IL COSA ED IL DOVE
Edizione XXII per SPARKLE DAY, l’Evento con la “E” Maiuscola dedicato da CUCINA & VINI alle bollicine (non dolci) più fighe d’Italia.
L’Hotel Parco dei Principi l’ormai consueta location e tutta la gente del mondo ad assaggiare le quasi 200 etichette in degustazione.
GLI ASSAGGI
SPARKLE DAY è un Evento più impegnativo di altri Eventi Impegnativi, c’è un mondo di qualità da assaggiare, una sala immensa da percorrere con fatica, un babelico vociare, una folla delirante che le bollicine aizzano vieppiù…
Ed io…io sono, ovviamente, SOLO io!
Reduce da un altro Evento nella mattinata, sfuggito di soppiatto da una piscina altrettanto gremita di gente urlante per incitare la prole che si sfidava a sun di vasche…
Confesso di aver accusato un po’ il colpo (o forse è solo il fatto che sono sempre più anziano) ma…stoicamente ho fatto il mio lavoro, elenco delle Aziende alla mano e camaleonticamente pronto a cambiare priorità di assaggio dando retta a occhi e fiuto.
Vabbè, date una letta a quello che Vi propongo ed approfittate delle imminenti feste per farvi sfrucugliare il naso da queste nobili effervescenze.
LA LOMBARDIA
MIRABELLA
45ha di Franciacorta su cui dalla fine degli anni ’70 vengono coltivati i vitigni classici della zona.
Conduzione biologica in vigna ed impatto zero in Azienda per una produzione identitaria e di assoluto livello.
FRANCIACORTA DOCG BRUT NATURE “DEMETRA” MILLESIMATO 2018: 65 parti di Chardonnay, 25 di Pinot Nero e 10 di Pinot Bianco.
Al naso si propone subito balsamico ma evolve nel breve su profumi di mandarino, pesca e piccola pasticceria.
Sorso decisamente sapido e di giusta freschezza, con una effervescenza fine che bel aiuta a riproporre i toni olfattivi fino alla chiusura minerale ed agrumata.
FRANCIACORTA DOCG DOSAGGIO ZERO “DØM RISERVA” MILLESIMATO 2011: 60% Chardonnay, 25% Pinot Nero ed il saldo di Pinot Bianco per un olfatto ampio e complesso che elargisce a piene mani mineralità e frutta candita, scorzette di limone, dolcezze pasticcere di marzapane e sottili tostature.
Sorso ben strutturato, di effervescenza a mio giudizio un tantino troppo esuberante ma comunque cremosa ed uno sviluppo gustativo lunghissimo e perfettamente rispondente.
Al di là di tutto, elegantissimo!
Da bere ascoltando “KISS & TELL” di BRYAN FERRY.
MARZAGHE
Piccola Azienda (10ha) a conduzione familiare nel cuore della Franciacorta.
Biologici certificati mirano ad una produzione di altissimo livello vinificando esclusivamente nelle annate migliori e non cedendo assolutamente alla fretta di immettere sul mercato nuove annate.
FRANCIACORTA DOCG EXTRA BRUT “D-ISTINTO” MILLESIMATO 2011: 80% Chardonnay con quel 20% di Pinot Nero che…
Prende possesso del naso evocando susine e scorze d’agrumi allargando poi il panorama su tostature pasticcere di frutta secca e zuccheri.
L’assaggio è un intrigantissimo mix di avvolgenti morbidezze ed affilata freschezza con una lunga chiusura agrumata.
L’ALTO ADIGE
KURTATSCH
Una storia che risale al 1900 e che racconta di come l’unione possa fare la forza.
Una produzione attenta alla qualità ed ad interpretare al meglio un Territorio attraverso il varietale espresso da ciascun vitigno nei diversi areali produttivi.
ALTO ADIGE DOC SPUMANTE BLANC DE BLANCS PAS DOSÉ “600”: 55 mesi sui lieviti per questo Chardonnay tutto agrumi e frutta fresca cui fanno da contorno leggere tostature e croccantezze di forno.
