
La scoperta
Rabottini non lo conoscevo.
Si, l’Abruzzo è un po’ la mia terza patria e lo conosco piuttosto bene ma: Rabottini non lo conoscevo.
Per fortuna però, c’è stata una bella manifestazione al WEGIL dedicata ai monovarietali (vini e oli) e loro stavano lì, con i piedi ben piantati in ambedue le staffe.
Ho cominciato dagli EVO perchè ero lì a dare una mano a Simona Cognoli (OLEONAUTA).
Davvero una bella sorpresa! Eleganti e non altezzosi.
Fatti da chi ci tiene e sa quello che vuole ottenere in campagna ed in frantoio.
Poi ho però cominciato a farmi un giro tra le cantine e ne ho trovate davvero tante degne di menzione (di alcune avete letto, di altre leggerete).
L’occhio mi cade però su quelle etichette che già mi avevano colpito nell’altra sala-
Come gli EVO: eleganti e non invadenti, ma forse, proprio per questo “acchiappanti”.
E poi quei nomi! Impossibile resistere!
Ma andiamo con ordine e parliamo di chi fa cosa!
Il “dove” ed il “chi”
A Chieti, proprio alle spalle di uno dei simboli delle case moderne, la strada sale in collina fino a ad un piccolo pianoro ed a quella curva da cui vedi l’autostrada che potrebbe portarti a Sud.
Qui c’è la realtà di Massimo ed Isabella Rabottini, una realtà diversa da quella industriale appena attraversata.
La collina che sorregge Chieti è loro per 15ha, di cui 5 vitati ed il resto dedicato agli ulivi ed agli alberi d frutto.
Colpiscono l’occhio l’ordine e la pulizia della campagna.

Certificazione bio alla mano, Massimo ci mette tutto il suo mestiere di agronomo e soprattutto l’anima per partire alla grande in vigna e non solo, ed arrivare ancora più in alto in cantina ed in frantoio.
La storia del “cosa”
La cantina è “una cantina”.

Semplice e funzionale, con un plus in fase di ultimazione rappresentato da una bella struttura in legno che accoglie la sala degustazione ed ospita un giardino pensile in divenire.
Quando arrivo, Massimo non c’è perchè preso da una consulenza per il Tribunale, ma Isabella non è un ripiego, anzi, riesce ad illustrare il loro lavoro con piglio e modestia al contempo.
In giro per la cantina, calice alla mano, nessuna difficoltà a spillare dalle cisterne i primi assaggi, si schermisce un po’ quando le dico che se questa è la partenza, l’arrivo non poteva non essere quello che già conosco.

Nella lunga chiacchierata racconta delle difficoltà iniziali a staccarsi da quella che fino al 2009 era stata la produzione vinicola della famiglia, della tenacia di Massimo nel voler percorrere quella strada di innovazione che aveva in mente restando però con i piedi ben piantati nella tradizione e nel Territorio.
Poche bottiglie, 10000 ora e poche di più in futuro, solo vitigni autoctoni pratiche di cantina “consapevoli” e caratteristiche organolettiche “di un tempo” forse difficilmente spendibili sul mercato o quantomeno dedicate a chi cerca ne calice il Territorio e la personalità del produttore.

I vini
Degustare i vini di Massimo ed Isabella non è complicato, le etichette sono a prova di stupido!
“PER INIZIARE” (Trebbiano e Cerasuolo d’Abruzzo), “A SALIRE” (Montepulciano), “ED INFINE” (ancora Montepulciano) e “PER CONCLUDERE” (passito ed ancora da Montepulciano) indicano l’ideale percorso da seguire.

Il Trebbiano
Il Trebbiano parte da lunghe fermentazioni spontanee e ne esce con un naso che fa ben intuire le potenzialità di un vitigno troppo spesso ingiustamente definito “neutro” ma che se trattato a dovere, regala tutto il Territorio da cui proviene inclusa una inaspettata liquirizia (pianta quasi infestante in Abruzzo).
In bocca ha tutta la sapidità del mare che sta ai piedi della collina ed una freschezza che, se pur inferiore, ne aumenta la piacevolezza di beva.

Il Cerasuolo
Il Cerasuolo ha tutte le note del Montepulciano da cui deriva per salasso.
Ammicca con la frutta e colpisce con le note erbacee.
I Montepulciano
Cerasuolo per colore ma Montepulciano per corpo, godibile ma robusto, 15° assolutamente non percepibili che, se “impegnativi” per un appetizer , sono spendibilissimi a tutto pasto ed anche con piatti importanti.
Il Montepulciano “A SALIRE” è un pochino troppo ruffiano per i miei standard ma rimane comunque un Montepulciano in tutto e per tutto.
Vince la frutta al naso ed in bocca, l’erbaceo fa da contorno regalando completezza ed i tannini, ancora un pochino “vispi” raccontano di un vino che vorrei avere la pazienza di aspettare ancora qualche anno.
“ED INFINE” è la Riserva che regala l’ettaro di vigna vecchia e qui, il Montepulciano assume note completamente differenti dal fratello minore arricchendosi di una complessità gusto-olfattiva “maschia” e suadente, ricca di spezie, mineralità e salina completezza.
Il Passito
Il Passito “PER CONCLUDERE” è sorprendente!
Frutto di un lungo lavoro in vigna (appassisce in pianta) ed in cantina (acciaio, barrique, bottiglia), ti stende con una balsamicità inaspetta che contorna gli importanti sentori di prugna essiccata e mallo di noce.
Colpisce la dinamicità regalata dalla potente freschezza, che lo rende mai pesante e ne amplia molto la spendibilità a tavola.
MAI BANALE! Davvero!
Gli EVO

Gli EVO sono un’altra bella fetta dell’Azienda e sotto l’azzeccata etichetta “PER CONDIRE” troviamo due prodotti: un blend ed una monocultivar di FS17.
Quest’ultima è “Favolosa” non solo di nome!
Un fruttato verde, elegante di pomodoro e carciofo con un piccante finale delicato e persistente.

Ed ora?
Se dovessi aggiungere un’etichetta alle proposte dell’Azienda, sarebbe “DA RIASSAGGIARE”, perchè è questo che mi viene voglia di fare ogni volta che mi capita di ficcare il naso in uno dei loro vini.

Lo rifarò sicuramente, magari facendo finta di sbagliare strada per andare a casa quando sto al mare!