IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso 8 Maggio, ALTROVINO ha organizzato l’Edizione 2023 di “ERA UVA“, Evento dedicato ai Produttori di vini Biologici, Biodinamici e Naturali ed agli operatori del settore Ho.Re.Ca.
Nonostante questo Maggio avesse deciso di regalarci l’ennesima giornata autunnale, gli spazi del MONK nel quartiere romano di Casalbertone si sono così riempiti sin dalle prime ore del mattino di curiosità e passione.
Tanti gli intervenuti a cercare, tra le oltre 40 Aziende presenti (una volta tanto, in massima parte personalmente), non solo vini, ma Territori, passioni e Qualità.
GLI ASSAGGI
Pur essendo un Evento che potrei definire “gestibile”, le proposte in assaggio erano comunque troppe perchè potessi anche solo pensare di poter fare un giro completo.
Stavolta ho quindi cercato di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, salutando vecchie conoscenze ed affidandomi all’estro personale nella ricerca di qualcosa di nuovo.
Come sicuramente saprete, mi stavo muovendo sul terreno di quei vini “nature” che rappresenta per me un vero e proprio campo minato epperò, tolto qualcosa che “proprio NO”, ho trovato veramente davvero tante belle sorprese.
Voi date una letta alle mie personalissime note, fate la tara, correte ad assaggiare e magari datemi pure qualche dritta per le prossime volte.
IL PIEMONTE
FRATELLI ROVERO
20ha, 80000 bottiglie ed una storia ultracentenaria che racconta San Marzabotto affiancando a vini che sono un bel mix di tradizione e modernità una importante produzione di distillati.
BARBERA D’ASTI DOCG “SANPANSÈ” 2021: al naso si presentano prima di tutti i frutti di bosco, rossi, maturi ma ancora croccanti, poi rose e viole, freschezze d’arancia rossa ed una bella spinta di anice stellato.
Il sorso è fresco, piacevolissimo, dinamico, quasi irruento, di sapidità adatta ad equilibrarne la struttura ed un tannino che è solletico e compagno nello sfumato e lungo finale.
MONFERRATO DOC NEBBIOLO “NEBBIAIA” 2020: ricco di fragoline e more, elegantemente vestito di violette, fresco d’arancia rossa, balsamico quanto serve, ferroso e…appena una puntina di alcol.
In bocca denota corpo e muscoli, pieno, nervoso, ben fresco e con tannini ben pettinati.
Chiude su ricordi balsamici e sensazioni di Mon Cheri.
PIEMONTE DOC PINOT NERO “LAJETTO” 2016: il naso ha quel giusto di selvatico che regalano le piccole prugne ed il sottobosco di muschi e radici, la gentile eleganza dei fiori di campo, l’amaricante atmosfera della radice di liquirizia e della polvere di caffè.
Sorso snello, fresco, dominato da tannini pistoleri e tuttora indomati e con un allungo che porta in dote riconoscimenti speziati.
Per me che non sono un fan del Pinot Nero una bellissima consolazione (cit. il detto “consolarsi con l’ajetto”…vabbè, questa fate finta di non averla letta).
IL VENETO
FIDORA
Un’Azienda Bio (da cinquant’anni) in un territorio “difficile” sotto questo aspetto (soprattutto se si parla di Prosecco).
Un’idea al di fuori delle mode del momento, un’idea che vuol significare Qualità non scissa dalla responsabilità ambientale.
VENEZIA IGT PINOT GRIGIO “TENUTA CIVRANETTA” 2021: nespola e cedro non possono celare quella nocciola vagamente tostata che alza la testa così impunemente sul palcoscenico minerale ingentilito da grappoli di glicine qua e là cosparso di erbe aromatiche.
Sorso pulito e dinamismo gustativo improntato sulla freschezza trovano in morbidezze e sapidità due sparring Partners perfetti per l’equilibrio complessivo.
Meno easy di quanto credessi.
PROSECCO DOC (VINO FRIZZANTE RIFERMENTATO IN BOTTIGLIA) TENUTA CIVRANETTA “IL FONDO”: il naso è tutto per la pera autunnale, la pesca ed il melone bianchi, tocchi d’agrume, poi fresie, narcisi, glicine, acacia, la crosta del pane…ed una mineralità tutta da provare.
