
Il dove
Quando si parla di vino di Qualità, normalmente si ha in testa il Produttore illuminato e la produzione di nicchia riservata a quelli che “ci capiscono”.
Cori sta in provincia di Latina ed è un crocevia tra il mare che si intravvede oltre la pianura pontina ed il brullo paesaggio dei Monti Lepini che gli guardano le spalle e lo separano di poco dalle alture del vulcano laziale.
Cori è terra di agricoltura e di vite fin dal tempo dei romani e qui, a meno di un tiro di schioppo dalla meravigliosa Oasi Naturale di Ninfa, c’è invece una delle classiche eccezioni portate ad esempio per confermare le regole.

Ed è a Cori che vado, lo scorso mese di maggio, accettando con grandissimo piacere l’invito di Giovanna Trisorio a partecipare ad una “visita privata” al Giardino di Ninfa ed alla seguente presentazione delle 2 nuove etichette dell’Azienda, quegli “ENYO” e “KORA” di cui leggerete poi, perchè prima Vi devo dire dell’Azienda.

La storia
Alla fine del secondo conflitto mondiale, il 1947 segna la nascita della Cantina Cooperativa Cincinnato i cui soci avevano in mente di trasformare e commercializzare i propri prodotti per favorire crescita economica e benessere della zona.
La scelta del nome non è casuale e fa riferimento al Console Lucio Quinzio Cincinnato che, nel V Sec. a.C., lasciò la fama dei successi politici e militari per ritornare alle proprie origini contadine ben illustrate dal logo aziendale che ritrae quell’aratro cui il Console decise di tornare.
Gli anni ’70 vedranno una crescita notevole della Cantina, che arrivò ad avere oltre 150 soci ed oltre 500ha vitati.
Sono anche gli anni del riconoscimento delle DOC Cori Rosso e Bianco.
Il lavoro sul territorio
In un areale dove sono largamente diffusi i vitigni internazionali, si è deciso di concentrare l’interesse sui portacolori dell’ampelografia locale: il Bellone (Cacchione mi piace di più anche se può sembrare un nome dispregiativo) ed il Nero Buono coltivati in appezzamenti che raramente superano gli 0.5ha e sono tutti caratterizzati da una conduzione basata sulla tecnica della difesa integrata o addirittura BIO.
Del primo, proviene da questa zona quasi il 90% della produzione totale del Lazio, e del Secondo, che è il vero portacolori, sono solo 3 gli ettari autorizzati al di fuori del comune.
E dobbiamo proprio ringraziare Cincinnato se il Nero Buono è stato recuperato, perchè è stato lui a spingere gli studi sul DNA fatti in Alto Adige dall’Istituto di San Michele Appiano.
Ho accennato all’inizio di quanto la realtà cooperativa di Cincinnato devi da quello che è l’immaginario comune.
A Cori infatti, i conferitori non vengono pagati unicamente in base alla quantità di uve ma anche e soprattutto sulla base della qualità delle stesse (e parliamo di differenze importanti).
Arrivare a tanto ha richiesto un volontà di cambiamento e grande impegno da parte di tutti i soci, i quali però, non hanno esitato ad aderire a quell’esemplare progetto di innalzamento qualitativo iniziato negli anni ’90 e tenacemente portato avanti nonostante gli importanti investimenti finanziari richiesti e soprattutto la ferrea volontà di rimanere fedeli a quelle regole che tutti i soci si erano dati.
Dal 2005 è iniziata una nuova fase basata sull’attenzione ai singoli vigneti di quei produttori che hanno deciso di puntare più di altri sul modello Qualità, sacrificando ad essa la produzione.
I vini

13 etichette tra rossi, bianchi e bollicine sarebbero lunghe da descrivere (e toglierebbero spazio a futuri approfondimenti), mi concentrerò quindi su quel Nero Buono e Bellone che caratterizzano da sempre la produzione aziendale.
Le bolle
Iniziando dalle bolle, non si può non parlare del Brut Metodo Classico che, appena presentato, già dimostra grandi potenzialità per quelle che saranno le produzioni future.
I tanti mesi sui lieviti regalano al naso i tipici profumi di crosta di pane che vanno a sommarsi alle delicate nuances fruttate ed alla territoriale mineralità.
Se posso fare un appunto a questa bellissima prova d’autore: il packaging…mannaggia la peppa!
Il Bellone
Altre due declinazioni del Bellone sono “CASTORE” ed “ENYO”.
Il primo ha già vinto numerosi premi mentre il secondo è stato appena presentato al pubblico e viene prodotto da una selezione delle migliori uve dell’Azienda.
“CASTORE” era uno dei Dioscuri cui è dedicato l’imponente tempio che si può visitare andando a Cori e non può quindi che essere territoriale.
Grande freschezza su note di pera e mela mature.
La bocca è corrispondente con l’aggiunta di un lungo e piacevole finale agrumato.
“ENYO” (in dovuto omaggio alla dea greca Bellona) aggiunge una breve macerazione sulle bucce e la fermentazione malolattica ed in bocca sprigiona tutta l’essenza del territorio da cui proviene.
Una freschezza esplosiva, sbuffi floreali e un intenso sentore di mandorla.
In bocca, il sorso è morbido e la potente mineralità si aggiunge ad una lunga scia sapida.
Il Nero Buono
Non potrebbe esserci un “CASTORE” senza il “POLLUCE” che identifica la prima espressione di Nero Buono dell’Azienda.
Scalpitante, tannini vispi e da domare con pazienza, da bere giovane sfruttando la malia dei piccoli frutti rossi, la freschezza ed il piacevole finale amarognolo, ma con una gran bella propensione all’attesa, per trarne la piacevolezza delle spezie e della piena terziarizzazione senza perdere quella piacevolezza di beva che lo caratterizza.
“ERCOLE” è il Nero Buono #2 spinge subito su un caleidoscopio di spezie dolci e frutta matura arrivando poi a piacevolissime note mentolate e minerali.
In bocca domina l’equilibrio ed un lungo finale minerale.
Da un vecchio progetto aziendale sul Nero Buono, arriva l’ultimo nato in casa Cincinnato: “KORA” (dall’antico nome della città di Cori).
Una gran bella prestazione che dimostra come un vitigno scorbutico, trattato con sapienza, possa regalare bottiglie di rara eleganza.
Intenso il suo profumo, una sorta di fumosità di camino che avvolge frutti rossi molto maturi.
In bocca dimostra potenza e semplicità, freschezza e tannini giustamente addomesticati in un contesto di equilibratissima sapidità.
In calce a queste note, approfitto per segnalare il packaging TOP dei neonati “ENYO” e “KORA”, che sfoggiano l’elegantissima livrea di una “mezza magnum” che focalizza subito l’attenzione.

Ed infine
Infine due parole (ma solo due perchè sennò non ci andate) sulla struttura ricettiva che, nel bellissimo casale dell’800, ospita 15 stanze e 2 miniappartamenti oltrechè un ristorante di gran classe ed una vera e propria galleria d’arte ad accompagnare degnamente gli splendidi vini che potrete degustare.