boero e, mentre Vi rilassate con una bella presa di tabacco, non potete non far caso al sottobosco intricato e appena umido, ai cespugli di rosmarino e a quella sottile rusticità che evita di renderlo troppo aulico.
Sorso sicuramente morbido ed elegante, dinamicizzato da una triade freschezza-sapidità-tannini che batte il tempo lasciando che stia sempre sul pezzo.
Chiude su amaritudini che fanno schioccare la lingua e pensare se chiedere ancora da bere.
(88 Punti).

4- TOSCANA IGT ROSSO “OLMAIA” 2018, TENUTA COL D’ORCIA: (86 Punti).
5- TOSCANA IGT ROSSO “ARCANUM” 2019, TENUTA DI ARCENO: tutto Cabernet Franc per un naso verticale e freschissimo che spazia dal green della foglia di peperone al nero della pietra focaia e delle olive passando per sacralità d’incenso e note ben più profane di mare lontano.
Il sorso ha potenza da vendere e il controllo necessario per gestirla, compone e scompone spigoli e rotondità a suon di morbidezze di vago cioccolato e tannini educatissimi ma affatto silenziosi.
Chiude lungo tra ricordi balsamici e di piccoli frutti peccando appena di quella sapidità che l’olfatto aveva fatto presagire.
Un vino maledettamente esplicito, altro che “arcano”!
Un vino per i pazzi e per le pazzie.
Da bere ascoltando MISTERIOUS TRAVELLER dei WEATHER REPORT.
(Gli do 91 Punti ma…non doveva farmi quello scherzo riguardo la sapidità).

6- TOSCANA IGT ROSSO “VAS” 2019, VILLA A SESTA: (84+ Punti).
7- TOSCANA IGT ROSSO “GUARDIAVIGNA” 2019, PODERE FORTE: dalla “valle dell’oro” (quella delle messi calde al sole) un Cabernet Franc di grande freschezza, che racconta di boschi resinosi e piccoli frutti (magari un po’ troppo maturi), di succosa melagrana, di un oriente speziato e di pietrisco bagnato.
Sorso coinvolgente, che associa morbidezza glicerica a tagliente mineralità per mezzo di tannini “davverodavvero” e chiude sottolineando china e liquirizia.
Un vino che ha tutto al posto giusto, forse troppo.
(88 Punti).

8- TOSCANA IGT ROSSO “AURITEA”, 2018, TENUTE LUNELLI TENUTA PODERNUOVO: un Cabernet Franc scuro come l’etichetta, che con grande dinamismo sciorina ricordi di piccoli frutti neri, bacche, tè, china…
Apre i polmoni con ventate marine e freschezze d’eucalipto per chiudere poi con un bell’allungo speziato senza dimenticarsi di un rustico tocco di fattoria che lo mantiene con i piedi per terra.
Sorso grintoso, esuberante, fresco, tannico quanto serve ed educato quanto deve, glicerico quel tanto che serve a smussare gli spigoli del vitigno.
Un vino di polso.
Da bere ascoltando LOCOMOTIVE BREATH dei JETHRO TULL.
(90 Punti sarebbero troppi, quindi gliene do 89).

9- TOSCANA IGT ROSSO “FSM” 2019, CASTELLO DI VICCHIOMAGGIO: (86 Punti).
10- TOSCANA IGT ROSSO “ORENO” 2022, TENUTA SETTE PONTI: (84- Punti).
11- TOSCANA IGT ROSSO “PRIMA PIETRA” 2021, TENUTA PRIMA PIETRA: (86 Punti).
12- TOSCANA IGT ROSSO “GHIAIE DELLA FURBA” 2020: TENUTA DI CAPEZZANA: (87- Punti).
13- TOSCANA IGT ROSSO “MONTETI” 2019, TENUTA MONTETI: 55 parti di Petit Verdot, 25 di Cabernet Sauvignon e 20 di Cabernet Franc che vanno d’amore e d’accordo e propongono un naso forse meno tirrenico di quanto mi sarei aspettato.
E, se spiccano le dolcezze della cannella e dei piccoli frutti, le freschezze boschive di felci e muschi ben pareggiano il conto lasciando che la chiusura sia compito di neanche troppo sottili balsamicità mentolate e relax di tabacco.
Sorso dinamico, sostanzioso ma mai eccessivo, tenuto vivo dai fitti tannini e che s’allunga nella continua memoria dei piccoli frutti.
Un vino che lascia immaginare ampi spazi.
Da bere ascoltando ROMEO AND JULIET dei DIRE STRAITS.
(88+/89- Punti).

