
IL COSA E IL DOVE
Lo scorso 13 Ottobre, GAMBERO ROSSO ha presentato al pubblico romano la 38° Edizione della GUIDA VINI D’ITALIA.

Un Evento attesissimo soprattutto per la degustazione, seguita alla conferenza stampa, di tutti i vini premiati con i prestigiosi TRE BICCHIERI.
498 le etichette premiate (183 quelle “verdi”, 43 sotto i 15€ e 52 quelle nuove), frutto dell’assaggio di oltre 40000 delle quali 24962 (provenienti da 2605 Cantine) finite in Guida.
Da segnalare inoltre la riconferma dei vini provenienti dalla BRDA slovena (alias il Collio d’oltre confine) e, novità di quest’anno, 50 “vini rari” (quelli da meno di 3000 bottiglie) segnalati a prescindere dal punteggio.
Un lavoro davvero impegnativo per un risultato che fotografa con grande precisione un’Italia del vino accomunata da desiderio di Identità, Rispetto, Visione, Costanza e Coraggio.
GLI ASSAGGI
Beh, questo è uno di quegli Eventi in cui non si sa davvero cosa assaggiare e da dove partire.
Personalmente m’ero fatto una precisa road map ed ero animato da intenzioni bellicose ma il Palazzo delle Esposizioni di Roma si è rivelato essere ancora una volta non proprio adatto a ospitare un Evento di tale portata.
Quell’unico piano con qualche sala davvero troppo piccola (come quella che ospitava i “vini rari”) s’è trasformato ben presto in una bolgia infernale e in un continuo chiedere permesso per schivare le lunghe file che, come da copione, si formavano ai tavoli dei vini più “famosi” (o “famigerati”?).

Ho dovuto allora armarmi della più sana improvvisazione e fare il possibile dedicandomi alle regioni che conosco meglio (ma saltando a piè pari un Abruzzo che visiterò a breve e che avrò dunque occasione di assaggiare con la dovuta calma e, quasi del tutto, un Lazio che (non unico in verità) sembra reggersi sulle gambe delle Aziende storiche proponendo poche novità (ma in merito si potrebbe aprire un discorso lungo e complesso).
Il pomeriggio è dunque vissuto di un’occhiata qua e là in cerca di un’etichetta che mi ispirasse, dell’accorgermi troppo tardi di aver completamente dimenticato qualcosa in cui avrei voluto ficcare il naso, di alcune cose emozionanti, di diversi vini che…anche no e della presa di coscienza che forse è vero quello che dicono di me: sono troppo cattivo.
Comunque, di seguito troverete le parole che ho voluto dedicare a 17 vini che, tra gli oltre cinquanta assaggiati, ho creduto meritassero anche la Vostra attenzione (altri 9 ve li nomino soltanto e Vi invito ad assaggiarli senza alcuna indicazione), leggete, assaggiate, criticate, suggerite, condividete ma, soprattutto, siate Curiosi, SEMPRE!

I PEZZI DA 90
SÜSTIROL ALTO ADIGE DOC SAUVIGNON “SÀCALIS” 2021 RISERVA, TENUTA ANSITZ WALDGRIES (ALTO ADIGE): il naso è una sommessa, pirica detonazione di elegantissime vegetalità.
Peperone, sambuco, un pizzico di foglia di pomodoro, cassis.
E poi una pesca bianca che sa già di evoluzione ma se ne sta in finestra ad aspettare sviluppi futuri osservando il lento incedere di sottili idrocarburi.
Sorso di suadente morbidezza e grande equilibrio, che evidenzia la sostanza della frutta ma sottolinea la propria appartenenza a un Territorio a colpi di minerale sapidità.
Da bere ascoltando LIKE A STONE degli AUDIOSLAVE.
(90+ Punti).

AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG “MAI DIRE MAI” 2016, PASQUA (VENETO): il naso è uno scuro palcoscenico sul quale le olive nere candite sono protagoniste.
Ma è la “chorus line” (quella del film di Attenborough) a riempire la locandina.
Ci danzano il cioccolato fondente degli after eight, il tabacco della nonna, la liquirizia, un sottobosco di funghi e un erbaceo amaricante di quasi cicoria.
Il sorso sono 16.5° di abbraccioso calore e unghie di piccante sapidità conficcate nella carne.
Un Amarone di disarmante modernità in grado di lasciare a bocca aperta anche quelli che, come me, non amano questo vino.
Destabilizzante.
Da bere ascoltando, manco a dirlo, MAI DIRE MAI (LA LOCURA) di WILLIE PEYOTE.
(93 Punti).

COLLIO DOC FRIULANO “KAJ” 2012 RISERVA, PARASCHOS (FRIULI VENEZIA GIULIA): l’olfatto è una spirale che non s’avvolge mai perfettamente su sé stessa partendo da un inizio di camomilla per scostarvisi poi di poco raccontando di tigli.
Poi è la bacca di vaniglia, coerentissima, a introdurre un esotico di frutta e un soffio resinoso e di quasi canfora che è balsamico sprint e non nota stonata prima di lasciarci alle prese con la freschezza della lavanda.
In bocca riempie con glicerica sostanza e sottolinea sulle gengive la rustica eleganza di un tannino che ci tiene a sottolineare la propria concretezza nonostante un ritorno rotondo di frutta nel lungo, profondo finale.
Un vino infinito, come il PI Greco.
Da bere ascoltando INFINITE di EMINEM.
(91+ Punti).

FRIULI ISONZO DOC BIANCO “FLOR DI UIS” 2022, VIE DI ROMANS (FRIULI VENEZIA GIULIA): s’approccia al naso tra smancerie di tiglio e schiaffi vegetali lasciandoVi concentrare sulla netta sensazione di frutta bianca matura appena rinfrescata dal giusto quid di agrume prima che il fondo del calice riveli mineralità di pietra bagnata e un Oriente di resine e chiodi di garofano.
Il sorso ricalca l’olfatto senza alcuna incertezza e, mentre sottolinea le gliceriche morbidezze della frutta, non fa sconti alle freschezze menando vergate fresco sapide a destra e a manca prima di chiudere, con misurata eleganza, sottolineando il contrasto tra la dura mineralità conclamata e il dolce abbraccio della frutta.
Da bere ascoltando BAKERMAN dei LAID BACK.
(93 Punti).

BRDA CHARDONNAY “OPOKA JORDANO CRU” 2021, DOMAINE MARIAN SIMČIČ (BRDA-SLOVENIA): da un singolo Cru della parte slovena dell’Azienda uno Chardonnay che strizza l’occhio alla Borgogna con tutto il piglio dei vini d’oltreconfine.
Burroso?
Certamente, come i biscotti al burro della Bretagna.
Dolce come la buccia di una mela renetta ben matura e fresco come l’erba limoncella Vi apre i polmoni con profondi soffi mentolati e vi fa schioccare la lingua con una sapidità di mare fossile che Vi fa visualizzare anche i marosi che furono.
Il sorso è viva presenza, un continuo susseguirsi di picchi salati, piccanti, verdi e amaricanti come la menta e la salvia fresche su uno sfondo sostanzioso di pesca matura.
Un vino dimenticare in cantina, un vino indimenticabile.
Da bere ascoltando DON’T YOU (FORGET ABOUT ME) dei SIMPLE MINDS.
(93/94 Punti).

ROMAGNA DOC SANGIOVESE DI PREDAPPIO “GODENZA” 2022, NOELIA RICCI (EMILIA ROMAGNA): il bianco e nero lascia posto al colore solo in etichetta, perché il naso è il naso scuro di susine, di bacche, di liquirizia…
Ombroso di sottobosco s’illumina poi del rosso dei piccoli frutti e dei fiori prima di aprirsi alle freschezze balsamiche e introdurre un sorso ben più solare dell’olfatto, morbido come l’abbraccio dell’amata, caldo come quello dell’amante, fresco come la corrente tra due finestre, sapido come la vita.
Da bere ascoltando IL SALE DELLA TERRA di LIGABUE.
(91 Punti).

