IL COSA E IL DOVE
22 Luglio, le eleganti sale di Palazzo Brancaccio in una Roma africana sono come un miraggio per i discepoli dell’Extravergine.
Qui, sfidando l’asfalto che fonde e l’aria che brucia il CONSORZIO IGP OLIO DI PUGLIA e GAMBERO ROSSO hanno presentato al pubblico romano le produzioni di una decina di Aziende di una Regione che, da sola, produce oltre il 50% dell’Olio Extravergine italiano.
Una decina di Aziende aderenti a un Consorzio nato nel 2020 (dopo il riconoscimento l’anno precedente della Denominazione IGP Puglia).
Una masterclass, di cui potrete leggere di seguito, ha preceduto l’apertura dei banchi d’assaggio accompagnati da scelte culinarie particolarmente azzeccate a livello di abbinamento
LA MASTERCLASS
Dieci gli EVO in degustazione nella masterclass guidata da Stefano Polacchi di GAMBERO ROSSO con l’aito di Maria Francesca Di Martino (Presidente del CONSORZIO IGP OLIO DI PUGLIA) e Giuseppina Lavalle (Referente Tecnico del CONSORZIO IGP OLIO DI PUGLIA).
Dieci EVO che illustrano le diverse anime di un territorio talmente vasto che, non a caso, alcuni chiamano ancora “LE Puglie”.
Di questi dieci 6 erano monocultivar di quella Coratina che nel tempo ha saputo ritagliarsi una fetta di mercato importante e conquistare un gradimento sempre maggiore da parte dei consumatori.
Vabbè, di seguito troverete le mi consuete note di assaggio e i miei personalissimi punteggi.
A proposito di questi ultimi devo spiegarVi per quale motivo potreste trovarli particolarmente “severi”.
Sapete certamente che l’olio EVO si degrada giorno dopo giorno dal punto di vista organolettico e, arrivati a un quasi Agosto romano con temperature prossime ai 40°C, anche i prodotti di una Regione in cui non si fa economia di polifenoli sono arrivati piuttosto stanchi.
In un paio di casi si è percorso pericolosamente il sottile crinale del difetto e altri due campioni, riassaggiati nei banchi all’esterno, si sono rivelati essere solo un problema di “quella bottiglia”.
Comunque, per questi e per gli altri mi sento di dire che, assaggiati al momento giusto, avrebbero ottenuto tutti da 3 a 4 punti in più, ma tant’è.
Leggete, assaggiate e fate le Vostre considerazioni.
IGP OLIO DI PUGLIA MONOCULTIVAR LECCINO, AGRICOLA TAURINO: il naso, ahimè non pulito, comunica calore e poi nocciole fresche, un tocco di ravanello e uno d’agrume.
Un po’ meglio l’assaggio, condotto su delicati temi di amaro e piccante, un po’ grasso ma abbastanza lungo.
(N.V.).
IGP OLIO DI PUGLIA BIOLOGICO, ASSOCIAZIONE FRANTOIANI DI PUGLIA: naso sottile e delicato da cui si fa fatica a tirar fuori note di carciofo, mandorla e un appena di melanzana.
Assaggio coerente delicato nella parte amaricante e con un leggero piccante in crescendo.
(83- Punti).
IGP OLIO DI PUGLIA “PUGLIA OLIO MARE”, DE CARLO: questo l’avevo assaggiato un mese fa e m’aveva impressionato per pulizia (leggete qui), oggi si mostra particolarmente stanco nel proporci prati sfalciati, carciofo, erbe aromatiche e pomodoro maturo.
In bocca regala piccantezza decisa, un crescendo di amaritudini e una chiusura decisa su note di erbe amare.
(83 Punti).
p.s. riassaggiato ai banchi all’esterno merita 3 Punti in più ma…un mese l’ha decisamente cambiato).
IGP OLIO DI PUGLIA “CRU DI PUGLIA”, OLIO CICCOLELLA: naso sprint, ricco di sentori vegetali di rucola, carciofo, cardo, il giusto di pomodoro e sapienti pennellate di spezie e agrumi.
Assaggio maschio e deciso ma al contempo di educato equilibrio gustativo.
(87 Punti).
IGP OLIO DI PUGLIA MONOCULTIVAR CORATINA, LE 4 CONTRADE: quasi timido all’olfatto regala sentori di rucola e pomodoro appena maturo, belle note di erbe aromatiche (origano in primis) e un bel quid di frutta secca.
