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OLIO DUCALE

OLIO DUCALE

Quando sfogli i vecchi appunti e ti accorgi che non hai parlato di qualcuno che merita, DEVI correre ai ripari.

Ed è facendo leva sui ricordi di un paio di anni fa che cerco di ricostruire la storia di OLIO DUCALE e di mettere su carta le note gustative dei suoi EVO.

 Il territorio Cividalese è particolarmente vocato alla coltura della vite e dell’ulivo e questo lo sapevano già i Romani 2000 anni fa.

 Il ’29 del Secolo scorso lo conosciamo sicuramente tutti per la crisi di Wall Street ma non dobbiamo qui dimenticarci della grande gelata primaverile che annientò completamente la coltura di quegli ulivi che ornavano le colline di questo lembo d’Italia.

 Ad un alito dalla Slovenia, su quei Colli Orientali del Friuli che conosciamo sicuramente meglio per gli elegantissimi vini che ci sanno regalare, l’ulivo sta (ri)cominciando a dire la sua.

 Questo grazie all’impegno di diversi produttori illuminati che sono riusciti a gettare lo sguardo non solo oltre quel confine ideale segnato dalla vite e che qui sembrava essere invalicabile, ma anche oltre quello geografico che propone la zona costiera della ex-Yugo (fino ad arrivare a Pola) come vero paradiso dell’olivicoltura.

 Il clima, relativamente secco, risente molto dei venti provenienti da nord che evitano ristagni di umidità.

 Il terreno? Calcareo e ricco di scheletro.

 Non c’è dunque da stupirsi se, nel 2002, la Proprietà di OLIO DUCALE, supportata nella valutazione di fattibilità dall’ERSA, mette a dimora le prime 700 piante affiancando alla varietà locale per eccellenza che è la Bianchera, anche le cultivar tipiche di una Toscana che non è poi troppo differente per caratteristiche pedoclimatiche.

Bianchera

 Nel 2009, con l’ampliamento dell?azienda, le piante arrivano ad oltre 1100.

 Nonostante la raccolta rigorosamente manuale, la produttività scalare degli impianti, consente di gestire al meglio i tempi di raccolta e frangitura.

 Quest’ultima avviene “dietro l’angolo” nel frantoio dell’Istituto Tecnico Agrario Sperimentale di Cividale.

 Numerosi i premi vinti dalle due etichette in catalogo (che confesso però di non aver riassaggiato recentemente): una monocultivar di Bianchera ed un blend.

 La prima si caratterizza ovviamente per il fruttato verde e l’amaro ed il piccante particolarmente intensi.

 Carciofo e cardo dominano una elegante mandorla verde ed un pomodoro non troppo invadente.

Ideale in abbinamento a piatti di carne e zuppe di legumi cui si vuole dare una sostanziale “spinta”.

 Il blend è decisamente meno intenso ma non meno elegante.

 Dominano le note erbacee e non si nasconde affatto una mela croccante.

 Da utilizzarsi a 360° evitando magari piatti troppo decisi.

 Da ultimo, non posso non segnalare la presenza di una struttura ricettiva per quanti vogliano trascorrere qualche giorno lontano dal caos e promettere di assaggiare quanto prima, di nuovo e con maggior cura gli EVO di questa bella realtà.

Archiviato in:Aziende, Olio Contrassegnato con: bianchera, cividale del friuli, Colli Orientali del Friuli, ERSA, Olio Ducale, Slovenia

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