IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso 25 Marzo è andato in onda quello che sarà probabilmente solo il primo appuntamento di questo 2023 con DUE PASSI IN VIGNA, l’ormai consueto Evento organizzato dagli inossidabili ragazzacci di VINARIO4.
Solita la location del MERCATO CENTRALE di Roma con una differente “disposizione spaziale” che prevedeva un simpatico tour tra i vari piani della struttura.
Davvero ampio il panorama delle Aziende presenti in rappresentanza di diverse zone dell’Italia e nutrito anche il numero di masterclass a contorno (di quella cui ho partecipato leggerete altrove).
Notevole anche il successo di un pubblico che, al fianco dei soliti winelovers ed addetti del settore ha visto la presenza di numerosi curiosi attratti da una location di sicuro acchiappo.
GLI ASSAGGI
Al fianco di tante vecchie conoscenze c’erano pure un sacco di interessanti novità.
Dedicando alle prime quasi solo saluti e qualche chiacchiera, mi sono concentrato sul tanto che non conoscevo cercando di rompere le scatole a quanti più Produttori potessi (ma tenete sempre conto del fatto che io sono uno ed il tempo era quello che era).
Comunque, qualche cosa mooolto interessante l’ho trovata (pure qualcosa di cui “vabbè”, ma quello è inevitabile).
In ogni caso, Voi date una letta al mio personalissimo ed ovviamente incompleto report, fateVi un’idea e poi correte ad assaggiare di persona, chè di uno come me non è che ci si possa fidare molto.
LA LOMBARDIA
LA CASAIA
Prime bottiglie nel 2020 (50000 quelle prodotte) per questa giovane Azienda dell’Oltrepò Pavese.
10 gli ettari di questa realtà seduta sul
messa in piedi da due amici ben intenzionati a proporre Territorio e Qualità.
Tanta attenzione ad un Pinot Nero declinato in 4 etichette, tre delle quali descritte qui sotto.
SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT “13 LUNE”: il Metodo Classico “corto” invece del Martinotti “lungo” a dire di una ricerca della qualità che non tiene conto del portafoglio.
Al naso colpiscono vegetalità e nespola che precedono pasticcerie di lieviti e crema d’agrume su uno sfondo di gessosa mineralità.
Sorso abbastanza cremoso, di buona sostanza, fresco, sapido, morbido e di agrumata persistenza.
Un pochino fuori schema.
IGT PINOT NERO ROSATO “UNA NOTTE” 2021: t’aspetti un naso “da femmina” ed invece fragola e lampone vengono dopo violette e spunti erbacei.
Il sorso invece, per quanto verticalmente dinamico, è pieno di smancerie, un inno ad un lampone che è quasi caramella e solo l’allungo finale, di buona sapidità, pareggia in parte i conti.
Gli darei il mio premio “SURPRAIS” se non fosse che è un vino che dovrei ri-assaggiare.
IGT PINOT NERO “LA QUERCIA” 2019: il naso si apre con mooolta calma regalando violette, gerani, ciliegie, chiodi di garofano, tocchi ferrosi e sussurri mentolati.
Sorso solido, teso, verticale, con una onesta persistenza giocata sull’alternarsi di mineralità, inchiostro e ritorni ematici.
In cerca di conferme.
LA TOSCANA
AZIENDA AGRICOLA CARLA SIMONETTI
Energia ed entusiasmo, questo quanto comunica subito Maria Chiara.
1ha di Bolgheri (ed un’anima pugliese), 1ha di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Sangiovese e Syrah che produce un vino che…leggete sotto e fateVi un’idea, chè io approfondirò sicuramente.
Ah, le Donne del vino!
TOSCANA IGT ROSSO “2014”: lo chiamo con tutta la forza descrittiva evocata dall’etichetta più audace che abbia mai visto in un Evento enoico.
Quel “2014” scritto a penna ed attaccato al vetro con lo scotch sa, in quel di Bolgheri, davvero di piratesca ribellione.
Chi al naso cercherà l’eleganza di un supertuscan purosangue rimarrà forse deluso dall’incontro con un destriero montato a pelo.
Ma chi avrà la pazienza di avvicinarsi al suo muso e farsi riconoscere, troverà un amico che lo amerà per sempre.
Nel calice s’apprezzano un’annata complicata, tanto Sangiovese e niente Syrah.
Selvatico e sudato ma a suo modo elegante nel rustico incedere, sciorina il respiro di una terra che è poesia anche oltre la parola scritta, scopre una rosa appassita tra le pagine di un libro, del bosco dice dell’ombra delle sue profondità e della corteccia rivolta a nord, e regala poi qualche dolcezza di prugna e lo sprint del bergamotto.
