IL COSA E IL DOVE
Lo scorso 6 Aprile, i “ragazzacci” di VINARIO4 hanno colpito ancora!
Stavolta sono riusciti a portare a Roma un pezzo di quell’altra Toscana di cui troppo spesso ci dimentichiamo.
Sto parlando dell’Associazione VITICOLTORI MONTESPERTOLI e di quella loro “rigenerazione toscana” che hanno ospitato nello SPAZIO FARE del MERCATO CENTRALE.
Se la provocazione serve ad accendere i riflettori su Territori che ancora non si “vogliono” conoscere allora: “VIVA LA REVOLUCIÓN”!
Quella di Montespertoli e dei suoi Viticoltori è una lotta senza quartiere.
Atleti in una competizione che si chiama “VINO”, si battono per dare dignità a un Territorio che ancora non ne ha avuta abbastanza.
Quel Montespertoli che era per me come uno scioglilingua mentre mandavo a memoria le 7 sottozone della DOCG Chianti, è non solo la prima ad essere stata istituita ma anche il fazzoletto di Toscana più vitato (insieme a Montalcino) dell’intera Regione.
Un Territorio di colline più dolci rispetto a quelle del Chianti Classico, estremamente variegato in termini pedologici (dalle sabbie del Sud ai conglomerati del Nord passando per le argille della zona centrale), che racconta nel bicchiere un mare antico come farebbero le conchiglie di cui è ricco il sottosuolo se le avvicinaste alle orecchie.
17 i moschettieri dell’Associazione (oggi ce n’erano 10 e io, colpevolmente, non sono riuscito neppure a conoscerli tutti) e Sangiovese il principe cui hanno giurato fedeltà (ma non mancano autoctoni come Pugnitello, Foglia Tonda, Ciliegiolo e gli internazionali), 450ha vitati, 14 Aziende in regime BIO, Territorio vocato ai Rossi ma non dimentico dei Bianchi.
2 anni il prossimo 28 Maggio, l’Associazione si è data una serie di regole che, partendo dalla coltivazione diretta delle uve e dal rispetto della materia prima, passano per pratiche agronomiche sostenibili da attuare con l’intera comunità agricola.
Ultima regola?
Non sottrarsi mai al confronto e portare il messaggio fuori dai propri confini.
GLI ASSAGGI
I banchi d’assaggio (presidiati mai come in questa occasione) dai Produttori in prima persona, sono stati preceduti da una masterclass fuori dagli schemi precostituiti.
4 vini presentati alla cieca da Giulio Tinacci (alias MONTALBINO, presidente dell’Associazione) e sottoposti al giudizio dei presenti per cercare corrispondenze tra caratteristiche organolettiche Territori.
Cosa ne è venuto fuori?
Fatte salve le didattiche evidenze di quanto sabbie e/o argille influiscano sul risultato finale quello che è saltato agli occhi è una sorta di trait d’union tra tutti i prodotti, quasi che la firma del vignaiolo passi in subordine rispetto all’avallo del Territorio.
Una comunione d’intenti dalla vigna al bicchiere assolutamente priva di omologazioni a dimostrare quando sia importante lavorare insieme per il raggiungimento di un risultato comune di alto livello.
I vini?
Di seguito troverete la mia consueta e personalissima classifica (oltre alla descrizione di tutti gli altri vini) ma, al di là di tutto colpisce la freschezza di tutte le produzioni.
Bevibilità ai massimi livelli, vini immediati, dinamici, pronti sin da subito (tanto da sembrare in alcuni casi già evoluti) ma senza tema di affrontare almeno qualche anno di vetro per dare il massimo.
LA MASTERCLASS
LE FONTI A SAN GIORGIO
Azienda a trazione femminile, quella di Piera Giovannelli.
