
IL COSA E IL DOVE
Lo scorso 28 Settembre, nelle ampie sale dell’A.ROMA LIFESTYLE HOTEL l’AIS LAZIO ha aperto il nuovo anno sociale organizzando la seconda Edizione de L’ALTRO VOLTO DEL METODO CLASSICO, Evento dedicato a quelle bollicine che sempre più stanno diffondendosi anche in areali produttivi non propriamente “vocati” per tradizione.
Un viaggio spumeggiante lungo un’Italia del vino sempre più attenta non solo alla Qualità ma anche alle esigenze/richieste di un mercato che proprio nelle frizzantezze cerca stimoli per rialzare la testa.
Centootto Aziende per centodieci etichette (se non mi sono sbagliato a contare) le proposte ai banchi d’assaggio più un focus sulla spumantizzazione laziale di cui leggerete poco più avanti.
Una serata di gran classe, nobilitata dalla presenza di un gran numero di winelovers e professionisti del settore, una serata che ha consentito di evidenziare luci e ombre dell’effervescenza.

LA MASTERCLASS
Condotta da Emanuela Di Palma ha consentito ai numerosi partecipanti di approfondire la conoscenza delle bollicine laziali attraverso l’assaggio di dieci etichette di dieci Aziende diverse in rappresentanza dei diversi areali produttivi della Regione.

Dai vulcani al mare passando per il calcare degli Appennini siamo andati alla scoperta di come l’effervescenza possa rappresentare il Territorio.
Catone, Plinio, Columella, Orazio…tante le testimonianze di come le seconde fermentazioni abbiano coinvolto anche i Romani, storie di quando il vino era in parte ancora “misterioso”, storie che molti anni più avanti hanno coinvolto papi e canzoni popolari; storie che quando il Frascati divenne la prima DOC italiana (1966) mandarono in soffitta quella “romanella” che all’epoca aveva una sua dignità e una sua storia.
Ma la Storia si sa, è fatta di corsi e ricorsi ed è così che ci ritroviamo in un oggi in cui ai nomi di Martinotti, Charmat, Scacchi, Pérignon si aggiungono quelli di Gancia in Italia e di Mottura nel Lazio.
Vabbè, date una letta a.

– SPUMANTE METODO CLASSICO “DOSAGGIO ZERO”, FAMIGLIA COTARELLA: è da subito mela, poi limoni maturi, nocciole, un intreccio di crosta di pane e mineralità silicea, sopite dolcezze d’acacia, un filo di fumo e una chiusura di erbe aromatiche.
In bocca è citrico (fin troppo), tirato, un po’ sulle sue.
Ostenta minerale sapidità e chiude indeciso nella scelta tra dolcezze di caramella al miele e amaritudini di mandorla.
85++ Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO DOSAGGIO ZERO, ANTICA CANTINA LEONARDI: inizialmente boschivo e financo rustico propone in sequenza mineralità sorprendentemente gessose piuttosto che vulcaniche, agrumate freschezze di mandarino e intrecci di frutta estiva e vegetali verzure.
Sorso coerente, più sapido che fresco che nel finale, ahimè non lunghissimo, ripropone echi fruttati e sorprese balsamiche a chi sa aspettare.
87++ Punti.

– VINO SPUMANTE BRUT NATURE 2015, SERGIO MOTTURA: nette le sensazioni di mela golden (anche macerata) cui seguono affondi di agrume maturo, acuti di pesca, nebbie di miele d’acacia e contorni di pan brioche.
Sorso cremoso e consistente, grasso, a quasi ricordare la banana delle birre Weizen, ravvivato da soffi aromatici di timo e salvia.
87+ Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO PAS DOSÉ “STRAPPO ALLA REGOLA” 2022 MILLESIMATO, CANTINA LE MACCHIE: Vi accoglie con sensazioni boschive e financo fungine, foglie e radici prima dei fiori di campo, prima della pesca gialla e succosa, prima degli agrumi maturi e di quelle erbe aromatiche e di quella nocciola che dovete agitarlo per tirargliele fuori.
In bocca riempie e accarezza con una carbonica che ripropone con garbo i descrittori olfattivi aggiungendovi un tocco di oliva.
86++ Punti perché la lunghezza non è certo il suo forte.