Sorso di bell’equilibrio amaro e piccante con il primo a gestire la bocca e il secondo a seguirlo in progressione allungando il finale.
(85 Punti).
IGP OLIO DI PUGLIA MONOCULTIVAR CORATINA, PANTALEO: olfattivamente non pimpante gioca le sue carte proponendo note di oliva verde e pomodoro maturo al fianco dei canonici carciofo e mandorla verde.
Assaggio sorprendente!
S’approccia in punta di piedi e poi…”BOOM”!
Deciso, maschio, amaro quanto serve, piccante quanto deve e di lodevole lunghezza.
(86+ Punti)
IGP OLIO DI PUGLIA MONOCULTIVAR CORATINA, OLIO GUGLIELMI: la bottiglia della masterclass aveva qualche “problemino” per cui Vi dico di quello in assaggio ai banchi che tra erbe amare, peperone e carciofo, lascia intravedere mandorla, mela e rosmarino.
Assaggio maturo, appena grasso e che punta con decisione sul piccante ma si assesta ben presto su intense amaritudini che allungano la chiusura.
(84 Punti questa bottiglia, forse 80 quella della masterclass).
IGP OLIO DI PUGLIA MONOCULTIVAR CORATINA “SCHINOSA”, AZIENDE AGRICOLE DI MARTINO: olfatto intenso, maschio nel proporre carciofo, cicoria, rucola, freschezze di mela verde e stuzzicanti peposità.
Assaggio di decisa coerenza, privo di cedimenti, di bella pulizia e intensità ragguardevole, equilibrato nei toni dell’amaro e del piccante e con un finale davvero salato.
(Quasi 90 Punti).
IGP OLIO DI PUGLIA MONOCULTIVAR CORATINA, LE FERRE: naso interessante, che associa verzure ortolane e leguminose a singolari tostature (anche di frutta secca) e amaritudini di carciofo a soffi balsamici.
In bocca, pur coerente e dinamico, si mostra più grasso dell’atteso e chiude in leggero calando evidenziando quanto il periodo di assaggio influisca sul risultato finale.
Peccato.
(84+ Punti).
IGP OLIO DI PUGLIA MONOCULTIVAR CORATINA BIOLOGICO, COOPERATIVA MADONNA DEL ROSARIO: anche qui qualche “problemino” disturba l’olfatto di una Coratina gestita con gentilezza.
Olfatto non troppo fresco, con sentori più di fieno che di erba sfalciata, note di rucola, carciofo e pomodoro maturo.
Assaggio che risente del clima e del periodo, un po’ grasso ma con una interessante nota balsamica in chiusura.
(82 Punti ma…).
E QUINDI?
E quindi niente!
Sicuramente devo ringraziare GAMBERO ROSSO per avermi invitato all’Evento e il CONSORZIO IGP OLIO DI PUGLIA per la tenacia con la quale porta avanti questo progetto ma…
Ci sono diversi ma.
Innanzitutto il periodo scelto per la manifestazione.
Sappiamo tutti quanto sia difficile comunicare il valore, soprattutto salutistico, dell’olio EVO, un prodotto da sempre immancabilmente presente sulle nostre tavole ma destinato a essere acquistato seguendo le offerte della GDO e non la Qualità.
Non capisco quindi (ma in tutta onestà me ne sono state spiegate le ragioni dai responsabili del Consorzio) perché si debbano presentare prodotti in un quasi Agosto romano con temperature prossime ai 40°C che risentono necessariamente, nonostante l’animo “strong”, di una intrinseca “vecchiaia”.
L’olio EVO non fa che degradarsi giorno dopo giorno (dal punto di vista organolettico) e credo che si faccia un torto al Prodotto e al Produttore non presentandolo al TOP della forma sottraendogli gran parte di quell’irresistibile appeal che dovrebbe avere rispetto ai prodotti “da scaffale”.
E poi basta con questi bicchierini di plastica (oltretutto senza una copertura che impedisca la perdita di profumi)!
Nel 2024 è ora di mandarli in pensione!
Comunque vale sempre il “purché se ne parli” e il fatto che “piuttosto che niente è meglio piuttosto”.
Quindi, nell’attesa di giorni migliori, lunga vita all’olio EVO!