13ha certificati BIO dal 2020 dedicati essenzialmente ai vitigni della tradizione per produzioni attente alla Tradizione ma che strizzano l’occhio al gusto contemporaneo.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG 2022: Sangiovese, Colorino, Pugnitello, cemento e acciaio sono gli ingredienti per questo Chianti di GGiovane, vibrante intensità.
Forse troppo timido nel presentare uno spettro olfattivo in realtà di inattesa complessità fatto di ciliegie nere, liquirizia, tabacco, un ché di pellame sapientemente mixati alla sostanziosa presenza agrumata, scala velocemente la classifica della piacevolezza una volta che lo si assaggia.
Eccolo dunque riproporre in bocca la sostanza del frutto con ragazzina vivacità, facendo leva su freschezza e sapidità quasi marine e un tannino quasi “dolce” a fare il controcanto.
Si becca il mio premio “LEVATEMELO”
PODERE GHISONE
60ha di cui 15 vitati quelli di questa Azienda familiare.
Vitigni del Territorio con una iniezione di internazionali, rossi in particolare ma senza dimenticare bianchi storici come Trebbiano e Malvasia.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “BORRO DEGLI OLMI” 2022: al naso si percepisce una certa assonanza con il vino precedente, quella sorta di timidezza iniziale e poi la pienezza del frutto rosso dà la mano alla freschezza floreale, l’asprezza della marasca viene mitigata da un grasso cioccolato mentre un tocco di pepe verde e una nota ematica si occupano della chiusura.
Il sorso accompagna l’olfatto sbrogliando un sostanzioso estratto e tannini ancora non ben pettinati tra spezie e mirtilli fino al finale di minerale piccantezza.
CASTELLO SONNINO
Quasi duecento gli anni di storia (del vino e non solo) che l’Azienda custodisce.
Una produzione Territoriale (non dimentica dei vitigni internazionali) che mixa tradizione e innovazione con risultati di grande personalità.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “SONNINO” 2022: forse il più complesso della batteria.
Un olfatto che dei rovi lascia percepire, oltre ai frutti, anche le spine prima di far spazio all’aspra amarena e sorprenderci con un ché di anguria.
La gentile delicatezza della viola e la più maschia liquirizia ci traghettano poi verso un finale che propone un intero corredo di erbe aromatiche.
In bocca dimostra calore ma non riesce a contenere l’irruenza monella di una vena fresco-sapida che fa leva anche sull’iniezione di Trebbiano per solleticarci le gengive con le sottili piccantezze tannico/pepate.
Chiude lungo quanto deve lasciandoci in fondo al calice un ricordo di contadina rusticità.
Bellobello.
FATTORIA LA LECCIA
20ha trazione femminile con un oggi targato 2013.
Biologica dal 2019, basa la propria produzione su vitigni del Territorio ma non dimentica internazionali come Merlot e Syrah.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG SUPERIORE 2022: praticamente tutto Sangiovese con un quid di Trebbiano ad instillare ulteriore freschezza in un vino pronto ed equilibrato come il Territorio di Montespertoli vuole.
Prugna, marasca, lamponi, sottigliezze speziate di chiodi di garofano e ben più dell’atteso in termini di mazzo di rose.
Sorso molto coerente, frescofresco e ben sapido che cela nel fondo del bicchiere un ricordo contadino che lo accomuna per un attimo al vino precedente.
LA TOP FIVE
TENUTA COELI AULA
Dalla metà del Secolo scorso sono quattro le generazioni della Famiglia Barni che si sono succedute alla guida dell’Azienda.
Certificata BIO pone grande attenzione alla cura dei vigneti e alla salvaguardia del Territorio producendo vini che mixano con sapienza Tradizione ed evoluzione.
OSCANA IGT CILIEGIOLO “CERASUS” 2022: nato con idee di legno e sostanza trova in questa “quasi” nuova release la sua più didattica espressione.
Già al naso dimostra il suo essere legato a filo doppio con il Sangiovese proponendosi con quel frutto pieno (qui, guardacaso, ciliegia in testa) senza dimenticarsi delle note vegetali che qui ricordano boschi e foglie di pomodoro.
