IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso 14 Aprile, nella bellissima cornice della EX CARTIERA LATINA (che è stata, sino agli anni ’80, il più grande stabilimento per la produzione della carta di tutto il Centro-Sud), si è svolto il bell’Evento ViniAmo, organizzato da Stefano Minelli (Minelli Wine Events) e dedicato a tutti coloro che gravitano attorno al mondo del vino.
Una bella occasione per conoscere tante Aziende che fanno Cultura attraverso la Qualità dei propri prodotti.
Una serata davvero riuscita con l’unica pecca, se posso permettermi qualche piccolo “appunto”, della divisione in due sale e di una illuminazione forse poco “performante”.
Ad ogni modo: BRAVISSIMI!
GLI ASSAGGI
Oltre 50 le Aziende presenti in rappresentanza di quasi tutta la Penisola ed oltre 150 etichette in degustazione sono tanta roba, ovvio quindi che non abbia potuto assaggiare tutto.
Dopo aver dedicato a tutti i Produttori che già conoscevo quasi esclusivamente chiacchiere e saluti mi sono dunque lasciato condurre da estro, naso e qualche consiglio andando a scoprire nuove realtà.
Nel complesso mi pare di poter affermare che il livello delle proposte fosse decisamente elevato (fatte salve pochissime ed inevitabili eccezioni), date quindi un’occhiata al mio personalissimo report e poi correte ad assaggiare, chè fidarsi di uno come me non conviene!
IL VENETO
LUCIANO ARDUINI
Storia vecchia di qualche generazione quella di questa piccola realtà della Valpolicella.
Una storia che svolta verso la modernità con il nuovo millennio e che oggi, a trazione in part femminile, mi sembra abbia davvero tanto da dire.
VALPOLICELLA DOC CLASSICO “FONTANA DEL FONGO” 2021: un incipit freschissimo di amarene amplificato da balsamicità di eucalipto.
Semplice ed elegante il mazzo di viole e simpatico il duello tra l’amaricante liquirizia e la dolce speziatura di chiodi di garofano.
Fresco e dinamico l’assaggio e dedicato alla frutta l’adeguato finale.
“Classico” di nome e di fatto.
VALPOLICELLA DOC CLASSICO SUPERIORE “COSTELONGHE” 2018: metà cemento e metà botte grande per un vino che mette fine ad una pausa produttiva di due lustri durante i quali si è seguita la “moda” del ripasso e dell’Amarone.
Non è tutto rose e fiori, ha anche la sostanza del frutto nero in confettura (prugne e more) ed una articolata vena di freschezze che spazia dalla menta al tè che la sottile e piccante speziatura amplifica.
Sorso succoso, fresco, dinamicamente ritmato dai rimandi olfattivi e di sorprendente persistenza.
ROSSO VERONESE IGT “BACAN” 2020: 2 settimane di appassimento per quelle 30 parti di Teroldego che vanno a fare cento con il resto di Corvina e Corvinone.
Impegnativo nella sua semplicità.
Non lasciateVi distrarre dall’evidenza dei frutti rossi, concentrateVi invece su quelle note scure che dicono di humus e vegetalità boschive che ben si accordano con una vena selvatica che non vorrete ammaestrare.
Non mancano poi leggere piccantezze speziate e freschezze di tabacco mentolato.
Sorso coinvolgente, fresco, sapido, lungo il giusto e con un finale sottilmente balsamico e minerale.
Un vino che invita alla convivialità e fa stringere amicizie, serve altro?
Toppp!
VALPOLICELLA RIPASSO DOC CLASSICO SUPERIORE 2020: rose e viole sono un pot pourri elegante che precede il frutto nero della prugna.
Le dolcezze speziate di vaniglia e chiodi di garofano fanno poi da contraltare ad una interessante vegetalità ed ad una ferrosa mineralità.
Sorso che riempie ma affatto stancante, ravvivato com’è da una freschezza cui la sapidità stenta a tener testa.
