
IL CHI
Quella di DECUGNANO DEI BARBI è una storia che risale al ‘200, ma un “oggi” aziendale (quello che lega la Cantina alla Famiglia Barbi) che c’ha “solo” una decina di lustri.
Siamo in quel di Orvieto ma non dove il complesso vulcanico vulsino ha esalato gli ultimi respiri, bensì dove il mare di una volta ha lasciato conchiglie che neppure una spiaggia in Romagna.
Un’Azienda che ha fatto un bel pezzo di storia del vino di Orvieto (il primo Metodo Classico dell’Umbria nel 1978 ed il primo Muffato d’Italia nel 1981) e che qui, oggi ci presenta cinque annate di un suo grande bianco.

IL COSA
Un vino dal nome forse fin troppo altisonante: “IL”.
Un vino che dal 2018 si chiama “MARE ANTICO” quasi a celebrare l’acqua che era (vabbè oggi c’è il Lago di Corbara ma fa pure lui il suo effetto).
Un vino raccontato dalla voce di Enzo Barbi e Carlo Zucchetti nel corso di una masterclass a latere dell’Evento DUE PASSI IN VIGNA organizzato da VINARIO4.
Uno zigzagare tra un’annata ed un’altra alla ricerca di quanto queste siano riconoscibili nel bicchiere.
Comunque, “IL (BIANCO)” alias “MARE ANTICO” è per il 55% Grechetto, per il 20% Chardonnay, per un altro 20% Vermentino e per il restante 5% Procanico.
Non fa malolattica e conosce la barrique solo una piccolissima parte (dal 3 all’8%).
Nelle righe che seguono le mie impressioni descrivono i vini nell’ordine in cui li abbiamo assaggiati, un assaggio alla cieca che m’ha fregato su due annate che ho sempre ritenuto “complicate”, ma forse il bello del vino sta pure in questo!

GLI ASSAGGI
ORVIETO DOC CLASSICO SUPERIORE “IL (BIANCO)” 2017: al naso è un duello in punta di fioretto tra scintille di pietra focaia e dolcezze di fiori d’acacia.
Poi sensazioni di clorofilla precedono albicocca, pesca bianca ed il giusto di agrume prima di lasciare spazio ad amaritudini di timo ed erbe essiccate.
Il sorso, quasi tannico, dimostra una sapidità pazzesca che il lungo abbraccio delle componenti morbide stempera appena.
Finale lungo con rimandi sapidi e di mandorla amara a scandire il ritmo.
ORVIETO DOC CLASSICO SUPERIORE “IL (BIANCO)” 2015: forse quello in cui si sente maggiormente l’influenza del Lago di Corbara.
La parola d’ordine è “equilibrio”: super elegantemente bilanciato nel proporre dolcezze di mela e affondi agrumati di pompelmo maturo e limone verde prima che ci si lasci vincere da pietre sbattute che sembrano fare anche rumore ed abbracci sapidi di quasi scoglio.
Sorso fluido ed intrigante a suggerire un che di tropicale prima della nota finale di mandorla.

ORVIETO DOC CLASSICO SUPERIORE “IL (BIANCO)” 2014: il naso cattura distintamente la nota di zafferano di una botritis elegantissima.
Sullo sfondo fiori gialli, una leggera brezza mentolata, il cespuglio del rosmarino e la nota di ostriche tipica dei banchi di orvieto.
Sorso squisito, fruttato, saporito, di acidità rupestre ma affatto sgraziata e con un finale boisè sottile e profondo di grafite e zafferano
Impeccabile ed originale.

ORVIETO DOC CLASSICO SUPERIORE “MARE ANTICO” 2019: da qui il vino si veste di un nome nuovo, forse meno “borioso” ma più aderente al Territorio.
Il naso spazia dal gesso alle alghe, dalla salvia al rosmarino, dalla dolce susina all’aspra uva spina, un tocco di mughetto e poi una brusca virata verso toni salmastri e piccantezze di pepe bianco.
Sorso rigoroso ma affatto severo, salato e con freschezza a pareggio e finale lungo e dinamico a richiamare più volte erbe aromatiche e ricordi del mare che era.
Da mettere da parte ( a patto di riuscirci).
ORVIETO DOC CLASSICO SUPERIORE “MARE ANTICO” 2021: forse troppo freddo mostra subito un naso sobrio ed insolitamente vegetale (sembra quasi un Sauvignon).
Poi, sull’inesorabile sfondo iodato, si fanno timidamente strada fiori bianchi, pera e mandorla fresca.
Sorso succoso, intriso di frutta e mineralità, vivacizzato vieppiù da dolci note di camomilla che contrastano simpaticamente con asprezze di mela Granny Smith e scorza d’agrume.
Finale di appetitosa freschezza per un vino ancora imberbe.

ED ORA?
Ora, mentre la mia mente malata ragiona sul fatto che mi piacerebbe riuscire ad assaggiare annate come la 1995, la 2011 e la 2013, è il momento dei ringraziamenti, sentiti e dovuti: a VINARIO4 per aver organizzato questa bella degustazione a latere del classico Evento DUE PASSI IN VIGNA dello scorso 25 Marzo; ad Enzo Barbi e Carlo Zucchetti per come hanno condotto la verticale ed a Voi per aver letto queste mie righe.