Seguono i toni floreali della viola e quelli balsamici della liquirizia e del rabarbaro ed un ché di ematico.
Ottimo l’equilibrio in bocca per un sorso ricco e gustoso supportato da tannini presenti ma educati e da una progressione sapida che culmina in un finale decisamente saporito.
Una bevuta a 360° da provare ascoltando “SEXY BOY” degli AIR.
TENUTA BARBADORO
36 gli ettari coltivati a vigneto da questa Azienda.
Questione di famiglia sin dal 1860 e certificata BIO dal 2007, parte da minime pratiche agronomiche e di cantina per produrre vini di eccellenza spostando costantemente più in alto l’asticella della Qualità.
TOSCANA IGT ROSSO BIOLOGICO “IO TESTONE” 2022: mentre si becca subito il mio premio “PADRETERNO” per l’irriverenza tutta toscana del proprio nome di fantasia mi cedono le gambe e mi scappa un italianissimo “UAUUU”.
Niente solfiti e una dimostrazione di pulizia da indicare ad esempio per molti di quei produttori che si avventurano sull’insidiosa ed affilata cresta che separa il versante dell’eccellenza dal baratro del difetto.
Cresta che ‘sto rosso toscanaccio percorre con la sicurezza dell’alpinista esperto e l’eleganza di un Philippe Petit a spasso tra le Torri Gemelle.
Attento, educato, mai un’esitazione nella sua prepotenza fruttata e nessuna vergogna nel proporsi con rustica, contadina eleganza.
Sorso che dimostra alcuna esitazione, succoso, trascinante, financo traditore (occhio a quei 14° alcolici che possono giocare brutti scherzi alle gambe), coerente in corpo e spirito con l’olfatto e che sottolinea una macchia mediterranea neppure immaginata in precedenza.
SORPRENDENTISSIMO!
Da bere ascoltando “B-SIDE” dei KHRUANGBIN & LEON BRIDGES.
PODERE DELL’ANSELMO
Una storia lunga quasi due secoli con un oggi trentennale.
Grande attenzione ai vitigni del Territorio (anche quelli meno noti) con una piccola digressione internazionale.
Una produzione attenta all’ambiente e alla Tradizione senza dimenticarsi mai di guardare avanti.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “INGANNAMATTI” RISERVA 2018: se il piccolo frutto rosso/nero vuole distrarVi siate forti!
Andate oltre.
Troverete un Mediterraneo di bacche di macchia, di pietre arroventate dal sole, di tabacco rollato contemplando l’orizzonte e un contorno gentile di viole e spezie.
Sorso di traviante, carezzevole, malia, che esalta il cioccolato puntando su una sapidità quasi marina.
Di questo ne leggerete ancora, perché si e perché bisognerebbe essere matti per non cadere nel suo tranello.
Da bere ascoltando “MAD MAN MOON” dei GENESIS.
TOSCANA IGT ROSSO “ERA ORA” 2018: legno di tutte le dimensioni per questo Sangiovese che propone confettura di more ma sorprende per quell’atmosfera da sagrestia tutta incenso e canfora per i paramenti prima di lasciarsi andare alla gentilezza delle viole e a una presa di tabacco dalla sacca di cuoio.
In bocca accarezza e riempie con una sostanza materica di cui anche i tannini vogliono far parte.
Sostanzialmente equilibrato, spinge sulle dolcezze speziate facendo leva sulla balsamicità e su una atmosfera ferrosa che sa cielo da temporale per rimettere le cose in paro.
Da bere ascoltando “GOD’S AWAY ON BUSINESS” di TOM WAITS.
FATTORIA LA GIGLIOLA
60 gli ettari vitati e il Sangiovese sul gradino più alto del podio senza dimenticarsi dei vitigni internazionali e di quelli a bacca bianca.