Finale lungo e coinvolgente giocato sui toni dell’olfatto.
Un Ripasso che…ripasserei.
AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG CLASSICO 2019: dalle visciole in confettura alzano la testa dolcezze di vaniglia e tabacco contrastate da tostature amaricanti di polvere di caffè e cacao.
Dolce anche un corredo speziato che racconta di chiodi di garofano a precedere amaritudini di liquirizia e rinfrescanti soffi balsamici.
Sorso ciccione ma di allegra freschezza e sapidità da schiocco di lingua.
Nobilmente tannico s’alluuuuunga ricordando l’olfatto.
Elegantemente moderno.
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
Le prime tre Aziende di cui leggerete erano presentate da Daniel Carnio, enologo, sommelier ed imprenditore che mette la propria conoscenza e la propria passione per il vino al servizio di quanti vogliano investire in questa “realtà liquida”
MEROI
Cent’anni di storia, tre generazioni, 20ha con le rese tra le più basse in Regione.
Dedizione e grande accuratezza per risultati davvero invidiabili.
COLLI ORIENTALI DEL FRIULI DOC MERLOT “ROS DI BURI” 2013 MAGNUM: al naso si presenta forse un po’ troppo “francese” per i miei gusti, con le sue grasse stratificazioni di confettura di prugne e cioccolata sotto le quali si cela un animo cioccolatoso che lontane balsamicità di menta e mirto poco scalfiscono.
Il sorso si dimostra invece inaspettatamente fresco, balsamico e ben sorretto da tannini ancora vivaci, quasi a smentire un olfatto che torna con ripetuti ricordi nel lungo protrarsi del finale.
Decisamente poco anglosassone, credo abbia bisogno ancora di tempo e vetro (e magari di una bottiglia da 0.75l).
COLLI ORIENTALI DEL FRIULI DOC MERLOT “VIGNA DOMININ” 2013: a memoria fino a non troppi anni fa MEROI faceva un solo vino che si chiamava così (ma io c’ho la memoria corta ed il vino non mi è d’aiuto).
In ogni caso il calice richiama l’olfatto come le sirene Ulisse.
Freschezza e complessità si intrecciano rivelando piccoli frutti neri, luminose ciliegie e frescosità fragolose.
Poi è un ricco pot pourrì floreale, noci, financo fichi secchi e balsamicità di tabacco e liquirizia, e poi cuoio e poi tostature e…un sacco di altre cose che ci vorrebbe tutta la sera per dirimere.
Sorso teso e muscolarmente definito che srotola elegantemente il tappeto di mineralità rivelando un nucleo di svettante ed inattesa freschezza.
Tannini mirabilmente tessuti aumentano la dinamica della beva e conducono ad un finale lungo e coinvolgente.
Tanta roba!
LA VIARTE
Una “Primavera” di confine, tra un “di qua” che “di là” cambia solo nome, tra un “di sopra” che è vento che soffia ed un “di sotto” che era mare.
Una ventina di ettari di ponca che da quarant’anni racconta con eleganza Territorio e tradizione.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO 2011: un Refosco scuro come il nome, a proporre la selvaticità di un bosco con tanto di radici e cortecce appena trafitto da lame di luce.
La frutta è quella della prugna secca ma sono le tostature della polvere di caffè e del tabacco ad alzare la voce ed attrarre l’attenzione ed una nota di frutta secca (noce) a chiudere.
Sorso arrembante, di verticale freschezza e minerale sapidità giocato sul ritmo scandito dall’alternarsi di ricordi fruttati e balsamici.
Davvero un bel Refosco.
FRIULI COLLI ORIENTALI SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO 2011: il naso scuro ma prugne e mirtilli sono illuminati da spot ben mirati così come l’umido del bosco, il pepe nero e la liquirizia che precedono idee balsamiche di eucalipto e tabacco.