Il sorso anche qui può prendere due strade a seconda che si preferisca “intorbidire” o meno la bottiglia.
Io, ma magari già lo sapete, preferisco che i lieviti dicano la loro e rendano il sorso un pochino più “ciccione”.
Un sorso che comunque qui è brioso, slanciato, fresco, che mixa ritorni agrumati ed graffi amaricanti.
Zero zuccheri e tanta roba.
Gli do il mio premio “ME PIACE” (e che lo vinca un Prosecco è caso più unico che raro).
VALPOLICELLA DOC “MONTE TABOR” 2020: pur centrato sulle note floreali di viole e rose, non dimentica il rosso della ciliegia e del lampone e la dolcezza speziata di “quasi” cannella (c’è pure il pepe ma arriva dopo).
Il sorso avvolge più di quanto credessi, morbido e fresco espone tannini ben integrati ed in chiusura racconta di tostature leggere ed inaspettate e amaricanti rimandi.
AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG “MONTE TABOR” 2015: al naso non sai se è più contadina eleganza di violette o freschezza croccante di frutti rossi (ma anche prugna), poi le note amaricanti di cola, le spezie ed in chiusura si rinnova il sabba di un frutto che ora sembra disidratato.
Il sorso denota gioventù e freschezza, spalle larghe e voglia di mostrare una muscolatura affatto esagerata, definita.
Giustamente sapido e dai tannini ancora giovani si distende in un finale che rimanda a piacevoli balsamicità di foglie di tè.
Classico ma quasi (QUASI) moderno, crescerà.
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
VENCHIAREZZA
Dell’Azienda di Luca (Caporale) dovreste aver già letto qui, in ogni caso Vi ricordo che siamo a Cividale del Friuli e che sono ormai 10 gli anni di attività di quest’Azienda BIO che unisce alla produzione enoica quella dell’EVO (che prima o poi riuscirò ad assaggiare).
Interventi ridotti al minimo in campagna ed in cantina e risultati da assaggiare ASSOLUTAMENTE.
A prescindere dai vini, ammollo a Luca il mio premio “TENCHIÙ” per aver avuto l’ardire di portare quella mezza forma di “formadi frant” che avrei finito volentieri aiutato dal suo Tocai.
VENEZIA GIULIA IGT PINOT GRIGIO 2022: una piccola parte della massa fermenta in legno e…l’effetto si vedrà alla fine.
Il naso è estremamente aperto e raconta di susina, mela, erbe aromatiche, ben più che un quid di frutta secca e…miracolo del legno, una bella pera matura a riempire il finale.
Assaggio coerente anche se, più chiuso in sè stesso, è un po’ reticente nel regalare quei descrittori cui s’aggiungono sottili piccantezze cementizie ed un tocco di spezia d’Oriente che la leggerissima carbonica aiuta ad alzare la testa.
VENEZIA GIULIA IGT PINOT GRIGIO “GREY E ROSÈ” 2022: 30h di macerazione a freddo ed un naso affascinante, amaricante e leggermente affumicato che sciorina rose, pompelmo rosa, pesca gialla, forse kiwi ed un bel tocco salmastro.
Sorso pieno, minerale, di vivace freschezza, coerente, tannico quanto deve e con un finale ammandorlato lungo e di rustica eleganza.
VENEZIA GIULIA IGT SAUVIGNON 2022: tutto R3 (ma tuttotutto) per un naso no “Green”: DEPPIU’!
Foglie di pomodoro, di peperone, di limone, la salvia, il sambuco, pure l’asparago selvatico (chei di rusul)…
Un universo verde dal quale si staccano sbuffi tropicali, ed una pesca gialla che cerca di addolcire la pillola.
Il sorso è una lama affilatissima, dritta, indomita, di perfetta corrispondenza, fresco d’agrume (ci sta pure il lime) e decisamente sapido.
Si becca il mio premio “BELLOBELLO”.
