
IL COSA ED IL DOVE
18 Maggio, questa la data in cui l’infaticabile GO WINE ha organizzato uno tra i suoi più classici Eventi, quello dedicato a BAROLO, BARBARESCO e ROERO.
Indissolubile il legame tra l’Organizzatore ed il Piemonte ed ormai consolidato quello con quell’Hotel Savoy che da sempre ne ospita le manifestazioni.
Una ventina le Aziende presenti per una serata ben lontana da quelle in cui si dà volutamente importanza ai numeri, una serata davvero “a misura d’assaggio”.

GLI ASSAGGI
Poche righe fa ho detto “a misura d’assaggio”, ma venti Aziende che portano tutte le etichette che hanno portato quelle “incrimiinate” fanno una “seratona” cui è comunque difficile star dietro.
In ogni caso m’ero stranamente organizzato (o quasi) e, saltate a piè pari i Produttori che già conoscevo ed a cui ho concesso solo un saluto per dovere e per piacere, mi sono concentrato su alcuni nomi che m’ero segnato e per il resto ho lasciato l’estro libero di inspirami.
Davvero alto il livello qualitativo proposto, un sacco di conferme ed un sacco di piacevolissime novità con sorprese dietro ogni angolo.
Vabbè, date una letta alle mie solite e personalissime note di degustazione, fateVi un’idea e correte ad assaggiare.

DOSIO
20ha a La Morra di cui 15 intorno alla sede aziendale ed un CRU a Serradenari per un’Azienda che si appresta a tagliare il traguardo del mezzo secolo di una storia iniziata con il Dolcetto ed evolutasi nel tempo per soddisfare i mercati nazionali e non.
ROERO ARNEIS DOCG 2022: al naso sono mineralità sabbiose ed erbe aromatiche ad introdurre note dolci di gelso bianco e mela matura graffiate da vegetali nouances.
Sorso fresco e sapido che s’allunga su intriganti mineralità.

BARBARESCO DOCG 2020: sarebbe Montersino ma questa sarà l’ultima annata a non riportare tale menzione in etichetta.
Naso fresco snello, dinamico, minerale, ferroso, grafitico, che poi si lascia andare su delicatezze di viole, dolci note boschive di fragoline e lamponi e soffi balsamici.
Sorso di verticale freschezza cui la parte sapida stenta a tener testa, tannini grippanti anzichè no ed allungo di aranciata succosità.
Da bere d’un fiato!
BAROLO DOCG LA MORRA 2018: comincia con questo una sorta di mini orizzontale di Barolo che sarà una sorta di viaggio all’interno di quello che è uno dei più variegati areali produttivi.
Un pot-pourrì di fiori secchi introduce a freschezze d’arancia e ciliegie sotto spirito.
Per un istante si scurisce nel dire di spezie e si ravviva ancora, balsamico e minerale.
Sorso dinamico ed equilibratissimo che dipinge un quadro di sapidità, tannini e morbidezze e nel finale racconta sapide mineralità.
BAROLO DOCG SERRADENARI 2018: da subito si ha la sensazione che balsamicità e freschezza abbiano salito almeno una rampa di scale.
Attacca floreale, evolve in dolcezze di ciliegia per svilupparsi su ombrose sensazioni boschive di felci, radici e cortecce.
Ed è poi un lungo corteo balsamico di liquirizia, incenso e tabacchi quello che precede una chiusura grafitica ed una lontana immagine di soffitta.
Sorso caldo che espone minerale sapidità e trama tannica fitta ed elegantissima e conduce ad un finale lunghissimo giocato su precisi rimandi olfattivi.
BAROLO DOCG FOSSATI 2018: ci spostiamo di 500m in linea d’aria per raccontare il lavoro del calcare.
Le ciliegie diventano marasche, restano le felci, spariscono le cortecce, arrivano essenze resinose e le dolcezze sono quelle della noce moscata e del tabacco.
Il sorso è un abbraccio caldo ed avvolgente cui i tannini aggiungono brividi ed il finale descrive piccantezze di spezie e mineralità.
Beh, questo c’ha bisogno davvero di più tempo.

