IL COSA E IL DOVE
Il fine settimana 30.11/01.12 è stato decisamente troppo ricco di Eventi per gli enoappassionati romani.
3 Eventi in due giorni sono davvero difficili da gestire rischiando di lasciare con l’amaro in bocca organizzatori, Aziende e quanti intendono parteciparvi per assaggiare.
Allo StarHotel Metropole era il MONDIAL DES VINS EXTREMES (organizzato dall’instancabile GOWINE),all’Hotel Excelsior il sempre attesissimo SPARKLE (organizzato da CUCINA & VINI) e la Città dell’Altra Economia ospitava UVA FIERA (creatura di LA PECORA NERA EDITORE).
Dove andare?
Come riuscire a incastrare le cose per non far torto a nessuno?
E poi: riuscirò ad avere l’autocontrollo sufficiente a non “fare bingo” considerando il numero di etichette tra le quali scegliere?
Beh, a conti fatti posso dire di essere stato abbastanza bravo.
Ho onorato tutti (gli Organizzatori) facendo torto solo a molti Produttori dei quali, per forza di cosa, non ho davvero potuto assaggiare le eccellenze.
Ora però che sono di fronte a una pagina bianca, resta il problema di come fare a raccontarVi il mio percorso di assaggi senza finire in un 2025 che ormai è davvero dietro l’angolo e che sarà sicuramente ricco di altri appuntamenti cui dare conto.
GLI ASSAGGI
Allora, credo che la soluzione migliore per salvare capra e cavoli sia quella di mettere mano alle mie personalissime classifiche e dirVi di quei vini che sono riusciti a salire sul mio podio ideale (o poco più).
Dunque qualche vino per ciascun Evento accontentando (forse) tutti gli Organizzatori e scontentando (ahimè) più di qualche Produttore (e magari anche la Vostra Curiosità).
Prendete come di consueto con le molle le mie classifiche e i miei punteggi (soprattutto quelli visto quanto sono “tirato” rispetto alla gran parte dei “colleghi”), assaggiate, criticate, suggerite e condividete.
MONDIAL DES VINS EXTREMES
– SLOVENJA ZGP GORIŠKA BRDA MERLOT 2018 RISERVA, DOLFO (SLOVENIA): chi cerca rotondità di frutto si faccia da parte!
Questo Merlot rompe gli schemi e insegna a quelli che “le pirazine sono segno di mancata maturazione” quanto il vino vada oltre la chimica che si studia.
Dritto, duro, tagliente e arido come le rocce del Carso, irretisce con una finta di frutti neri maturi, guarda all’Oriente delle spezie, graffia la schiena con unghie vegetali e, dopo un urlo minerale, chiede la calma del tabacco.
In bocca sono muscoli e schiaffi.
Nessuna violenza, per carità!
Lascia che si rilevi il frutto e immaginare la donna ma chiede concentrazione sugli spigoli e mette di fronte alla femmina, accenna all’amore ma è sesso.
Nessuna smanceria, pura passione!
Per me “IL” Merlot di questo 2024 che stiamo ormai per salutare.
Da bere ascoltando FOUNTAIN OF YOUTH di LATCH KEY KID
(91/92 Punti).
– ALEATICO DELL’ELBA DOCG PASSITO 2019, ACQUABONA (TOSCANA): all’intensità dei piccoli frutti rossi seguono fichi secchi e datteri e poi gli agrumi (canditi), il tabacco (quello calmo della pipa), il cacao e un appena di smalto che…mannaggia!
Il sorso è caldo, materico e dinamicissimo, sempre in divenire!
Freschezza e sapidità sugli scudi nonostante i 180 gr/l di zuccheri.
Chiude tra sale e tannini con l’amaro in bocca (anzi, al naso) di quello sgarbo all’olfatto.
(88 Punti, ma sono cattivo e…avrei potuto dargliene di più).
– VALLE D’AOSTA DOC MAYOLET “COIN NOBLE” 2023, CAVE DES ONZE COMMUNES (VALLE D’AOSTA): strilla piccoli frutti e prati di violette mentre una sottile speziatura Vi fa prudere il naso.
