IL COSA ED IL DOVE
Nella spettacolare cornice di VILLA MIANI a Roma, lo scorso 22 Maggio il Consorzio del Roero ha organizzato l’Edizione 2023 di ROERO DAYS, manifestazione unica, dedicata alla promozione di un Territorio unico (patrimonio UNESCO) attraverso vini che lo raccontano magistralmente.
50 i Produttori presenti e circa 300 i vini in degustazione per una giornata davvero unica.
GLI ASSAGGI
C’era tanto da assaggiare, ma tantotanto!
Ed io avevo poco tempo, ma davvero pocopoco.
Ho dovuto quindi con grande cruccio dire no alle masterclass e scegliere con cura in cosa ficcare il naso.
Avevo diversi Produttori da salutare (qualcuno da assaggiare per promessa fatta) e troppa tra cui scegliere.
Ho quindi demandato ad estro, occhio e fortuna la scelta delle altre Aziende cui rompere le scatole in una giornata in cui il rischio di “sbagliare” era comunque ZERO.
Vabbè, stavolta è andata così (mi riprometto sin da ora di essere più bravo nella prossima Edizione), in ogni caso Voi date una letta alle mie personalissime note, correte ad assaggiare e, se volete, datemi qualche dritta per futuri approfondimenti.
MARIO COSTA
Beh, di questa Azienda dovreste aver già letto abbastanza (e se non lo avete ancora fatto fatelo ora dando un’occhiata qui e qui).
Vi basti dunque in questa occasione sapere che da settant’anni interpretano il Roero con precisione e carattere.
ROERO ARNEIS DOCG 2022: acciaio e saturazione d’azoto regalano un naso pimpante che lascia emergere la frutta bianca da un palcoscenico dominato da sabbiosa miineralità.
Sorso di buona coerenza ma più incline a raccontare verzure di sambuco e scorza d’agrume verde che non dolcezze, e con un finale di marina sapidità.
60 mg/l di SO2, per quelli che “i solfiti”…
ROERO ARNEIS DOCG “MILADUI” 2021: dalle vigne più alte arriva questo “MILADUI”, dall’italiano “MILLEDUECENTO”, come le bottiglie prodotte.
Un naso che evoca spezie e legni d’oriente (sarà per le barrique piegate a vapore nel quale ha riposato), zafferano, nocciole, dolcezze di tiglio, cremosità di pasticceria e minerali durezze di polvere pirica.
Sorso rotondo, di carezzevole e glicerica morbidezza ma sferzante acidità che s’allunga su contrasti d’acacia e salina sapidità.
ROERO ARNEIS DOCG RISERVA 2019: viene dai vigneti più alti e Vi si presenta al naso con un’alzata di agrumi che precedono ricordi di piccole pere.
Il tutto lascia presto il posto a leggere delicatezze di fiori bianchi, friccicori pepati e note vegetali e ben più squillanti di tarassaco e sambuco.
Chiude il panorama olfattivo un ritorno alle iniziali dolcezze fruttate sottolineate da un’albicocca disidratata neppure troppo sottaciuta.
Sorso slanciato ed ampio al contempo, di verticale freschezza ed incalzante progressione sapido-minerale, con un finale particolarissimo come di mandorla salata.
ROERO DOCG “MORINALDO” RISERVA 2019: beh, anche di questa etichetta dovreste aver letto quanto scritto riguardo l’annata 2017 (comunque qui trovate le mie parole).
Di questa 2019 che Vi devo dire?!
Che è ancora un bambinone, sprizza freschezza da tutti i pori, assolutamente dimentico del caldo che dovette subire il fratello due anni prima.
Violette e more di rovo, ferrosa mineralità e turbini mentolati con solo un accenno ai toni del cuoio.
L’esuberante freschezza regala agilità al corpo muscoloso di un vino decisamente roerino e territoriale che, aspetterò di ri-assaggiare tra almeno un paio d’anni.
BAJAJ
In un mondo in cui in troppi pensano sia il caso di “caricare” i propri vini, Adriano (Moretti) pensa ed agisce controcorrente.
Neppure due lustri di vita, circa 20000 bottiglie ed una filosofia che lui definisce “sottrattiva”, che lascia al vino quello che serve a descrivere un Territorio e niente di più.
