
IL COSA E IL DOVE
Il 21 e 22 Settembre scorsi la FORTEZZA DA BASSO di Firenze ha ospitato la prima Edizione di èno Florence Wine Excellence, una due giorni in cui professionisti del vino e appassionati hanno potuto incontrarsi e dialogare in una cornice assolutamente unica.
Non solo banchi d’assaggio ma anche e soprattutto masterclass, workshop e incontri con i Produttori il tutto pensato da cinque grandi agenzie fiorentine che il vino lo conoscono bene.
Un progetto pensato oggi per avere un futuro domani.

GLI ASSAGGI
Duecentotrenta le Aziende presenti e oltre novecento etichette in degustazione, questi i numeri di un Evento che facendo perno sulla Toscana (oltre novanta i Produttori a rappresentarla) ha consentito al grande pubblico accorso di fare un bel ripasso della geografia del vino italiana e non (diverse le proposte francesi).
Posto come ovvio che io non potessi neppure pensare di assaggiare tutto mi è sembrato subito il caso di mandare a monte i bei programmi della vigilia e ficcare il naso laddove il caso, l’istinto o la semplice fortuna di trovare un banco meno affollato mi avrebbero consentito di farlo.
Oltre cento i vini che ho assaggiato rappresentati qui da “quattordicietichette” (in realtà quindici).
Quattordici vini (più uno), uno per ciascuna Azienda cui sono andato a rompere le scatole più…più qualcosa che non potevo fare a meno di raccontarVi o porre alla Vostra attenzione.
Come sempre date una letta al mio personalissimo recit de dégustation, prendete con le molle i miei tiratissimi giudizi e correte ad assaggiare.
Siate Curiosi, SEMPRE!

QUELLI DA NOVANTA
– TRENTO DOC ROSÉ DE NOIR “MONSIEUR MARTIS” 2020, MASO MARTIS (TRENTINO): un Moschettiere vestito di rosa anziché di rosso, a confondere e celare grinta e coraggio dietro un abito dal colore traviante.
Mostra la guardia elegante del fioretto fendendo l’aria tra note di fragola e corbezzolo per toccare la rosa appassita al fin della licenza tra il brusio di una folla che mormora note di arancia, fumo e mineralità.
In bocca è cremoso e sferzato dal brioso perlage che ravviva il sorso tambureggiando ritmicamente agrumi e mineralità.
Maschio, o forse…femmina.
91 Punti.

– TRENTO DOC “MADAME MARTIS” 2015 RISERVA BRUT, MASO MARTIS (TRENTINO): “MADAME” un nome che poco si addice con un vino con tanto piglio.
Forse “MISTRESS” sarebbe più adatto o forse no, forse quel “MADAME” è perfetto per descrivere l’energia e l’eleganza che questa bottiglia racchiudono.
Una scintilla di pietra focaia o forse un “C@@@@” urlato con rabbia scivolando sulla pietra bagnata, questo l’incipit olfattivo.
Poi sono frutti rossi, agrumi (bergamotto), nocciole, la spezia (quella di “DUNE”), il fumo del camino, la pasticceria di mandorla…
In bocca…in bocca entra deciso imponendo una morbidezza che il suo alter ego non conosceva, una carezza (ma con mano pesante), un “permesso” che non accetta dinieghi.
Di acidità dalle larghe spalle, mai domo non arretra di un passo dalla propria minerale posizione.
Lungo, sontuoso…
Femmina, più che donna.
91 Punti.

M’ero riproposto di scrivere di un solo vino per Azienda ma siccome qui ho già fatto uno strappo alla regola, mi perdonerete se Vi segnalo il TRENTO DOC ROSÉ EXTRA BRUT 2021 di eleganza non comune a partire dal colore e il VIGNETI DELLE DOLOMITI IGT MÜLLER THURGAU “AL+MA 800” 2024, un Müller trasversale che sottolinea la mezz’elica di DNA ereditata dal Riesling firmando a colpi di pietra focaia il plot fresco e fruttato di un vino che merita più di un sorso (e che mi piacerebbe ornato di tappo STELVIN).

– SOAVE CLASSICO DOC “VINTAGE COLLECTION” 2016, INAMA (VENETO): eclittico, nasconde dietro grassezze di burro che chardonneggiano la dolce frescosità delle scorze di limone candito.
Poi sono mele ranette, albicocche, addirittura l’uva prima della pesca gialla.
E come se il susseguirsi di fecce di anno in anno fosse un over-boost di profumi non tarderete a scoprire pera, camomilla, un guizzo di lime e un graffio di frutta secca.
E la mineralità del Soave?!
È lì, alla finestra, pronta a sostenere senza far calare mai l’attenzione e ad affiancare la freschezza in quell’assaggio teso e di corrispondente complessità, un lungo viaggio fatto sfogliando nuovamente le pagine di un libro ricco di frutta che nell’epilogo sottolinea nuovamente note di burro e firma con la nocciola.
90+ Punti.

