
Certo che è difficile introdurre un’Azienda come FILOMUSI GUELFI dopo che se ne è già parlato non troppo tempo fa, ma l’occasione è ghiotta per sottolineare alcune prerogative che l’assaggio di questa settimana pone in evidenza.
Attaccamento alla tradizione innanzi tutto (cosa che avevo già percepito scambiando poche parole al telefono con Alessandro) e poi modernità, intesa come nuove conoscenze al servizio di una Qualità che da quasi cinquant’anni qui, non si è mai smesso di ricercare).
Sulla cantina dirò ancora e meglio quando, dopo avervi fatto visita, potrò avere la scusa di parlarne di nuovo.
Voglio invece parlare ora e subito del vino.
Sono un po’ di giorni che mi “perdo” in questo “CERASUOLO” Superiore di FILOMUSI GUELFI.
Come al solito ho stappato, dato un’annusata veloce e assaggiato.
Nessuna perdita di tempo!
Non ho fatto altro che quello che dovremmo fare se tornassimo a considerare il vino un alimento liquido, una presenza stabile sulla tavola, una ricompensa al lavoro di un anno (almeno) e non una fumosa identità dissociata dalla vita di tutti i giorni.
Poi, però, ci sono tornato su (e continuo a farlo).
Mi provo dunque a fare il sofista dell’assaggio, l’elevato, quello che percepisce aromi di cose che nemmeno conosce (ricordo uno che, una volta, scomodò l’Avulana Verde che, a tutt’oggi, mi rifiuto ancora di andare a vedere cos’è).
Ma qui c’è poco da volare, qui bisogna restare sulla terra perchè questo CERASUOLO ne è figlio in tutto e per tutto.
La storia del vino d’Abruzzo in un calice, il Montepulciano che poteva essere se i nostri avi avessero avuto tempo e voglia di usare le botti anzichè godere subito…
Paradigmatico, i piccoli frutti rossi a sostituire quella ciliegia che poteva essere e ad addomesticare quella nota verde che cerco sempre nel Montepulciano, quella che in troppi vogliono nascondere perchè ai molti non piace.
Un prato fiorito vista mare.
E del mare la freschezza, il sale ed il morbido abbraccio della sabbia assolata.
Da bere fresco, al volo, ma con la consapevolezza che, se non avrete la pazienza di aspettare, vi perderete davvero “tanta roba”.
Diciamo 10€ in enoteca, ma ne spenderete di più perchè una bottiglia non vi basterà.