IL COSA ED IL DOVE
Quello organizzato da GOWINE lo scorso 1 Dicembre nella consueta location dell’Hotel Savoy di Roma è stato un Evento davvero fuori dal comune.
Una serata interamente dedicata ai vini premiati al 31° CONCOURS MONDIAL DES VINS EXTRÊMES del CERVIM, l’occasione per assaggiare il lavoro di tanti viticoltori che si dannano l’anima per imbottigliare emozioni provenienti da vigneti che stanno dove quasi non ci dovrebbero stare.
Una viticoltura che rappresenta appena il 5% di quella mondiale e che profuma di tenacia ed attaccamento alla terra come poche altre cose.
Una serata premiata da un grande successo di pubblico che ha dimostrato come la curiosità sia ancora trainante e come non servano necessariamente nomi altisonanti per attrarre folle di winelovers.
La Cultura vince sempre (vabbè: “dovrebbe” vincere sempre).
GLI ASSAGGI
C’era tanto da assaggiare, ma tantotanto.
Non tantissimi produttori, questo no, ma sarebbe stato anche complicato gestirne la presenza considerando gli spazi a disposizione.
Non c’era che l’imbarazzo della scelta, si poteva spaziare da Nord a Sud, da Oriente ad Occidente, l’orbe terracqueo dei vini a completa disposizione!
Personalmente confesso di essere rimasto in Italia (vabbè, quasi), scegliendo a naso tra le tante possibilità, in cerca di conferme ma soprattutto di ispirazioni per futuri approfondimenti.
Davvero pochi i “passi falsi” incontrati nel mio piccolissimo viaggio.
Come di consueto troverete di seguito le mie personalissime note di assaggio che spero possano servirVi da bussola ma, se doveste avere Voi qualche “Stella Polare” da farmi seguire, non esitate ad indicarmela.
LA VALLE D’AOSTA
DI FRANCESCO/GASPERI
Una delle tante storie che portano alla terra da percorsi differenti.
Grande attenzione al Territorio ed alle Tradizioni, produzioni rigorose, vitigni autoctoni (Fumin e Petit Arvine) e sguardo sempre rivolto in avanti.
VALLÉE D’AOSTE DOC ROUGE “PLANCHETTES 1792” 2022: 90 parti di Petit Rouge con il saldo di Pinot Nero che raccontano piccoli frutti rossi e neri, erbe di montagna e spezie in una atmosfera profondamente ematica.
Sorso molto fresco e di decisa, minerale sapidità, intrigantemente tannico e con una piacevolezza di beva che…basterebbe quella.
CAVEES COOPERATIVES DE DONNAS
Piccola realtà cooperative con una storia cinquantennale che ha rappresentato un faro per la viticoltura locale.
VALLÉE D’AOSTE DOC DONNAS “NAPOLEON” 2020: naso che mixa dolcezze di ciliegie mature ad amaritudini di cassis e china, freschezze boschive e delicatezze di viole, un tocco di spezie, l’eucalipto ad aprire i polmoni ed un legno che…è un po’ troppo.
Sorso caldo che sottolinea morbidezze cioccolatose, abbastanza fresco e decisamente sapido.
Sicuramente elegante ma un po’ troppo affettato.
NICOLA DEL NEGRO
Siamo a Saint Pierre, all’ombra della cantina di Torrette.
Piccola perla personale dell’enologo di una famosa realtà della Vallée.
VALLÉE D’AOSTE DOC ROUGE PINOT NOIR “LAÓN” 2021: al naso sono i piccoli frutti ad iniziare le danze, poi arrivano soffi balsamici e l’impressione del tavolato di una soffitta che custodisce ricordi.
Il sorso è di scorrevolissima dinamicità, quasi irruento, con una trama tannica che stuzzica la beva ed una sapidità imperante che impedisce di fermarsi al primo bicchiere.
Un Pinot Nero giovane (troppo) e scapestrato.