ROERO ARNEIS DOCG 2021: 2 giorni di macerazione sulle bucce senza controllo della T° per un vino che si presenta al naso con un leggero “sgarbo” di brett.
Ma ci si passa sopra nel momento in cui inizia a sciorinare note di fieno ed erbe aromatiche (timo in primis) cui segue la delicatezza della camomilla la dolcezza della pesca, la freschezza dell’agrume (con pure la buccia).
L’assaggio stacca punti in più, con una bella freschezza ed una sapidità davvero territoriale.
Giovane direi, troppo…
ROERO ARNEIS DOCG “SAN VINCENZO” RISERVA 2020: un anno in più, ed un terreno con più limo lo rendono decisamente più espressivo.
Cancellato l’alone di brett, spinge l’acceleratore della frutta e regala nespole, cedri ed un ananas di cui avrei fatto a meno, tante erbe aromatiche ed una bella manciata di mandorle.
Sorso teso, di strapiombante verticalità e sapidità marina, ravvivato da un soffio di carbonica, con un allungo agrumato ed un finale tutto amaritudini di timo e salvia.
Dal confronto col precedente risulta evidente come, a parità di “mano”, il Territorio caratterizzi il risultato finale.
ROERO DOCG 2019: il naso espone pimpante i toni della frutta rossa matura (ciliegie ma anche fragoline di bosco).
Rossa anche quell’arancia sanguinella che rinfresca ed introduce a balsamicità di tabacco, scoppi pirici ed un finale giocato tra spezie, terra e note marine.
Sorso fresco, beverino, adeguatamente sapido e sorretto da tannini ancora pistoleri.
Prontissimo e da non perderne neppure un goccio.
6 mesi in anfore di terracotta di Tava e poi rovere di terzo e quarto passaggio.
DABBENE DANIELE
Manco trent’anni, un cespo di capelli, tanto entusiasmo (e tanta modestia).
Questa la fotografia di Daniele, quarta generazione ad alternarsi alla guida di un’Azienda che da “agricola” s’è pianpiano trasformata, dedicandosi dapprima alla vendita di uve e poi, proprio con Daniele ad imbottigliare il frutto del proprio lavoro.
Fresco del diploma di perito agrario (“NON enologo” come tiene a precisare), nel 2017 inizia un’avventura di cui oggi assaggio i frutti.
Conduzione naturale (e “manuale”) della vigna controllando il colore delle foglie come se fosse il colorito della pelle di un figlio, solo letame (nella quantità richiesta dalla pianta), poche gemme per pianta, un paio di diradamenti, zero interventi in cantina, malolattica a discrezione del vino e, come nonno insegna, imbottigliamento a Luglio con luna calante.
I numeri?
Diciamo 6h e 4000 bottiglie.
ROERO ARNEIS DOCG “IL PEDRINO” 2020: zero difetti e profumi da vendere.
Parte dalle dolcezze della frutta matura (pesca) e di un miele che proprio dolcedolce non è (castagno forse) ed evolve poi su toni più “Green” come quelli della nespola.
Poi sono nocciole e spezie dolci (ma anche senape) e scintille di pietrisco.
In bocca è ciccione (con 15.5° c’è poco da scherzare), glicerico ma affatto impacciato anzi…
La dinamica non gli manca, di agile freschezza e marcata sapidità e con un finale di rimandi agrumati e vagamente fumé.
ROERO ARNEIS DOCG “IL PEDRINO” RISERVA MAGNUM 2019: un anno in più di vetro rispetto al precedente ed un bel mezzo grado alcolico extra regalano un naso deciso nel rimarcare dolcezze di spezie (zafferano in primis) e nobiltà di legni ben prima che siano frutta e mineralità a guidare le danze).
Sorso impegnativo, muscolare, tonico, di adeguata freschezza e piccante sapidità che sottolinea con cura balsamicità inattese.
Un vino che vuole più tempo, un vino da capire, un vino per comprendere, da bere pensando.
Questo lo vorrei davvero ri-assaggiare (anche solo per il piacere di farlo).
Intanto gli ammollo il mio premio “MIND YOURSELF”.
MALABAILA
I Malabaila sono legati a filo doppio con il Roero e con il vino da quasi settecento anni ed il castello di Canale è stato fino ad una ventina di anni fa luogo preposto a vinificazione ed affinamento (oggi il tutto s’è spostato alla Cascina Pradvaj).
