IL COSA E IL DOVE
Lo scorso 13 Maggio gli ampi spazi del MONK di Roma hanno ospitato la quinta Edizione di ERA UVA, la bellissima manifestazione organizzata da ALTROVINO.
In un panorama saturo come quello romano, ERA UVA ha saputo ricavarsi uno spazio tutto suo in uno spazio fuori dagli schemi.
Più che un Evento enoico, una FESTA!
Oltre 50 Aziende a presentare il frutto delle proprie produzioni biologiche, biodinamiche e naturali.
Più di 50 Produttori che ci mettono la faccia.
Il vino e le chiacchiere.
Al di là di follature, batonnage, chiarifiche, malolattiche et similia, il Vino si riappropria della propria dimensione umana e conviviale sotto la bandiera della Qualità.
GLI ASSAGGI
Beh, ho passeggiato tra i tavoli per un sacco di tempo anche quest’anno ma, come ovvio ho assaggiato solo in parte, cercando di dribblare per quanto possibile le sirene di Ulisse dei tanti amici Produttori che volevano farmi assaggiare le nuove annate per potermi dedicare a nuove realtà.
Alla fine, una cinquantina di vini li ho assaggiati e devo ammettere che l’asticella della Qualità si sta pian piano spostando sempre più in alto.
Comunque, di seguito troverete il mio recit de dégustation e l’ormai consueta e personalissima top “qualcosa” (ché mica deve esserci per forza un numero X di vini che si meritano un “premio”).
Voi dategli un’occhiata e prendete spunto per i vostri prossimi assaggi (quando poi vi deciderete a consigliarmi qualcosa non sarà mai troppo tardi).
LA TOP NINE
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOP “SPIRITUS TERRAE” 2019, CANTINA ORSOGNA (ABRUZZO): finalmente un Montepulciano che non ha paura di mostrare il proprio animo varietale!
Al naso sono amarene, susine e frutti di bosco quelli che precedono l’humus, le felci, amaritudini di mandorla ed erbe di campo e una quasi grafitica mineralità.
Sorso freschissimo e appagante, che dimostra un animo caldo pur celato dalla grintosa esuberanza tannica.
Lungo quanto serve a chiederne un secondo bicchiere prima che qualcun altro lo finisca.
VENEZIA GIULIA IGT SAUVIGNON 2023, VENCHIAREZZA (FRIULI VENEZIA GIULIA): praticamente tutto R3 per un naso green “DA PAURA”!
Foglie di pomodoro, di peperone, di limone, la salvia, il sambuco, gli asparagi selvatici, anche un tocco di cachi.
E da questa selva verdeggiante s’alza la testa di una pesca gialla che regala qualche dolcezza e un’idea di quello che sarà…
Il sorso è una lama a doppio filo da duello medievale che propone scorza di lime e decisa sapidità.
Aggressive!
Da bere ascoltando “BROADSWORD” dei JETHRO TULL.
VINO SPUMANTE METODO ANCESTRALE “RB (RIBELLA & LA BESTIA)”, VENCHIAREZZA (FRIULI VENEZIA GIULIA): più “integrale” che “ancestrale”, per niente banale chiede un’attenzione che raramente si concede a vini di questa categoria.
Ribolla Gialla con una dose omeopatica di Pinot Nero che abbina la freschezza delle brezze di collina al frutto croccante maturato al sole.
Da bere “mosso” per saziarsi della materica sostanza dei lieviti, magari non troppo freddo e magari…con un “raffaello” di caprino come proposto da Luca, magari con tanti amici intorno e con una bella scorta di bottiglie in cantina.
VENEZIA GIULIA IGT REFOSCO “VIGNA DEL TEMPO” 2022, VENCHIAREZZA (FRIULI VENEZIA GIULIA): dal sottobosco dei piccoli frutti, delle foglie umide e degli inciampi di radici, s’eleva una balsamicità che i Refoschi della mia infanzia non ricordano fino a quando le spezie non raccordano le sinapsi e il vino non diventa certezza nel calice.
Assaggio gagliardo e amichevole, una stretta di mano, un “terzo tempo” tra la squadra delle durezze e quella delle morbidezze, tannini vispi a pareggiare la sostanza del frutto e…daje sotto con la mortadella d’oca di Jolanda De Colò.
Da bere ascoltando “YOU’RE MY BEST FRIEND” di QUEEN.
