
LA SERATA DELL’AIS
Lo scorso 3 Febbraio, nell’elegantissima cornice del Park Hotel VILLA GRAZIOLI di Grottaferrata, la delegazione Castelli Romani dell’A.I.S. ha organizzato una bellissima serata dedicata a Matelica ed al suo iconico Verdicchio.
Umberto Gagliardi (Presidente dell’Associazione Produttori del Verdicchio di Matelica) e Fabrizio Gulini (Delegato A.I.S Castelli Romani) hanno condotto una “quasi” orizzontale di ben 13 etichette di Verdicchio (tenete presente che le Aziende aderenti all’Associazione sono 15!) che ha consentito ai presenti di comprendere a fondo l’unicità dell’areale produttivo marchigiano.

MATELICA: IL TERRITORIO AL CENTRO
Un piccolo inquadramento geografico è d’obbligo per presentare un vino unico frutto di un Territorio unico.
Dal punto di vista fisico-geografico, le Marche assomigliano un po’ ad un pettine.
Associate ai “denti” le valli che i fiumi hanno scavato in direzione W-E dall’Appenino dei Monti Sibillini verso l’Adriatico, la base è rappresentata da quell’unicum che è la Valle del Fiume Esino, l’unica che corre parallela al mare più a meno da Cerreto d’Esi (AN) a Castelraimondo (MC).
Una valle dunque chiusa alle sue influenze e caratterizzata, soprattutto nella parte alta, da un clima decisamente continentale.
L’unicum geografico diventa poi unicum organolettico.
Il Verdicchio è uva scorbutica, grappoli medi (300-350gr) con acini molto serrati (dunque facilmente attaccabili da muffe se non amorevolmente coccolati.
I rigidi mesi invernali fanno si che le viti di Verdicchio differenzino poche gemme a frutto (a proposito, il guyot semplice o doppio è forma d’allevamento obbligata, tenuto conto che le prime tre gemme del Verdicchio producono solo legno ed apparato fogliare).
Dal periodo dell’allegagione sino a fine Ottobre però, il notevole irraggiamento solare e le importanti escursioni termiche giorno-notte alzano la voce.
A Matelica la maturazione è cosa lunga (qui si vendemmia almeno 10gg dopo rispetto a Jesi) ma questo consente alle uve conservare una elevata acidità cui si vanno a sommare profumi intensi ed una profonda salinità trasmessa da suoli che un tempo erano mare, regalandoci esperienze gustative assolutamente uniche.
Non starò qui a tediarVi con sequenze di parametri chimici ma di una acidità che è circa 6.5 e di un estratto secco (netto) che può arrivare a 20g/l Vi devo dire (tanto perchè Vi rendiate conto di cosa stiamo parlando)!
MATELICA vs. JESI? Nessuna guerra, semplicemente “IL” futuro.
Il 2024 sarà un anno importante per Matelica, l’inizio di un nuovo corso, un momento che farà trattenere il fiato a tutti.
Cambiare disciplinare di produzione è spesso solo una scocciatura burocratica, ma decidere di cambiare NOME può essere un suicidio commerciale!
Quella dei Produttori dell’attuale “Verdicchio di Matelica” è una Associazione che mi piacerebbe contenesse nell’acronimo anche la “L” di Libera (come di fatto è) e NON un Consorzio (chè nelle Marche c’è un I.M.T. che Tutela tutta la Regione).
È piccola (solo 15 Aziende) ma a Matelica hanno le spalle larghe e dal prossimo anno, prendendo esempio dai cugini francesi, chiameranno il loro vino portabandiera semplicemente “MATELICA”, affrancandosi da quel “Verdicchio” che troppo spesso tendiamo ad associare solo a quella Jesi dove, seppur a soli 30 chilometri di distanza, ha caratteristiche e numeri del tutto differenti.
E tralascio volutamente le prime per mettere l’accento sui secondi: Vi basti mettere a confronto i 300ha vitati di Matelica con i 2800ha di Jesi ed il 1800000 bottiglie di Matelica con gli oltre 12000000 di Jesi.
L’anforina ha una sua storia, è stata un punto di svolta ed all’anforina (ma pure a chi l’ha inventata) tutte le Marche devono davvero molto, ma oggi questa mossa così sfrontata darà una bella scossa alla Regione ed a tutto il movimento e sarà, ne sono sicuro, non solo una svolta ma un esempio da seguire.
Un grosso in bocca al lupo dunque a Matelica!
I VINI

1- VILLA COLLEPERE
4ha nell’alta Valle Esina per una realtà davvero giovane (prima vendemmia nel 2017)
Piccolapiccola (8/10000 bottiglie) ma da tenere d’occhio.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “GRILLÌ” 2021: Ginestra, acacia, albicocca e mela possono distrarVi dalla sottile vegetalità e dalle note di nocciola e di castagna secca che impregnano l’atmosfera gessosa.