VENZIA GIULIA IGT FRIULANO “VIGNA DEL TEMPO” 2022: qui la freschezza dei Colli Orientali strizza un po’ l’occhio alla grassezza del Collio e già l’olfatto mi riporta un po’ a quei “Tocai” di quand’ero piccolo in cui il grado alcolico non si poteva (e voleva) nascondere.
La sottesa vegetalità, incontra la gentile eleganza dei fiori di campo, un mazzetto di erbe aromatiche, dolci speziature, untocco di basilico, uno di zenzero e grafite che è quasi di matita.
Sorso di larghe spalle, muscoloso ma agilissimo, di sapida territorialità, graffiato dai richiami agrumati e chiuso da una mandorla mai doma.
VINO SPUMANTE METODO ANCESTRALE “RB ribella & la bestia”: Ribolla Gialla, Friulano e Sauvignon per un ancestrale (o un “integrale”) fuori dai canoni degli ancestrali.
Un vino che potrebbe sorprendere con la malolattica e che comunque spiazza e spazza via l’idea degli ancestrali “easy”.
Luca lo serve “smosso” in modo che possa regalarci anche la “grassezza” dei lieviti, a me piacerebbe ri-assaggiarlo anche “fermo” e magari pure a T° cantina e con il bel tempo.
Per ora Vi dico solo di agrumi, mandorle amare, pera, melone, sambuco, erbette di campo, mineralità…
E Vi dico di un sorso scorrevole, fresco, vivace, che sazia ma di cui è difficile saziarsi.
Da ri-bere, ASSOLUTAMENTE!
VENEZIA GIULIA IGT SCHIOPPETTINO: dolcezze di piccoli frutti rossi, violette, rosa canina, china e tabacco per un bel contrasto dolce-amaro, e pure qui una bella nota green.
Sorso pieno anche se più timido del previsto, ravvivato dalla fitta trama tannica e dal giusto sprint speziato, chiuso da persistenti ritorni fruttati.
AQUILA DEL TORRE
18ha di Colli Orientali, lì dove la ponca è di casa e l’uomo deve solo accompagnare il naturale ciclo della vite.
Una produzione marcatamente territoriale frutto di attenzione in campagna ed in cantina, con interventi pressochè nulli ed uno stile ben riconoscibile.
“TORRE BIANCO” 2020: 50 parti di Friulano escono dal cemento e 50 di Sauvignon dall’acciaio regalando subito un naso vegetale di rovi, bosso, fagiolini (sic), cui seguono dolcezze di pesca ed una mela matura ma ancora croccante.
Il sorso è coerente nel riproporre in primis i toni “green” aggiungendovi il giusto floreale di sambuco, la frutta segue ad una incollatura, ravvivata da leggere piccantezze cementizie.
Un sorso da provare con più calma, chè qua mi sembrava quasi di avere a che fare con due vini separati in casa.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC FRIULANO 2018: peccato per quella volatile che toglie grazia ad un naso che abbina le vegetali amaritudini di nespola e sambuco a dolcezze d’albicocca passando per l’eleganza non ostentata di un glicine o della semplice ginestra.
Il sorso è profondo, quasi tannico e pur coerente, è decisamente più centrato sul frutto e l’infinito finale (passatemi il gioco di parole) ha una sapidità di mare sepolto che…levatevi!
Un Tocai spontaneo, da pugno sul bancone, che ti tira fuori quell'”usti, bêf un tai” che già sa di chiacchiere infinite e di rientri tardivi.
Questo lo devo ri-assaggiare assolutamente e, per ora, gli do il mio premio “PECCATO”.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SAUVIGNON 2019: anche questo, se dovesse essere un colore, sarebbe “verde”.
C’è il prato falciato di fresco e la mela è Granny Smith.
Poi un tocco di esotico che non credevo e quasi piccantezze pepate in una atmosfera elegantemente boisè.
Sorso dinamico e decisamente fresco, di sapidità più che a pareggio e con un finale che vagamente piccante.
Nella sua vegetalità, dimentica quella “aggressive” del varietale a favore di una francese, inaspettata, eleganza.
Secondo me va aspettato ancora.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SAUVIGNON “PRIMALUCE” 2017: non perde le vegetalità del precedente, ma qui tutto ricorda calore e tranquillità.