BRICCO MAIOLICA
Una piccola realtà che, nata nel 1928, si sta avvicinando al secolo di storia.
Un’altra Azienda che ha iniziato con il Dolcetto e che nel tempo ha abbracciato prima gli altri vitigni langaroli e teso poi la mano anche agli internazionali.
Interpretazioni accurate che fondono tradizione e modernismi in sorsi molto interessanti
LANGHE DOC NEBBIOLO 2021: pensavo di trovare le visciole ed invece è insolitamente ciliegioso.
Poi c’è il bosco dei mirtilli e delle felci che precede le violette di campo e la lavanda e le spezie dolci rivaleggiano con soffi mentolati e graffi minerali.
Il sorso, caldo e sapido, fa leva sui brillanti tannini per spingere l’acceleratore su balsamicità ben più arrembanti di quanto introdotto dall’olfatto fino alla chiusura minerale.
Balsamico e viole a manetta

NEBBIOLO D’ALBA DOC “CUMOT” SUPERIORE 2020: dopo una prima bottiglia decisamente no, la seconda apre l’olfatto all’umido del bosco (e non è per il clima romano di questi giorni).
Si, ci sono i piccoli frutti ma sono radici, humus, muschi e financo funghi a riempire lo scenario.
Dolci note speziate di chiodi di garofano rivaleggiano poi con amaritudini di liquirizia ed una spolverata di cacao chiude le danze.
In bocca il tannino scalpita ed alza la voce per quasi zittire i rimandi speziati ed introdurre un progressione fresco sapida che termina nel finale piacevolmente minerale.
Ecco, qui ci vuole una bella tavolata, ché pane e salame non bastano.
Premio GGioventù?

BAROLO DOCG DIANO D’ALBA “CONTADIN” 2018: un po’ scorbutico nel presentare viole e gerani, s’ingentilisce nel breve raccontando more e marasche sotto spirito e mentre soffi balsamici rinfrescano l’atmosfera colpisce di nuovo con graffi grafitici (‘sto gioco di parole neppure lo so come mi sia uscito!).
Sorso caldo ma tenuto ben vivo da freschezza e tannini che, di comune accordo, conducono ad un finale dedicato alle memorie olfattive.

MARCHISIO TONINO
13ha di tradizione roerina interpretati con uno stile che coniuga passato e futuro in una variegata proposta a volte sorprendente.
SPUMANTE METODO CLASSICO “WHITE FLOWER”: 60 mesi sui lieviti e degorgiato a Marzo 2022 per un naso che ricorda nell’immediato prati e boschi ma che pian piano schiude un sipario totalmente differente raccontando pasticceria candita, speziata e tostata.
Sorso cremoso di birbante spalla fresco sapida che propone il contrasto tra minerali sapidità e dolcezze importanti di zafferano.
Vorrei riassaggiarlo con calma, ma intanto gli do il mio premio “SURPRAIS”.
ROERO ARNEIS DOCG 2022: fiori bianchi e frutta croccante precedono vegetalità di erbe di campo in una atmosfera piacevolmente minerale.
Sorso fresco e sapido cui i continui richiami fruttati e vegetali donano un bel ritmo.

BARBERA D’ALBA DOC 2022: sciorina visciole sotto spirito ed amarene, mirtilli e rose, del bosco le felci e delle spezie un pepe delicato.
Bocca coerente e succosa, divertente ma solida.
Semplicemente Barbera, e non è poco.
Premio ggioventù
BARBERA D’ALBA DOC SUPERIORE 2020: al naso sembra perdere sprint rispetto al precedente raccontando di frutti di bosco maturi e viole.
Del bosco conserva l’humus, le spezie dicono di pepe ma anche di vaniglia ed alzano la voce le note balsamiche di tabacco mentolato e china.
Sorso caldo accompagnato da tannini levigati ed adeguato sostegno fresco-sapido e con un lungo finale.
NEBBIOLO D’ALBA DOC 2021: more e marasche, fragole, lamponi e violette di campo, graffi agrumati e di melagrana, soffi officinali ed accenni di tabacco, rabarbaro e ferro.
Il sorso, sinuoso, denota intensa freschezza e tannini ancora pistoleri anche se non invadenti ed un finale che avrei detto più lungo.