Il sorso è rustico e succoso, una corsa a piedi scalzi tra risa ed affanni, tra le freschezze dell’arancia rossa ed i graffi di un tannino che, alla fine del giro, Vi riporta sulla groppa del mustang.
Un vino da non giudicare con un punteggio, chè le emozioni non ne vogliono.
Un vino che sa di vita.
Gli do il mio personalissimo premio “EMOSCION”.
TOSCANA IGT ROSSO “CARMINA ARVALIA” 2016: “CARMINA ARVALIA”, come un inno alla terra.
Un naso che non dimentica il puledro della 2014 ma stavolta è strigliato e sellato.
Un naso che è scoperta ed invito ad andare oltre: anche la gentilezza delle rose ma soprattutto l’audacia dell’agrume rosso, i piccoli frutti croccanti e poi la selva, le erbe aromatiche ed un Syrah che qui c’è, è solo un soffio ma porta l’Oriente del mistero e delle spezie.
Il sorso regala freschezza e quel tannino ruvido come le mani che lavorano la terra è carezza e non sgarbo.
Un sorso che è naturale proseguimento dell’olfatto, forse un po’ intricato anche lui ma quei toni di erbe amare intrecciati al frutto rosso sono nodi che scioglierete con grande piacere.
Ed anche qui sembra di essere di fronte al riassunto dell’esistenza, gioie e dolori di cui prendere atto per andare oltre.
In conclusione?
Davvero mi piacerebbe chiedere a Maria Chiara cosa hanno rappresentato per Lei queste due annate, chè quello che c’ha messo il padreterno mi pare evidente.
Davvero mi pare che questo vino possa chiarire le idee a quanti parlano a sproposito di Terroir.
NENCI
Si può ben dire che Paolo (Nenci), in quello che fa ci metta il nome!
Per quelli “A”social come me potrà essere un nome come tanti ma il gran numero di follower che ha racconta una storia diversa (date un’occhiata ai suoi profili e fateVi un’idea).
Una storia che lo vede rilevare l’azienda agricola del nonno a dargli ben più che una spinta, proiettandola in un futuro tutto da aspettare.
Siamo a Chiusi, alle falde di un Monte Venere che è protagonista sulle etichette aziendali.
TOSCANA IGT “LACRIME DI VENERE” 2021: 80 parti di Trebbiano ed il resto lasciato a Malvasia, Grechetto e Moscato.
Mmmh…uno sgarbo di riduzione a rovinare un naso altrimenti fresco di pompelmo, pesca bianca, ginestra e fiori di limone.
Sorso coerente e composto, piacevolmente sapido e dai bei richiami agrumati.
Semplice.
TOSCANA IGT “PASSIONE DI VENERE” 2021: solo Sangiovese raccolto a metà Agosto per un rosato dal colore timidotimido.
Peonie e roselline selvatiche, pompelmo (rosa obviously), mandarino, una leggera piccantezza peposa (pepe rosa? Lo so che c’è ma non chiedetemene il profumo), mineralità soffusa ed un tocco vegetale come d’oliva.
Sorso invitante, succoso, dinamico e vibrante, ben supportato dalla verve fresco-sapida e con un buon allungo di agrumata consistenza.
Gli do il mio premio “MANNAGGIA” per quell’imperfezione che voglio considerare “caratteristica”.
TOSCANA IGT “BACIO DI VENERE” 2019: Cabernet Franc, Merlot e Syrah sono i tre moschettieri e quel “troppo” di volatile è il Cardinale Richelieu.
La seconda bottiglia aggiusta un po’ il tiro e lascia ai fiori ed alle spezie il giusto spazio.
C’è un’immediatezza d’arancia ed i frutti di bosco che aggiungono dolcezze marmellatose a contrasto di note ferrose e minerali.
Sorso succoso, dotato di una buona spalla fresco sapida cui si accompagnano tannini che il legno, piccolo ed usato, ha educato.
Un calice che vuole convivialità, peccato per quel “naso”…
TOSCANA IGT “VENERE” 2018: solo Sangiovese da accurata selezione in vigna e non banale gestione in cantina.
Direi siano le rose ad aprire il bouquet olfattivo ma le scure bacche di mirto a fare da protagoniste su uno sfondo di erbe aromatiche e frutti rossi con l’accompagnamento soffuso di tabacco, spezie e richiami minerali.
Sorso fresco e tannini ben gestiti in una progressione gustativa che segue coerentemente l’olfatto.
IL LAZIO
G. IACHETTI
Di Gianmarco, del suo “estro” e dei suoi vini dovreste aver già letto qui.
Oggi mi limito ad aggiungere qualche nota relativa a nuove annate e nuove etichette provenienti da ‘sti 6ha alle falde dei Monti Lepini.
LAZIO IGT BIANCO BELLONE “MURILLO” 2018: frutto di una raccolta “obbligata”, al naso sembra di aver ordinato un Margarita tanto si apprezza la nota salina.