VINSANTO “LO STOIATO” 2007: un “occhio di pernice” messo lì, a farmi l’agguato giusto prima che corressi via in tempo perché la carrozza (vabbè, la metropolitana) non si trasformasse nuovamente in zucca.
Ed eccomi dunque cadere sotto i colpi di un olfatto carico di affascinanti contrasti.
La noce e il miele, il fico secco e la nocciola ancora non matura, gli agrumi della pasticceria delle feste, la noce moscata, l’anice e una potente nota di camino spento.
Il sorso è di masticabile sostanza, fresco ma soprattutto salato di profondità da natural burella e con un allungo cui si fatica a star dietro.
Disarmante.
Da bere ascoltando “THE END” dei DOORS.
I QUASIQUASI
TOSCANA IGT BIANCO “I’VE” 2022 (TENUTA COELI AULA): insolito accostamento di Chardonnay, Sauvignon e Pinot Bianco con il secondo a comandare con delicatezza un procedere olfattivo di sottili freschezze di sambuco e soffi di salvia cui si accostano nespole e florealità di campo.
In bocca comanda, manco a dirlo, lo Chardonnay, con quelle sue grassezze che la carezza del legno amplifica vieppiù.
Bel connubio di freschezza e sostanza che il Pinot Bianco incravatta di eleganza rendendo quasi naturale il paragone con un Collio distante fisicamente ma non in spirito.
Davvero una bella sorpresa.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG 2022 (LE FONTI A SAN GIORGIO): VV. masterclass
TOSCANA IGT ROSSO “PAX” 2018 (PODERE DELL’ANSELMO): un pamphlet di dolcezze boschive che rimanda a fragoline e more mature, dolci le spezie, dolce la cioccolatosa atmosfera e poi freschezze amaricanti!
Ecco dunque la liquirizia, la china, le erbe aromatiche ed un tocco di tabacco mentolato.
Sorso concertato con l’olfatto, ampio e sostanzioso, di grande morbidezza ma vivissimo, mai seduto e di lunghezza…
“PAX”: definitivo!
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “SONNINO” 2022 (CASTELLO SONNINO): VV. masterclass
TOSCANA IGT CANAIOLO 2021 (FATTORIA LA GIGLIOLA): al naso evidenzia, con selvatica rusticità, sfumature vinose, frutti di rovo e fiori di campo, sottobosco, ferrosa mineralità e un quid di chiodi di garofano.
Sorso più strutturato di quanto credessi pur nella sua primaverile freschezza, che evidenzia dolcezze semplici di schiaccia proponendole con i modi eleganti di un Pinot Nero.
Canaiolo, canaglia!
GLI ALTRI
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG 2021 (TENUTA COELI AULA): già al naso si capisce che qui non ci si devono aspettare sorprese.
Un olfatto semplice e concreto è quello che ci lascia percepire il frutto pieno e croccante all’interno di una piacevolissima vinosità e poi una quota di liquirizia e una di erbe aromatiche a chiudere.
Sorso davvero coerente, accattivante, beverino.
Semplice e coerente…mica è poco.
TOSCANA IGT MERLOT “EGO” 2021 (TENUTA COELI AULA): rotazioni di rovere di diversi passaggi aggiungono note burrose a quelle già proprie e non nascoste di questo Merlot il cui olfatto è pervaso di dolcezze di spezie e frutta che provano ad arginare note erbacee cabernettizzanti, gentilezze di viola e un up di macchia mediterranea.
Sorso agile nonostante una struttura affatto esile, ben rispondente all’olfatto e con una lunga chiusura giocata ancora sulle dolcezze di frutta e spezie ma ravvivata da un alito balsamico.
Da riassaggiare tra un bel po’ di vetro.
TOSCANA IGT VIOGNIER “DOLICO” 2022 (LE FONTI A SAN GIORGIO): quasi una dedica al nonno questo Viognier che racconta frutta fresca e succosa, delicatezze di camomilla, freschezze di menta e finocchietto selvatico e un tocco di mandorla fresca.