COSTA DI BUSSIA
Qui gli anni di storia sono 150 e le etichette riportano il toponimo “TENUTA ARNULFO” a ricordare un fondatore che fu anche tra i pionieri del Barolo.
Una produzione affatto dimentica dei vitigni tradizionali ma che strizza l’occhio in particolare al Barolo.
DOLCETTO D’ALBA DOC “TENUTA ARNULFO” 2021: un variegato spettro di frutti rossi, i toni della rosa e della viola e poi le cortecce del bosco e le erbe di campo.
Sorso brioso sostenuto e tenuto teso da un bel mix di sapidità e freschezza.
Chiude su note vegetali ed ammandorlate.
BARBERA D’ALBA DOC “TENUTA ARNULFO” 2021: una parte in legno ed una parte in acciaio che si abbracciano in una bottiglia in cui il naso scova fragoline, rose, noce moscata, una nota resinosa ed una grafitica.
Sorso succoso e sapido, giustamente tannico a sottolineare i rimandi olfattivi.
Nel complesso però, mi pare di cogliere come una “slegatura” tra le due parti.
È come se le freschezze fossero “ammanettate da una complessità che però non riesce ad emergere completamente.
Gli do il mio premio “FREGOLI” a sottolineare il fatto che lo dovrei ri-assaggiare.
LANGHE DOC NEBBIOLO “ARCAPLÀ” 2019: tanta frutta (fragoline, ciliegie, dell’arancia forse solo la scorza), ed una balsamicità che, pur potente, sembra vergognarsi di raccontare tabacchi ed anice stellato.
Il sorso, ciccione, coccola la bocca prima che questa sia preda di una freschezza scalpitante cui sapidità e tannini tengono agevolmente testa.
La chiusura sarebbe dedicata a frutti e spezie ma è in realtà solo il passaggio ad un secondo bicchiere.
BAROLO DOCG BUSSIA 2019: colpiscono subito le note tostate di caffè, cacao e nocciola ma presto diventano freschezze che ricordano quasi un gelato ed ecco allora che a queste s’aggiungono rose e violette mentre dolcezze fruttate di gelso e lampone hanno a contrasto lievi sensazioni di liquirizia.
Fresco oltremisura, sottolinea l’anima minerale e tannini ancora indomati.
Giovane, dinamico, (quasi) moderno.
In una parola: FIGO!
BAROLO DOCG BUSSIA RISERVA 2016: more (anche di gelso) e lamponi in confettura precedono freschezze floreali di rose e violette ed un mix di tostature nel quale si riconoscono, caffè, nocciola e cacao.
Sorso che sottolinea la struttura monolitica, la nota minerale, i tannini ancora infantili ed una rinfrescante nota di liquirizia.
Forse il più giovane della batteria.

SAN SILVESTRO
Stessa proprietà di COSTA DI BUSSIA (SARTIRANO) ma un’ottica produttiva differente.
Grandi numeri (e mantenere alta la Qualità vuol dire davvero saper fare bene) ed occhi rivolti al mercato internazionale ed ad una maggior “standardizzazione”.
BARBARESCO DOCG “MAGNO” 2020: naso forse disturbato da una punta d’alcol che, inizialmente timido, sciorina presto fiori blu e frutti di bosco prima di lasciarsi andare a freschezze di menta e bergamotto e chiudere su china e liquirizia.
Sorso ricco e gustoso, molto fresco, sostenuto da una solida impalcatura tannica e con un lungo finale sapido e balsamico.
Elegante e sbarazzino: giacca e cravatta su jeans e sneakers.
Dategli tempo.
BAROLO DOCG “PATRES” 2019: un assemblaggio dei comuni di Barolo, Monforte, La Morra e Novello per un naso di roselline selvatiche, ciliegie sotto spirito, sottobosco, legni orientali e freschezze balsamiche di tabacchi e mentolo.
Sorso caldo ravvivato da tannini decisamente pistoleri, che dimostra un animo profondamente minerale e chiude lungo su ricordi speziati.
Forse troppo didascalico e “poco personale”.
BAROLO DOCG DEL COMUNE DI BAROLO 2017: figlio di un’annata calda e complicata, racconta di humus e cortecce, ciliegie e ginepri, regala un’idea di menta e non dimentica gentilezze di viole.
Sorso ampio, sorretto dalla robusta spalla acida e dai tannini levigati, con un finale sapido e balsamico.
Peccato per l’annata, perché di stoffa ce ne sta in abbondanza.

