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ITINERE 2025

IL COSA E IL DOVE

Il fine settimana del 14 e 15 Giugno, nell’insolita location del MIKE’S RESTAURANT, al quarto piano dello storico Palazzo COIN di Piazzale Appio a Roma, è andato in onda ITINERE, Evento fuori schema organizzato da TASTE FACTORY e BEREFACILE con la collaborazione di WINE TALES MAGAZINE come media partner.

Una due giorni all’insegna del vino ma anche del cibo, con un ritmico alternarsi di tavoli da dietro i quali i Produttori proponevano le loro eccellenze e altri con interessanti proposte gastronomiche.

Quaranta Aziende distribuite in due sale tra scaffali, vetrine e vetrate dalle quali si domina Piazzale Appio.

40 come i gradi (almeno) percepiti a causa della mancanza di aria condizionata, temperatura che sapeva di scherzetto a quanti come me pensavano di poter sfuggire al caldo africano che attanagliava la Capitale.

Tanto da assaggiare e tante masterclass dedicate non solo al vino ma anche a interessanti e insoliti abbinamenti (come quella che raccontava di un possibile matrimonio d’amore tra la birra artigianale di e il sushi).

Provato dall’eccessivo caldo, confesso di aver assaggiato solo una quarantina di etichette.

Non ho trovato molto di cui sorprendermi ma una “TOP NINE” sono comunque riuscito a proporvela (due “pezzi da novanta” li trovate nel racconto della masterclass dedicata a GRADIS’CIUTTA), date una letta alle mie note d’assaggio, criticatele, suggeritemi qualcosa che mi sono perso ma soprattutto…assaggiate e condividete.

GLI ASSAGGI

– ALTA LANGA DOCG “CUVÉE 60 MESI” BRUT 2013 RISERVA, GANCIA (PIEMONTE): al naso si intrecciano sensazioni balsamiche e di sottobosco, con toni di scorza di cedro, nocciola e piccola pasticceria secca.

La Brezza minerale induce un sorso in cui lo Chardonnay alza un po’ la voce aggiungendo grassezza all’affilata lama a doppio taglio di freschezza e sapidità.

Chiude su ricordi di nocciola dopo aver sottolineato la frutta gialla matura.

88/+ Punti.

– ALTO ADIGE SÜDTIROL DOC METODO CLASSICO PAS DOSÉ 2020, KETTMEIR (ALTO ADIGE): appena fumé, minerale e montano, propone al naso la freschezza dei prati alpini sottolineando erbe amare e mentolate balsamicità senza dimenticarsi degli agrumi.

Sorso di verticale freschezza con sapidità ed effervescenza che si prendono per mano ritmando l’assaggio e allungandone la piacevolezza.

88++ Punti.

– COLLI TORTONESI DOC TIMORASSO “PITASSO” 2021, CLAUDIO MARIOTTO (PIEMONTE): davvero elegante l’olfatto, ricco di cespugli di macchia mediterranea, finocchietto selvatico e lavanda, resine balsamiche, pot pourri in una atmosfera carica di marina salinità.

Sorso dritto, serio, poco incline alle smancerie, estremamente definito nel suo abito salino, lunghissimo e mai stanco.

88+/++ Punti.

– COLLI TORTONESI DOC FREISA “BRAGHÈ” 2022, CLAUDIO MARIOTTO (PIEMONTE): un Freisa scuro, di bosco, pepe, tabacco, china, pepe, liquirizia, ferro…

E poi il rosso dei fiori, dei piccoli frutti selvatici e le note amaricanti delle erbe officinali.

Sorso materico, sostanzioso, ma che la schietta sapidità e quegli intrecci d’agrume e tannini rendono agile e mai stancante.

87 Punti.

– MITTERBERG IGT BIANCO “NÖRDER CUVÉE BLANC” 2023, PLONER (ALTO ADIGE): Sauvignon, Riesling Renano e Pinot Bianco che contribuiscono ciascuno per la propria parte alla complessità dell’olfatto.