E poi lime, salvia, un sambuco che lascia un non so che di piccante ed una nota di quasi ossidazione che arrotonda ed aggrega.
In bocca viaggia sulle corde di un Riesling, ampio con picchi di strapiombante acidità fino al finale di sapida progressione.
LAZIO IGT “COLLE SAN LORENZO BIANCO” 2019: Greco, Trebbiano e Bellone, 33, 33 e 33.
Greco in grande spolvero che propone ampiezze di albicocca disidratata e frutta candita e Bellone a seguire sui toni della pera.
In bocca tanta acidità a tenerlo in piedi ed a solleticare un palato che contrasta simpaticamente con una sapidità che fa schioccare la lingua.
Il finale?
Lungo e dedicato a dolcezze di frutta.
LAZIO IGT “COLLE SAN LORENZO ROSSO” 2018: tre parti di Merlot ed una di Cesanese per un naso che chiama subito il sorso con quel suo apparentemente semplice frutto a cercare di coprire freschezze vegetali, umidità di bosco ed un cuoio che aggiunge quel quid di selvatico che…
Sorso dritto, sostanzioso, senza smancerie e con un lungo finale.
Tutt’altro che semplice, rischia di vedersi sminuito.
Un vino di cui parlare, un vino su cui confrontarsi.
LAZIO IGT “COLLE SAN LORENZO ROSSO” 2019: frutto di una annata migliore rispetto alla precedente si presenta come assolutamente più ciccione e complesso ma anche più didascalico.
C’è poco da scoprire, è tutto lì, il frutto croccante, la balsamicità in progressivo accordo con l’incedere del sottobosco.
Va aspettato ancora.
CANTINE IL MORO
Quella di CANTINE IL MORO è una storia che è quasi un gemellaggio tra San Vito Romano ed Olevano Romano.
3ha dedicati in gran parte ad Ottonese e Bellone, impianti del 1949 ed una “new wave” aziendale che dal 2016 vede il giovane Alessandro come nocchiero ed ambasciatore dei un territorio che merita di venire assaggiato.
LAZIO IGT BIANCO “PÈNTIMA” 2020: 90 parti di Ottonese e 10 di Bellone, scostate le nebbie della porchetta (eh, il piano terra è sempre un terno al lotto) si fanno strada verticalità di agrumi, dolcezze di frutta gialla, prati fioriti ed erbe aromatiche.
Sorso affilato e coinvolgente, abbastanza corrispondente e con una lunga scia sapida.
LAZIO IGT BIANCO “EUGHEN” 2020: tutto Bellone che per il 25% riposa un po’ in tonneau.
Un Bellone ampio, differente da quelli cui ci ha abituati la zona di Cori.
Bianco di fiori e frutti, delicatamente amaricante, chiazzato d’agrume e soffuso di mineralità.
Sorso sostanzioso ed avvolgente, di ottima corrispondenza e con un finale lungo e di sapida consistenza.
LAZIO IGT ROSSO “RENÈ” 2020: tutto Cesanese di Affile emigrato ad Olevano.
Scuro di spezie e sottobosco ed intricato di macchia mediterranea prima ancora che timbrato dal frutto rosso, dolce e carnoso, con una nota floreale in chiusura.
Sorso vibrante e piacevolmente corrispondente con tannini ben tessuti a bilanciamento della persistenza ed un finale piacevolmente minerale.
Sbarazzino e complicato, in una parola: figo!
LAZIO IGT ROSSO “RENÈ” 2019: annata differente ed un anno in più di bottiglia per un naso più ciccione e ben centrato su ciliegia ed amarena.
Poi sono echi di viole, radice di liquirizia, cuoio e tabacco.
Sorso in cui freschezza e tannini educati stemperano calore e morbidezza, buona coerenza e chiusura dedicata a spezie e china.
Rispetto al precedente sorprende meno ed è questa, forse, l’unica pecca.
LA PUGLIA
FAMIGLIA PEPE
3ha di Aglianico e 6000 bottiglie
Una antica masseria in un Territorio che racconta di Templari e tradizioni.
Un’Azienda a trazione femminile (quattrosorellequattro!) in quel di Poggiorsini (BA), a 500m slm nel Parco dell’Alta Murgia.
PUGLIA IGP ROSATO “ROSE DI SAN CATALDO” 2021: al naso propone un bouquet che dice di piccoli frutti rossi, rosa canina, arancia rossa, una sottile speziatura, tanta mineralità ed una sostanza che va ben al di là della delicatezza dei toni.
Sorso affatto ammiccante, snello, dinamico, coerente, scorre con progressiva sapidità e termina su rimandi di frutta.
L’avevate pensato per l’aperitivo, lo utilizzerete per tutto il pasto.