Sorso teso e di agrumata freschezza, caratterizzato da una intrigante, sapida cremosità.
ERSTE+NEUE
Azienda con una storia secolare cui va il merito di aver avuto da sempre il coraggio di puntare sulla Qualità rifuggendo la Quantità.
Un esempio di realtà cooperativa cui far riferimento.
BRUT “PEAK NAT PUNTAY” 2022: tutto pinot bianco a raccontare con inconsueta semplicità dolcezze d’agrume e sottili esoticità di ananas in una atmosfera minerale graffiata qua e là da vegetalità taglienti
In bocca è affilato, di grande freschezza e piccante sapidità, per un sorso naif, di arruffata eleganza.
KELLEREI KALTERN
440ha suddivisi tra 590 soci per una cooperativa che dal 1906 rappresenta un pezzo di storia del vino altoatesino ed è un vero e proprio riferimento non solo per le altre Aziende della Regione.
Grande attenzione all’Ambiente ed una produzione fortemente rappresentativa del variegato panorama di habitat produttivi.
SÜDTIROL – ALTO ADIGE METODO CLASSICO BRUT NATURE 2018: floreale l’impatto olfattivo ma giallo e fruttato lo sviluppo che evidenzia mela, pesca e pompelmo maturi.
Importante l’apporto della frutta secca cui fa eco il forno in fondo alla strada, quello di cui non potete non seguire il profumo che si spande in aria.
Dolomiticamente verticale il sorso, di piacevolissima lunghezza e ben centrato sui richiami della frutta secca
KETTMEIR
Un passato storico che inquadra l’azienda come pioniera della spumantizzazione altoatesina ed un oggi che ha ben chiara la strada da seguire per affrontare il futuro con occhio attento all’innovazione senza perdere di vista tradizione e Qualità.
ALTO ADIGE DOC BRUT “ATHESIS”: per metà Chardonnay ed il resto quasi tutto Pinot Bianco a parte un saldo di Pinot Nero.
Due anni sui lieviti per raccontarci fiori ed agrumi dolci e maturi con appena un ché di vegetale.
Sorso fresco e discretamente cremoso, giocato sui ricordi agrumati ed una chiusura appena ammandorlata.
Per carità, un bel bere ma…NI.
ALTO ADIGE DOC METODO CLASSICO EXTRA BRUT “1919” RISERVA 2017: 70 parti di Chardonnay ed il saldo di Pinot Nero per un naso che spinge sull’acceleratore delle vegetalità.
Ci trovate la nespola e l’erba limoncella ma non dimenticateVi della frutta secca tostata e dei covoni di fieno.
Assaggio di elegantissima sostanza e muscolosa mineralità con una chiusura balsamica infinita screziata di rimandi tostati.
È uno degli ultimi assaggi e confesso di cominciare ad accusare la stanchezza ma questo riesce a darmi ancora energia: TOPPP!
Da bere ascoltando, se non altro per omonimia, “1919” di RYÜICHI SAKAMOTO.
IL TRENTINO
MOSER
Nome storico della viticoltura della Val di Cembra e delle “due ruote”.
Un mix unico di tenacia, tradizione e modernità per una produzione attenta alla Qualità ed al Territorio.
TRENTO DOC BRUT NATURE 2017: uno Chardonnay che Vi fa respirare a pieni polmoni!
In punta di sella oppure “en danseuse” sfogliate il numero dei descrittori olfattivi come fossero tornanti di un passo alpino: dolomitica mineralità, freschezza d’agrumi, la menta che dilata le narici, il pizzicore delle spezie, l’abbraccio delle brioches appena sfornate…
Il sorso è un equilibrio sottile come i copertoncini che Vi scapicollano in discesa, cremoso, con freschezza e sapidità a ruota e tutto il gruppo allungato in una lunga scia minerale.
Da bere ascoltando, manco a dirlo ”BICYCLE RACE” dei QUEEN.
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
Dagli anni ’60 un vero riferimento per la spumantistica regionale.