Sorso snello, fresco e di sapidità da Vermentino della costa.
TOSCANA IGT ROSSO “RUSCOLO” 2022 (LE FONTI A SAN GIORGIO): Sangiovese, Colorino, Pugnitello, Canaiolo e Malvasia per un olfatto che comunica da subito semplicità contadina pur nella sua più che discreta complessità fatta di frutti rossi, leggere speziature, soffi idi erbe aromatiche e animo vinoso.
Sorso di sbarazzina piacevolezza giocato su financo troppe freschezze agrumate e friccichi speziati.
Servitelo fresco, raccoglierete un sacco di amici attorno a Voi.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “I FOSSILI” RISERVA 2019 (LE FONTI A SAN GIORGIO): naso complesso che, nello sfogliarne le pagine, rivela ciliegie nere, ribes, prugna, pelle, erbe aromatiche, liquirizia, resina, pepe nero…
Sorso che mostra un’impalcatura strutturale assolutamente adeguata all’olfatto pur mantenendo la scorrevolezza e la piacevolezza di beva tipiche del Territorio, chiude sui toni del tabacco…
Un Chianti cui l’uomo ha smussato gli spigoli con la sapienza di uno scalpellino lasciandone intatto l’animo varietale.
TOSCANA IGT BIANCO BIOLOGICO “AMALINDO” 2023 (TENUTA BARBADORO): bianco di frutta e fiori aggiunge fa leva su un tocco di lime per aggiungere sprint a un naso in realtà ben più complesso di quanto ci si aspetti e che non manca di sottili note fumé e idrocarburiche.
Sorso verticale, di dissetante freschezza e composta sapidità per un risultato davvero piacevole.
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG BIOLOGICO “SERAFINO” 2022 (TENUTA BARBADORO): un trionfo di frutti neri riempie il naso mentre sorprende, nell’atmosfera sottilmente balsamica, un accenno di tè.
E il sorso, ricco e succoso, segue l’olfatto regalandoci l’assaggio di un vino d’annata con spalle già ben “strutturate”
CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG BIOLOGICO “IL GUIDO” 2022 (TENUTA BARBADORO): dedicato al nonno ecco un Chianti che dimostra come, nonostante Montespertoli non sia una zona freschissima, nonostante il continuo aumento delle temperature e nonostante un’esposizione dei vigneti SW certo non ideale, la mano del vignaiolo riesca sempre a fare la differenza.
Certo un naso non particolarmente “aereo” ma comunque fresco quanto serve per comunicare la croccantezza di visciole, ribes e amarene.
E il sorso, ricco e succoso, segue l’olfatto regalandoci l’assaggio di un vino d’annata con spalle già ben “strutturate”
TOSCANA IGT VERMENTINO “TERRE DI BRACCIATICA” 2023 (PODERE DELL’ANSELMO): un Vermentino dall’animo green che evidenzia salvia e kiwi su uno sfondo freschissimo, mentolato e di marina sapidità.
Sorso di sapidità quasi costiera e progressivo, fruttato finale.
TOSCANA IGT BIANCO SAUVIGNON “ANSELMINO” 2023 (PODERE DELL’ANSELMO): un Sauvignon che nasconde la propria verde vegetalità di erbe di campo e salvia dietro il giallo di nespole e susine.
Sorso dinamico e scattante, frescofresco, di sapidità affatto sottaciuta e con un finale piacevolmente amaricante.
TOSCANA IGT ROSATO “COLMO DEL CIELO” 2023 (PODERE DELL’ANSELMO): olfatto ammiccante e femminile declinato in “ino” (fragolINE, rosellINE…) con un sottofondo di leggerezze speziate e sottile mineralità.
Sorso coerente, piacione ma senza esagerare e con un finale di agrumate amaritudini.