Da bere ascoltando “TOO OLD TO ROCK ‘N’ ROLL TOO YOUNG TO DIE” dei JETHRO TULL.
INSTITUT AGRICOLE RÉGIONAL/AOSTE
Realtà nata nel 1969 come “cave expérimentale” all’interno della Scuola Regionale di Agricoltura per una produzione molto attenta alla riscoperta di antiche varietà.
VALLÉE D’AOSTE DOC ROUGE PINOT NOIR “SANG DES SALASSES” 2021: un Pinot Nero tutto piccolo frutti maturi, spezie dolci, piccoli legni, note fumé, scaglie di cioccolata e…un po’ troppo alcol a disturbare.
Sorso coerente ed abbastanza ricco e comunque succoso che regala, a fondo bicchiere, uno sbuffo balsamico che lo rende più interessante.
Questo lo aspetto al secondo assaggio.
IL PIEMONTE
GIRO DI VITE
Il sogno realizzato di un giovane architetto giramondo che alla fine…ha deciso di ritornare alle proprie radici.
5ha di un pinerolese che conosce la viticoltura sin dal 1200, un progetto fatto di recupero di incolti e qualcosa di nuovo per promuovere e proteggere il Territorio puntando su biodiversità e valorizzazione dei vitigni autoctoni.
PINEROLESE DOC BARBERA “SCARPENTÀ” 2020: una Barbera che già al naso Vi pone di fronte ad una sostanza cui spesso non si è abituati.
Ciccionissimo propone cestini di frutti di bosco maturi e spezie scure, peccato per quella nota smaltata che i 15° alcolici faticano a nascondere.
Sorso caldo (manco a dirlo) e di bell’equilibrio, scorrevole e dinamico, assolutamente mai seduto nonostante la mole, fresco, sapido, piccante e con un animo grafitico.
Ahhh, la Barbera…
PINEROLESE DOC RAMIE “ARCANSIEL” 2020: naso intenso che con la “crudezza degli gneiss” comunica la frutta rossa selvatica, le cortecce dei boschi, animo ferreo e chiusura su tostature di caffè.
Sorso fresco e di minerale sapidità, che sottolinea il varietale del vitigno suggerendo croccantezza e nessuna smanceria, tannini che non fanno sconti ma assolutamente corretti ed una lunghezza alpina.
Chissà se senza l’anno di legno…
Comunque un gran vino che si becca il mio personalissimo premio “”
Da bere ascoltando “CHARLIE FA SURF” dei BAUSTELLE.
LA LOMBARDIA
ROCCHE DEI VIGNALI
Circa 12ha di Valcamonica coltivati da una ventina di agricoltori che fanno del loro hobby quasi e più di una professione.
9 le etichette in catalogo per una produzione attenta e rappresentativa del Teritorio.
VALCAMONICA IGP BIANCO “COPPELLE” 2021: tutto Manzoni e nient’altro per un naso in cui le verticalità montane delle erbe contrastano con le grasse larghezze della frutta tropicale evolvendo pian piano in amaricanti dolcezze di miele e nocciola.
Sorso affilatissimo, pieno ma di bella scorrevolezza, piacevolmente agrumato e con un finale di minerale sapidità.
VALCAMONICA IGP ROSSO MERLOT “L’ASSOLO DELLE ROCCHE” 2019: tutto Merlot che al naso comunica subito una nota di legno (attenzione: non vaniglia!) non sgarbata ma forse un pochino troppo netta e racconta poi del rosso della ciliegia e dei ribes, le spezie scure e quelle dolci ed un soffio di cioccolato.
In bocca denota bell’equilibrio mixando freschezza ed avvolgenza, tannini educati, bella rispondenza gusto-olfattiva ed un lungo finale di calcarea mineralità.
VALCAMONICA IGT ROSSO “CAMUNNORUM” 2018: 80 parti di Merlot, 10 di Marzemino e 10 di Cabernet che se ne stanno ad appassire per un po’ vicinivicini.
