IL COSA ED IL DOVE
Seconda Edizione per DiVino, il bell’Evento organizzato da DECANTER WINE ACADEMY nell’elegante cornice di Villa Piccolomini a Roma andato in onda gli scorsi 3 e 4 Febbraio.
Un Evento che metteva al centro i Vignaioli ancor prima che le loro produzioni.
Un Evento che, tra banchi d’assaggio e masterclass, ha radunato una numerosissima folla di operatori del settore, giornalisti e semplici winelowers.
Non tutto perfetto, qualche aggiustatina qua e là da fare ma, in assoluto, una due giorni davvero riuscita.
GLI ASSAGGI
90 le Aziende presenti a rappresentare l’intera lunghezza dello stivale italico (forse un po’ troppe rispetto alle dimensioni della sala).
Una lista lunghissima di vini da poter assaggiare ed io…da solo!!!
Ovvio che mai avreei potuto assaggiare tutto, se poi ci mettete in mezzo pure le gare di nuoto del nano di casa…
Ecco dunque che, come mia consuetudine, son partito da casa con il mio bel “palinsesto” di assaggi e la ferma intenzione di rispettarlo ma…
I programmi, si sa, sono fatti per non essere rispettati e chi sono io per sottrarmi a questa legge dell’Universo?
Poi metteteci una quantità di GGente che manco avessero dato la minestra gratis, i “cavalieri” bassibassi e semi nascosti (piccola bacchettata sulle dita), l’età che avanza…
Insomma, ho assaggiato quello che sono riuscito ad assaggiare mixando ricerca e fortuna.
Tanta la Qualità proposta (beh, qualcosa di cui avrei potuto fare a meno l’ho trovata ma questo è inevitabile) e tante cose che mi piacerebbe approfondire.
Voi date una letta alle mie consuete e personalissime note di degustazione tenendo ben presente da quale pulpito viene la predica e poi…correte ad assaggiare di persona!
IL TRENTINO
DE VESCOVI ULZBACH
Siamo a Mezzocorona (TN).
Una Storia lunga 400 anni (che tocca pure l’America) che racconta un legame indissolubile con la Piana Rotaliana ed il suo vitigno più rappresentativo: il Teroldego.
L’oggi ha da poco compiuto vent’anni e sa di rispetto, di continuità con il passato e di occhi rivolti al futuro.
MANZONI BIANCO 2022: davvero più che gene nel clone qui il Riesling sembra presente in prima persona.
Verticalmente dolomitico, racconta con crudezza scorza di cedro e di limone, erbe ed arbusti ma…
C’è un “ma” di grassezze di frutta secca, di nocciola e crema a dare la sicurezza di una sosta comoda dopo lo strapiombo.
Sorso inizialmente tagliente come un microappiglio che pian piano evolve su calore e morbidezze allungandosi sapido sulle coerenze olfattive.
Un assaggio per chi non teme il vuoto sotto il sedere.
Si becca il mio premio “VERTIGO”.
Da bere ascoltando “MOUNTAIN CLIMBING” di JOE BONAMASSA.
TEROLDEGO ROTALIANO DOC “ROSA ULZBACH” 2021: un Teroldego dal naso “bianchista”.
Gentile nel raccontare piccoli frutti rossi, delicato nel proporre le viole.
Vispi i richiami di erbe alpine e…quel tocco vegetale, ortolano, di quasi lattuga che aggiunge freschezza alle freschezze.
Sorso succoso, segnato da una sapidità che fa schioccare la lingua e che nel finale è quasi piccantezza.
Un rosato che Vi travierà.
TEROLDEGO ROTALIANO “ROSA ULZBACH” 2022: pantone alla mano, chi “fa” ha deciso di scaricarne il colore con quel che ne consegue.
Il naso si affila, diventa sottilmente femminile, quasi tagliente, dimentica la vena vegetale e lima i profumi delle piccole bacche rosse a delicato ricamo.
Il sorso segue l’olfatto perdendo parte della sostanza ed evidenziando vieppiù la vena sapida.
Un vino fatto di strizzate d’occhio ed amori platonici.
Per palati che amano il controllo.
DOLOMITI IGT ROSSO “KINO NERO” 2021: 50 parti di Teroldego, 40 di Merlot, ed il saldo di Groppello di Revò danno rispettivamente frutta fresca, frutta matura e spezie nere (aggiunte con attenzione per non snaturare il risultato finale).
Ed ecco dunque la fitta schiera di profumi: ciliegia, amarena, mora, mirtillo…e quel pepe che “ci mette il pepe”.