– LAZIO IGT SPUMANTE METODO CLASSICO “GAIVS” BIOLOGICO 2020, RISERVA DELLA CASCINA: apre con una nota rustica di fieno le porte dell’olfatto proponendo poi il dolce delle susine e dell’acacia, le freschezze del lime e della mela verde, amaritudini aromatiche di quasi vermouth e una mineralità scura, lavica.
Il sorso è fresco, birichino e corrispondente ma l’effervescenza…latita.
Chiude sottolineando i richiami vegetali.
85+ Punti e il mio personalissimo premio “PECCATO” perché…l’assaggio denota stanchezza.

– SPUMANTE METODO CLASSICO PAS DOSÉ 2022, CANTINA DEL TUFAIO: naso titubante, indeciso tra le bianche florealità della campagna e le note amaricanti delle erbe aromatiche, sembra scegliere le seconde ma si dilunga troppo sulle prime dimenticandosi anche della tufacea (e forse scontata) mineralità.
In bocca la sapidità stacca di ruota una freschezza un po’ in affanno con la garbata effervescenza che allarga un pochino l’orizzonte in un finale fruttato e maturo.
84+ Punti (e più di qualche dubbio).

– LAZIO BIANCO IGP SPUMANTE METODO CLASSICO “VENTO DI PONENTE” 2021, CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA: mela golden, pesca tabacchiera, pera, un bel po’ di tropicalità, pasticceria cremosa e profumi di forno.
Sorso teso, fresco e decisamente sapido, di buona rispondenza che propone nel non troppo lungo finale una nota scura di grafite.
84++ Punti.

– SPUMANTE METODO ANCESTRALE EXTRA BRUT “NYNPHE” 2020, DONATO GIANGIROLAMI: giallo e delicato, di camomilla, di ananas, di pesca, gialla la ginestra, giallo e dolce il cedro a sgambettare le fresche amaritudini di timo e finocchietto.
Una nebbia minerale di quasi idrocarburo avvolge il tutto e introduce un sorso maturo e succoso che le belle freschezza e sapidità pareggiano in un complessivo equilibrio.
Buona la persistenza ma…mi sarei aspettato più grinta.
87++ Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO EXTRA BRUT ROSÉ “KIUS” 2021, MARCO CARPINETI: non ostenta neppure l’esteriorità del colore, un rosa delicato che quasi cozza con la grinta del perlage.
Rosa fuori e rosa nell’animo, con quei suoi profumi di geranio e pompelmo.
I piccoli frutti di bosco paiono essere farcitura di panini caldi e dolci.
Mai sottaciuta la mineralità, a sorreggere un sorso cremoso e di polputa sostanza.
Lungo e di equilibrio affatto comune.
88++ Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT NATURE ROSATO 2018 MILLESIMATO, RAFFAELE SCHIAVELLA: naso che mixa grasse complessità fruttate a freschezze ombrose di bosco, le susine alla terra umida e ai funghi, le more alle felci, il tutto intriso di una non comune eleganza contadina.
Sorso di grande presenza, sostanzioso ma mai pesante, l’effervescenza supporta una decisa freschezza che a un certo punto sembra diventare un baratro insormontabile, una sorta di “buco” che la sapidità aiuta a superare per raggiungere il lungo finale.
89 Punti.

A LATERE
Di seguito una personalissima “TOP SEVEN” estrapolata da quanto incontrato ai banchi d’assaggio.
– ALTO ADIGE SÜDTIROL DOC SPUMANTE METODO CLASSICO SEKT PAS DOSÉ “COMITISSA” 2020 RISERVA, LORENZ MARTINI (ALTO ADIGE): pera e melone ingentiliscono la rustica eleganza di un naso complesso, giocato tra fienagioni e frutta secca, dolcezze di tiglio e mineralità porfiriche, fiori di campo e note di camino spento.
In bocca avvolge e rinfresca con quelle sue asprezze di mela verde che spalleggiano la ricca mineralità.
Lungo e affatto banale.
89- Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO “MATA”, VILLA MATILDE AVALLONE (CAMPANIA): il naso vermoutheggia spingendo sulle amaritudini aromatiche di cassis, timo e salvia prima che si apprezzino dolcezze di caramella al lampone e asprezze di melagrana e rosa canina, freschezze di pompelmo (rosa) e un ritorno di fragoline di bosco a prendere per mano i glicini.
Sorso di non banale sostanza, ben tessuto in quella trama fresco sapida resa vellutata dalla carezzevole effervescenza.
Chiude lungo tra ritorni fruttati e persistenze vegetali.
88 Punti.