C’è l’acacia, il frutto è tropicale (ahimè), non manca una pasticceria che ci mette più di una nota di burro ed infine, in una atmosfera intrisa di mineralità, alza la testa una balsamicità mentolata che è come brezza rinfrescante.
Sorso rotondo ma affatto seduto, anzi brillante nel riproporre i toni olfattivi della frutta accostandovi una nota di vaniglia che è Oriente di spezie a contrasto della quale si pone un finale decisamente sapido ed amaricante.
Elegantissimo.
FRIULI IGT BIANCO RIESLING 2017: se v’aspettavate la “benza” beh, qui ce n’è poca e prima di trovarla dovete fare i conti con una ricca alzata di frutta gialla, dolcezze di tiglio, lumnosità di zagare, un bel quid di mandorla fresca ed un non so che di selvatico che…è davvero interessante.
Sorso di verticale freschezza cui si accosta una sapidità quasi marina che fa schioccare la lingua.
Magari chiedo troppo ma da queste uve io ci farei una bella bolla!
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC MERLOT 2020: veramente un filo di volatile c’è pure qui, ma sembra dare un tocco “vinoso” ad un vino che m’aspetto riportarmi all’infanzia.
Il naso è fresco e scuro, dice di more ed amarene ben mature, di gerani e viole, di freschezze birichine di liquirizia e tabacco mentolato.
Il sorso è pieno ma affatto supponente, con una fitta trama tannica a supportare con il suo grip la dinamica freschezza conducendo ad un finale di adeguata persistenza.
Un Merlot “old style”, polenta, salame e tanti amici intorno.
Bel sorso.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC REFOSCO 2019: cemento ed un quid di legno per arrotondare un naso che mette sul gradino più alto del podio il rotundone.
Le altre medaglie se le spartiscono poi i piccoli frutti rossi e la polvere di caffè, con balsamicità chinate e di tabacco a rinfrescare vieppiù un’atmosfera già molto dinamica.
Sorso fresco, brillantissimo e sostanzioso, muscolare ma non pompato, lungo ben oltre il tempo che mi lascia questo veloce assaggio.
Un Refosco per tornare bambini.
LA TOSCANA
CASA GIACHI
1.5ha tra Firenze e Siena, due vigneti: quello di 1ha che c’ha mezzo secolo e quello di 0.5ha che ha gli anni della figlia di Francesco (9 anni).
Una storia che racconta di padri e figli, di ritorni alla campagna e di un rispetto ambientale sempre più “intransigente” sfociato nell’attuale approccio biodinamico alla gestione agronomica (un po’ “troppo biodinamico” per i miei gusti ma tant’è).
TOSCANA IGT ROSATO CILIEGIOLO 2022: nasce un po’ per scommessa da quel vigneto che, così giovane, non avrebbe saputo “gestire” un rosso e propone la semplicità dei fiori di campo (ma anche l’eleganza delle rose), la freschezza del pompelmo (rosa), la dolcezza del lampone ed una nota fresca quasi resinosa.
Beva scorrevolissima e spensierata, succosa, di freschezza sostenuta ed amplificata dalla bella nota di arancia rossa.
TOSCANA IGT ROSATO CILIEGIOLO 2021: qui c’è forse una punta di alcol che toglie grazia ad un naso più centrato sulle note classiche del ciliegiolo cui s’aggiungono fragoline e lamponi.
Le rose sono solo un accenno e lo sfondo è di erbacee vegetalità.
Sorso fresco, beverino, giustamente glicerico e tannico oltre le aspettative, che chiude su gradevoli ricordi vegetali.
TOSCANA IGT BIANCO 2021: Malvasia e Trebbiano Toscano naso coinvolgente, che apre sui fiori di campo e spazia poi su ginestre e zagare, che non dimentica la frutta ma strizza l’occhio a sottili balsamicità.
Sorso agile e bilanciato, con freschezza e sapidità supportate da un tannino ben presente ed affatto disposto a tacere.
Chiude forse un pochino corto, ma il bello sta forse nel non essere perfetti.
TOSCANA IGT ROSSO 2021: 90 parti di Sangiovese e 10 di Canaiolo che si aprono sulla polpa di frutti rosso per passare poi a garofano, arancia amara, freschezze di melagrana, la giusta piccantezza delle spezie ed i toni amaricanti del rabarbaro.