FILIPPO GALLINO
Una storia vecchia che affonda le radici nella metà dell’800 ed una più nuova che risale agli anni ’60.
Etichette che rispecchiano le tipicità della “rive gauche” del Tanaro ed un paio di “sorprese” che vanno ben al di là dei miei stupidissimi premi.
ROERO ARNEIS DOCG 2022: intensa la mineralità che riempie il naso e progressiva la “presa di potere” di una frutta che, agrumi compresi, comunica sottili dolcezze.
Sorso coerente, secco, sapido (quasi salato), tagliente e con un finale di agrumate freschezze cui fanno simpatico contrasto note dolci affatto sottaciute.
Territoriale e senza modernismi.
ROERO ARNEIS DOCG “4 LUGLIO” RISERVA 2020: se il primo giocava sull’impertinente mineralità, questo racconta di orientali suggestioni.
Giallo nel mio immaginario, di agrumi, susine, camomilla cui s’aggiunge il giusto di sapidità territoriale.
Sorso di mirabile e non scontato equilibrio che s’allunga in un progressivo e morbido abbraccio a pareggiare l’iniziale, tagliente freschezza.
Da ri-assaggiare

VINO BIANCO “MODA VEJA” 2021: un Arneis come quelli di quarant’anni fa.
Un naso salino cui non mancano sostanza di pietra focaia, dolcezze di mela (e forse albicocca), freschezze d’agrume ed un quid di umida vegetalità.
Sorso pulito, avvolgente, spiccatamente sapido e con un finale dedicato ad amaritudini di salvia.
L’Arneis com’era, l’Arneis comè.
ROSATO “LE DUE ROSE”: in un Piemonte “francese”, “LE DUE ROSE” suona come un inno alla perfida Albione ed a quella guerra che contrappose gli York ai Lancaster.
20h di macerazione (alla faccia del vino di una notte) per un risultato tutto rose e fiori, magro all’occhio e delicato al naso ed ad un palato che si rinfranca con un acuto di tannini ed un finale piacevolmente sapido.
Vabbè: ni…

VINO BIANCO “MODA GIUVU”: parola d’ordine: immaginazione al potere!
Frutta e fiori: mela cotta e albicocca la prima, macerati i secondi.
E poi spezie, dolci come i canditi di pasticceria che accompagnano i lieviti e la frutta secca.
Il sorso è morbido, voluttuoso, fresco ma con criterio e tannico ad aiutare la verticalità sottaciuta di un Orange che…mi ricorda il Bertinotti interpretato da Corrado Guzzanti.
ImperdiBBile!

BARBERA D’ALBA DOC 2020: rossa la frutta (ciliegie e ribes), rossi i fiori (gerani e rose), appena ombroso come il bosco nel pomeriggio-sera.
Sorso fresco, scorrevole, diretto, grippante quanto deve un vino “femmina” e con un finale che strizza ancora l’occhio alla frutta.
BARBERA D’ALBA DOCG “BONORA” SUPERIORE 2016: scuro di piccoli frutti maturi, fresco di amarena, amaricante nel proporre salvia e radice di liquirizia, appena dolce di spezie ed appena simpaticamente selvatico.
Sorso sostanzioso e dalle larghe spalle fresco-sapide, correttamente tannico e con un finale di amaricanti ricordi di liquirizia e caffè.