Sorso intrigante, forse anche troppo, levigatamente tannico e ben cadenzato nella proposta dei rimandi olfattivi fruttato-balsamici.
Magari non il mio Schioppettino preferito ma…
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC TAZZELENGHE 2011: un naso caldo che…non diresti Tazzelenghe.
Profuma di lamponi e quella prugna in confettura è una dolcezza che contrasta con una china importante.
E non mancano le tostature, il pepe nero che sfrizzica le narici, una balsamicità che apre i polmoni.
Sorso caldo e sostanzioso giocato sul contrasto tra le morbidezze della frutta e gli spigoli di un tannino ancora non del tutto domo.
Chiude lungo tra ricordi di frutta e soffi balsamici.
MOSCHIONI
Una realtà aziendale di oltre cent’anni a livello agricolo ma una “specializzazione” enoica che ha portato alle prime etichette sono un quarto di secolo fa.
Ed in una terra di “bianca eleganza” la scelta radicale di dedicare il proprio lavoro ai rossi…e che rossi!
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC SCHIOPPETTINO RISERVA 2011 JEROBOAM: i fiori sono rose e violette a profusione ma la ciliegia alza la voce (soprattutto quella che riempie i boeri).
Poi si scurisce, boscoso di humus, corteccia e terra umida.
Dolcezze di spezie (chiodi di garofano e cannella) precedono infine balsamicità d’incenso ed introducono un sorso elegante, morbido, equamente spartito tra freschezza, sapidità e vigoria tannica.
Stiloso.
FRIULI COLLI ORIENTALI DOC PIGNOLO 2011 RISERVA JEROBOAM: delle more è rimasta la potenza del frutto e le spine si son perse ed anche gli altri piccoli frutti sono “selvatici” solo di nome.
Poi fiori appassiti e dolcezze di spezie e girella di liquirizia.
E, ad essere “pignolo”, fresco di tamarindo e tostato di polveri di cacao e caffè.
Sorso potente ma estremamente garbato, che abbina larghe spalle fresco-sapide a tannini ancora non del tutto domi.
Una bella interpretazione in un “vetro” che impone ragionamenti non usuali.
BLAZIC
7ha di ponca in quel di Zegla, lì dove il confine è solo una linea tracciata dall’uomo ed i vini raccontano di un mare che era.
Un mix di viticoltura tradizionale ed innovazione che da cent’anni porta il Territorio nel bicchiere.
COLLIO DOC FRIULANO 2022: il naso racconta subito di un po’ più che un quid di riduzione che però riesco ad addomesticare con “sapienti” rotazioni del calice.
Ecco dunque palesarsi dolcezze di fiori d’acacia che zittiscono le amaricanti vegetalità della nespola, del sambuco e della nocciola fresca.
Un tocco amaricante di scorza d’agrume s’accosta infine ad una leggera peposità cementizia chiudendo così un olfatto segnato da profonda mineralità.
Sorso sapido e verticalmente fresco, scorrevole, forse più “easy” dell’olfatto e, nel complesso, un pochino fuori dai miei schemi di Tocai.
COLLIO DOC RIBOLLA GIALLA 2021: profuma di colline assolate ed in fiore, ha la dolcezza della mela Golden e l’amaritudine della nespola, la freschezza dell’agrume ed una elegante vegetalità.
Sorso lineare e coerente che racconta della minerale sapidità di un mare che era, fresco di brezze e ravvivato da una leggerissima vena carbonica con un finale sorprendentemente morbido.
COLLIO DOC MALVASIA 2022: pesca noce ed amaritudini di malva e timo, freschezze di mentuccia, un friccicore d’ortica, un quid di fiori di campo e mineralità sopra le righe.
Sorso ben più che “appena” tannico, svela calore e contenuti che l’adeguata freschezza supporta fino ad un finale che si distende minerale ed aromatico.