Naso ammiccante con il legno nuovo furbescamente mascherato dalle dolcezze dell’appassimento e da una balsamicità che apre le narici e che racconta poi ciliegie e frutti di bosco (fresche ed in confettura) e spezie orientali.
Sorso di montana freschezza e calcarea mineralità, molto equilibrato, ben gestito nella parte alcolica, educato dal punto di vista tannico e didascalico nel riproporre i descrittori olfattivi.
Beh, non il “mio” vino ma un vino che merita attenzione.
18 produttori, 12ha, 25000botti
Balsamico oltremisura, vegetale e boschivo
L’ALTO ADIGE
ARUNDA
Sopra Terlano c’è la più alta cantina d’Europa.
Una Cantina che dal 1979 crede che 1200 metri di quota siano un “ingrediente” fondamentale per produrre spumanti di rara intensità da uve non proprie ma selezionate con cura maniacale tra quelle di Produttori fidatissimi.
SÜDTIROL – ALTO ADIGE DOC SPUMANTE METODO CLASSICO EXTRA BRUT RISERVA: miseria che naso!
Panoramico nel proporre pasticceria di mandorle lieviti e spezie, cera d’api, delicatezze floreali e graffi agrumati.
Il sorso è di dolomitica verticalità, ma Voi lasciateVi traviare da una carbonica che lo rende cremoso e suadente prima di abbandonarVi all’infinita scia sapida di un finale quasi piccante.
Il mio giudizio conta poco ma questo è quasi un capolavoro.
Da bere ascoltando ”THE GREAT GIG IN THE SKY” dei PINK FLOYD.
KELLEREI BOZEN
350ha vitati tra i 200 ed i 1000 metri di quota, una storia secolare ed un vero punto di riferimento non solo per altre realtà cooperative.
Produzioni attente alla qualità e, imprescindibilmente, al Territorio.
SÜDTIROL – ALTO ADIGE DOC “DELLAGO” 2022: il naso ha la sostanza della mela golden, la freschezza del cedro, la dolcezza dell’acacia ed una interessante nota grafitica di quasi matita temperata.
Sorso di minerale sapidità e freschezza che tiene il passo, piacevolissimo e con un finale erbaceo ed ammandorlato.
Bello!
IL VENETO
BIANCAVIGNA
32ha tra Valdobbiadene e Conegliano che da un passato agricolo targato primi del ‘900 approdano ad un oggi che dal 2004 va letto in chiave di grande attenzione all’ambiente con un protocollo che mira all’impatto zero in una zona di produzione dove questo DEVE indicare la strada.
CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG BRUT NATURE MILLESIMATO “SL” 2022: ci sono la pera e la mela renetta ma colpiscono le vegetali freschezze della salvia e dell’ombra dei boschi, la mineralità, la crosta di pane, i soffi balsamici…
Sorso che i lieviti rendono di cremosa avvolgenza, fresco e davvero sapido, piacevolmente amaricante e con un finale che parla d’agrumi.
Agitatelo con amore e trattatelo come una birra d’abbazia, saprà emozionarVi.
CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG PROSECCO SUPERIORE BRUT: un Brut molto aromatico che sembra strizzare l’occhio a qualche grammo zuccherino in più proponendo dolcezze di pesca e kiwi e compita eleganza di fiori di campo.
Sorso sapido e scorrevole con finale di pimpanti freschezze.
Davvero un bell’entry-level!
PROSECCO DOC ROSÉ “SPUMANTE ROSA”: 85 parti di Glera frescofresco cui le 15 di Pinot Nero aggiungono l’eleganza e lo sprint dei piccoli frutti rossi.
Sorso raffinato, di bell’equilibrio, di buona sostanza e lunghezza.
Non sono un fan del prodotto ma per fortuna il mercato lo fanno gli altri.
CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG PROSECCO SUPERIORE EXTRA DRY “RIVE DI COLLALTO”: il naso è centrato sulla pera ma c’è un cesto di mele lì vicino che chiede attenzioni.
E poi il fresco degli agrumi, le stuzzicanti amaritudini della mandorla e del sambuco a contrastare le dolcezze d’acacia, gli accenni minerali…
Sorso di bell’equilibrio ed avvolgenza, delicato fin troppo ed elegantemente sapido.
Peccato non sia un fanatico degli “zuccheri” perché questo Extra Dry…
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
ROBERTO BALDOVIN
Siamo a Forni di Sotto, in una Carnia dove il vino è ben più che una scommessa.
Un’Azienda nata nel 2020 dopo anni di sperimentazioni sui PIWI e la viticoltura in quota.
Un’Azienda che mi impegno sin d’ora a conoscere meglio non appena tornerò a casa mia in Friuli.
VINO BIANCO “PRIMO” 2022: “PRIMO” come il gradino più alto del podio, quello su cui sale questo Solaris (uno dei PIWI consentiti in Friuli).
Sono le spezie dolci (cannella e noce moscata) a fare da voce narrante mentre sul palco sfilano personaggi che si chiamano mughetto, ananas, uva spina, erbe di campo, rocce al sole.
Il sorso è fresco e di iodata sapidità, agilissimo nel riproporre i rimandi olfattivi aggiungendovi piacevolezze agrumate prima di chiudere su dolcezze di stecca di vaniglia.
Prima o poi riuscirò a capirli ‘sti PIWI, per ora mi limito ad apprezzare vini di grande piacevolezza come questo che, forse, sarà solo il “PRIMO” di una lunga serie.
LA SLOVENIA
KLET BRDA
Forse la ppiù importante realtà cooperativa del Collio Goriziano d’oltre confine (Goriška Brda).
Dal 1957 un bel punto di riferimento per tutti i Produttori di una zona che conosce la viticoltura sin dal III Sec. a.C.
Grande attenzione al Territorio ed ai vitigni autoctoni (Rebula su tutti) ma con ben più che una strizzatina d’occhio a quelli internazionali.
GORIŠKA BRDA ZGP CHARDONNAY “BAGUERI SUPERIOR” 2019: un naso che comunica sostanza, quasi “grasso” di burro, frutta gialla matura (melone e pesca) e frutta secca con gli agrumi a cercare di verticalizzare l’olfatto mascherando la nota di vaniglia.
Il sorso, di inattesa dinamica, riesce invece a mettere d’accordo le ampiezze olfattive con una esuberante, minerale verticalità regalando un assaggio che ripeterei volentieri.
Peccato per uno sgarbo di sughero su cui era difficile fare la tara.
GORISKA BRDA ZGP BELO “KRASNO” 2021: blend di Rebula, Sauvignonasse e Chardonnay che dice di fiori di campo e frutta bianca matura (ed in parte cotta che, insomma…).
Le amaritudini di erbe aromatiche, la scorza d’agrume ed un quid di spezia, rendono poi più interessante un naso un pochino “scomposto”.
Il sorso, di profonda, minerale sapidità lo rende però interessante e la più che sottile astringenza tannica ne allunga il finale caratterizzato dai ricordi fruttati.
Questo, forse, bisognerebbe che lo ri-assaggiassi.
LA LIGURIA
LA BAIA DEL SOLE – FEDERICI
Un’Azienda nata nei primi anni del secolo scorso che dal 1985 ha puntato decisamente la prua verso la viticoltura ed il Vermentino in particolare.
Siamo nella zona dei Colli di Luni, al confine tra Liguria e Toscana, tra il Tirreno e le Alpi Apuane.
COLLI DI LUNI DOC VERMENTINO “ORO D’ISÉE” 2022: un Vermentino che al naso comunica vegetalità di salvia e finocchietto, ginestre e macchia mediterranea vista Tirreno, freschezza di cedro e dolcezze di frutta a contorno,
Sorso di mediterranea sapidità e strapiombante freschezza, agilissimo e dissetante.