Il sorso è tagliente, verticale e salato e tra un tocco d’agrume (che ricorda le caramelle fizz) ed il giusto di mandorla verde chiude richiamando dolcezze.
2- TENUTA COLPAOLA
Un’Azienda caratterizzata non solo dalla “trazione femminile” ma anche dai vigneti più alti di Matelica (650m slm).
10ha sulle colline alle falde del Monte San Vicino, conduzione BIO e packaging controcorrente (bottiglia renana e tappo Stelvin)
VERDICCHIO DI MATELICA DOC BIOLOGICO 2021: tra i fiori bianchi e la frutta gialla spuntano erbe amare ed aromatiche ad introdurre una profonda mineralità all’interno della quale la nocciola è protagonista.
Sorso di scorrevole e di importante freschezza (pur nell’annata calda) mantenuto dritto da amaritudini di mandorla fino al lungo finale intessuto di guizzi d’agrume.
Il tappo?
“Tecnico” per i Tecnici, Stelvin per gli enoappassionati (o enofighetti), a vite per i comuni bevitori.
Al di là di tutto un bel vino per tutti i giorni.
3- CANTINE PROVIMA
Fondata ormai 90 anni fa è forse la realtà più vecchia dell’areale produttivo.
Sotto l’acronimo di PROduttori VItivinicoli MAtelica operano ormai 80 Produttori che, grazie anche a pratiche agronomiche assolutamente rispettose, lasciano che il Territorio si esprima ai massimi livelli.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “EGOS” 2021: appena un accenno laccato in entrata poi l’olfatto si apre su fiori e frutti bianchi e viene poi vivacizzato da screziature pietrose e sbuffi di finocchietto selvatico che virano bruscamente sulla dolce pera a calice vuoto.
Sorso freschissimo e di piccante sapidità centrato sulle note di un cedro che comunica anche dolcezze candite.
Una leggera nota fumè ed un’idea di oliva accompagnano poi il lungo finale che rimanda a sapidità marine.
4- BELISARIO
300 gli ettari vitati (24 quelli a conduzione biologica) di questo Produttore che, da oltre cinquant’anni opera nell’Alta Valle Esina e rappresenta la realtà più grande dell’intero areale.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “CERRO” 2021: altra cooperativa di Matelica (50% della produzione) fanno numeri e qualità migliorandosi sempre nel tempo (c’ha sempre provato)
Tra i quattro assaggiati sinora è quello con il naso più “aggrovigliato”.
Ma è forse in questo dover dipanare la matassa di profumi che sta parte del successo che riscuote l’olfatto di questo vino.
Florealità a manetta precede un ricco mazzetto di salvia e timo prima di cedere il passo al cedro ed allargarsi in una atmosfera di gessosa mineralità screziata da soffi mentolati.
Assaggio gustoso e, manco a dirlo, ben sapido, gustoso ed invitante.
Sulle ali della lunga scia fresca ed agrumata, non mancherete certo di berne un altro calice.
5- VIGNETO FERNANDO ALBERTO
In un nome lo ieri e l’oggi di una piccola Azienda (5ha).
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “SANT’OLIVIERO” 2021: si presenta con una iniziale nota laccata che lascia presto il posto ad un’idea di caffè.
Seguono balsamiche vegetalità, dolcezze di miele e mela ed un finale che è una schioppettata mentolata.
Il sorso scorrevole e succosamente citrino, racconta di una freschezza che stacca la sapidità di una buona lunghezza mentre il finale comunica un piacevole allungo ammandorlato.
6- MARAVIGLIA
Quasi vent’anni di storia per questa che è l’Azienda più “bassa” del Territorio (e quella che ha forse i terreni più ciottolosi).
13ha e circa 30000 bottiglie, piedi ben piantati nella tradizione e sguardo rivolto al futuro, una produzione volta alla valorizzazione del Territorio ed alla ricerca della Qualità.
VERDICCHIO DI MATELICA “ALARICO” 2021: una dedica al Re dei Visigoti d ai suoi guerrieri che pare trassero forza dal Verdicchio per sconfiggere i Romani.
Eppure, al momento, questo è il naso più “caldo” della batteria, dice di leggere tostature e di frutta a guscio lasciando in coda erbe aromatiche, fiori bianchi e poca frutta gialla.
Sorso insolitamente centrato sull’agrume, di buona sapidità ma freschezza in arranco.
Questo, forse, dovrei ri-assaggiarlo.
7- GAGLIARDI
Cosa volete che Vi dica dell’Azienda di Umberto?
Tante cose le doveste aver già lette, chè è una vecchia conoscenza di enoevo, comunque, tanto per rinfrescarVi la memoria, Vi dico che nasce negli anni ’50, che è stata una delle prime a produrre Verdicchio a marchio DOC e la prima a potersi fgregiare della DOCG.
Una produzione dedicata quasi esclusivamente al Verdicchio (7.5ha degli 11 totali) con qualche piccola concessione a Ciliegiolo, Merlot e Sangiovese.