L’UMBRIA
CASTELLO DI CORBARA
Un’unica proprietà di 1200ha, 100 dei quali vitati in quel di Orvieto che da 5 lustri valorizzano il territorio producendo vini che ne sono veri testimoni.
UMBRIA IGT GRECHETTO SAUVIGNON “ORZALUME” 2021: naso campestre, di erbe e di fiori, giallo di susina, mela golden e ginestre, amaricante di sambuco e frutta a guscio fresca.
Sapido prima che fresco, propone una beva divertente ed amichevole.
Affatto impegnativo…e non è poco.
UMBRIA IGT SANGIOVESE MERLOT “PODERE IL CAIO” 2021: affatto tutto frutta e fiori evidenzia senza vergogna balsamicità di tabacco e tostature di caffè.
Sorso succoso e tannini adeguati per un incedere regolare dei rimandi olfattivi fino al finale dedicato alla leggera speziatura.
LAGO DI CORBARA DOC MERLOT “DE CORONIS” 2019: la dolcezza della confettura di frutti di bosco ed un quid di freschezze di more di rovo introducono ad eleganze floreali ed irruenze balsamiche.
Dolce anche la componente speziata che, subito dimentica delle peposità, racconta di noce moscata e chiodi di garofano cui fanno da contraltare amaritudini aromatiche di timo serpillo.
Il sorso è un caldo abbraccio che sorprende per la verticale freschezza, tannini educati ma che forse dicono ancora un po’ del legno e buon allungo finale.
Meno Merlot di quanto mi sarei aspettato.
IL LAZIO
CIFERO
10ha vitati tra Zagarolo e Colonna di cui dovreste aver già letto qui e di cui mi limito a dirVi della sola etichetta che la volta precedente non era ancora disponibile.
ROMA DOC BIANCO MALVASIA PUNTINATA 2022: si presenta con tutta la scontrosità di cui è capace un vino appena segregato nell’angusto spazio di una bottiglia.
È comunque capace di sciorinare, in un atmosfera di bella mineralità, delle belle verzure di fiori, erbe di campo, erbe aromatiche e mandorla verde prima ancora della frutta a polpa gialla .
Sorso di buona freschezza e sapidità, ben compensate dalle morbidezze gliceriche e con un finale di ottima persistenza.
Diamogli un po’ di tranquillità e riassaggiamolo tra qualche mese.
p.s. l’etichetta dice di un pezzo di Storia ma…vabbè, l’avrei fatta diversamente.
ALBETUM
Anche di questa Azienda dovreste aver già letto in un paio di articoli precedenti (questo l’ultimo), mi limito quindi a ricordarVi che siamo ad Alvito (in Val Comino), dove Massimo Viscogliosi cura 5ha di Territorio raccontandolo attraverso i vitigni che lo rappresentano.
Rimanete sintonizzati, chè ci sono interessanti novità all’orizzonte!
ATINA DOC CABERNET “RUBRO DEL COLLE” 2020: Vi dico di questa sola Etichetta che assaggio per confrontarla con l’annata precedente.
Scopro così che quella profonda vegetalità che caratterizzava la 2019 qui è diventata un’atmosfera che riempie il panorama dell’assaggio senza graffiarne il fondale.
La frutta matura alza la testa mentre spezie scure ed una interessante nota selvatica arricchiscono di interesse l’olfatto.
Sorso succoso e tannini vispi ma quasi educati per una beva di grande interesse.
LA CAMPANIA
VINICOLA IOVINO
È proprio il caso di scomodare la locuzione latina “nomen omen” per descrivere questa piccola realtà di 4ha alle pendici della solfatara di Pozzuoli.
Una realtà che racconta il Territorio preservando vecchie forme di allevamento e viti storiche.
Gli impianti sono tutti a “piede franco” e le viti di quelli nuovi vengono riprodotte con la tipica “calatoia” (al secolo “propaggine”).
CAMPI FLEGREI DOP FALANGHINA “GRANDE FARNIA” 2021: certo, io che m’aspettavo di incontrare Totò tra i fumi della solfatara devo ridimensionarmi un po’ ma al naso il territorio è comunque evidente.