CORTONA DOC SYRAH “SERINE” 2020, STEFANO AMERIGHI (TOSCANA): immagino si chiami così dal più antico clone di Syrah ma, al di là dell’etimo a noi interessa l’emozione e qui…beh, è grande.
Un profluvio di fiori dalle romantiche rose a quelli semplici che colorano i campi.
Qualche freschezza di gelsomino, il verde tagliente del papavero…
Poi un soffio di tè, i graffi delle erbe aromatiche, il giusto di sottobosco, un po’ di pepe, il freddo del ferro e della pietra umida, un appena di fumé e quanto serve di frutto scuro.
Il sorso è succoso e slanciato, i tannini mostrano eleganza senza supponenza, si fa strada un tratto d’arancia sanguinella ad accompagnare la viva sapidità e l’allungo se lo giocano a pari e dispari il pepe in grani e gli aghi di pino.
Da bere ascoltando LA CASA DI HILDE di FRANCESCO DE GREGORI.
(91 Punti).

CORTONA DOC SYRAH “CASTAGNINO” 2023, FABRIZIO DIONISIO (TOSCANA): avete presente “IL CASTAGNO”?
Beh, questo Syrah lo guarda come un bambino guarda il padre, dal basso verso l’alto ma senza alcuna soggezione.
Il bosco è un’ombra lontana, laggiù oltre l’erba del prato.
Ne intravedete i cespugli spinosi carichi di more, ne annusate la sottesa umidità ma quell’albero di ciliegie sulla cima del poggio è troppo invitante.
La spezia scura e peposa stuzzica il naso e introduce un sorso tenuto vivo dai tannini già ben educati e da un equilibrio che sarà e che ora lascia che sia la sete a dettare legge facendoci allungare la mano per un secondo bicchiere.
Un vino di semplicità disarmante e, proprio per questo affascinante.
Da bere ascoltando I’M EASY DI KEITH CARRADINE
(90 Punti con, forse, un bel +).

QUELLI CHE QUASIQUASI
SÜDTIROL ALTO ADIGE DOC SPUMANTE METODO CLASSICO PAS SOSÉ “COMITISSA” 2020 RISERVA, LORENZ MARTINI (ALTO ADIGE): al naso è ben presente una frutta secca tostata e salata (avete presente quella degli aperitivi?) e poi…una sorta di atmosfera fumé (che fa aperitivo pure quella).
Poi le nebbie si diradano e, tra la frutta tropicale che comincia ad alzare la voce, si fanno strada a spintoni sottili peposità e graffi di erbe aromatiche.
Il sorso e di voluttuosa cremosità, fresco, decisamente salato e davvero lungo.
Altro che aperitivi!
Qui ce n’è per il pasto e anche per dopo!
(89/90 Punti).

SÜDTIROL ALTO ADIGE DOC PINOT NERO “MATAN” 2021 RISERVA, TENUTA PFITSCHER (ALTO ADIGE): in una atmosfera chiusa, scura e polverosa di quasi soffitta e vecchi ricordi s’affacciano timidamente i piccoli frutti di un sottobosco di felci e le ciliegie fuori, al sole.
Lungo, il corteo dei terziari racconta cacao, liquirizia, spezie dolci e, il fondo del calice, propone la gentilezza delle viole per cercare di dare un tocco di elegante femminilità a un Pinot Nero altrimenti maschio e fuori schema.
Sorso caldo e ben equilibrato nelle componenti fresco-sapide e che dimostra un lavoro del legno quasi troppo meticoloso nei confronti di quei tannini che risultano poi fin troppo sottili.
Una interpretazione del Pinot Nero davvero interessante.
(88++ Punti)