Ecco allora pesca non matura, agrumi e ginestre sposare spezie e mineralità.

È una leggera nota erbacea ad introdurre un sorso decisamente fresco, morbido quanto il legno grande consente e con un lungo finale minerale.

87/+ Punti.

– LAZIO IGT BELLONE “MAROSO” 2023, I PAMPINI (LAZIO): basta avvicinare il naso al calice per aver voglia di esclamare: “alla faccia del Cacchione”!

Un anno e mezzo sur lie per una scazzottata tra mela matura e mentuccia, tra frutta esotica (ahiahi) ed erbe aromatiche, tra spezie dolci e fiori gialli.

In bocca è la frutta ad aprire le danze ma nel breve il palcoscenico è tutto del sale, quello del mare e quello della terra.

Piacevolmente ammandorlato il finale che avrei preferito un pochino più lungo ma…mica si può avere tutto!

88+ Punti.

– LAZIO IGT BELLONE “NON FILTRATO” 2022, I PAMPINI (LAZIO): se l’olfatto fosse un colore sarebbe “giallo”, di camomilla e frutta matura, d’agrume e ginestra…

Fresco di erbe officinali e intriso di mineralità spinge il calice verso la bocca rivelando un sorso piacevolissimo, fresco, sapido e di intrigante persistenza.

88— Punti.

– SALAPARUTA DOC NERO D’AVOLA 2016, BRUCHICELLO (SICILIA): un olfatto dominato dai caldi sentori di prugna e frutta rossa in confettura.

Dolcezze che sposano dolcezze quando si affacciano la speziatura di chiodi di garofano e i tabacchi aromatici.

Una nota ferrosa introduce un sorso fresco e sostanzioso, dotato di una massa tannica capace di stemperare i grassi ricordi fruttati equilibrando un assaggio dotato di un lungo finale.

Un Nero d’Avola non banale.

87+ Punti.

– SALAPARUTA DOC CABERNET SAUVIGNON 2014 RISERVA, BRUCHICELLO (SICILIA): subito fruttato, racconta frutta rossa matura ma ancora integra (in parte, forse, sotto spirito), sottili tostature ci caffè e cioccolato, fiori secchi e…l’immancabile firma di peperone del vitigno ad affiancare freschezze di felci e sottobosco.

Sorso fresco, sostanzioso e coerente, forse meno sapido di quanto mi sarei aspettato e mi sarebbe piaciuto ma piacevolmente tannico.

87- Punti.

LA MASTERCLASS

Protagonisti sono la Ribolla Gialla e GRADIS’CIUTTA, un vitigno e un’Azienda transfrontalieri.

L’una e l’altra protagonisti di un Territorio e della Storia.

La famiglia di Robert Prinčič abita la terra tra le Prealpi Giulie e il mare da generazioni, il vino è un tatuaggio che neppure quella notte del 1947 è riusciti a cancellare.

Da quella che era la Yugoslavia (oggi Slovenia ma per me che sono anziano sempre “Yugo”) all’Italia, da Cerò di Sopra a Giasbana erano pochi passi ma di una pesantezza inimmaginabile.

GRADIS’CIUTTA nasce nel 1997 quando Robert decide che il Territorio, la Famiglia e la Storia vanno raccontati e che il vino può esserne il narratore.

Oggi gli ettari vitati sono 45 ma, anche se non ci sono più le garitte, bastano 20 passi per essere in un “altrove” che Robert non vuole assolutamente considerare tale.

E così immagina una Denominazione ad hoc che superi la politica e che la Ribolla Gialla possa essere l’ambasciatrice di un Territorio e non di un nome.

Quattro i vini in assaggio, diversi per tipologia ma accomunati dal lavoro di Robert e dal vitigno con il quale sono prodotti.

– SPUMANTE METODO CLASSICO “REBOLIUM” BRUT 2019, PRINČIČ & ČETRTIČ (SINEFINIS): “REBOLIUM”, prima che un vino è una stretta di mano.