50ha tra Collio e Grave dedicati a Tradizione, Autenticità, Innovazione, Eccellenza e…Bollicine (ma non solo).
CANTARUTTI
SPUMANTE METODO CLASSICO “DIALOGO DI CANTALFIERI” 2020: Pinot Nero e Pinot Bianco (70/30) che regala al naso fresche amaritudini vegetali e di arancia amara prima dii allargare l’orizzonte olfattivo alla balsamicità aromatica del timo e dell’alloro ed alla dolce sostanza della susina.
Sorso di inaspettata sostanza ed altrettanto sorprendente sapidità, ben sostenuto dalla verticale freschezza e con un finale dedicato ai ricordi balsamici,
Giovanissimo…troppo.
SPUMANTE METODO CLASSICO “EPILOGO DI CANTALFIERI” 2020: compresso in una sboccatura davvero troppo recente, stenta ad esprimere la frutta (mandarino, melone bianco e forse albicocca) lasciando che l’attenzione si concentri sulle note iodate e minerali di cui è pervasa l’atmosfera.
Sorso fresco ed affilato, sostanzioso e d’aiuto a confermare quanto percepito all’olfatto.
Qui, davvero, ne dobbiamo riparlare tra diversi anni!
Peccato…
Si becca comunque il mio premio “PARLIAMONE”.
SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT “EPILOGO DI CANTALFIERI LIMITED EDITION” 2004: un “EPILOGO” del tutto diverso dal precedente, quasi fosse il “finale” alternativo di un film.
I quasi vent’anni di vetro in più rispetto al precedente ne disegnano un profilo olfattivo diametralmente opposto, là dove era luce, ora è penombra, là dove erano freschezze ora sono tostature.
Ed allora dimentichiamo la frutta (a parte quella candita dei dolci che assaggeremo nelle prossime feste) e sgraniamo il susseguirsi delle sensazioni di caffè, cacao, semi di zucca, la grassezza delle arachidi e la dolcezza delle nocciole glassate alla festa del paese.
In bocca invece si anima, regalando inattesa dinamicità grazie più alla vena minerale che ad una freschezza che pare essere leggermente imbrigliata.
Finissima e cremosa, la carbonica ben veicola i descrittori olfattivi regalandoci un sorso sicuramente gastronomico e, forse, meditativo.
Da bere ascoltando “IN THE END” dei LINKIN PARK.
L’ABRUZZO
FAUSTO ZAZZARA
10000 bottiglie prodotte in quel di Tocco da Casauria (PE) con un tocco di sana artigianalità per un risultato “majgual” tutto da assaggiare.
METODO CLASSICO BRUT “MAJGUAL”: Pecorino e Chardonnay in proporzioni “majgual” che se ne stanno 60 mesi sui lieviti.
Olfatto non eloquentissimo che evidenzia un animo minerale e stenta a raccontare frutta esotica, agrumi e sottili tostature.
In bocca è appena più brillante nel quale la freschezza del frutto, veicolata da un’effervescenza un pochino brusca, risulta essere decisamente più in evidenza.
Piacevolmente amaricante e di discreta lunghezza il finale, per un sorso da cui m’aspettavo di più.
METODO CLASSICO BRUT ROSÉ: 60 mesi sui lieviti non scalfiscono l’anima di questo Montepulciano che, seppur con qualche affanno, rivela infine le note varietali del vitigno, calcando la mano sul rosso dell’amarena ancora fresca ma comunque dolce e succosa, senza tralasciare una sottile vena vegetale.
Sorso più coinvolgente e di buon equilibrio, con una effervescenza ancora instabile ed un finale inaspettatamente “tronco”.
DI SIPIO
Una settantina di ettari in quel di Ripa Teatina (CH), ad un tiro di schioppo dall’Adriatico e ben più che “vista Majella“.
Grande attenzione ai vitigni autoctoni (senza dimenticare quelli internazionali) per risultati che sono una bella rappresentazione del Territorio.
METODO CLASSICO BRUT “NICOLA DI SIPIO” ROSÉ: 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay per un naso non esplosivo ma di elegante progressione nel proporre i piccoli frutti rossi e la dolce sostanza della mela cotogna con un quid di agrume a dare sprint.