14- TOSCANA IGT ROSSO CILIEGIOLO “BANDITACCIA” 2023, LE ROGAIE: un Ciliegiolo che va ben oltre la ciliegia.
Se non fosse perché della Maremma ha dentro anche i butteri, su quel cavallo che lascia immaginare lanciato al galoppo ci starebbe bene un cavaliere medievale.
Cappa e spada, sudore e ferro, riverente e guascone placa dopo poco la propria irruenza procedendo al piccolo trotto tra macchia mediterranea e foglie secca ammucchiate da un’intensa brezza di marina sapidità che lascia dimentichi dei piccoli frutti.
Chiude lasciando memoria di un sottile sgarbo acetico che il sorso, succoso e birbante cancella nell’immediato lasciando libera la mano di allungarsi per chiedere un secondo bicchiere di freschezze e solleticanti tannini.
Se volessi trovargli un difetto direi che è troppo GGiovane, me è dal suo essere scapestrato che questo vino trae forza, quindi…
Da bere ascoltando WILD HORSES dei ROLLING STONES.
(92 Punti)

15- TOSCANA IGT ROSSO “IL PODERONE” 2021, TERRE DELL’ETRURIA: (87/88 Punti).
16- TOSCANA IGT ROSSO “IL LEGATO” 2020, CINCINELLI: Mammolo in purezza che all’occhio sembra si vergoni a mostrarsi, con quel suo colorito “timidotimido” che non può non farmi pensare ai sette nani e alle loro lunghe giornate in miniera.
Il naso è invece brillantissimo nell’esposizione dei piccoli frutti rossi, di quelle sottili vegetalità boschive di cassis, della dolce speziatura orientale, delle note balsamiche di tè…
Sorso birbante, discolo, scorrevolissimo e, seppur fresco, decisamente saporito e lungo giusto quanto serve a versarsene un altro bicchiere.
Un vino “differente”, e vuol dire tanto!
Da bere ascoltando JOU’RE LOVE’S A CRIME dei WHT.RBBT.OBJ.
(88+ Punti).

17- TOSCANA IGT ROSSO “GIRAMONTE” 2021, MARCHESI FRESCOBALDI: (85- Punti)
18- TOSCANA IGT ROSSO “CONCERTO DI FONTERUTOLI” 2021, CASTELLO DI FONTERUTOLI: Sangiovese con un 20% di Cabernet Sauvignon a saldo che mixa con grande sapienza le amaritudini delle erbe aromatiche con la dolcezza delle spezie lasciando che passi quasi inosservata quella frutta rossa matura che anche le freschezze balsamiche, la china e la liquirizia contribuiscono a zittire.
Sorso ben più rotondo di quanto lasciato presagire dall’olfatto, di grande equilibrio, reso vieppiù scorrevole dall’arazzo dei tannini e da una diffusa mineralità che allunga il ricordo e fa ricordare.
Gran bel vino.
(89 Punti, ma con un -).

19- TOSCANA IGT ROSSO “MODUS” 2020, RUFFINO: (Quasi 83 Punti).
20- TOSCANA IGT ROSSO “BALIFICO” 2020, CASTELLO DI VOLPAIA: (86 Punti).
21- TOSCANA IGT ROSSO “ISACCO” 2020, TENUTA MATTERAIA: per metà Merlot e per il resto Teroldego (sic.), regala al naso aromi concentrati di piccoli frutti selvatici maturi ma soprattutto intriso di un fitto sottobosco cespuglioso e fungino, pimpante nel proporre macchia mediterranea e balsamicità di alloro e menta con il fondo del calice che porta in dote un po’ di sana rusticità.
Sorso dinamico, avvolgente nel suo fitto tessuto tannico, di fruttata freschezza e lungo nel proporre il ritmato continuum dei rimandi olfattivi.
A parte la storia aziendale, il Teroldego lo rende molto poco “toscano” ma, forse proprio per questo, siamo di fronte a un vino con un’anima.
Da bere ascoltando WE ARE ALL MADE OF STARS di MOBY.
(89 con forse un + Punti).

22- TOSCANA IGT ROSSO “BADESCO” 2019, BONACCHI: (86+ Punti).
23- TOSCANA IGT ROSSO “SOLENGO” 2019, ARGIANO: per metà Cabernet Sauvignon, il resto lo lascia al Petit Verdot (25%), al Merlot (20%) e a quel Sangiovese cui spetta il compito di chiudere a 100.
Naso elegantissimo che, tra rose e viole, lascia che spicchino l’amarena e il tabacco e un ché di resinoso rinfreschi l’atmosfera.
In bocca è potente ma evidenzia un deciso spirito minerale che rende il sorso mai faticoso, anzi.
Chiude lungo su freschezze e ricordi boschivi.
Forse un po’ troppo incravattato per i miei gusti ma…davvero un bel vino.
(88+/89- Punti).