BENACO BRESCIANO IGT BIANCO “RINÈ” 2012, CANTRINA (LOMBARDIA): mix di Riesling, Chardonnay e qualcos’altro che al naso è “tanta roba”!
S’affacciano gli idrocarburi a sostegno di una componente vegetale aromatica importante e di un agrume che esprime piena maturità ma ancora birbantezza in una atmosfera che racconta di camino appena spento e braci da osservare.
Il sorso indossa giacca e cravatta ma calza le sneakers, compito e birbante al contempo, in piena concordanza con l’olfatto.
Un vino che fa pensare.
Da bere ascoltando “THINKING ABOUT YOU” dei RADIOHEAD.
MARCHE BIANCO IGT “SANT’ANSOVINO” 2020, COL DI CORTE (MARCHE): un Verdicchio da interventi prossimi a zero che riempie il naso di amaricanti dolcezze di nespola, ciccia di pesca gialla, dolcezze di camomilla ed erbe aromatiche in un contesto profondamente minerale e intrigantemente fumé.
Sorso che vive del contrasto tra le larghe spalle fresco-sapide e una glicericità altrimenti fin troppo ingombrante.
Chiude lungo tra frutta, mineralità e spezie.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “M” 2022, GAJOLE (MARCHE): il naso è un lacoontico intrico di contrasti.
Dolcezze di camomilla e albicocca duellano con le amaritudini della mandorla, la frutta estiva ha il suo contraltare in balsamicità di timo e anice e la frutta secca…non sta a guardare.
Sorso di calorica importanza e borgognona acidità, un diretto al mento di profonda, minerale sapidità e cementizia piccantezza s’allunga in un finale di lunghezza inattesa e sorprendente.
Un vino da KO che si becca il mio premio “SURPRISE”.
Standing ovation per Nicolò Zagaglia.
Da bere ascoltando, casualmente, “M” di AYUMI HAMASAKI.
TOSCANA IGT BIANCO “NUMERO SEI” 2017, SASSOTONDO (TOSCANA): qui manca il Viognier e Greco e Sauvignon si spartiscono la torta.
Netta la componente di frutta gialla matura e ben deciso il contributo di un Sauvignon che racconta sambuco e menta in una atmosfera che fa visualizzare soffitte e album di vecchi ricordi polverosi.
Sorso che evidenzia larghezza e tonicità muscolare della spalla fresco-sapida e chiusura lunga in cui il Sauvignon alza la voce
Da bere ascoltando “GOLD DUST WOMAN” dei FLEETWOOD MAC.
TOSCANA IGT ROSSO “TUFOROSSO” 2022, SASSOTONDO (TOSCANA): 60 parti di Sangiovese, 25 di Teroldego (sic) e il saldo di Merlot.
Certo il Teroldego fa un bel lavoro nello stemperare l’irruenza dl Sangiovese.
Ne risulta un naso in cui mora e ciliegia si accompagnano a gentilezze di viola e di maremmana macchia mediterranea.
Sorso molto interessante e saporito nel quale spicca la rustica piacevolezza dei tannini a supporto dell’ottima freschezza.
Gli do il mio premio “BOH” ma…mi piace un sacco.
GLI ALTRI
CANTINA ORSOGNA (ABRUZZO)
ABRUZZO DOP PECORINO “SPIRITUS TERRAE” 2023: tra tanta frutta dolce (agrumi compresi) s’affacciano toni vegetali e amaricanti di sambuco e anice su uno sfondo di fienagione che s’asciuga le ossa al sole.
Sorso fresco e dinamico, coerente sui toni della frutta che ricorre al mare per proporre una sapidità dimentica in parte del proprio animo minerale.
TREBBIANO D’ABRUZZO DOP “SPIRITUS TERRAE” 2023: un naso che sembra regalare più freschezza del Pecorino precedente, distendendosi su toni floreali e agrumati che le dolcezze della frutta fresca sembrano fondere.
Sorso fresco, coerente, che ricorre a sottigliezze tanniche per mantenersi vibrante e con un finale di fruttati ricordi.
VINO SPUMANTE MALVASIA ORANGE “LUNARIA ANCESTRALE” BRUT NATURE 2023: forse un tantino troppo freddo (io sono un tipo da “temperatura di cantina” per questo genere di vini) stenta un po’ a rilasciare il proprio corredo olfattivo floreale lasciando che siano i lieviti e le note erbacee a prendere in mano la situazione mentre sullo sfondo si sbracciano echi speziati.