Sorso che comunica intensità senza eccedere in sostanza, fresco, lungo, invitante.
Ne berreste subito un altro e…lo farete.
Tenetene una bottiglia di scorta.
Da bere ascoltando “BACK IN BLACK” degli AC/DC.
TEROLDEGO ROTALIANO DOC CLASSICO 2021: olfatto intenso, variegato e deciso nel presentare con precisione ciliegia, lampone e piccantezze di spezie scure senza dimenticare note di terriccio e china.
Sorso pieno, concreto, di precisa rispondenza, persistenza non comune e chiusura amaricante.
Lodevole rappresentazione del vitigno e del Territorio.
TEROLDEGO ROTALIANO DOC “VIGILIUS” 2020: un nome che è una dedica alla Famiglia ed al Territorio.
Naso panoramico che, in una speziata, balsamica atmosfera, racconta lo scuro succoso della mora e della ciliegia matura e la luminosa gentilezza della rosa (certo che il legno…dice ben più che la sua).
Il sorso cambia dimensione e segue l’asse delle Y calcando la mano sulle acidità dei piccoli frutti (mirtillo?) e nascondendo affatto il grip tannico.
Chiude infine su note floreali.
Non che manchi il “monaco”, ma un vino per chi cerca “l’abito” e non vuole sorprese.
Personalmente…gli preferisco il fratello minore.
p.s. m’hanno detto che in famiglia ce n’è una versione declinata in cemento e ceramica…ah, quanto vorrei ficcarci il naso!
IL LAZIO
TERRE D’AQUESIA
12 ha 25000 bottiglie nell’Alta Tuscia Viterbese di Acquapendente, lì dove la Via Francigena è sentiero da percorrere.
Un’Azienda che tra l’Umbria e la Toscana sceglie di essere terza via e non copia conforme a nessuna delle due.
Impatto ambientale prossimo allo zero e grande cura in cantina per risultati che, tra tradizione e sperimentazione esaltano il Territorio valorizzando vitigni autoctoni ed internazionali.
JAZZ BIANCO 2022: Grechetto, Chardonnay ed una iniezione di Procanico
Vino “naturale”?
Boh?!
Dai, diciamo…“spontaneo”!
L’olfatto lo sorprende a muoversi scaltro sul filo di un difetto che è lì davanti, baratro insondabile in cui per timore o coscienza non cade.
La riduzione è ostacolo che non richiede torsioni di calice da far rischiare il tunnel carpale per poter essere aggirato e schiude un panorama olfattivo governato dal Grechetto.
Ed ecco dunque il corteo delle amaritudini (erbe di campo, salvia, liquirizia) a precedere le grassezze esotiche portate in dote dallo chardonnay, gessosa mineralità ed un quid fumoso a fare atmosfera.
Il sorso è pimpante freschezza e minerale sapidità condite del giusto di morbidezza e da un finale che fa schioccare la lingua.
Un vino “astuto” cui manca solo lo stelvin (e qualche aggiustatina).
Si becca il mio premio “MANNAGGIA”.
Da bere ascoltando (QR CODE a parte) ”SOFTLY AS IN A MORNING SUNRISE” del MODERN JAZZ QUARTET.
JAZZ ROSSO 2022: 80 parti di Sangiovese ed il saldo di Ciliegiolo che qualche lievito monello sporca appena di uno smalto che il tempo aggiusta ma…”addoprate” la caraffa!
Olfatto mai seduto, che vive anzi dei continui acuti di more (rovi compresi), bacche nere e liquirizia.
Ferrosa la vena in sottofondo, accompagnata dalla freschezza del frutto portata in dote dal Ciliegiolo.
Sorso deciso e di vinoso acchiappo che strizza l’occhio al frutto senza dimenticarsi dell’intrico vegetale e del sottile prurito dei tannini.
A questo gli do un “NI” e magari me lo riassaggio più in là.
CANTINA LE MACCHIE
11ha molto parcellizzati (ed una quindicina di etichette) in una zona che è Centro Italia sulle carte ma Alto Adige dal punto di vista climatico.
Ed è proprio per questo che i reimpianti parlano di Riesling e Gewürztraminer ed è per amore del territorio che al centro dell’attenzione viene messa anche quella vite ultracentenaria di Cesanese Nero.
LAZIO IGP CESANESE NERO “2011/2022 L’ULTIMO BALUARDO” 2020: un Cesanese Nero che celebra qui la sua decima vendemmia con un naso scuro, da carbonaro, che tra polvere di cacao e pepe nero racconta fragolosi frutti di bosco e freschezze mentolate.
