IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso 9 Marzo, le sale dell’Hotel SAVOY di Roma hanno ospitato la presentazione romana della Guida “CANTINE D’ITALIA 2023”.
Una location raccolta ed ormai collaudata per l’ennesimo Evento organizzato da un GO WINE sempre più attento al Territorio, alla Qualità ed alle piccole realtà produttive.
Della Guida non so dirVi perchè non l’ho presa ma il format delle edizioni passate mi sembra essere ben più che collaudato: uno strumento davvero utile a quegli enoturisti curiosi che, partendo da un vino decidano di conoscere luoghi e Persone intraprendendo viaggi che…valgono sempre la pena!
GLI ASSAGGI
Una trentina le Aziende presenti, tante novità e diverse vecchie conoscenze.
Stavolta ho deciso di saltare quasi completamente queste ultime e dedicarmi al resto con tutta l’attenzione che Eventi di questo genere possono consentire.
Fatte salve alcune “incertezze”, il livello qualitativo era di livello decisamente alto ed ho scoperto ben più di una cosa su cui mi piacerebbe tornare con la dovuta calma.
Date un’occhiata al mio personalissimo (ed ovviamente incompleto) report, prendete spunto per i Vostri futuri assaggi e, se non Vi costa troppa fatica, datemi pure qualche consiglio…approfondirò volentieri.
LA LOMBARDIA
FAUSTO BULGARINI
Cinquant’anni di storia e 50ha di vigneti sulla sponda bresciana del Lago di Garda.
Produzione?
SOLO Lugana (vabbè, quasi…ma dell’Amarone, qui preferisco non dirVi nulla).
SPUMANTE METODO CLASSICO LUGANA DOC BRUT “60” MILLESIMATO 2015: tanti mesi ma pure tanto naso.
La pasticceria su tutto: i canditi, nocciole e mandorle caramellate, le spezie dolci, i lieviti appena sfornati…
E poi un soffio balsamico in una atmosfera davvero minerale.
Il sorso cremoso ed elegante, un allungo infinito di rimandi olfattivi ed una chiusura che evidenzia un bel contrasto tra amaricanti vegetalità e dolcezze di miele.
LUGANA DOC SUPERIORE 2022: al naso sono contrasti tra freschezze vegetali e calore di frutta matura (peccato per quel kiwi), toni amaricanti di macchia mediterranea e dolcezze di miele e zafferano.
Il sorso, ricco e di minerale sapidità, è un palcoscenico su cui le dolcezze di mela cotogna e nocciola giocano a carte scoperte.
Lungo ed avvolgente il finale.
LUGANA DOC “010” 2012: quasi più fresco della 2022 si presenta al naso con basaltica mineralità ben prima di lasciare spazio agli agrumi ed alle spezie dolci e lasciare l’immagine di brezze mentolate.
Sorso avvolgente, equilibrato, di vivace freschezza e profonda sapidità.
Tanta roba!
Gli ammollo il mio premio “APPERÒ”!
p.s. se volete riempirVi anche gli occhi, date un’occhiata pure alle “etichette d’artista”, ne vale la pena.
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
CASTELLO DI SPESSA
Quasi 100 gli ettari di quest’Azienda nata nel 1987 in quel di Capriva del Friuli, in pieno Collio Goriziano.
Qualità e dinamismo alla base alla filosofia produttiva.
ISONZO DOC FRIULANO 2021: tra mela e delicatezze di limone si fanno strada sussurri di prato e mandorla verde.
Sorso morbido e fresco, con accenni di pepe bianco a tenere per mano una sassosa miineralità sino ad un finale di buona persistenza e dai rimandi fruttati.
COLLIO DOC FRIULANO “RASSAUER” 2021: dice subito di mineralità quasi sulfurea e pietre sbattute lasciandosi andare solo poi a delicatezze di glicine e frutta gialla ed accennando al pompelmo.
Sorso ciccione ma agile nel percorrere il filo di una tagliente freschezza, propone nocciole fresche in aggiunta ai descrittori olfattivi e s’allunga citrino vergognandosi affatto deella propria piccante sapidità di mare sepolto.
COLLIO DOC PINOT BIANCO “SANTAROSA” 2021: di fine eleganza, il naso propone mughetti ee glicine, acacia e sambuco, nespole e spruzzi di cedro, erbe aromatiche e diffusa mineralità.
Sorso freschissimo e glicerico, sapido ma soffuso di dolcezze che rimandano all’olfatto e con una più che decisa persistenza.