22 gli ettari coltivati e circa 100000 le bottiglie per una produzione precisa e territoriale.
ROERO ARNEIS DOCG “LE TRE” 2022: un Arneis nella sua veste più “classica” che si offre con tutta la dolcezza della pesca gialla impreziosita da soffi limonosi per evolvere poi sui toni della ginestra e del pietrisco.
Sorso caldo e di sapidità che contrasta simpaticamente con le dolcezze regalate da quel gr/l di zucchero.
Ottima la corrispondenza con l’olfatto e finale amaricante che racconta di sambuco.
ROERO ARNEIS DOCG “PRADVAJ” 2022: al naso si presenta più rotondo e strutturato rispetto al precedente, sostituisce la pesca con la susina, mantiene i toni agrumati e la mineralità ed aggiunge un’intrigante nota di sambuco.
Sorso morbido e dalle larghe spalle fresco sapide che si allunga in un coerente rimando dei toni olfattivi.
ROERO DOCG “BRIC VOLTA” 2020: botte grande e tonneau “fifty fifty” per un naso che, pur “sporcato” da un’idea di brette, regala prugna matura, piccoli frutti di bosco e succosità agrumate.
Poi sono humus, un ché di selvatico, soffi peposi e note ematiche.
Sorso segnato dall’importante freschezza e da una sapidità a pareggio, giustamente vergato dai tannini ben pettinati e con un finale di “ferreo” e di roerina mineralità.
ROERO DOCG “CASTELLETTO” RISERVA 2016: naso scuro che del bosco regala terra, corteccia e bacche prima ancora che i piccoli frutti.
Seguono note di rose appassite e tostature di cacao e balsamicità di liquirizia e tabacco.
Sorso di estrema coerenza, che freschezza e sapidità rendono affilato e scattante e finale segnato dal ritmo imposto dai ricordi di cioccolato, frutta e spezie.
RIDAROCA
Un’Azienda nata “mista” cinquant’anni fa e che nel 1994 ha deciso di dedicarsi solo alla vite.
BIO dal 2018, dal 2021 ha anche deciso di mantenere 4ha di bosco per “digerire” la CO2.
Una filosofia produttiva semplice per risultati tutti da assaggiare.
ROERO ARNEIS DOCG 2022: forse di frutta ce n’è fin troppa per i miei gusti: pesca gialla, susina, nespola, pure un ananas (sic) che strilla, poi un tocco d’agrume ed il giusto di fiori.
Sorso piacevole e di divertente sapidità, segnato dai ritorni fruttati.
Ni.
ROERO ARNEIS DOCG “CEREA” RISERVA 2020: tra le brezze balsamiche si fanno notare erbe aromatiche, un appena di mela, nocciole, speziature dolci e piccanti, graffi d’agrume e tracce marine su uno sfondo profondamente segnato da dolcezze d’acacia.
Sorso brioso, sapido, fresco agrumato oltre l’atteso ed intriso di ritorni d’erbe aromatiche e spezie.
Gastronomico!
ROERO DOCG 2019: al naso è tutta freschezza!
Chinotto, mentuccia…
E poi piccoli frutti rossi, violette, china, pepe e forse cioccolato.
Sorso didascalico, pieno e di verticale freschezza, tannicamente educatissimo e con un finale che riprende i temi freschi ed amaricanti dell’arancia verde e della china.
ROERO DOCG “TESTUN” 2017: arriva dalla vigna più alta e, pur segnato da un graffio d’alcol che sottolinea l’annata “difficile”, propone luminosi toni d’arancia e delicatezze di viole prima di ritmare le balsamiche note di tabacco, liquirizia e china.
Sorso che la verve fresco-sapida rende dinamicissimo, di ottima rispondenza, elegantemente tannico e con un finale che…mi sarei aspettato più lungo.
ED ORA?
Ora devo stringere i denti…
Si sta avvicinando il momento di quella pausa estiva nella quale mi dedicherò più agli “assaggi assaggiati” che non a quelli scritti, ma una ridda di Eventi è ancora in agguato e molti di questi meritano la mi attenzione.
Sarà dura darvene conto ma “je la posso fà” (forZe)…