PUGLIA IGP AGLIANICO “QUATTRO SORELLE” 2018: propone un naso forse più fresco di quello del rosato, estivo di frutta rossa croccante.
Ciliegia e mirtillo aprono le danze ma non manca l’agrume rosso.
La seconda ondata è quella scura del ginepro e della liquirizia, quella che s’allunga ematica.
Al sorso dimostra una verticalità ancora maggiore, coerente con l’olfatto, quasi irruento e con un finale amaricante nel quale sorprendono lontane dolcezze.
I cavatelli, la carne e…gli amici.
CANTINE SERÌO
A San Donaci (BR), nell’Alto Salento, ci sono 7000 abitanti e non meno di 60 palmenti.
La storia di CANTINE SERÌO inizia quasi cent’anni fa con la produzione di vino destinato a “migliorare” i vini del Centro-Nord.
Cambio di direzione poco più di un lustro fa con le prime bottiglie di Negroamaro a marchio proprio ed un futuro tutto da scoprire.
6 gli ettari vitati e 10000 le bottiglie prodotte.
PUGLIA IGT ROSATO “SETIS” 2022: ramato all’occhio, si propone al naso con piccoli frutti rossi succosi (mirtilli, ribes, lamponi), eleganze di rose ed un tocco vegetale di cassis.
Fresco, sapido, di delicata morbidezza con un finale di sottili, intriganti vegetalità.
Easy.
SALENTO IGP NEGROAMARO “LA CONA” 2020: breve passaggio in barrique per questo Negroamaro con un nome che dice di mille anni di Storia, di Bisanzio, di sacre immagini, dell’anima stessa di San Donaci.
Un incipit di rose, viole appassite e cassis.
Poi sono le more, quelle di rovo, le visciole mature, i chiodi di garofano, graffi balsamici e soffi di liquirizia.
Solido, caldo, con tannini scanditi a supporto della freschezza ed un finale lungo e sapido.
SALICE SALENTINO DOP “NARRANTE” RISERVA 2020: 10 parti di Malvasia a fare 100 con il Negroamaro.
Al naso balsamicità e speziatura fanno a braccio di ferro.
C’è l’anice stellato ma ci sono anche il tè nero e gli intarsi di vaniglia, ci sono la curcuma, la noce moscata e la senape.
E non mancano frutta (amarene, prugne e mirtilli) e tostature di caffè e cacao.
Sorso materico, in cui un respiro mentolato supporta mirabilmente la già importante freschezza e gli educati tannini accompagnano il ritmato intercalare dei richiami balsamici e speziati.
LA CALABRIA
FRATELLI DELL’AQUILA
5ha tra Cirò Marina e Cirò Superiore (CR) dedicati ai vitigni principe di una zona con tradizioni vinicole che affondano le radici nella Magna Grecia.
5ha dedicati al miracolo dell’uva che diventa vino ed ad un Territorio che le etichette valorizzano.
CIRÒ DOC BIANCO “FRANDINA” 2021: fermentazione spontanea per questo Greco Bianco che al naso beh, con quella malcelata riduzione dice un po’ di “vino del nonno”.
Comunque, qualche “sapiente” rotazione di polso tira fuori gelso e fiori d’acacia, mandarino zenzero, un tocco d’ananas e spunti minerali.
In bocca denota sorso morbido, larghe spalle fresco sapide ed un finale agrumato di buona persistenza.
CIRÒ DOC ROSATO “ROSÈMANNO” 2021: dalle gerbere alle roselline, dalla scorza d’arancia ai lamponi, un tocco pepato ed uno sprint iodato.
Fresco e sapido con un finale agrumato di moderata persistenza
CIRÒ DOC ROSSO CLASSICO “MORTILLA” 2020: all’olfatto il palcoscenico è dominato dal rosso delle roselline, delle ciliegie e dell’arancia e c’è uno spot ben puntato sulle erbe aromatiche mentre lo sfondo è quello cupo del sottobosco e delle spezie scure non dimentico di un quid balsamico.
Sorso equilibrato, fresco, gentile nell’approccio tannico, ritmato da ritorni aromatici e fruttati e giustamente persistente
CIRÒ DOC ROSSO CLASSICO “SALVOGARO” 2019: un Gaglioppo con il mare dentro.
I cespugli di rosmarino introducono le radici intricate della macchia mediterranea, fresche succulenze di melograno e roselline selvatiche in una atmosfera ferrosa.
Sorso muscoloso, tonico, non palestrato, agile, che propone tannini educati e coinvolgenti e con un finale di bella sapidità.
ED ORA?
Ora è intanto il momento di ringraziare pubblicamente Produttori ed Organizzatori per il lavoro svolto e poi quello di approfondire alcuni temi di cui ho preso nota e che meritano particolare attenzione.
La stagione è appena iniziata…