Sorso fresco, di decisa sapidità e importante grip tannico, dominato dalle amaricanti note della buccia d’arancia amara e con un finale insolitamente lungo.
VENCHIAREZZA (FRIULI VENEZIA GIULIA)
Nuova veste grafica per i vini di Luca (Caporale).
Protagonista assoluto l’ACINO, quello di cui, tutti, troppo spesso ci dimentichiamo.
VENEZIA GIULIA IGT SCHIOPPETTINO “RED RIBELLA”2023: cemento per questo “Pinot Nero friulano”che, in quanto a freschezze, rivaleggia con ii bianchi proponendo china e tabacco prima che la dolcezza di piccoli frutti regalando un bel contrasto dolce-amaro e una nota green davvero figa.
Sorso pieno e dinamicissimo, ravvivato ulteriormente dalla fitta trama tannica e dal giusto sprint speziato che, in chiusura affianca persistenze fruttate.
VENEZIA GIULIA IGT “RIBELLA”: 80 parti di Ribolla Gialla e 20 di Chardonnay imbottigliate “domani” che già al naso sanno di ribellione carbonica e beva compulsiva.
Bianca di frutti e di fiori propone un sorso easy (a volte non serve di più).
VENEZIA GIULIA IGT PINOT GRIGIO 2023: Il naso è estremamente aperto e racconta di susina, mela, erbe aromatiche, ben più che un quid di frutta secca e, dal cilindro di quel 15% di legno, tra fuori una bella pera matura a riempire il finale.
Assaggio frescofresco e coerente, forse meno brillante di quanto atteso ma tenuto dritto da piccantezze cementizie e da orientali piccantezze.
VENEZIA GIULIA IGT PINOT GRIGIO “GREY ROSÉ” 2023: al naso, l’animo amaricante e leggermente affumicato racconta in primis del pompelmo rosa e dell’osso di pesca, prima di distendersi sui toni del kiwi e della rosa con quel salmastro di sottofondo che…
Sorso minerale e di appagante freschezza, coerente, tannico quanto deve e con un finale lungo e ammandorlato che implora l’abbinamento gastronomico.
VENEZIA GIULIA IGT FRIULANO “VIGNA DEL TEMPO” 2023: dal confronto a memoria con quello dell’annata scorsa emerge un vino più snello, che abbandona la strada delle grassezze alcoliche per imboccare il ripido sentiero delle freschezze.
Resta l’impronta “old style” da pugno sul tavolo gridando “briscule!” ma tutto sembra meno “supponente”.
Vi propone vegetalità sottili e gentilezze di fiori di campo, il frutto attende nell’ombra e chiama in aiuto le spezie dolci mentre le erbe aromatiche fanno comunella con un ché di grafite.
Sorso definito e agile, scattante, mai seduto, orgogliosamente territoriale e con un finale dedicato alla più classica delle mandorle.
VINO SPUMANTE METODO CLASSICO 40 MESI: Chardonnay e Ribolla Gialla in parti uguali, zuccheri zero e un niente di legno che però lascia un segno come di “breâr” e un forse di coppale.
Ribolla ancora non doma nei suoi tratti varietali e ben decisa a proporre prati fioriti in accostamento a pasticcerie da forno.
Sorso di grande cremosità, largo quanto le spalle dello Chardonnay, slanciato quanto l’affusolato profilo della, minerale nell’animo e poco propenso a rimanere nella bottiglia.
VINO SPUMANTE METODO CLASSICO 120 MESI: un vino per rendere al tempo l’importanza dovuta.
Vino e lieviti strettistretti, vicinivicini, per 10 lunghi anni tappati dentro una bottiglia senza manco vedere il sole!
Un naso ampio ma affatto supponente, elegante nel proporre composizioni floreali e pasticcerie complesse ma anche banali caramelle anni’70, canditi, nocciole e tostature di cappuccino.
Assaggio suadente ma affatto femminile, morbido, cremoso, proteso al secondo sorso di cui, ahivoi, potreste non godere perché…ce ne sta davvero poco in giro (troppo poco)!
NOVENTA VINI (LOMBARDIA)
RONCHI DI BRESCIA IGT ROSATO “L’AURA” 2023: 70 parti di Schiava Gentile e 30 di Sangiovese per un naso freschissimo in cui sottili ma presenti vegetalità si intrecciano a succosità di mandarino e dolcezze di lampone.