Il sorso è leggiadro, scorrevole, mostra una trama tannica appena scapigliata ed una freschezza mentolata d’acchiappo.
Saporito il finale di questo vino che è ben più semplice di quanto possa apparire da queste parole, spendetelo con pane e salame e con una grigliata, ma soprattutto con gli amici.
CHIANTI CLASSICO DOCG 2021: ha i profumi del bosco e la balsamicità dell’alloro, il frutto della mora e la freschezza dell’arancia rossa, un tocco di china ed uno di ferro.
Sorso fresco e tannini ben vispi che segue una progressione sapido-minerale e termina con richiami ferrosi ed agrumati.
Un Chianti “old style” troppo GGiovane, troppo…
LE MARCHE
PODERE SABBIONI
Vabbè, ormai l’Azienda di Massimo (Carletti)la dovreste conoscere come l’Ave Maria (sennò utilizzate la funzione “cerca” del portale e leggetene).
Qua Vi dico solo di una novità che ho avuto l’onore di assaggiare in quasi anteprima.
MARCHE IGT da uve VERDICCHIO 2022: il naso disegna tratti minerali uniti da nespole e susine, il giusto di ginestra, una ventata fresca di uva spina, la mandorla…
Assaggio ricco ma scorrevolissimo, ben sostenuto da una vena fresco sapida cui la parte glicerica fatica a tener testa.
Finale minerale intarsiato di rimandi fruttati per un Verdicchio che…sembra quasi Matelica.
Forse abbisogna di un altro po’ di vetro ma mica lo so.
Bravo!
L’UMBRIA
OMERO MORETTI
Trent’anni di storia e 17ha in quel di Giano dell’Umbria.
Una produzione dedicata all’areale di Montefalco ed ai vitigni autoctoni con uno stile davvero personale ed affatto standardizzato.
UMBRIA IGT “SUI LIEVITI” 2022: un “ancestrale” da Trebbiano Spoletino e Grechetto che sciorina pera matura a gogo, miele, anice, qualcosa di banana ed una manciata di caramelle che spaziano dalle “Rossana” a quelle al rabarbaro della nonna.
Sorso coerente e ben più sostanzioso di quanto ci si potrebbe aspettare, centrato su dolcezze di spezia (cannella) e caramelle d’antan.
Riuscitissimo.
VINO SPUMANTE METODO CLASSICO MILLESIMATO 2017 BRUT: 48 mesi di sosta sui lieviti per questo Trebbiano Spoletino che si presenta al naso con amaritudini della nocciola verde seguite da dolcezze di pasticceria che raccontano di frutta candita e spezie d’Oriente chiudendo poi su mimose fiorite.
Sorso cremoso, elegante ma non spocchioso, fresco ma segnato dalla sapidità tipica del territorio e con un finale dedicato a dolci rimandi pasticceri, burrosi e fruttati.
Molto interessante.
UMBRIA IGT BIANCO GRECHETTO E MALVASIA “NESSUNO” 2021: della seconda ce n’è solo un 30% ma spinge tanto e presenta vegetali accenti di timo, genziana e rafano prima di lasciare il palcoscenico alla frutta bianca ed a dolcezze di camomilla ed acacia.
Sorso dinamico, intriso di minerale sapidità e con un finale dedicato alla frutta ed a qualche graffio agrumato.
UMBRIA IGT CILIEGIOLO “TERRE DI GIANO” 2021: Ciliegiolo di nome e di fatto, alle marasche aggiunge le more di rovo, un’idea boschiva ed un quid di tabacco a dare ulteriore freschezza.
Sorso scorrevole e beverino, equilibrato e coerente, alterna in progressione dolcezze di frutto ad astringenze tanniche.
ciliegiolo di nome e di fatto
MONTEFALCO ROSSO 2020: Sangiovese, Merlot ed un 25-30% di Sagrantino che segna parecchio.
Sottobosco umido, spezie e frutta rossa e nera (marasca, prugna, piccoli frutti), sbuffi balsamici.