SPUMANTE METODO CLASSICO “70 SEVENTY” BRUT: in chiusura approfitto di questa bollicina che racconta di agrumi e pasticceria mixandovi mandorle tostate e polvere pirica.
Fresco e sapido regala un assaggio di buona corrispondenza e…vuole un secondo assaggio perché questo, oltre che veloce, non aveva neppure la temperatura giusta.
Ci sarà sicuramente l’occasione!

AMERIO VINCENZO
Una storia iniziata alla fine dell’800 e raccontata oggi dalla quarta generazione.
Un’Azienda agricola che nel tempo ha strizzato l’occhio alla vigna.
Produzioni identitarie che accostano alla tradizione estro e modernità.
PIEMONTE DOC “SAN COLOMBANO” CHARDONNAY: ci sono l’ananas e l’uva spina, il limone (ma quello delle caramelle), i fiori bianchi, la salvia a dare un tocco di amaricante in contrasto con la dolcezza speziata dello zafferano, il legno, nobile, stagionato.
In bocca è gustoso, fresco, sapido e s’allunga richiamando i descrittori olfattivi.
VINO BIANCO MOSCATO “EMOTIVO” 2022: l’ouverture è dolce di pesca ed albicocca, ma sono la salvia ed il timo ad impadronirsi della scena con i loro toni amaricanti cui fanno da sottofondo scorze d’agrume, zagare e graffi minerali.
Sorso snello e dinamico, forse inaspettato nelle sue vesti di verticale freschezza e minerale sapidità e con un finale piacevolmente amaricante.
Gli do il mio premio “PALLONCINI” per quella etichetta leggeraleggera.
BARBERA D’ASTI DOCG “DAPRIMA”: ciliegie e lamponi introducono un ricco bouquet di erbe aromatiche, cenni di cacao e liquirizia, brezze di rose e violette.
Sorso caldo e pieno con freschezza e sapidità pronte ad asciugare una bocca che vuole un secondo sorso e che lascia memoria di frutta e cioccolato.
BARBERA D’ASTI DOCG SUPERIORE “LA GUARDIA” 2020: rosso di lamponi, amarene e rose, s’arricchisce presto di dolcezze di piccole prugne e note scure di terra, pepe e cacao.
Assaggio coerente, dalla trama tannica fitta e vellutata e dal lungo finale fruttato e speziato.
NIZZA DOCG “MOMBURIO” 2019: decise le note fruttate e boschiva la balsamicità con il legno a dosare sapientemente i suoi nobili sentori e le spezie ed a rifinire il tutto con una presa di tabacco da pipa.
Sorso gustoso e deciso segnato da quell’ottima freschezza fruttato-balsamica che ne stempera il corpo strutturato.
Soffici i tannini e lungo il finale.
MONFERRATO DOC ROSSO “INSOLITO” 2019: Barbera e Bonarda, due “B” “insolitamente” legate assieme nell’austero Piemonte.
Due “B” che regalano profonde note di frutti di bosco, prugne e rose appassite cui seguono ben più che accenni di china, liquirizia e spezie dolci.
Assaggio ampio ed equilibrato di buona struttura e piacevole progressione, impreziosito dagli intrecci tannici e con una chiusura piacevolmente speziata.
Premio ???
MONFERRATO DOC NEBBIOLO “SOTTO LE MURA” 2021: naso gentile di fiori blu e frutti di rovo reso dinamico dal ritmico alternarsi delle note di corteccia, humus e pepe in grani.
Sorso rotondo e gustoso, di fruttata freschezza e morbidi tannini che chiude sapido e balsamico.

ED ORA?
Veramente, ora dovrei mettermi a scrivere di un altro Evento dedicato al Piemonte, quel “ROERO DAYS” di cui dovreste leggere la settimana prossima.
In realtà sono un po’ stanchino e mi si stà accumulando materiale che vedo duro smaltire.
Ma “je la posso fa’”!
Ancora un mesetto e poi saranno vacanze ma per ora…DAJE!