GLI ALTRI
– VENEZIA GIULIA IGP “NICE WINE” 2023, ALTÙRIS (FRIULI VENEZIA GIULIA): uno Chardonnay che tra le striature minerali affianca la mela renetta alla frutta tropicale, la vaniglia alla scorza d’agrume, le erbe officinali alla mandorla tostata.
In bocca la struttura morbida e coerente è ben bilanciata da freschezza e sapidità.
Chiude sottolineando la mineralità del territorio senza essersi mai seduto o aver perso bevibilità.
86++ Punti.

Ma la vera sorpresa sono le Birre, quelle del primo birrificio agricolo artigianale friulano (GJULIA); una gamma amplissima all’interno della quale non posso non segnalare alla Vostra attenzione la “EST”, una Weizen affascinante, didattica e “bananosa” e la “KRISTALL CUVÉE”, una IPA a base Sauvignon sgrassatissima, divertente e…traditrice.

– COLLIO DOC FRIULANO 2024, VILLANOVA (FRIULI VENEZIA GIULIA): subito intenso nelle sue dolci florealità di camomilla vira presto sulle note della nespola e sulle freschezze del cedro e del finocchietto selvatico prima di chiudere ritmando mineralità e amaritudini mandorlate.
Sorso morbido, abbastanza fresco e sostenuto da una dritta, sapida spina dorsale.
Chiude alternando le dolcezze dell’acacia a quelle della mandorla.
Un Friulano con un piede in due staffe, indeciso nello scegliere tra tradizione e modernità.
86+ Punti.

– COLLIO DOC BIANCO DA UVE AUTOCTONE 2023, CANTINA PRODUTTORI CORMONS (FRIULI VENEZIA GIULIA): il giallo della pesca e della mimosa, il bianco della pera e dei fiori di campo, il verde delle erbe aromatiche, le dolcezze del miele d’acacia, la ruvida, iodata presenza di un mare che era…
Questo l’olfatto di un vino che in bocca rivela calore e salinità con la riservata e forse scorbutica tipicità friulana.
88 Punti con forse un – perché un po’ di brio non avrebbe guastato.

– ALTO ADIGE SÜDTIROL DOC PINOT NERO “BURGUM NOVUM” 2021 RISERVA, CASTELFEDER (ALTO ADIGE): tè nero e more affiancano ciliegie e cioccolato in una atmosfera minerale in cui agrumate freschezze e brezze balsamiche scandiscono il ritmo dei profumi.
In bocca calore e morbidezza non mancano ma è la sapidità la spina dorsale di un assaggio che tannini e ritorni d’agrume mantengono vivo e vitale e che in chiusura ci regala un inatteso assolo speziato.
Un Pinot Nero che meriterebbe forse un giudizio più accondiscendente ma cui la mia ormai nota cattiveria assegna 89 Punti (con forse un +).

– BENACO BRESCIANO IGT BIANCO “EXPLORER” 2022, FAMIGLIA OLIVINI (LOMBARDIA): al naso si presenta quasi timido (complice una temperatura di servizio un pochino troppo bassa) e rivela pian piano delle note iodate che precedono quelle del mandarino e della pesca gialla.
Poi s’assesta nel calice e lascia trasparire grassezze di burro, appena più di un ahimé di esotico e un sospiro pirico che accenna all’idrocarburo.
In bocca prende possesso dei propri spazi, cremoso, ricco, succoso, fresco, fa poi capolino il legno e nel finale propone una nota di scorza d’agrume amaro.
Un aggravio di pena nel suo esilio in vetro non credo gli faccia male.
88+ Punti.

– PIEMONTE DOC MOSCATO PASSITO “REDENTO” 2020, CAUDRINA (PIEMONTE): naso complesso eppur lievissimo, a raccontare caramelle d’orzo e pesche sciroppate senza dimenticarsi una strizzata d’occhio alla tropicalissima ananas.
E poi un susseguirsi di zafferano, miele, la pasticceria della pasta di mandorle e dei canditi e…una sottile peposità.
In bocca è come al naso, ricchissimo eppure di garbata irruenza, sostenuto da freschezza e sapidità d’avanzo e con un lunghissimo finale dolce-amaro di mandorla.
Per meditare…soprattutto sul fatto che la bottiglia da mezzolitro non sarà sufficiente a placare la Vostra sete.
88++ Punti.

– TERRE SICILIANE IGT NERELLO MASCALESE “ALBERELLI DI GIODO 2021”, GIODO (SICILIA e TOSCANA): del vulcano ha cenere e lapilli, la lava nera e tagliente, le durezze profonde della terra e la fatica di radici che cercano spazio.
Ma non mancano le ciliegie e le amarene, le viole, il pepe.
Il sorso ha in sé il calore della lava e la freschezza dei poco meno di millemetri, un tessuto tannico fittofitto e chiusura lunga fatta di tanti pensieri.
88++ Punti.

Certo, ho scelto la Sicilia alla Toscana, ma non posso non dirVi del BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2020 che, pur nella sua irruenza giovanile di carcadè e incenso sottolinea già tabacchi, china e ferro.
Ha l’arroganza irriverente di schermirsi camuffandosi da “ROSSO DI” ma sa bene di valere almeno 90 Punti.