Sorso austero ma affatto borioso nel riproporre con equilibrio e buona coerenza i descrittori olfattivi giocando su sottile sapidità e buona persistenza.
Forse m’aspettavo un po’ più di grinta ma…ce po sta.
LAZIO IGP PASSITO MALVASIA PUNTINATA “SE. BO. BE. BI.”: naso BUM, che esprime grassezze di frutta matura e miele alternandole a freschezze di menta ed erbe aromatiche in una atmosfera vagamente fumé.
Bocca sottintende le dolcezze spingendo su vena sapida e viva freschezza.
Un vino che vive di contrasti: alto, largo, grasso, sottile.
Un sorso?
Non basta!
Ce ne vuole un altro e, magari, pure un bel pezzo di formaggio.
Da bere ascoltando “JEANNINE” dei MANHATTAN TRANSFER.
L’ABRUZZO
PODERI ALONA
8ha a Monteodorisio (CH).
Un’Azienda nata nel 2018, 30000 bottiglie che raccontano storie di famiglia e Territorio.
Produzioni corrette ma che avrebbero bisogno di un po’ più di “coraggio”.
Cresceranno.
COLLINE PESCARESI IGT COCOCCIOLA “UCLIDEA” 2022: si apre al naso su sensazioni erbacee prima di lasciarsi andare ai toni della pesca tabacchiera e della pera (con un quid di frutta esotica che avrei preferito di no).
In bocca strilla sapidità adriatica ma rientra subito nei ranghi con un bell’equilibrio tra freschezze e sostanza glicerica.
Chiude su leggere amaritudini di nespola e…invita ad un secondo sorso.
COLLINE PESCARESI IGT ROSATO “NATALÌ” 2022: nato da un vigneto misto, propone al naso un interessante mix di piccoli frutti rossi e sottili amaritudini vegetali con una intrigante iniezione agrumata.
In bocca placa la sua verve proponendo con affettata femminilità, dolcezze di frutto che lo rendono eccessivamente modaiolo.
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “MASSANDRA” 2020: acciaio e pocopoco legno che però firma il naso con caratteri cioccolatosi che, affiancati dal frutto rosso maturo sacrificano il carattere sull’altare del “uozzamerica”.
Sorso sin troppo rotondo, di bell’equilibrio fresco-sapido con tannini ancora vivaci a tener alta l’attenzione.
TENUTA GROSSI
Siamo ad Ortona (CH).
Un’Azienda nata nel 2012.
100000 bottiglie che raccontano la tradizione enologica dell’Abruzzo con un occhio rivolto al futuro ed ai mercati internazionali.
TERRE DI CHIETI IGP PECORINO “VITIUM” 2022: Pecorino con una bella iniezione di Chardonnay per un naso easy che racconta pesca e fiori gialli con femminile delicatezza.
Appena un accenno alle erbe aromatiche ed un soffio l’impronta marina.
Sorso che punta sull’acchiappo delle morbidezze e sul controllo fresco sapido, ravvivato da una sferzata amaricante di nespola e che chiude su leggere piccantezze saline.
TERRE DI CHIETI IGT PECORINO “925” 2022: solo Pecorino con ancora un filo di carbonica a vivacizzare un olfatto che affianca a dolci grassezze d’acacia freschezze floreali di biancospino e graffi balsamici, sottili piccantezze a leggere amaritudini (epperò ci sta pure la frutta esotica).
Sorso di buona rispondenza che esalta la frutta sacrificando la mineralità e chiudendo appena amaricante in una scia di fruttate dolcezze.
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “VITIUM” 2022: al naso, tra gelso nero ed amarena spunta l’arancia sanguinella ed il ginepro chiude un panorama olfattivo non complesso ma ben preciso.
Sorso caldo e ben rispondente all’olfatto che aggiunge una nota di cioccolato fondente all’elenco delle morbidezze e che il grip tannico mantiene vivo.
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “24K” RISERVA 2018: naso scuro di frutta matura (ciliegie, prugne, amarene).
Rossi anche i fiori a precedere sottili speziature e balsamicità di tabacco e resina che però il legno tende a coprire.
Sorso morbido, caldo e strutturato, di buona rispondenza e dagli educati tannini con una chiusura amaricante di radice di liquirizia.
Troppo “carico” per i miei standard ma di sicuro successo.
LA CAMPANIA
CASA SETARO
14ha nel comune più piccolo del Parco del Vesuvio dedicati.
Un’Azienda familiare che ha nella Tradizione le proprie, profonde radici e che mette grande impegno nella valorizzazione dei vitigni autoctoni (coltivati spesso su piede franco).