In bocca è netta la marmorea sapidità e l’agrume monopolizza il sorso per tutta la sua lunghezza.
BOTTICINO DOC “ULIVI” 2020: Barbera, Sangiovese, Marzemino e Schiava che racconta rosa canina, melagrana e un ché di humus.
Sorso affatto impegnativo, decisamente tannico e progressivamente fresco.
BOTTICINO DOC “PIÀ DELLA TESA” 2020: stessi vitigni del precedente per un naso ancora più fresco in cui del bosco, più che l’humus si apprezzano le foglie e i frutti neri del suo limitare.
Sorso abbastanza fresco che evidenzia tannini birbanti e ancora indomiti, con una chiusura dedicata al frutto rosso croccante.
CANTRINA (LOMBARDIA)
“LIBERO ESERCIZIO DI STILE” sta scritto sulla retro etichetta, una frase che mette l’Uomo al centro e chiarisce una volta per tutte (spero) il concetto di Terroir.
BENACO BRESCIANO IGT BIANCO “RINÈ” 2021: Riesling (65%), Chardonnay (30%) e una dose omeopatica di Incrocio Manzoni per un naso di frutta green che spazia dal dolce del kiwi all’aspro della mela Granny Smith e del lime.
Poi vegetalità a gogo di basilico e mughetto.
Sorso il cui il Riesling sottolinea la propria indole sapido-agrumata e il legno allunga il finale.
Non ora, non qui.
BENACO BRESCIANO IGT BIANCO “RINÈ” 2002: qui Riesling e Chardonnay fanno fifty-fifty con il secondo a cercare di imporre le proprie grassezze su un Riesling che non ne vuol sapere di chinare il capo.
Il sorso paga lo scotto dell’età (e del fatto di essere quanto avanzato dalla masterclass del mattino) ma è coerente, mostra la saggezza prendere il sopravvento e la chiusura scomoda il cioccolato bianco.
Gli perdono volentieri la mancanza di “scapigliatura” della 2012.
RIVIERA DEL GARDA CLASSICO DOC VALTÈNESI CHIARETTO “A ROSE IS A ROSE, IS A ROSE” 2022: rosa il nome e rosee le sensazioni.
Ribes, lamponi, fragoline fresche, financo ciclamini e un ché di lievito sono il quadro olfattivo estremamente femminile che questo vino sciorina con sin troppo scolastica didascalica precisione.
Sorso fresco, sapido, acchiappante, modaiolo e…dannatamente femminile (nonostante la succulenta sapidità).
Certo non il mio vino ma…che bella etichetta (un sentito complimento all’artista che l’ha disegnata: Cristina Inganni)!
VINO ROSATO “ROSANOIRE” 2022: un rosato da Pinot Nero che aggira gli schemi precostituiti e propone in primis boschive freschezze balsamiche per poi lasciarsi andar alle note di ribes e pompelmo rosa.
Sorso accattivante e affatto supponente, di grande piacevolezza e con una chiusura tutta floreale.
RIVIERA DEL GARDA CLASSICO DOC VALTÈNESI CHIARETTO BIO “MY ROSES”: novanta parti di Groppello e il saldo di Pinot Nero per un rosato con un incipit vagamente caseario che però evolve presto in un profluvio di melagrana, ribes, mandarino e pompelmo rosa senza dimenticarsi di gerani, spezie e graffi di quasi salamoia in un contesto di bella mineralità.
L’ingresso in bocca segue al respiro di una sottile nota balsamica e subito il sorso, snello e piacevolissimo, diventa compulsivo grazie ai continui ricordi salini e agrumati.
Bello davvero.
RIVIERA DEL GARDA CLASSICO DOC GROPPELLO “MY GROPPELLO”: ciliegie, amarene, rose, lavanda, muschio…
Palato coerente e corpo snello e leggiadro per un vino da…frigo e sete.
BENACO BRESCIANO IGT ROSSO “ZERDÌ” 2019: 100% Rebo che lascia spazio alla confettura di fragole dopo un incipit di boero e s’allunga poi su intensità di liquirizia.
Sorso morbido ben bilanciato da freschezze e tannini.
BENACO BRESCIANO IGT ROSSO “NEPOMUCENO” 2018: Merlot, Marzemino e Rebo che regalano more e mirtilli in confettura in un quadro tostato di caffè e cacao dal quale sul quale spiccano pennellate di china, radici, humus e camino spento.