COLLIO DOC MALVASIA 2023, DORO PRINCIC (FRIULI VENEZIA GIULIA): la frutta bianca e gli agrumi sono sicuramente la prima cosa che noterete ma questo è un vino che va sfogliato prestando attenzione al Territorio, immaginando l’Istria del mare e il Carso delle rocce dure, entrambi non troppo distanti, entrambi presenti.
E allora ecco un vino mediterraneo, nei cespugli della macchia, nelle erbe aromatiche (salvia e rosmarino).
E il mare?
Assaggiatelo!
E quello che sentirete è una risacca pietrificata, il sale della terra a condire i rimandi olfattivi.
Eh già…bel vino.
(89 Punti).

COLLIO DOC CHARDONNAY 2019 RISERVA, PRIMOSIC (FRIULI VENEZIA GIULIA): ne avevo già scritto qui suggerendoVi di indagare riguardo la presenza dello Chardonnay nel Collio…lo so, non lo avete fatto e, siccome sono cattivo, non Vi dico niente a riguardo.
Vi dico però di quanto quel mare che era si riesca a percepire nel calice, mancano solo le conchiglie ma…non escludo che avvicinandolo all’orecchio riusciate a sentire la risacca.
E in questa atmosfera preistorica si delineano con chiarezza gli agrumi canditi, la frutta secca di pasticceria, la concreta, gessosa mineralità.
Il sorso è di rotonda morbidezza, quasi a stridere con quella freschezza cui la sapidità stenta a tener testa.
Chiude lungo su richiami pasticceri di frutta secca e agrume candito.
(90- Punti…ho controllato: qualche mese fa gliene avevo dati 88+).
VENEZIA GIULIA IGT CHARDONNAY 2019, VIGNE DEL MALINA (FRIULI VENEZIA GIULIA): certamente Chardonnay nell’animo non si vergogna di proporre grasse dolcezze di spezie d’Oriente e anche quella frutta un po’ troppo esotica non stona.
Ma…l’attesa è l’anima del vino e qui ripaga con una birbante esplosione vegetale di menta fresca cui si aggiungono toni resinosi di conifera.
(Si becca 88+ Punti e il mio premio SURPRAIS).

FRIULI ISONZO DOC CHARDONNAY “GLESIE”” 2018, VIE DI ROMANS (FRIULI VENEZIA GIULIA): uno Chardonnay che prova a dissimulare la propria eleganza fatta di pesca gialla aggiungendo al proprio abbigliamento dettagli casual di agrume e cachi, speziate note di curry, amaritudini di erbe montane e rabarbaro, diffusa sapidità e un tocco ammiccante di forse troppo tropicale.
La camomilla e una rotonda nota di crema di mandorla chiudono il cerchio dei descrittori olfattivi introducendo un sorso morbido, che riempie, soddisfa e sembra non voler mai lasciare la vostra bocca, quasi fosse un lungo bacio appassionato.
Chiude lungo e succoso proponendo asprezze d’agrume e dolcezze d’albicocca oltre a un bel sunto di quanto apprezzato al naso.
Un gradino sotto “FLOR DI UIS” ma…
(89 Punti).

RIVIERA LIGURE DI PONENTE DOC PIGATO “U BACCAN” 2022, BRUNA (LIGURIA): l’olfatto percepisce dolcezze di frutta bianca e buccia di mela, amaritudini di erbe aromatiche, cespugli di macchia mediterranea, accenni di frutta secca e soffi iodati.
Poi è il sorso a confermare una verticalità che presto si allarga a percepire, nel vasto orizzonte, la sfericità della curvatura terrestre.
La sapidità proposta è quasi piccantezza, ma il lungo finale sfuma in ammiccanti richiami fruttati.
(88+ Punti).