Sorso caldo, morbido e sapido, che evidenzia tannini importanti e che nel finale abbandona la frutta e racconta di vegetalità amaricanti.
MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG 2018: appenappena una punta di alcol a disturbare l’incipit di cacao amaro e ciliegia da boero.
Poi terra bagnata, more di rovo, l’amaricante duetto di china e radice di liquirizia e la balsamica freschezza dell’eucalipto.
Ed ancora tabacco, chiodi di garofano, rabarbaro…
Sorso masticabile, che denota pugno di ferro in guanto di velluto, succoso, ritmato, segnato da tannini di elegante solidità e da rimandi fruttati cui s’accompagna l’Oriente speziato in un lungo, persistente e minerale finale.
Wunderbar!
MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG PASSITO “ARGO” 2019: visciole e praline di ciliegia precedono, tenute assieme da grassezze di cioccolato, freschezze di scorza d’arancia e piccantezze pepate.
Sorso che denota struttura, tannini solidi ma affatto invadenti e chiusura sapida in cui dolcezze fruttate e china duettano simpaticamente.
L’ABRUZZO
VIGNETO 71
Circa 1ha di vigneto impiantato dal nonno di Mirko nell’anno cui è dedicato il logo aziendale.
Poco più che “il vino per casa” suddiviso in 4 etichette.
Un approccio minimalista in vigna ed in cantina per una produzione sicuramente territoriale e, forse, un po’ troppo “sincera”.
BIANCO IGT 2021: sarebbe tutto Trebbiano se non ci fosse quel 10% di Malvasia Lunga Abruzzese.
Il naso…no, non mi piace quell’eccessiva riduzione che non riesce a cancellare neppure il vorticoso roteare del calice.
A parte questo incipit pian piano riesco a scovare un giallo di messi trebbiate e frutta che comunica calma e calore, i fiori di campo, le erbette, il biancospino.
Sorso scorrevole e gioioso, che cancella i “minus” dell’olfatto grazie ad un “plus” di sincerità che accompagna la sapidità gustativa ed il finale piacevolmente vegetale.
ROSATO IGT 2021: un rosato quasi rosso, un Cerasuolo (che però non si può dire) che è quasi un Montepulciano.
C’è pure la ciliegia, ma dominano il chinotto e l’arancia rossa.
E se m’aspettavo una nota vegetale più “strong” mi faccio bastare la felce e mi consolo con la buona mineralità.
Scorrevole, ricco, gustoso, sapidità da vendere e grande freschezza.
Se v’aspettavate il vino dell’estate beh, qui trovate un vino gastronomico.
ROSSO IGT “ETICHETTA GIALLA” 2021: 80 parti di Montepulciano e 20 di Syrah vinificati in regime di semicarbonica.
Ed è proprio per questo che il frutto rosso svetta per freschezza e croccantezza.
Mancano un po’ le spezie e le atmosfere boschive ma non si può avere tutto…
Il sorso è brillante (la carbonica fa bene il proprio lavoro), con freschezza e sapidità ben integrate tra loro, scorre senza forzature e rimanda i toni olfattivi aggiungendovi, qui si, il necessario di spezia (il pepe spinge) ed il giusto di vegetalità.
ROSSO IGT “ETICHETTA ROSSA” 2021: qui si fa un salto indietro, alle riduzioni del primo vino, anzi…qui le cose sono pure più complicate…
Epperò, pure qui basta avere pazienza, anche qui la sostanza non può rimanere nascosta.
Ed allora ecco che parte l’amarena, fresca, sincera, la spezia che stuzzica il naso, quelle verzure rinfrescanti…
Ed il sorso è succoso, ciccione, sapido, minerale, freschissimo, i tannini ancora indomati…
Un vino da finire a tavola, senza preconcetti..
LA CAMPANIA
FOSSO DEGLI ANGELI
7ha di beneventano, poco distante dal Matese, a quote tra 500 e 750m/slm.
13000 bottiglie per una produzione che rispecchia a pieno il Territorio ed il piglio di Marenza (Pengue).
FALANGHINA DEL SANNIO DOP “CESE” 2022: una leggera nota sulfurea che non c’azzecca e non mi spiego prelude ad agrumi decisi, dolcezze di mela e graffi vegetali di finocchietto selvatico, mughetto e mandorla verde in una soffusa mineralità.