Davvero elegante.
COLLIO DOC SAUVIGNON “SEGRÈ” 2021: tipico nel proporre vegetalità di bosso e salvia vi aggiunge susine e ribes.
Sorso di decollante freschezza e buona mineralità cui si aggiunge un velo residuale di carbonica che…per me non ci voleva ma credo ne aumenti il successo.
Vabbè, lo dico: un gradino sotto.
FRIULI DOC MERLOT 2021: amarena, mirtilli, confettura di ciliegie…
Dolcezze che il legno francese amplifica aggiungendovi quelle della cannella e cui seguono violette ed amaritudini di rabarbaro.
Assaggio morbido e fitta trama tannica per un sorso dalla verve fresca vivacizzato da leggere vegetalità balsamiche e che s’allunga di frutti rossi.
L’ABRUZZO
IL FEUDUCCIO
54ha tra l’Appennino e l’Adriatico in quel di Orsogna, un’Azienda che da 25 anni investe nel Territorio.
COLLINE TEATINE IGT PECORINO 2022: il naso ha la mineralità della pietra focaia, la vegetale amaritudine del sambuco, la freschezza dell’agrume e dei prati.
Il sorso è agile, con un piglio tutto suo nell’anteporre le componenti sapide a quelle fresche, succoso d’agrume e con una chiusura dedicata alle erbe aromatiche.
Gastronomico.
CERASUOLO D’ABRUZZO DOC 2022: il naso è quello di una coppetta di fragole al limone cui leggere vegetalità di cassis ed amaritudini di timo aggiungono interesse.
Il sorso è morbido, sapido, meno fresco del previsto e con una succulenta chiusura di piccoli frutti rossi e rimandi di mandarino.
Abbastanza lontano dai miei canoni di Cerasuolo ma…per fortuna ce ne sono pochi come me.
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC SOTTOZONA TEATE “URSONIA” 2017: un pochino troppo legnoso nell’approcciarsi al naso, sciorina fiori di campo secchi e dolcezze di mora e marasca.
Arrivano poi tostature di cacao e dolci balsamicità di tabacco prima che la vaniglia alzi di nuovo la voce zittendo una punta di selvatico che sembrava volesse dire la sua.
In bocca è sostanzioso, caldo e morbido.
Un sorso di vellutati tannini con un consistente allungo di china.
IL LAZIO
CANTINA LE MACCHIE
Ritrovo questa Azienda dopo la sorpresa di qualche settimana fa (ne potete leggere qui) e ne approfitto per assaggiare un paio di cosette che la volta scorsa non c’erano.
VINO BIANCO “SCARPE TOSTE” 2022: le uve di questo Gewürztraminer vengono raccolte il giorno dopo quelle dell’”UNPLUGGED” di cui Vi ho detto qui, surmature ma con grande attenzione ad evitare ossidazioni che possano impedire ai terpeni di fare il loro sporco lavoro.
Un olfatto inizialmente quasi timido di dire della sua elegante aromaticità, scuro e balsamico come la resina dei pini alle pendici del Terminillo, giallo e luminoso come una rosa, profumato come una pesca.
In bocca capisci subito che con questo, di aperitivi non se ne parla.
Ha ciccia e vuole ciccia.
Morbido, sostanzioso, salato (badate bene: NON sapido, SALATO!).
Ed è proprio nel contrasto tra questa profonda impronta salina ed i quasi 3gr/l di residuo zuccherino che sta la parte più figa di un sorso davvero lungo che nel finale propone le amaricanti vegetalità del sambuco.
LAZIO IGT ROSATO “IL BANDOLO DELLA MATASSA” 2021: fifty fifty di Sangiovese e vecchi cloni di Montepulciano.
Lo stesso giorno di raccolta per le uve dei due vitigni consente di combinare il frutto del Sangiovese e le verdi spigolature del Montepulciano in un vino che, dopo un insolito sprint di mimosa, prende il proprio ritmo e sciorina cerase e lamponi, la freschezza del muschio dei boschi ed un acuto di agrume.
Sorso di grande agilità, perfettamente bilanciato tra calore e freschezza e con una spinta sapida ed una leggera piccantezza che aggiungono ulteriore interesse.
Sisi, ci potete sfangare un aperitivo ma d’estate, con l’amatriciana…
TERRE D’AQUESIA
Altra vecchia conoscenza di cui potrete leggere qui.
Siamo ad Acquapendente, là dove il Lazio è quasi Toscana (ma pure Umbria).