Mineralità profonda intarsiata di erbe di campo e graffi agrumati precedono i toni aromatici ed amaricanti del timo e della salvia.
Sorso muscolarmente definito ma snello, scorrevole, decisamente fresco nell’ingresso in bocca e con un finale di schioccante sapidità.
Un vino del quale bisognerebbe avere il coraggio di aspettare l’evoluzione.
CAMPI FLEGREI DOP FALANGHINA “VIGNA SOLFATARA” 2020: bianco di pera Kaiser e pesca, fresco di cedro non nasconde erbe aromatiche mandorla fresca e respiri mentolati ma soprattutto mineralmente vulcanico.
Sorso vibrante, di sostenuta acidità e mineralità quasi piccante, ripropone con insistenza dettagli agrumati e vagamente fumè nel lungo finale.
CAMPI FLEGREI DOP PIEDIROSSO “GRUCCIONE”: al naso i piccoli frutti rossi sono coperti da note vegetali di felce ed amaritudini erbacee e d’agrume.
Seguono mineralità ferrose e di solfatara, un’idea di selvatico e, last but not least, l’eleganza di un ricco mazzo di fiori (gerani, rose e viole).
Sorso dritto, scorrevole, di verticale freschezza e gustosa sapidità, propone tannini sottili, ottima coerenza e lungo finale.
Una bottiglia da finire.
CAMPI FLEGREI DOP PIEDIROSSO “VIGNA SOLFATARA”: pirico nel profondo, propone frutti di bosco (anche in confettura) a precedere freschezze di carcadè e lavanda e soffi balsamici di tabacco mentolato.
Sorso vibrante e di minerale sapidità reso ancor più vivace da un tannino fitto e sottile e dalla commisurata freschezza che s’allunga su ritorni grafitosi e fruttati.
LA PUGLIA
TENUTA PLANISIUM
Siamo a Volturino (FG) dove dagli anni ’70 l’Azienda racconta il Territorio condensandolo in uno stemma ricco di significati e producendo vini con grande attenzione non solo alla tipicità ma anche all’ambiente (il progetto è quello di trasformare TENUTA PLANISIUM nell’Azienda più ecologia e sosteniibile del Sud Italia).
PUGLIA IGP BIANCO “SERRITELLA” 2021: l’occhio cattura una sostanza “tutta pugliese” che va ben al di là dei 12.5° in etichetta.
Oltre alla pera ci sono i fiori d’acacia a dire delle dolcezze, ma l’impronta è vegetale e balsamico-mentolata rinfrescata vieppiù da graffi agrumati.
Sorso glicerico e rotondo, bilanciato da una freschezza che invita al secondo assaggio e finale dedicato ai ritorni olfattivi.
PUGLIA IGP FIANO “NOTAMENTO” 2021: sarebbe tutto Fiano se non ci fosse quel 5% di Sauvignon Blanc e Pinot Bianco che conosce la barrique.
Quel poco di legno caratterizza un naso che alle freschezze del Fiano che abbiamo conosciuto, accosta sensazioni di miele di castagno, sambuco ed una nocciola affatto celata.
Sorso fresco e sapido giocato inaspettatamente sulle note vegetali ed amaricanti del Sauvignon e finale di bella persistenza.
PUGLIA IGP NERO DI TROIA ROSATO “BRIELE”: un naso quasi timido che però dice di una freschezza forse superiore ai due bianchi appena assaggiati.
“Quasi” timido…ma proprio “quasi”, perchè poi si trasforma in una cornucopia che elargisce mela Fuji, un sottobosco di piccoli frutti rossi e terra umida, erbe aromatiche ed una chiusura interessante e minerale.
Il sorso è fresco ed agrumato, con il pompelmo rosa e la sapidità in buona evidenza ed un manipolo di morbidi rimandi ad inseguire.
