
IL COSA ED IL DOVE
“Squadra che vince non si cambia”, potremmo riassumere con questo motto l’Evento “TUTTI I COLORI DEL BIANCO” mandato in onda lo scorso 19 Ottobre dall’instancabile GO WINE nella ormai consueta sede dell’Hotel SAVOY di Roma.
Un Evento dedicato questa volta alla biodiversità a bacca bianca ed un invito a focalizzare l’attenzione sulla longevità di vini troppo spesso richiesti “dell’annata a venire” senza valorizzarne potenzialità e capacità evolutiva.
GLI ASSAGGI
Mi piacciono gli Eventi di GO WINE, sono a “misura d’assaggio”.
Aziende poche (anche se stavolta tra “cantina” e banchi erano una quarantina) e scelte con cura, Produttori quasi sempre presenti, Territorio in primo piano e Territorio al centro.
Tanti i volti nuovi e tante le novità per un bel mix tra saluti, chiacchiere e cose da imparare.
Ho effettuato comunque una personalissima scelta di cui Vi do come sempre conto, cercando di focalizzare l’attenzione sulle differenze tra “il vino che è ed il vino che sarà”.
Vabbè, Voi dategli una letta e prendete spunto (se poi Vi decideste a darmi qualche dritta per il futuro…).
IL PIEMONTE
CASCINA CARLÒT
Un’Azienda alle soglie del quarto di secolo di storia, che produce vini in vigna per raccontare Territorio e tradizioni con un occhio attentissimo alla biodiversità e con l’obiettivo “impatto zero”.
GRIGNOLINO D’ASTI DOC “PIANÀS” 2022: intanto si prende il mio premio “REVOLUCION” per la voglia di rappresentare l’unica quota “diversamente bianca” della serata.
Melograno e ribes, gerani e rose, erbe di campo e scorza d’arancia, note di legni nobili e leggere piccantezze pepate riempiono il naso (peccato per un leggero graffio di lacca).
Sorso agile, corpo snello ma tonico, ben sagomato da una verve tannica impertinente cui l’agrume dà di gomito.
E la bottiglia va.
VINO BIANCO “MOSEC”: riuscitissimo mix di Moscato Bianco di Canelli (70%) e Traminer (30%), “oltrematuro” il primo e di precoce vendemmia il secondo.
Il risultato è spiazzante: il naso ti suggerisce che tu stia bevendo un vino dolce, irretendoti con nuances di miele d’acacia e frutta estiva e matura (financo banana) per sottintendere appena amaritudine d’erbe aromatiche ed un ché di anice.
Il sorso dribbla le attese ed attraversa il campo con la verve di George Best spalancando la porta alle amaricanti aromaticità del Traminer mentre dagli spalti si inneggia alle note zuccherine.
Finale particolarmente “gewürz” che spinge a concludere l’incontro aprendo un’altra bottiglia.
Sorprendente!
Si becca il mio premio “SURPRAIS” mentre Voi lo assaggiate ascoltando “ONE OF THESE DAYS” dei PINK FLOYD.

MOSCATO D’ASTI DOCG “FIORI DI CAMPO” 2022: zagare, albicocche, pesche e freschezze d’agrume riempiono il naso e spingono ad un immediato assaggio che sotto l’intrigante carbonica si scopre di cremosa ed inattesa freschezza.
Chiude su canoniche dolcezze facendo rimpiangere il fatto di non aver atteso ancora qualche anno prima di stappare la bottiglia.
MOSCATO D’ASTI DOCG “FIORI DI CAMPO” 2018: naso di briosa complessità che perde il calore dei campi fioriti a favore di vegetali freschezze di mughetto, amaritudini di salvia e suadenti toni di spezie d’oriente.
Sorso di grande corrispondenza ed educata dolcezza, sottilmente aromatico e dotato di una congrua dote di nocciola.
Davvero un gran vino!

LA LOMBARDIA
REBOLLINI
Azienda agricola secolare convertitasi al vino nel 1968 e che, in un Oltrepò Pavese di quasi solo bolle, non dimentica i vini fermi.
OLTREPÒ PAVESE METODO CLASSICO BRUT NATURE: 95 parti di Pinot Nero e 5 di Chardonnay che se ne stanno 6 lustri sui lieviti e regalano un Metodo Classico dal naso fin troppo leggiadro, giocato tra mughetti, agrumi e richiami di forno.
Sorso dal perlage brioso, decisamente sapido e fresco quanto serve.
Un po’ di vetro in più e poi…
OLTREPÒ PAVESE DOC RIESLING “RENIO” 2022: un Riesling Renano tappato stelvin che richiama in primis mineralità e note erbacee e si dedica poi a suadednze di pesca bianca e mela dimenticandosi a casa idrocarburi et similia.
Sorso fresco e beverino che, pur non essendo nelle mie corde, denota corretti richiami fruttati e minerali ed una predisposizione all’amicizia.
La TESLA dei Riesling.