Sorso di cremosa effervescenza pur se appena esuberante, coerentemente centrato sul frutto e di mineralità affatto sottaciuta.
Vendemmia 2017, tiraggio 2018, sboccatura 2023.
METODO CLASSICO “NICOLA DI SIPIO” BRUT: 60 parti di Chardonnay e 40 di Pinot Nero per un olfatto che potrei dire tiolico, segnato da delicate note vegetali di quasi orto a precedere sottili fruttosità anche esotiche.
Sorso discretamente bilanciato che l’equilibrata effervescenza rende comunque succoso ed invitante.
Un bel gradino sotto il precedente nonostante un anno di vetro in più.
Vendemmia 2016, tiraggio 2017, sboccatura 2022.
METODO CLASSICO RISERVA 2011: un vino non per assaggi “di corsa” come quelli di questa sera (vendemmia 2006, tiraggio 2007, sboccatura 2011).
L’olfatto dimostra complessità da attendere appena disturbate da una leggera nota ossidativa che…ci può stare e forse neppure guasta.
Sono i terziari a dettare legge, le spezie anche scure che piccano insieme alla freschezza di zenzero, la frutta (anche esotica) tende al candito ed i lieviti a pasticcerie natalizie.
Sorso forse non brillantissimo ma di compita freschezza e buona sapidità, elegante l’effervescenza, scorrevole e corrispondente nella descrizione dei rimandi olfattivi e con una chiusura di tostata completezza.
MARCHESI DE’ CORDANO
50ha a metà strada tra l’Adriatico ed il Gran sasso.
Un’azienda moderna nata nel 2004 raccogliendo il testimone delle generazioni precedenti per una produzione che racconta legami profondi attraverso i vitigni del Territorio.
SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT “SANTAGIUSTA” MILLESIMATO 2018: sboccatura 2022 per questo Pinot Nero che ricorda frolle pasticcere molto prima della confettura di piccoli frutti rossi a guarnizione, le nocciole tostate prima delle erbe aromatiche e non dimentica un quid di pietrisco.
Sorso cremoso ed elegante, di grande sostanza ed elegante effervescenza, meno sapido di quanto credessi ma di verticale freschezza.
Forse, e dico forse, gli servirebbe un po’ più di vetro, ma così è già un gran bel bere.
MARRAMIERO
Una storia ormai secolare quella di questa Azienda di Rosciano (PE) che dedica gran parte del proprio impegno ai vitigni tradizionali per raccontare con grande passione un Territorio attraverso vini che sono un bel mix di tradizione e modernità.
SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT ROSÉ: Pinot Nero d’Abruzzo, “forte e gentile”, vegetalità strong ammansite dalle note ammiccantemente soft della ciliegia, l’occhiolino dello zafferano, il succo dell’agrume ed un finale vagamente cioccolatoso.
Sorso di affilata freschezza e sapidità a pareggio che, tra i rimandi olfattivi, sottolinea in particolare le spezie ed una pasticceria che sa di lieviti natalizi.
SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT: la minerale irruenza rischia di distrarre dall’eleganza balsamica dell’incenso mentre mandorle e nocciole compongono un croccante da fiera paesana.
In bocca, la cremosa effervescenza sottolinea una sapidità cui la freschezza rischia di non tener testa ed il finale sottolinea gli agrumi canditi che farciscono i lieviti pasticceri.
ED ORA?
Ora è prima di tutto il momento di ringraziare gli Organizzatori per l’ospitalità concessami ed i Produttori che nonostante la “pipinara di GGente” (come si dice a Roma) hanno trovato il tempo ed anche la voglia di sopportarmi e poi… e poi è ora di andare in vacanzaaaaa!!!!!
Vi saluto con questo spumeggiante articolo e Vi do appuntamento ad un 2024 che è praticamente già arrivato e che spero di poter affrontare con rinnovata energia per offrirVi suggerimenti e contenuti sempre nuovi e di alto livello.
A presto da enoevo!