– LAMBRUSCO DI SORBARA DOC SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT “DDR” 2015, CANTINA DELLA VOLTA (EMILIA ROMAGNA): “DDR”, Degorgiatura Dosaggio Recente ma anche il Deutsche Demokratische Republik dei Lambruschi di Sorbara.
Netto, “tedesco” nei suoi profumi di melagrana e lamponi, di mirto e genziana, di rosa appassita e cannella…
Sorso di polso e inusuale eleganza, ben piantato sui piedi fresco-sapidi ma di suadente cremosità con quel tannino leggero che…
Si becca il mio personalissimo premio “LEVATEMELO” e 88+ Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO “GRAN CUVÉE” 2021, VELENOSI (MARCHE): tra grassezze di burro d’arachidi e nocciole si fanno strada delicatezze floreali, dolcezze di caramella d’orzo e note di zest di limone in una atmosfera decisamente da forno.
In bocca è morbido e cremoso e amplia il panorama gusto-olfattivo proponendo dolcezze di miele, asprezze di uva spina e note minerali e di mandorla e chiudendo sui toni dell’agrume.
88+ Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT NATURE 2020, ENZO BOGLIETTI (PIEMONTE): difficile incasellarlo in una categoria precostituita, questo “esemplare” di un Progetto “NEBBIONE” che meriterebbe certo altro spazio (confesso che mi piacerebbe poter assaggiare con calma tutti i rappresentanti dell’Associazione), assaggiato ad occhi bendati trarrebbe in inganno molti.
Un bianco vestito di rosso?
Un rosso vestito di bianco?
Vinificato con le sole punte dei grappoli si presenta in un abito molto tedesco, tra mineralità gessose, pietre sbattute e sbuffi di idrocarburi; segue il pot pourri di fiori secchi, una brezza mentolata e un’idea elegante di zafferano a colorare di rosso un olfatto che i frutti di quel colore li lascia intravedere in una sorta di iperuranio..
In bocca è ancora la mineralità a comandare, gestendo anche la fine effervescenza e segnando tutto l’assaggio incluso il lungo finale.
87++ Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO ROSÉ BRUT “APNEA” 2019, GIANCARLO CECI (PUGLIA): rosa, rosarum, rosis…
Quella canina in evidenza, con le loro asprezze a pareggiare i lamponi, i mughetti e le erbe aromatiche a sottolineare le amaritudini vegetali, la scorza d’arancia a firmare in calce…
In bocca la freschezza spalleggia la sapidità di salsedine e la setosa effervescenza prolunga le cremose piacevolezze di un assaggio di ottima rispondenza gusto-olfattiva.
88 Punti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT 2019 (MAGNUM), DECUGNANO DEI BARBI (UMBRIA): netta la sensazione di yogurt alla frutta (“erotica” più che esotica vista la cremosa percezione tattile), poi la crema pasticcera a rivaleggiare con le vegetali note di mughetto e ancora la burrosa pasticceria dolce-salata e le scaglie di mandorla.
Il sorso è lama affilata e sapidità di mare che fu, cremoso e di ottima corrispondenza, con un finale a due voci (agrumi e mandorle).
88- Punti.

E QUINDI?
E quindi GRAZIE all’AIS LAZIO e alla Delegazione di Roma per avermi ospitato ancora una volta, è stata una serata davvero bella, intrisa di Qualità e ricca di contenuti.
Certo avrei preferito che ci fossero stati più Produttori presenti in persona, ma non si può avere tutto e il servizio dei colleghi sommelier è stato prezioso e professionale laddove c’era da “raccontare per delega”.
E mentre metto dunque in agenda sin da ora l’Edizione 2026, spero in altre manifestazioni di questo livello nelle quali andare a ficcare il naso.