Sorso opulento nel quale i tannini sono costretti a un superlavoro per venire in aiuto di una freschezza altrimenti in affanno.
COL DI CORTE (MARCHE)
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOC CLASSICO SUPERIORE “VIGNETO DI TOBIA” 2021: al naso domina una pesca gialla quasi esagerata e la ginestra ci mette del suo mentre s’avanzano toni salmastri e, tra le erbe aromatiche, ben più che un’idea di finocchietto selvatico.
Sorso davvero ricco, che evidenzia la grassezza del terreno nel quale affondano le radici gli impianti, fresco, sapido, ma di dolcezza glicerica tale da sfociare in una sensazione di quasi residuo zuccherino nonostante il contesto di bella varietalità.
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOC CLASSICO “ANNO UNO” 2022: quasi didattico nel suo profilo organolettico, segue in buona parte il percorso del vino precedente ma con più immediatezza e meno “boria”.
Molto piacevole.
VINO ROSATO FRIZZANTE “L’ANCESTRALE”: una spremuta di lampone e melagrana cui s’accostano toni selvatici e di fiori di campo, sottili note ferrose e consistenze di lieviti.
Il sorso è dominato dalle dolcezze fruttate che schiacciano la pur importante varietalità in un angolo determinando un risultato di eccessiva piacioneria.
Quello degli “ancestrali” è terreno minato da percorrere con mille cautele.
VINO ROSSO FRIZZANTE “BECCE”: 100% Lacrima di Morro d’Alba che al naso lascia esplodere piccoli frutti rossi, piccantezze di zenzero e pepe, note erbacee e un quid di violette.
Sorso allegro, dissetante, caciarone, grippante quel tanto che serve per chiederne un altro bicchiere.
Chiacchiere e amici, che serve di più?!
ESINO DOC ROSSO 2021: uno sgarbo di riduzione richiede un po’ di lavoro di polso per svelare le freschezze di amarena e arancia sanguinella cui fanno seguito accenti ferrosi e di erbe aromatiche.
Decisamente meglio il sorso, fresco e sottilmente tannico per un risultato di grande bevibilità e con un finale di più che onesta lunghezza.
MARCHE ROSSO IGT “SANT’ANSOVINO” 2017: Montepulciano e Cabernet Sauvignon si spartiscono la bottiglia e regalano un naso centrato su note boschive di funghi, radici, corteccia, torba e pensieri di camino spento.
Seguono more e visciole, mineralità e cespugli di rosmarino vista mare.
Sorso agile, di buona freschezza, invitante sapidità e intrigante trama tannica con un lungo finale di ricordi fruttati
SASSOTONDO (TOSCANA)
TOSCANA IGT BIANCO “TUFOBIANCO” 2022: forse appenappena ritotto esalta frutta secca e acacia senza dimenticarsi delle albicocche e di una tufacea mineralità.
Sorso ben fresco in cui la vivace, sapida mineralità ci accompagna per tutto l’assaggio.
TOSCANA IGT BIANCO “NUMERO SEI” 2022: Greco, Sauvignon e Viognier in parti uguali per un naso ben centrato sui toni della frutta secca sotto miele e con una sottile speziatura dolce e sbuffi d’agrume che illuminano una profonda mineralità vulcanica.
Sorso deciso, fresco e progressivamente sapido che nel finale, forse meno lungo di quanto atteso, gioca la carta della balsamicità
MAREMMA TOSCANA DOC CILIEGIOLO “SASSOTONDO ROSSO” 2022: ciliegie e amarene s’accompagnano a viole e lavanda mentre le freschezze di menta e gli echi marini aprono i polmoni.
Sorso birbante, frescofresco, sapido e intrigantemente tannico che in chiusura esalta la componente balsamica.
E ORA?
Beh, ora è il momento dei ringraziamenti, ad ALTROVINO per avermi ospitato ancora una volta, a tutti i Produttori che hanno voluto regalarmi il loro tempo e le loro parole e anche e tutti quelli cui, per mancanza di tempo non ho potuto rompere le scatole.
Ed è poi il momento dell’attesa per una sesta Edizione di ERA UVA che già so essere sorprendente come sempre.
Sulla fatica che dovrò fare per mettermi “in pari” con tuti gli Eventi di cui ho da raccontarVi, invece, non dico nulla lasciando a Voi il compito di immaginarla.