VESUVIO DOC CAPRETTONE “ARYETE” 2022: “seimesisei” di anfora ed il contatto con le bucce gli danno colore e sostanza.
L’olfatto evidenzia ciccia fruttata e snellezze balsamiche con quella sottile speziatura che…Vi trasporta nell’Oriente misterioso.
Irrompe in bocca a testa bassa con un primo sorso che ne vuole subito un altro senza star lì a pensare a sofistici descrittori.
Fresco, sapido, sostanzioso, succoso ed amaricante d’agrume amaro ed erbe aromatiche lungo tutto il tragitto dell’assaggio, chiude con succulenta mineralità.
Ce ne sono di migliori, ma questo è davvero figo!
Gli ammollo il mio premio “RUMBLE”.
Da bere ascoltando “THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY” dei GENESIS.
LACRIMA CHRISTI DEL VESUVIO DOC ROSSO “MUNAZEI” 2022: un Piedirosso brioso e vulcanico!
C’ha la grinta della ciliegia appena invaiata, la succosità dell’arancia sanguinella, le note amaricanti delle erbe aromatiche e quelle ferrose della spada di un guerriero.
Il sorso è godurioso, vivace, sprizza energia da tutti i pori.
“Cabernetteggia” raccontando foglia di pomodoro e peperone verde con una peposità tutta da provare.
Non ve ne basterà una bottiglia!
Fatene scorta.
Da bere ascoltando “PERSONAL JESUS” dei DEPEACHE MODE.
CAMPANIA IGT AGLIANICO “TERRAMATTA” 2022: l’olfatto punta sulla verticalità proponendo la luminosa energia di fiori e frutti e le cupe profondità delle spezie e di una terra che “vulcano” nell’animo.
Sorso fresco e polposo tenuto vivo da tannini che “saranno” ma che per il momento sono ancora “scugnizzi.
Vuole vetro e si farà ma, per ora, guarda il Piedirosso dal basso verso l’alto.
BORGODANGELO
Dal cuore dell’areale produttivo del Taurasi ecco un’Azienda giovane e tutt’ora in crescita.
Mix di famiglia e vera e propria impresa per una produzione attenta al gusto del consumatore ma che non perde di vista la Tradizione.
GRECO DI TUFO DOCG 2022: il naso vorrebbe raccontare note erbacee ma è la frutta gialla ad alzare la voce (riducendo le asprezze di mela Granny Smith a semplice sussurro) mentre spezie dolci contornano agrumi maturi.
Sorso fresco ed ammiccante che accenna alla nocciola per riproporre poi i descrittori olfattivi in un continuum garbato ma, forse, troppo ammiccante e femminile.
FIANO DI AVELLINO DOCG 2022: aggressive sin dall’olfatto, racconta sprintosi agrumi e soffi mentolati appena stondati da dolcezze di frutta esotica.
Sorso di pizzicosa sapidità che la sostanza glicerica non riesce a pareggiare, di buona rispondenza e corretta persistenza.
In linea con il Greco di cui ho detto sopra.
CAMPI TAURASINI 2018: il naso è scuro ed intriso di dolci grassezze di frutti di bosco in confettura.
Ma è la dinamica speziatura di chiodi di garofano, sono le intriganti amaritudini di mallo di noce, le ombre di un sottobosco di funghi e radici a fare notizia mentre petali di rosa ci mettono una nota gentile e la liquirizia rinfresca.
Verticale freschezza e tannini pistoleri in fitta schiera rendono il sorso particolarmente affilato mentre la presenza sapida ispira un secondo sorso che lascia apprezzare, in una atmosfera fumè, intriganti tostature
Maliardo!
Da bere ascoltando “BEWITCHED” di FRANK SINATRA.
TAURASI DOCG 2015: comunica subito la pienezza di un sottobosco di frutto ma è poi la parte terragna ad avere la meglio.
Ed allora ecco humus e radici, ferrosa e ruggine mineralità.
Poi le spezie scure, la balsamicità del tabacco e le amaritudini di salvia, cassis e china.
Sorso teso, vivo, che evidenzia curata trama tannica ed una bella progressione sapida che conduce ad un finale che racconta di camino e note ematiche.
Ero lì che aspettavo mi sorprendesse ed invece…però, assolutamente nulla da dire: gran bel vino!
ED ORA?
Beh, ora è il momento dei ringraziamenti, agli Organizzatori per avermi ospitato ed ai Produttori per avermi sopportato.
Della voglia di approfondire alcuni argomenti Vi ho già detto, dell’attesa per un’Edizione 2025 che metto in agenda sin da ora Vi dico adesso.