Davvero un bel Vermentino.
LA CAMPANIA
ABBAZIA DI CRAPOLLA
2ha a Vico Equense, vista Penisola Sorrentina.
La scommessa (vinta) di due appassionati (Fulvio Alifano e Giuseppe Cuticini) in una zona non particolarmente famosa per la viticoltura.
4 etichette tra cui una prodotta con l’unico vitigno autoctono, il Sabato.
CAMPANIA IGP BIANCO “SIREO” 2021: 60 parti di Fiano e 40 di Falanghina per un naso di inattesa timidezza che rivela la propria anima sulfurea solo a chi avrà la pazienza di aspettare.
Ai più frettolosi dirà, con discrezione ed eleganza, di mela bianca ed erba limoncella, macchia mediterranea e sottile mineralità.
Il sorso è invece di pliniana freschezza e tirrenica sapidità, succoso e preciso, con un finale simpaticamente agrumato e di ammiccante vegetalità.
LA CALABRIA
CANTINE ELISIUM
Dal 2005 14ha (circa 5 quelle vitati) alle pendici dell’altopiano silano per una produzione centrata sugli autoctoni locali Pecorello e Magliocco.
CALABRIA IGP BIANCO PECORELLO IN PUREZZA “IL SELVAGGIO ORANGE” 2022: un Orange che sa di albicocca in tutte le salse, fresca, disidratata, candita e soprattutto quella della bottiglietta del succo di frutta appena sbattuta dal barista.
Sottofondo erbaceo, vagamente agrumato e di sottile balsamicità.
Sorso succoso e dissetante pur se di grande sostanza con i tannini vispi a rallegrarlo insieme alla piacevole sapidità.
Non raffreddatelo troppo e tenetene una bottiglia di scorta (meglio due)!
Da bere ascoltando “DON’T STOP ME NOW” dei QUEEN.
LA SICILIA
TERRE DEI MITI
Certe volte succede anche questo: non si trova nessuno che sappia dirti qualcosa di un Produttore…
ETNA BIANCO DOC 2022: frutta (susina e pesca bianca), vegetalità di foglia di pomodoro ed erbe aromatiche, una scorzetta di lime, dolcezze di miele, e Belzebù che sbuffa.
sbuffi di belzebù tra frutta e fichi d’india
In bocca è fresco ed invitante, ben sapido e con un finale dedicato ai rimandi citrini, il tutto per un sorso che…dal naso m’aspettavo più incisivo.
LA SARDEGNA
PUB AGRICOLO (DARIO GUNGUI)
Siamo a Mamoiada, nella Barbagia.
Un progetto nato dalla passione di quattro amici per il Cannonau e per il Territorio che questo rappresenta.
CANNONAU DI SARDEGNA DOC “BARALLIBUS” 2019: mentre si becca sicuramente il premio “AKKIAPPAL’OKKIO” per l’etichetta booom, Vi sorprende con 16.5° alcolici sapientemente celati dietro la sostanza dei frutti rossi di bosco, l’avvenenza del pot pourrì di fiori rossi ed una liquirizia che è come il canto delle sirene.
Sorso scorrevole e succoso dai tannini mai scomposti, ben aderente ai descrittori olfattivi, lungo, moderno e…traditore.
Un vino cui fare attenzione.
Da bere ascoltando “BE QUICK OR BE DEAD” degli IRON MAIDEN.
ED ORA?
Ancora un piccolo sforzo e sarà Natale!
Cercherò di finire i lavori in sospeso per darVi conto dei miei ultimi assaggi e poi tirerò un po’ il fiato.
Quasi certamente alcuni articoli slitteranno ad un 2024 che è ormai dietro l’angolo ma…spero vogliate perdonare la mia lentezza nel mettere nero su bianco le emozioni bevute.