Segue un sottobosco che si sta asciugando dopo il temporale mentre la mineralità granitica, molto più che una lontana percezione, fa sentire la sua presenza a suon di pietre d’inciampo.
In bocca denota equilibrio nonostante una scapestrata gioventù fatta di rimarcate memorie olfattive forse un po’ troppo soliste e poco corali.
Chiude minerale lasciando la voglia di un altro sorso.
(87+ Punti).
– COLLI DI CONEGLIANO DOCG REFRONTOLO PASSITO, 2016 COLVENDRÀ (VENETO): chi pensasse al Refrontolo come all’ottavo nano si troverebbe di fronte a un gigante che si muove su un palcoscenico di spezie d’Oriente, tostature di caffè e fumose atmosfere.
Un palcoscenico sul quale danzano prugne e ciliegie sotto spirito, un sottobosco fatto più di humus che di piccoli frutti, balsamicità di china e liquirizia soffi mentolati…
All’ampiezza del naso corrisponde la verticale altezza di un assaggio energico, certamente dolce ma intriso di profonda sapidità e sostenuto dalla finissima trama tannica, con una lunga chiusura fruttata e balsamica.
(Quasi 89 Punti, quasi…).
SPARKLE
– FRANCIACORTA DOCG EXTRA BRUT MILLESIMATO 2019 (SBOCCATO 03.24), TERRE D’AENÒR (LOMBARDIA): s’approccia simpatico al naso con una nota sbarazzina di pop corn prima di rivelare una floreale dolcezza d’animo e la sostanza di una frutta matura affatto dimentica degli agrumi.
Il sorso è cremoso e avvolgente, fresco e più salato che sapido, rilassa, appaga, invoglia e, nel finale, sorprende con una scudisciata minerale.
(90 Punti).
– TRENTO DOC “907” 2018 RISERVA EXTRA BRUT, CANTINA D’ISERA (TRENTINO): un naso che sembra inizialmente vergognarsi della propria esplosività.
Vi costringe all’attenzione per capire se quell’idea sapida sia mineralità o mare antico divenuto ormai roccia.
Un naso che dietro la frutta, gli agrumi e la pasta appena lievitata profuma di fatica e di conquista.
In bocca è un concerto in cui la cremosa effervescenza si armonizza con la sostanza fruttata evolvendo in un finale decisamente salato.
Da bere ascoltando SEVEN INTO THE SEA degli IN TUA NUA.
(93 Punti).
– TRENTO DOC “1907” 2016 RISERVA BRUT (MAGNUM), CANTINA D’iSERA (TRENTINO): caldo e roccioso, al naso non dimentica gli agrumi canditi, le erbe aromatiche, il richiamo del forno del paese e un tocco di rustica eleganza contadina.
Sorso cremoso e molto coerente, deciso nei toni fresco-sapidi si “ripulisce” (ahimè) di quella intrigante rusticità e sfodera una chiusura salata che quasi ricorda l’acciuga.
(91 Punti).
– TRENTO DOC “TRACCE” 2011 RISERVA, MOSER (TRENTINO): lo metto tra i vini da riassaggiare assolutamente (ne era rimasto giusto quel quid per sporcare il bicchiere) per l’impressione fattami.
A naso un passo avanti rispetto all’ormai famosissimo “51.151”, fresco come l’aria della Val di Cembra, dritto come la strada che si impenna sotto le ruote e non ha curve dopo le quali “spiana”.
Quasi opulento già al naso, sciorina note che vanno dalla frutta candita agli idrocarburi con la leggerezza che si impone alla pedalata di uno scalatore.
(Gli do 89 Punti praticamente alla cieca e lo aspetto alla prossima tappa.
– LESSINI DURELLO DOC PAS DOSÉ “AMEDEO ÉVOLUTION” 2012 RISERVA (DEGORGIATO 2023) CA’ RUGATE (VENETO): elegante già all’occhio, si presenta al naso ampio e pasticcere, sciorinando lieviti appena sfornati, scaglie di mandorle tostate e pralinate, miele e crema di limone.
Della frutta c’è forse il melone ma l’accento è sull’atmosfera balsamica e fumé che tutto pervade.
In bocca è fresco ma antepone a tutto quella sapida mineralità che governa anche la chiusura facendo comunella con ricordi di frutta secca.