La sapidità quasi piccante relega i rimandi agrumati a ruolo di rincalzo in un sorso gustoso e persistente segnato da ricordi vegetali.
FALANGHINA DEL BENEVENTANO IGP “MACERESE” 2022: un incipit quasi ferroso, poi il bianco di frutta e fiori, con pesca e tiglio in primo piano.
Ed alle loro dolcezze fanno dinamico contrasto amaricanti vegetalità di timo e salvia e minerali, ben più che soffuse, piccantezze.
Sorso pimpante, dinamico, fresco, sapido, tannico e di intrigante spigolosità, con un lungo e persistente finale agrumato.
Figo!
SANNIO DOP GRECO “MORGIA” 2021: il naso è caldo, racconta della frutta estiva e dell’acacia in fiore.
Poi, salvia e finocchietto selvatico rinfrescano ed accompagnano dolcezze d’agrume.
In bocca è fresco, sapido, coerente e dettagliato nell’interpretare quanto fatto immaginare dall’olfatto e con un finale di interessanti piccantezze.
SANNIO DOP FIANO “CHIUSA” 2021: profumatissimo!
Giallo di mimose e ginestre, di limoni ed ananas, fresco e balsamico di salvia e con una leggera piccantezza pepata tutta da provare.
Sorso verticalissimo, di astringenze quasi tanniche e morbidezze inaspettate e con un finale di dolci richiami.
SANNIO DOP SCIASCINOSO “VOSCU” 2021: il naso è un mix di dolcezze raccontate da lamponi, mirtilli e ciliegie ed a contrasto una nota amaricante di genziana a rinfrescare.
Sorso scorrevole e divertente, tannico quanto serve, piacevolissimevolmente fresco.
Mancano solo gli amici, e per un vino…mica è poco!
SANNIO DOP PIEDIROSSO “PEZZA” 2021: appenappena ridotto si apre poi su visciole e piccoli frutti rossi prima di introdurvi nell’ombra di un bosco di cui regala humus e felci.
Un tocco d’arancia amara, uno di mineralità ed uno, più delicato, di balsamiche freschezze.
Sorso freschissimo e tannini monelli allungano i ricordi olfattivi e conducono ad un finale intriso di vegetalità.
SANNIO DOP AGLIANICO “RAJETE” 2021: quasi selvatico al primo naso dice poi di frutta scura e matura (prugna, amarena), un soffio di rosa, uno di tabacco e qualche inattesa tostatura.
Sorso coerente ed equilibrato, tannini educati e larghe spalle fresco-sapide.
Giovanissimo.
SANNIO DOP AGLIANICO “SAFINIM” RISERVA 2019: una “riserva” prodotta nelle annate in cui il “RAJETE” non vede la luce.
Ed il naso è scuro, ma scuroscuro!
Si presenta raccontando cenere e carbone e solo poi si scioglie in convenevoli di rose rosse appassite, frutti di bosco, fresche balsamicità e speziature intriganti.
Sorso solido e sostanzioso, ben fresco di suo ed aiutato dai rimandi balsamici mostra un tessuto tannico ancora in evoluzione eppure già elegante.
Scorre morbido e nel finale si impenna.
Mai domo!
Toppp!
BENEVENTANO IGP “AMMUSCIAT”: Falanghina e Moscato Bianco a mezzi per un naso complesso che inizia con l’albicocca disidratata, il cedro candito, le nocciole sotto miele…
Poi cannella, vaniglia, iris, camomilla e forse appena una punta di quello zafferano che, considerata la quantità di uva attaccata dalla muffa nobile mi sarei aspettato essere preponderante.
Sorso di elegante dolcezza, materico, fresco oltre le attese, equilibratissimo.
ED ORA?
Ora aspetto l’Edizione invernale!
Scherzi a parte: c’ho ancora un paio di mesi durante i quali Vi romperò le scatole e poi sarà tempo della consueta pausa estiva.
Ma state tranquilli, di idee per sfamare la vostra sete di Qualità ve ne darò ancora un sacco.