– MARSALA SUPERIORE DOC AMBRA SEMISECCO “OLD JOHN” 1998 RISERVA, PELLEGRINO (SICILIA): profuma di ricordi e d’attesa sciorinando con calma le secche dolcezze del fico e del dattero, le amaritudini del mallo di noce e della scorza d’agrume, l’opera lenta e dolce delle api, i legni nobili…
In bocca regna la freschezza e la sapidità governa l’assaggio, di amabile dolcezza svolge la traccia indicata dall’olfatto senza fretta e con compita diligenza.
Un Brandy senza esserlo.
88++ Punti.

– TOSCANA IGT MERLOT “REDIGAFFI” 2023, TUA RITA (TOSCANA): un Merlot che s’agita come un Sangiovese e s’atteggia a Nebbiolo proponendo con maremmana bischeritudine e sabauda nobiltà more e lamponi, macchia mediterranea, un ché di violetta le note ferrose che precedono il temporale su un tessuto che è trama speziata e ordito balsamico.
L’assaggio tradisce la gioventù di un vino lungi dall’essere ma già conscio del proprio destino.
Di piemontese freschezza e calore toscano mostra tannini sottili ancorché non ancora domestici.
Il sorso è agile ben più di quanto i pensieri impieghino a lasciare il corto circuito innescatosi tra calice e cervello.
Un veggente che racconta storie vissute non ancora in prima persona.
89 Punti per avere la scusa di riassaggiarlo quando ne meriterà ben più di 90.

– TOSCANA IGT ROSSO “LUPO NERO” 2016, TENUTA L’IMPOSTINO (TOSCANA): scuro come l’etichetta suggerisce il bosco e l’agguato dei piccoli frutti e delle spine.
Scuro il tabacco, scuro il caffè, del cioccolato fondente.
Scura la prugna scuro il ferro arrugginito che si percepisce nell’aria, scure le spezie e financo quell’agrume chinotto che rinfresca l’olfatto tenendo per mano i sospiri mentolati.
In bocca è importante, materico, a dimostrare che quella che prima era in agguato e ora presente, tannini scattanti a sostenere la freschezza di un sorso dall’agile muscolatura.
Non ancora domo dopo quasi due lustri non lo sarà forse mai ed è forse in questa sua natura selvatica che sta buona parte del suo fascino.
89 Punti.

Gli fa da contraltare il TOSCANA IGT ROSSO “LUPO BIANCO” 2019 che mostra femminile eleganza nel pennellare ad olio i tratti della frutta e delle spezie e grazia inaspettata nel sorso di grande equilibrio.
Peccato gli manchi il fascino delle “tenebre”.
– BOLGHERI SUPERIORE DOC “MARIANOVA” 2021, MICHELE SATTA (TOSCANA): restio a essere inquadrato nello schema bolgherese cerca l’impossibile matrimonio d’amore tra la dura toscanità del Sangiovese e i misteri d’Oriente del Syrah.
Profondo e complesso già all’olfatto racconta la dolcezza del gelso e il tabacco arrotolato del toscano, uno spartito vegetale sul quale s’appuntano note di piccoli frutti rossi e contrappunti di viole e lavanda.
E poi zenzero, kakadè e note gessose.
Sorso identitario e orgoglioso, mai pesante, scorrevole, tannini sostanziosi ma mai d’intralcio e il finale…lungo e con un ché di fumé che sa di libri e pensieri.
Da riassaggiare con la dovuta calma.
88++ Punti.

Il BOLGHERI SUPERIORE “PIASTRAIA” 2022?
Merita sicuramente di essere assaggiato ma è un po’ troppo incline al frutto per i miei gusti, tanto da lasciare molto indietro le freschezze di menta piperita e le succosità d’arancia.
Lo so, mi prenderete per pazzo ma…è meglio del precedente e si merita 89 Punti (tuttitutti).

– VALLE D’AOSTA DOC CHARDONNAY “CUVÉE BOIS” 2021, LES CRÊTES (VALLE D’AOSTA): uno Chardonnay che al naso non diresti, per quella sua profonda vena boisé, quell’idea fumosa…
E poi il giallo degli agrumi e della noce moscata, una striscia salina e ancora frutta gialla matura a sottendere un ché di miele.
In bocca s’allarga, lento ma inesorabile, ancora tra gli agrumi maturi e raccontando fiori bianchi prima di sterzare, a fondo calice, su inattese note di tabacco.
Indeciso se puntare su intensità o delicatezza sceglie la terza via dell’eleganza.
89– Punti.

E QUINDI?
E quindi GRAZIE a tutti!
Grazie agli Organizzatori per avermi ospitato e a tutti quei Produttori che hanno avuto la pazienza di sopportare i miei deliri.
È stata una giornata intensa (io mi sono limitato a esserci nella sola giornata di Domenica), un nuovo mattoncino nel grande muro degli Eventi del vino in Italia.
Location, spazio, offerta, organizzazione e, perché no, elegante semplicità, una formula semplice per un risultato assicurato.
Appuntamento al 2026.