E PER QUELLI CHE, INVECE…TREVINITRE dal CHIANTI CLASSICO DAY
Trevinitre tra i tanti assaggiati all’Evento organizzato dal Consorzio Chianti Classico all’Hotel Rome Cavalieri.
Tre vini che vale la pena ascoltare.

CHIANTI CLASSICO DOCG 2022, POMONA: una superanteprima appena imbottigliata e con un vestito nuovonuovo davvero figo.
Un vino da due vigneti è perfetto per sposare l’adagio “l’unione fa la forza”.
Un vino che lo avvicini al naso e vorresti subito bere (NON “assaggiare” e ancor meno “degustare”).
Fresco di arancia, rustico di marasca e cuoio, pensieroso come un vecchio libro da cui soffiar via la polvere, ruvido come il cemento, scuro di liquirizia, appena dolce per colpa (o merito) delle spezie.
Sorso impellente e godurioso, dritto, semplice, privo di inutili sovrastrutture.
Tannino e potenza, perfetto con pane e salame, disegnato per le tavole importanti.
Naturale?
No, ARTIGIANALE.
Da bere ascoltando DOG EAT DOG degli AC/DC.
(89 Punti ma…dategli un po’ di vetro e diventano 91).

CHIANTI CLASSICO DOCG “IL PARGOLO” 2022, PODERE LA VILLA: non so dove si trovi il vigneto ma so per certo che nel bicchiere c’è un bosco intero che, insieme alla ferrosa mineralità, rende cupa e intrigante l’atmosfera mentre la frutta, boschiva e di rovo anch’essa s’accompagna per mano a balsamicità di china e sospirati riposi di tabacco.
In bocca vorrebbe atteggiarsi a fruttato e morbidoso ma ben presto la lama, sguainata e tagliente, della freschezza Vi fa cambiare idea e, in singolar tenzone con lo spiccato ma educato scudo tannico, s’allea a un ché di arancia rossa per rendere il sorso scorrevolissimo e di grande piacevolezza.
Peccato per uno sgarbo d’alcol che graffia il naso ma…
Da bere ascoltando 99 LUFTBALLOONS di NENA.
(87 Punti perché sono cattivo ma, dando tempo al vetro, potrebbero essere 88).

CHIANTI CLASSICO DOCG 2022, PODERE TERRENO ALLA VIA DELLA VOLPAIA: PODERE TERRENO…un nome che lascia viaggiare la fantasia…
Certo il fratello maggiore (2021 RISERVA) è un gran bel Chianti ma è qui, nei vini con i piedi per terra, che si gioca la partita più interessante.
L’olfatto è dritto e tagliente, fresco come l’aria di Radda, metallico come l’atmosfera prima del temporale.
Ci racconta di prati di erba medica sfalciati di fresco, la menta, le bacche scure del bosco, una frutta piccola e croccante che avrei preferito fosse visciola ma è ciliegia e amarena (ma anche arancia)…
In bocca è teso e affilato, i tannini sono piacevolmente ruvidi come il cemento che li ha custoditi per un anno (ma già si capisce quale ne sarà l’evoluzione), il sottofondo è sanguinolento e, mentre Vi dissetate di freschezza e sapidità, il finale Vi ricorda quanto percepito al naso.
Da bere ascoltando TAKE ME TO CHURCH di HOZIER.
(Si becca 90+ Punti e il mio premio SURPRAIS).

E QUINDI?
E quindi grazie innanzitutto agli organizzatori di questi due importanti Eventi per avermi ospitato, a tutti i Produttori che hanno avuto la pazienza di sopportarmi, a Francesco Vignali che mi ha cortesemente fornito le foto relative alla masterclass (altrimenti impossibili da scattare) e poi…
Poi c’è da fare qualche considerazione su una Toscana che, come già mi era sembrato nel corso dell’anteprima fiorentina cui avevo partecipato, dice di volersi differenziare da quella “solita” del Chianti ma spesso dimostra di non avere ancora le ali per volare in alto verso una propria identità.
Sull’altro versante, quello del Chianti Classico, qualcosa sembra muoversi e alcune nuove realtà provano a emergere con risultati, in alcuni casi, già molto interessanti.
Nel complesso, quello che mi lascia ancora perplesso è il pubblico, che continua a dimostrare poca Curiosità verso il nuovo e affolla con noia i banchi dei soliti nomi.
Un’altra Toscana c’è, ma ci vuole coraggio da parte di tutti perché possa emergere.
