IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso 22 Gennaio, le sale dell’Hotel Belstay di Roma hanno ospitato “LA SARDEGNA DI VINODABERE“, l’Evento che il magazine enogastronomico ha voluto dedicare ai vini dell’Isola dei 4 mori.
40 Aziende in rappresentanza dei diversi areali produttivi a descrivere la Qualità indiscussa raggiunta nelle produzioni enologiche e come stili e territorio influiscano sui vini.
La grande affluenza di pubblico ai banchi d’assaggio ed alle interessantissime masterclass a corollario ha decretato il successo della manifestazione.
Per quanto mi riguarda, è stata l’occasione per approfondire la conoscenza di quella Sardegna del vino che poco conosco ed imparare un sacco di cose dalla voce dei tanti Produttori presenti in prima persona (cosa non comune).
GLI ASSAGGI
Ovviamente era impensabile che potessi assaggiare tutto quel ben di dio, ho fatto un giro seguendo il naso, l’estro ed i consigli di quei Produttori che, cosa bellissima, non si vergognavano affatto di consigliarmi di assaggiare “l’erba del vicino” per scoprire quanto fosse buona.
Ecco, questa cosa che già m’era capitata con i Produttori piemontesi, è stata una delle più belle.
Finalmente mi sembra di poter dire che si cominci a capire che la crescita del singolo passa da quella di tutto il movimento.
Avanti così verso un futuro radioso!
Comunque: date una letta al mio personalissimo ed incompleto report e prendete qualche spunto per i Vostri futuri assaggi (e non vergoganteVi di consigliarmi qualcosa)!
MANDROLISAI
ROBERTO CADEDDU
Una new entry (nasce nel 2021) in quell’areale di Mandrolisai che è centro geografico della Sardegna.
2 etichette e 4000 bottiglie, vecchi vigneti (quella che sarà la terza etichetta, proverrà da impianti di 110 anni) a quote comprese tra i 450 ed i 700m slm.
MANDROLISAI DOC “S’AREU” 2021: dall’italiano “famiglia”, “S’AREU” mette insieme il naso agile del Monica, la struttura del Bovale e la spalla del Cannonau.
Il timbro olfattivo è vinoso ed intessuto di bacche di ginepro, liquirizia e ciliegia matura.
Sorso snello, di granitica mineralità che della ciliegia fa boero e che i vispi tannini conducono, tra sfumature tostate, ad un finale di marina sapidità.
MANDROLISAI DOC “CRE SÀ” 2021: due vigneti di 15 e 90 anni.
Monello, il primo sfida quote un tempo impensabili per la coltivazione della vite e concesseci oggi da quel clima che stiamo rivoluzionando.
Il secondo ci mette la saggezza degli avi e la pazienza di succhiare nutrimento dal profondo della terra.
Naso che vive di dolci speziature di noce moscata e regala una sequenza di prugne e fiori rossi prima di dire di macchia mediterranea e legni.
Sorso rotondo, pieno e di larghi orizzonti, rallegrato da una delicata trama tannica e da una sottile sapidità che ben tengono testa ai rimandi dolci di spezie ed all’accenno di cioccolato.
VIGNE CENTRO SARDEGNA
Azienda giovanissima che racconta una nuova storia fatta di recupero ed attaccamento a Territorio e tradizione.
MANDROLISAI DOC “KRABONE” 2021: da un unico vigneto di 80 anni (quello del nonno di Iuri), solo 2 tonneau da 500l.
Un naso il cui frutto freschissimo invita subito alla beva senza troppi voli pindarici.
Poi si scurisce appena, come se foste entrati in un bosco, fresco, appena umido e misterioso.
Sorso pieno, ciccione, succoso, levigati i tannini ed un finale amaricante di china che s’allunga, s’allunga, s’allunga…
ISOLA DEI NURAGHI IGT “VENTUNO” 2021: due vigneti di 90 e 100 anni ed una etichetta (bellissima) dedicata a quel Lawrence che la attraversò sul treno a vapore (mi piace pensare che fosse alimentato a KRABONE) e soggiornò nel bar di Iuri.
Un naso non semplice, giocato tra Freschezze di frutta croccante, sfumature speziate, soffi balsamici e dolci tostature cioccolatose.
In bocca il prodotto dei due vigneti si fonde in un sorso pieno, dinamico, fresco e complesso, ravvivato fino al lungo finale dai vivi tannini.
MANDROLISAI DOC “CENTRO” 2021: le vigne giovani aiutano a comunicare freschezza al naso.
Fragole, roselline , ginepro, pizzicori di spezie.
Sorso succoso, materico, impreziosito da sottili vegetalità e richiami mediterranei e dal finale iodato.
I GARAGISTI DI SORGONO
Metti in mano a tre ragazzi (Simone, Renzo e Pietro) le vigne (10ha) che i loro nonni possedevano nel parcellizzatissimo areale di Mandrolisai ed ottieni un’Azienda giovane ben intenzionata a dare lustro al Territorio.