CHIANTI CLASSICO DOCG LAMOLE 2022, I FABBRI (TOSCANA): il cemento e l’aria leggera di Lamole lasciano che i piccoli frutti rossi restino appena indietro rispetto al sottobosco con le sue ombre, le sue radici e il suo terriccio.
Un accenno di grafite accompagna poi la gentilezza delle viole che, in chiusura, cede il passo a fresche brezze balsamiche e a un accenno di spezia.
Fresco e dinamico il sorso, tannico quanto deve disseta scorrendo senza attriti e conducendo a un finale sapido in cui la frutta alza un po’ la testa.
(89/90) Punti).

VALDARNO DI SOPRA IGT SANGIOVESE “VIGNA BOGGINA C” 2021 RISERVA, FATTORIA PETROLO (TOSCANA): “C” come Chianti?
Non lo so e poco importa se non per il fatto che, pur non essendo “Chianti” nel nome, lo è nell’anima.
Un Sangiovese succoso già al naso che fatica a nascondere la scorza d’arancia dietro la disidratazione di ciliegie e prugne e che, tra le rose e le erbe di campo, strizza l’occhio a queste ultime aggiungendovi il ferro della spada.
Sorso leggiadro che, privo di sovrastrutture propone con grazia anche quei tannini ancora non proprio educati e quella punta di nobile rusticità che ne aumenta il fascino e la bevibilità.
Più che bello…vero.
(89 Punti…almeno).

CHIANTI CLASSICO DOCG 2021, POMONA (TOSCANA): nonostante l’annata sembra dimostrare che il Sangiovese non teme particolarmente il caldo.
Al naso presenta freschezze che vanno ben oltre quelle dell’arancio, quasi citriche, e poi quelle note silvestri, le spezie…
Un rettilineo di profumi che in bocca non rallenta e non mostra incertezze, fresco, verticale, tannico e senza paura di esserlo, polveroso come certi ricordi da cui non ci vogliamo separare.
Sostanzioso, birichino come una merenda pane e salame, sorprendente come un cacciucco.
In una parola: artigianale, e non è poco.
(89/90 Punti).

E POI GLI 88
Di seguito “diecivinidieci” che voglio comunque segnalare alla Vostra attenzione e che Vi invito caldamente ad asaggiare:
TREBBIANO D’ABRUZZO DOC “DI-VERTO” 2022, TORRE DEI BEATI (ABRUZZO);
BRDA BELA “CAROLINA COSANA I CLASSE” 2021, CAROLINA JAKONČIČ WINERY (BRDA-SLOVENIA);
ROMAGNA DOC SANGIOVESE “MODIGLIANA AREA 66” 2022, MENTA E ROSMARINO (EMILIA ROMAGNA);
LAMBRUSCO DI SORBARA DOC “LECLISSE” 2023, ALBERTO PALTRINIERI (EMILIA ROMAGNA);
COLLIO DOC BIANCO “LUNA DI PONCA” 2021, TENUTA BORGO CONVENTI (FRIULI VENEZIA GIULIA);
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SCHIOPPETTINO 2021, TERESA RAIZ (FRIULI VENEZIA GIULIA);
LAZIO IGP BIANCO GRECHETTO “POGGIO TRIALE” 2022, TENUTA LA PAZZAGLIA (LAZIO);
SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA DOC “CAMPO DEL SOGLIO” 2023, PODERE SELVA CAPUZZA (LOMBARDIA);
CHIANTI CLASSICO DOCG 2021 RISERVA, L’ERTA DI RADDA (TOSCANA);
VALLÉE D’AOSTE DOC PINOT NERO “PIERRE” 2021, CAVE GARGANTUA (VALLE D’AOSTA).
E QUINDI?
E quindi, dopo i dovuti ringraziamenti a GAMBERO ROSSO per l’ospitalità e ai Produttori per la pazienza dimostrata nel sopportare le mie chiacchiere, è tempo di metter in agenda l’Edizione 2026 e di rimboccarsi le maniche per affrontare con determinazione un Autunno che si preannuncia particolarmente impegnativo e ricco di Eventi di cui dover dare conto.