TOSCANA IGT ROSSO “TERRE DI BRACCIATICA” 2021 (PODERE DELL’ANSELMO): 80 parti di Sangiovese e il saldo in Cabernet Sauvignon che evidenzia un animo balsamico/speziato in un corpo di frutti di rovo e ciliegie da boero, affatto dimentico delle rose e di una macchia boschiva che sembra intrico di radici.
Decisamente fresco, l’energico sorso evolve in un abbraccio di morbido calore e progressiva sapidità fino alla chiusura succosa d’arancia e vagamente chinata.
TOSCANA IGT ROSSO “PAX” 2016 (PODERE DELL’ANSELMO): scuro e complesso pur indossando abiti vinosi, mostra frutti neri in confettura mentre lascia che Vi rinfreschiate con soffi di tabacco mentolato e anice.
Racconta poi pungenze di chiodi di garofano e chiude, intimista, su note scure e terragne.
Sorso materico e succoso, di bella coerenza gusto-olfattiva, che fa leva sulla bella presenza tannica e su una più che adeguata vena fresco sapida per ravvivare un sorso che, in chiusura sottolinea noce moscata e dolcezze fruttate.
VIN SANTO DEL CHIANTI “DEDICATO ALLA GIOIA” 2011 RISERVA: cremoso già all’analisi olfattiva racconta di dolcezze senza mai essere svenevole.
Il miele è quello di castagno, la farcia di pasticceria non dimentica un caffè di cui si ritrova anche l’alito tostato, la frutta candita non disturba ed un tocco di legni nobili aggiunge eleganza.
Sorso di grande coerenza e sapidità ben oltre ciò che servirebbe a pareggiare l’animo dolce di un vino che vedrei bene con un sigaro (formaggi a parte).
TOSCANA IGT ROSATO “PICHIUS” 2023 (CASTELLO SONNINO): un rosato da Syrah che racconta ribes e lamponi, un’anguria che mi rimanda a quella percepita nel Chianti della masterclass (che sia una firma aziendale), un tocco di erbe medicinali e un quid di peposità.
Sorso coerente, fresco, di sapidità a pareggio.
Sorso dal fascino sottile ma decisamente troppo piacione per i miei standard (dai…per fortuna sono in pochi ad avere i miei gusti).
TOSCANA IGT ROSSO SANGIOVESE 2021 (FATTORIA LA GIGLIOLA): un appena di alcol introduce a viole e rose cicciotte che s’alternano a lamponi, ribes e amarene sotto spirito e precedono respiri di bosso, mentolo e resina di pino.
Sorso davvero molto piacevole segnato da viva freschezza e giusta sapidità con un finale sottilmente vegetale a chiudere l’assaggio di un Sangiovese come non ce ne sono tanti.
TOSCANA IGT MERLOT “CAMPOLEO” 2018 (FATTORIA LA GIGLIOLA): mirtilli e ribes, liquirizia dolce e menta, soffi selvatici e silvestri degni del dio Pan, china, tabacco, erbe aromatiche.
Pieno, avvolgente, propone con eleganza verzure da Sangiovese e tannini sodi risultando freschissimo e di disarmante, elegante semplicità.
ED ORA?
Beh, intanto è ora di ringraziare i Tre Moschettieri di VINARIO4 per l’invito e per lo spot che hanno saputo accendere su un Territorio troppo spesso (e colpevolmente) dimenticato anche da quelli che vanno in giro a curiosare ma che in regioni blasonate come la Toscana si fermano sulla superficie delle etichette più gettonate senza grattarne via la polvere per scoprire i tesori che cela.
E poi è ora di ringraziare i Produttori che m’hanno sopportato e scusarmi con quanti non sono riuscito a conoscere (ma ci saranno altre occasioni).
Bella esperienza davvero, spero la ripetano presto (qualche nano-denominazione cui rivolgere sguardi più attenti ce l’avrei già in mente).