Mooolto interessante.
PUGLIA IGP NERO DI TROIA “HUMARA”: ciliegie rosse, un mazzo di viole e solo la balsamicità dell’alloro a contrastare un naso altrimenti un po’ troppo femminile per i miei gusti.
Sorso semplice e lineare, davvero fresco e ravvivato ulteriormente dall’intrigante grip tannico fino all’allungo dedicato ai rimandi olfattivi.
PUGLIA IGP PRIMITIVO “MONTORSO” 2021: un mix di frutta e fiori appassiti precedono tabacco dolce, radice di liquirizia, un sottobosco al gran completo ed un’impronta eterea.
Sorso di ottimo equilibrio, tannini ben gestiti e chiusura coerente che lascia spazio a interessanti note ematiche.
Nel solco del precedente ma con più personalità.
PUGLIA IGP NEGROAMARO “CAPOTORRE”: nonostante il rovere francese, quella nota fumè mi sa molto di Austria.
Poi piccoli frutti neri, amarene in confettura, ed ancora toni scuri di ginepro, humus, liquirizia ed uno spot di tabacco dolce.
Sorso caldo e materico, muscolare ma dinamico, elegantemente tannico e con un finale lungo ed allineato all’olfatto.
Davvero un bel sorso.
LA SICILIA
TENUTA MONTE GORNA
Siamo a Trecastagni (CT), una punta di spillo di appena 4ha sulla “Muntagna”.
Il fuoco sotto i piedi ed il mare negli occhi per una produzione che racconta un Territorio unico con grande attenzione.
ETNA BIANCO DOC “JANCU DI CARPENE” 2021: Carricante e Catarratto 60 e 40 che regalano luminose vegetalità di sambuco ed amaritudini di scorza d’agrume ed erbe aromatiche.
Non mancano le dolcezze di pesca e di gelso e si percepisce distintamente il respiro minerale della “Muntagna”.
Un sorso che spiazza ed intesse dolcezze e sapidità in una trama fitta ed avvolgente.
Decisamente sapido ed agrumato dimostra una persistenza geologica e si becca senza “se” e senza “ma” il mio premio “SURPRAIS”.
ETNA ROSATO DOC “AKIS” 2020: tutto Nerello Mascalese per un vino unico anche nel colore ambrato.
Il naso è un caldo abbraccio ciliegioso, mostra l’eleganza delle rose e non si vergogna di mostrare un animo selvatico e profondamente vegetale che racconta di salvia e sottobosco.
Sorso di decisa, minerale sapidità, giocato sulle amaritudini di scorza d’agrume, progressivamente fresco e con un finale che chiude il cerchio riportando alla frutta dell’impatto olfattivo iniziale.
Un bel rosato che mi piacerebbe però ri-assaggiare.
ETNA ROSSO DOC “AKIS” SELEZIONE DI FAMIGLIA: 80 parti di Nerello Mascalese e 20 di Cappuccio per un naso che potreste dire di soli piccoli frutti rossi (lamponi e fragoline) ma…
…ecco che s’apre il sipario e le dolcezze diventano piccantezze pepose e freschezze di melograno inframmezzate da sospiri di spezie d’Oriente ed amaritudini d’agrume, rabarbaro e radice di liquirizia.
Sorso succoso a sottolineare frescosità d’arancia sanguinella e melograno rese più interessanti dagli educati tannini ed allungo impostato su sapidità ed ordinati richiami olfattivi.
ED ORA?
Ora è il momento dei ringraziamenti, a tutti i Produttori che mi hanno sopportato, a Stefano Minelli che mi ha dato la possibilità di partecipare a questo bell’Evento, a Daniel Carnio (anche per la bella chiacchierata “par furlan“) ed a tutti Voi che avete letto le mie stupidaggini.
Ed è il momento di prepararsi ad una “bella stagione” ricca di altri appuntamenti enoici.
Stay tuned.