CA’ LOJERA
Azienda gardesana che da trent’anni crede fermamente nel Lugana (18 gli ettari a lui dedicati sui 20 vitati).
LUGANA DOC 2022: il naso si apre su note di frutti bianchi ed agrumi canditi relegando il ruolo dei fiori a lontane gentilezze.
Dimostra poi la propria verve insistendo sulle erbe aromatiche e sorprendendo con toni che…
Sorso teso e decisamente sapido ma con un finale che, rimandando ai misteri olfattivi, sembra richiama calde sensazioni biscottate e dolcezze inattese.
Da riassaggiare, magari con più calma.

IL TRENTINO
CANTINA D’ISERA
Nata nel 1907 per volere di 32 persone, conta oggi 150 soci e 200ha vitati.
Produzione che vede il Marzemino sotto i riflettori ma che pone grande attenzione anche alle diverse declinazioni di Trento DOC e non dimentica gli altri vitigni del territorio.
TRENTINO DOC PINOT BIANCO 2022: l’olfatto si apre con una mineralità rocciosa che alza la voce cercando di zittire il bianco dei fiori e della pesca, mentre le ultime eco sono per sottili speziature dolci e per quel legno che credevo segnasse meno.
Sorso agile, fresco, vergato da una profonda sapidità che firma soprattutto il finale e, forse, appena corto.
TRENTINO DOC PINOT BIANCO 2021: poco da aggiungere in termini di descrittori, molto invece in termini di ampiezza e dettagliata precisione.
Sorso cui non manca di certo la dimensione orizzontale e che nel finale dimostra come il vetro faccia il proprio mestiere.

TRENTO DOC “ISERA 907” DOSAGGIO ZERO 2019: tutto Chardonnay che per un 20% conosce il legno.
Frutto di una grande annata regala al naso tipicità di frutta bianca imbastite di scorze di agrumi.
E poi mughetti, sambuco, erbe aromatiche, dolcezze d’orzo, crosta di pane e calcarea mineralità.
Sorso dritto e deciso, di impertinente gioventù ma spalle già larghe regala stilettate di freschezza e sapidità con inattesa cortesia.
TRENTO DOC “ISERA “907” DOSAGGIO ZERO 2018: stessi mesi sui lieviti (40) con il plus di un anno extra di vetro.
Nel complesso i descrittori cambiano di poco ma qui il naso si allarga aggiungendo ampi orizzonti alle dolomitiche verticalità; la frutta diventa candita ed i lieviti sono quelli della pasticceria natalizia.
In bocca il perlage veicola cremose sensazioni rendendo il nitido assaggio più ricco e coinvolgente.
Al momento la 2018 vince per eleganza ma…occhio alla 2019, ché un anno passa in fretta!
p.s. per entrambe le annate vale il fatto che le avrei preferite un po’ più “maschili”, ma credo possano avere in questa velata femminilità la chiave del loro successo.

IL VENETO
GINI
Più di 50ha ed una storia secolare con un oggi che risale al 1980.
Grandissima attenzione al Garganega ed impianti ultracentenari per una produzione che racconta il Territorio con dovizia di particolari.
SOAVE CLASSICO DOC “CONTRADA SALVARENZA VECCHIE VIGNE” 2020: Garganega pre-fillossera da impianti di 100-120 anni che porta in dote olfattiva fiori di campo e finocchietto selvatico, cedri canditi ed erbe aromatiche, eleganze di legni nobili e ruvide scorticature di pietre sbattute.
Sorso incalzante, di verticale freschezza ed ampiezze grandangolari, segnato dalla decisa impronta tannica e dall’importante sapidità minerale.
Chiude ricordando frutta gialla, agrumi e mandorlati rimandi dolci-salati.
Erotico!
Da bere ascoltando “FADE TO BLACK” dei METALLICA.

IL FRIULI VENEZIA GIULIA
GORI
Giovanissima realtà del lembo più freddo dei Colli Orientali.
12ha in quel di Nimis, una dozzina di etichette e 60000 bottiglie dedicate ad un Territorio unico.
FRIULI COLLI ORIENTAL DOC RIBOLLA GIALLA “BLANC DI BLANCA” 2022: un naso freschissimo che si diverte a “sauvignoneggiare” anteponendo brezze vegetali ed amaritudini di nespola e timo alle asprezze di uva spina e cedro.
Un tocco di pesca, uno di camomilla e poi una minerale chiusura.
Sorso di belle spalle fresco-sapide e finale tutto di lemongrass.

FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SAUVIGNON “BUSSEBEN” 2022: didattico nell’esporre le vegetalità varietali di foglia di pomodoro e peperone che s’arricchisce nel bouquet olfattivo di amaritudini di sambuco, salvia e rosmarino.
Sorso fresco ed avvolgente, di sapida quasi marina che chiude, con un buon allungo fruttato.
Un bel Sauvignon cui forse un pochino di vetro in più gioverebbe all’equilibrio.

IL LAZIO
In quel di Acquapendente, là dove è ancora Lazio ma già Toscana (e l’Umbria ti fa sentire il fiato sul collo), Vincenzo (Adduci) e Tiziana gestiscono una decina di ettari coltivati a Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Ciliegiolo, Grechetto, Chardonnay…
Passione, tanto lavoro e voglia di crescere senza essere d’intralcio all’ambiente.
TERRE D’AQUESIA
Una bella storia con un bel futuro.
TUSCIA DOC GRECHETTO 2021: profuma di malva e fa girare la testa con balsamicità di incenso ma non dimentica la pesca, le erbe aromatiche ed i fiori bianchi.
Sorso semplice (e non è poco), avvolgente, fresco e di spinta, minerale sapidità che rimanda con ordine ai descrittori olfattivi.
Di potente espressività e sicura capacità di sopravvivere agli anni a venire.
Bevetelo ascoltando “IT’S NOT EASY” dei ROLLING STONES.
TUSCIA DOC GRECHETTO 2022: un anno in meno ed una verve decisamente scontrosa, che punta i piedi e propone grassezze di frutta secca ed amaritudini di mallo di noce.
Sorso coerente e disinvolto che finisce su inattese dolcezze ricordandoci quanto sia importante il lavoro del vetro lasciandoci, a calice vuoto, con un saluto di mentolata freschezza.
Io…perché no…lo tapperei stelvin.

LAZIO IGT BIANCO “AQUESIA BIANCO” 2020: 70 parti di Chardonnay e 30 di Grechetto per un naso green e balsamico, che accosta amaritudini di mallo di noce a finocchio selvatico, camomilla a frutta bianca, nocciole ad agrumi.
Sorso ciccione e sostanzioso, davvero fresco e di coerente sapidità che chiude amaricante sottolineando toni di macchia mediterranea.
Gastronomico.
NINA TRINCA
Giovanissima realtà (2021) di quella Zagarolo (piccolo borgo alle porte della Capitale) che poggia sull’ultima delle colate del Vulcano Laziale, che si presenta con bellissime etichette ed un nome che vuole essere una dedica alla figlia dei due proprietari.
Armati di certificazione biologica e sanissimo entusiasmo stanno muovendo i primi passi nel mondo del vino.
Loro cresceranno ed io li aspetto.
ROMA DOC BIO “GIAIRO” 2022: tutta Malvasia Puntinata di fruttata femminilità che fanno appena uscire dal seminato amaritudini di nespola ed anice e che ha più nella nocciola che nella mandorla l’impronta della frutta secca.
Sorso agile e scorrevole, fresco, con una minerale sapidità un pochino in affanno ed una chiusura che strizza l’occhio a sottili dolcezze.
LAZIO IGT BIANCO GRECHETTO “QUMI” 2022: un Grechetto che mixa dolcezze vanigliate e di frutta matura con suggestioni iodate.
Sorso di bilanciate freschezza e sapidità e buona persistenza con un finale piacevolmente ammandorlato.

LA PUGLIA
PALATINO
In una Puglia che conosciamo per l’opulenza dei numeri, PALATINO è una mosca bianca da 15000 bottiglie suddivise tra 3 etichette.
PUGLIA IGP BOMBINO BIANCO “ANIMA BIANCA” 2022: giovani sentori di pesca bianca s’affacciano su un panorama di ginestre, erbe aromatiche ed agrumi mentre dolcezze di camomilla e forsanche miele si danno la mano in una atmosfera di vulcanica mineralità.
Sorso immediato e scorrevole, fresco e decisamente sapido ravviva i ricordi fruttati prima di chiudere su toni amaricanti di frutta secca e salvia.
Un Bombino che sa fare il suo mestiere.
ED ORA?
Ora già si intravvede all’orizzonte una flotta di Eventi cui stare appresso sarà durissimo (quasi quasi aspetto con ansia le vacanze di Natale per riposarmi) soprattutto dovendoli mixare con un bel numero di bottiglie su cui vorrei farVi riflettere con calma.
Lo so, è impegnativo, ma je la posso fa!