Due Produttori separati da venti case e da una linea immaginata solo dall’uomo.

Per metà Collio per metà BRDA, per metà Ribolla Gialla per metà Rumena Rebula, due nomi per un unico Territorio frutto dello stesso mare, due nomi per lo stesso vitigno.

Un’unica bottiglia, 48 mesi sui lieviti per un olfatto inizialmente delicato di mela cotta, pesca e albicocca, screziato di nocciola, salvia, timo, con un appena di balsamico e un bel graffio di mineralità.

In bocca la bollicina solletica e avvolge, la frutta gialla introduce, l’agrume succoso sottolinea, le amaritudini di noce evidenziano, la mineralità gestisce il crescendo orchestrale

87 Punti.

– COLLIO DOC RIBOLLA GIALLA 2024, GRADIS’CIUTTA: inizialmente delicato nel raccontare i fiori di campo, prende via via coraggio sottolineando vegetalità di sedano e mentolate, amaritudini di salvia a contrasto di dolcezze di mela golden, nespola e camomilla il tutto accompagnato da una simpatica brezza salina.

Sorso di bella corrispondenza, un morbido abbraccio che freschezza e sapidità rendono coinvolgente.

85/- Punti.

– VINO REBULA 2022, SVETI NIKOLAJI – ROBERT PRINČIČ: nato “di là”, vinificato “di qua”, fatto per cancellare linee che non esistono.

Olfatto che chardonneggia, burroso, che sa di agrume maturo, di spezie di quell’Oriente da cui è nato, solletica con un appena di piccantezze…

Eleganza, finezza, pulizia…questo in sintesi il sorso, grasso eppure vivace e verticale, con un finale “di un altro livello” e lunghissimo

88 Punti.

– VINO REBULA “SERENDIPITÀ” 2020, SVETI NIKOLAJI – ROBERT PRINČIČ: “SERENDIPITÀ” più che un vino è uno sguardo, al passato, al presente e al futuro.

Il racconto di un Territorio diviso per forza che si riunisce in un calice.

“Vinificato in Italia con uve vendemmiate in Slovenia”, uno sberleffo a chi si è divertito a disegnare linee sulle carte geografiche supponendo di poter separare quelle terre che un tempo erano acqua.

Ma “ponca” e “opoca” non conoscono la lingua dell’uomo, parlano un idioma preistorico che sa di legami indissolubili e di riabbracci necessari.

“SERENDIPITÀ” inneggia al caso e alla fortuna, ma nasce dalla capacità e con uno scopo preciso: riconnettere.

Che sia un vino che non ama i confini si capisce già da quel suo colore di “rosso mancato”, un’ambra di luminosità non comune.

E poi quel naso…orgogliosamente dritto…

Oltre le sottili note ossidative c’è un mondo di zafferano e albicocca disidratata, mela macerata, caramello salato, mou, freschezze di mandarino, amaritudini di timo, rosmarino e mallo di noce

Il sorso sorprende, assolutamente secco nella sua sostanziosa massa glicerica, marca le gengive con la firma del tannino, il palato con il sale del mare che era.

Spinge alla calma e al respiro regalando un allungo infinito di agrumi e balsamicità di tè.

Da bere ascoltando “IMMIGRANT SONG” dei LED ZEPPELIN.

89+ Punti perché…perché mi serve una scusa per riassaggiarlo e dargliene 91.

E QUINDI?

E quindi GRAZIE agli Organizzatori per avermi ospitato, a tutti i Produttori che hanno avuto la pazienza di sopportarmi e a Voi che avete avuto la bontà d’animo di leggermi fino a qui.

È stata una giornata impegnativa sotto molti aspetti, una bella giornata vissuta all’insegna della Qualità a 360° nonostante l’inconveniente NON da poco creato dallo “sciopero” dell’aria condizionata.

ITINERE ha in sé un’idea “migrante” e dunque…l’Edizione 2026 (che metto in agenda sin da ora) chissà dove approderà.

Roberto Alloi

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