LAZIO IGT “AQUESIA BIANCO” 2021: un blend di Chardonnay e Grechetto che pur riempiendo il naso con l’aromaticità del finocchietto selvatico lascia spazio anche alle dolcezze floreali di camomilla, a quelle fruttate di mela Fuji ed ad un agrume maturo.
Sorso di concreta sostanza ma scorrevole, di energica freschezza ed onesta sapidità che s’allunga su interessanti balsamicità.
LAZIO IGT “AQUESIA ROSSO” 2020: un Sangiovese che mixa sapientemente spigoli vegetali con frutta nera (mora e susina), balsamicità di resine con spezie dolci e piccanti (chiodi di garofano e pepe) e chiude su amaritudini di liquirizia.
Sorso fresco e scorrevole e di buona rispondenza per un bere dinamico ed affatto banale.
LAZIO IGT “CONTALUNA” 2019: un Ciliegiolo dal naso profondamente erbaceo che quasi stenta a proporre il rosso della frutta, il sottobosco, le balsamicità del tabacco, la freschezza dell’agrume.
Il sorso è caldo ma scorrevole, ben rispondente all’olfatto, con tannini che il legno non ha ancora domato ed un finale di piacevole sapidità ma un po’ tronco.
Decisamente immaturo.
LA SICILIA
FAUSTA MANSIO
L’Azienda nasce negli anni ’90 nella siracusana Val d’Anapo.
7ha che, con grande attenzione al Territorio, sono dedicati in gran parte al Moscato di Siracusa.
Ne avevo già scritto qui ma…m’ero dimenticato (e comunque è stato bello scoprire che le emozioni di un anno fa sono rimaste tali).
TERRE SICILIANE IGP MOSCATO SECCO “MICOL” 2021: c’è un qualcosa di vegetale che intarsia le dolcezze di questo Moscato.
Come se un tocco di Sauvignon volesse distrarre la Vostra attenzione dai profumi dell’uva fresca per indicarVi la via di un Oriente di spezie (curry su tutte) e narghilè.
Ed il sorso è tripudio del grappolo e dolcezze di melone bianco, freschezze agrumate e sapidità di un mare che impregna l’aria.
A lui il mio premio “SURPRAIS”.
TERRE SICILIANE IGP NERO D’AVOLA “PETTI ROSSO” 2019: il naso ha la dolcezza della ciliegia e la gentilezza dei fiori.
Ma sono le spezie a colpire, scure, dolci e piccanti (chiodi di garofano e pepe) su lontananze mentolate ed un piccolo sgarbo selvatico.
Sorso carezzevole, centratissimo sul rosso dei frutti e su morbidezze quasi di cioccolato che i tannini sembrano voler accompagnare.
Forse non proprio Nero d’Avola ma, pur essendo un bel gradino sotto il precedente, vale comunque l’assaggio.
COLOSI
Sono quasi quarant’anni che COLOSI conduce eroicamente i suoi 11ha a Salina, nell’Arcipelago delle Eolie.
SALINA IGP “SALINA BIANCO” 2022: Inzolia e Catarratto a mezzi propongono frutta gialla e fiori d’acacia come dolce contrasto ai graffi di sambuco in un naso che affonda nelle sapide profondità marine.
Sorso fresco a pareggiare l’impronta salina e finale dedicato alle erbe aromatiche.
A lui il mio premio “NOMEN OMEN”.
SALINA IGP “SECCA DEL CAPO” 2022: tutta Malvasia delle Lipari che alle zagare contrappone il finocchietto selvatico, al fico d’india le erbe aromatiche e la pietra focaia.
Sorso di grande soddisfazione e carattere, di freschezza ravvivata dai richiami aromatici e finale gentilmente ammandorlato.
SALINA IGP “SALINA ROSSO” 2021: qui Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese si dividono il bicchiere proponendo fresche dolcezze di visciole ed amarene, fiori e cespugli di macchia mediterranea, echi balsamici e profonda mineralità.
Sorso intrigante che gioca la carta della freschezza in un viavai di rimandi fruttati e floreali.
ED ORA?
Vabbè, dei tanti Eventi che continuano ad affollare il panorama romano del vino leggerete nei prossimi articoli (sarà come sempre faticoso scrivere di tutti ma ci proverò), intanto Vi spoilero le date dei prossimi Eventi firmati GO WINE e, nell’attesa di conoscere quelle di Aprile, Vi do appuntamento al prossimo 18 Maggio per incontrare il Piemonte.