(90 Punti).
UVA FIERA
– ASPRINIO DI AVERSA DOC (VIGNETI AD ALBERATA) “HERA NOVA” 2021, CAVASETE (CAMPANIA): il primo impatto è spiazzante!
L’arancio candito sembra voler comandare ma poi arriva la foglia di limone a togliere dolcezze, il pompelmo a fare da paciere, il rosmarino a raccontare l’amaro assiema a una nota ortolana di sedano rapa e la mimosa a illuminare un palcoscenico altrimenti carico di fumo.
L’assaggio ha la freschezza della brezza che asciuga il sudore in cima allo “scalillo” e alle dolcezze lascia si preferiscano una pesca non matura che fa comunella con le erbe aromatiche e la sottile speziatura che accompagna una sapidità iodata e piccante.
Sa di fatica e allegria, sa di vita nei campi.
Da bere ascoltando FRONNE della NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE.
(89+ Punti).
– VINO BIANCO “L’EQUILIBRISTA” 2017 RISERVA, UCCI CANTINA URBANA (PIEMONTE): Timorasso, 3 giorni di macerazione, 6 mesi sulle fecce fini, vetro e…nient’altro.
Giallo come le sensazioni che regala, quelle della frutta matura e del miele, del fieno essiccato al sole e della camomilla che, in chiusura, si arricchiscono di una bella messa in moto di idrocarburi.
Un refolo balsamico che sa di quasi finocchio selvatico introduce a un sorso voluminoso fatto di sedicigradialcolici addomesticati con maestria dalla verticale freschezza.
Soddisfa la sete e, mentre chiude con un simpatico ossimoro dolce-piccante, lascia spazio ai pensieri e fa allargare le braccia come un funambolo.
Da bere ascoltando IL CIRCO di STEFANO ROSSO.
(88 Punti ma, forse, 89-).
– TERRE SICILIANE IGP SYRAH “SIKANE” 2017, BARONIA DELLA PIETRA (SICILIA): al naso, della Sicilia ha subito le arance, poi arrivano i frutti di bosco, la violetta, la macchia mediterranea con i cespugli di timo e rosmarino e quell’Oriente di spezia che, di nuovo, fa tanto Sicilia.
In bocca l’ingresso è fresco di una menta che lascia poi spazio a quei frutti di bosco che, insieme a una pacata nota di vaniglia, stondano la fitta trama tannica.
Chiude ricordando le erbe aromatiche e sottolineando quella sapidità sul filo della quale si è articolato il sorso.
(88 Punti con, forse, un +).
– TOSCANA IGT ROSSO “VERNERO” 2012 (MAGNUM), SCURTAROLA-LORIERI (TOSCANA): se non avessero deciso di aprire questa magnum Vi avrei detto di un’annata 2015 che, al di là delle note floreali e della mineralità calcarea, indicava frutti scuri e sottili peposità che in bocca si sposavano a tannini sottili e conducevano ad una chiusura cupa di china, radice di liquirizia e una nota selvatica di quasi brett.
Ebbene, la 2012 vorrebbe raccontare la stessa storia ma è così chiusa in sé stessa che, anche se ricorda il grappolo del Vermentino Nero, fatica ad esprimersi.
Ed è forse in questo dovergli “tirare fuori” l’anima che sta il suo fascino, quella sensazione peccaminosa di frutto boero, le tende scure della china e del caffè, la sorprendente freschezza del chinotto.
E in bocca evidenzia saggezza, con quella sua acidità svettante che tiene a freno i 15 gradi alcolici e la completezza dei rimandi olfattivi.
Quiete e tempesta…scegliete Voi.
(91/92 Punti).
E QUINDI?
E quindi niente.
È stata una faticaccia cercare il modo di renderVi snella il più possibile la lettura di questo articolo in realtà complesso.
Certo, spero che nel 2025 si possa trovare il modo di programmare gli Eventi calendarizzandoli con più attenzione.
Lo dico con grande rispetto verso chi li organizza e verso chi vi partecipa (Produttori e pubblico).
Detto questo, mi auguro abbiate passato un buon Natale e Vi do appuntamento a un 2025 che si preannuncia ricco di novità.