Impatto sostanzialmente ZERO in vigna e cemento in cantina.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “SELEZIONE” 2021: tra vegetalità di orto, erbe amare ed officinali ed un’idea di oliva, il naso scova dolcezze di nocciola e una materica sapidità che è quasi piccantezza.
Il sorso è urgente e necassario.
Serve a dipanare il bouquet di sottili vegetalità percepite all’olfatto e per sedare la voglia irrefrenabile di assaggiare un vino che graffia le gengive con salinità quasi tanniche ed alla verticale freschezza associa un amplissimo orizzonte.
8- MARCO GATTI
Siamo a Cerreto d’Esi (“singolarmente” in provincia di Ancona) per questa piccola Azienda nata 25 anni fa.
7ha molto parcellizzati (30000 bottiglie) quelli che questo vignaiolo-vivaista coltiva con “artigianale” cura e passione.
VERDICCHIO DI MATELICA “CASALE VENZA” 2021: mentre i primi riconoscimenti raccontano di erba fresca, quelli che seguono dicono di importanti dolcezze.
L’acacia con i fiori ed il miele, la frutta secca a leggero contrasto e briose brezze agrumate.
Il sorso è decisamente appagante, importante per freschezza e sapido quanto serve a tenergli testa, propone un allungo dedicato all’avvincente contrasto tra le dolcezze e l’arrembante scia salina.
9- CANTINA CAVALIERI
Gabriele Benedetti rappresenta la terza generazione alla guida di questa piccola Azienda a conduzione famigliare.
8ha di vigneti dedicati ad un Verdicchio prodotto da impianti provenienti dalla selezione massale di vecchi poderi.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC 2021: beh, di questo non so davvero cosa dire!
Al naso sembra talmente uno sherry (credetemi, non ho bevuto troppo!) che copre anche il “troppo” di una volatile fuori controllo.
Ed anche l’assaggio…no, non è verdicchio.
Non mi andrebbe di dire “NO” ma davvero ‘sta bottiglia non ci voleva.
10- TENUTA PIANO DI RUSTANO
Una nuova realtà con una lunga tradizione alle spalle.
7ha in quel di Castelraimondo (MC).
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “TORRE DEL PARCO” 2020: al giallo della mimosa aggiunge quello di una ginestra che si porta dietro tutti i profumi della macchia.
Non mancano le dolcezze di susina (gialla pure lei) ed un tocco di cedro.
Grassezze di frutta a guscio precedono infine vegetalità di sambuco e balsamicità affatto velate.
Sorso ben più che sapido e di scattante freschezza che s’allunga su rimandi fruttati.
11- TENUTA GRIMALDI
Altra giovanissima realtà guidata da Federico ed Alberto che, proveniendo da una lunga tradizione famigliare nel campo dell’edilizia, decidono di iniziare questa avventura nel 2015.
8ha di vigneto ed una produzione in cui nulla è lasciato al caso.
imprenditori edili giovanissimi (anche vigneti) prima annata nel 2018 acciaio
VERDICCHIO DI MATELICA DOC 2020: elegante nel descrivere fiori e frutta, sprinta con l’anice e s’allunga tra delicate dolcezze e note di frutta secca.
Ed il sorso ricalca didascalicamente l’olfatto con quell’anice ancora in evidenza ed una freschezza imbizzarrita che però relega l’orizzonte dell’ampiezza al ruolo di comprimario
Sono vigne nuove, cresceranno e ‘sto vino crescerà pure lui.
12- BORGO PAGLIANETTO
30ha, 100000 bottiglie e vent’anni sulle spalle (di cui 10 in regime biologico) per questa bella realtà dell’Alta Valle Esina.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC “PETRARA” 2020: ad un poco consono attacco che parla di ananas fa seguito un bel corteo di erbe fini ed una delicata, dolce, speziatura, il tutto avvolto in una atmosfera di minerale salinità.
Sorso caldo, sapido e di pareggiante freschezza che abbandona le dolcezze di frutta (anche se forse un tocco di pera ci sta) a favore di succosità agrumate.
Tappo Stelvin anche per questa etichetta.
13- CASA LUCCIOLA
Luca Cruciani, provenienza…fabbrica.
Poi la svolta ed una cantina che nasce da ZERO grazie ai fondi di un PSR.
3a vendemmia per un’Azienda che sventola il vessillo del Territorio e della biodinamica.
VERDICCHIO DI MATELICA DOC BIOLOGICO 2020: i fiori sono bianchi e la frutta cedro e dolcezze di pera e buccia di mela, il tutto a precedere balsamicità di anice.
Il sorso è forse il più equilibrato tra quelli della batteria odierna, tra freschezza e sapidità una partita a reti inviolate, ed il finale è tutto per la mandorla.
ED ORA?
Ora siamo a metà del cammino.
Domattina (per Voi vuol dire la prossima pagina) sarà il turno di una verticale che si preannuncia davvero emozionante.
Prendete un bel respiro e…leggete.