Ed è il caso di dire che non hanno alcuna paura di “metterci la faccia”, visto che le etichette li ritraggono artisticamente.
Quello dei “Garagisti” è un progetto nato nel 2015 con il Mandrolisai DOC che s’è poi sviluppato con la produzione dei monovitigni.
Cantina propria dal 2019 e ca. 30000 bottiglie.
MANDROLISAI DOC “GARAGE” 2021: un “base” solo acciaio dall’etichetta monella.
Sarà anche solo un “entry level” ma davvero potrei non chiedere di più.
Fresco come un Chianti Rufina o Lamole, prima dei piccoli frutti rossi presenta intense vegetalità di cassis per chiudere poi con una bella nota amaricante di liquirizia.
In bocca è invece la frutta ad essere in primo piano, leggera la carezza tannica e pimpante sapidità.
MONICA DOC “MURRU” 2020: il Monica, normalmente considerato come “da taglio”, dimostra qui di avere ben più che una propria dignità.
Solo acciaio ed una frutta rossa croccante che illumina un’atmosfera scura e fumosa.
Del legno ha il profumo di una tavola appena tagliata, le spezie sono noce moscata e pepe e le erbe officinali rinfrescano.
Il sorso relega le spezie a ruolo di comprimarie lasciando campo libero al frutto.
Fresco, mineralmente sapido e meno lungo di quanto meriterebbe.
Ben s’accosta ad una quotidianità enoica.
BOVALE IGT “PARISI” 2020: “PARISI, dall’Italiano “unione”; Muristeddu, al secolo Bovale.
Il naso è segnato dall’Oriente delle spezie dolci (noce moscata, cannella, chiodi di garofano, bacca di vaniglia), una ventata di eucalipto e poi il palcoscenico è tutto dell’amarena.
Sorso facile e succoso, reso ancor più vivace dal sottile intreccio tannico e da una freschezza indomabile.
Apritelo con gli amici, ma poi non meravigliateVi se si fermeranno anche a cena.
CANNONAU DOC “MANCA” 2020: un Cannonau affatto pesante, sullo stile della Grenache francese.
Sarà merito dei 700m slm, sarà l’aria di un mare che qui è ben più che orizzonte…
Il naso comunica in primis spezie, poi sono vegetalità legnose, il giusto di frutta rossa ed una profonda balsamicità mentolata.
L’assaggio è di un salato cui la freschezza non riesce a tenere testa, i tannini tessono trama ed ordito ed il finale, ancora sapido, richiama le balsamicità olfattive.
MANDROLISAI DOC “URAS” 2020: Bovale, Monica e Cannonau da impianti di 80 e 120 anni.
Tanta frutta rossa che direi “in confettura”, macchia mediterranea a gogo, un soffio di spezie, lontane balsamicità e leggere tostature di caffè e cacao.
Il sorso è caldo ma mai pesante, reso scorrevole da tannini “ben fatti” e mineralità spinta.
Mettetelo in tavola ed accostateci qualcosa di sostanzioso.
MAMOIADA
FRANCESCO CADINU
7ha ed 8000 bottiglie per questa piccola realtà familiare di Mamoiada.
Un’Azienda che racconta un Territorio attraverso il rispetto per le antiche tradizioni.
Qui l’uomo e la vigna si fondono in un lavoro lento che i buoi utilizzati per le lavorazioni interfila sintetizzano mirabilmente.
Ben più che un occhio alla biodinamica, e la cura amorevole degli alberelli ultracentenari che popolano quei “ghirada” che i cugini francesi chiamerebbero CRU.
BARBAGIA IGT BIANCO “MATTIO” 2021: una Granatza che, dopo 20gg di macerazione finisce per 8 mesi in anfore di cocciopesto toscano.
Già sorprende l’occhio con una consistenza che direbbe molto più dei 13° in etichetta.
E poi un naso “ciccione”, tutto da sfogliare, che racconta di frutta a guscio, dolcezze di mela cotogna e forse mango, leggere vegetalità di orto, agrume di pasticceria.
Ed anche l’assaggio risulta particolarmente interessante.
Quei tannini che si aggiungono ad astringenze di agrume amaro ben si accompagnano ad una decisa sapidità ed ii richiami vegetali e piccanti fanno comunella con una freschezza che certo non si nasconde.
Il finale?
Luuuuungo!
BARBAGIA IGT ROSATO “TZIU SIMONE” 2021: un pochino “scomposto” perchè finito in bottiglia a tradimento solo per arrivare a questo Evento, propone rose selvatiche, fragoline e melograno si, ma con un bel tocco di foglie verdi a rinfrescare un naso già brillante di suo.
Sorso freschissimo, ben giocato sull’astringenza tannica ed i rimandi a frutti croccanti.
Finale vegetale e simpaticamente piccante.
CANNONAU DI SARDEGNA DOC “PERDAS LONGAS” 2021 e 2020: le vigne sono “ragazzine” di 50-60 anni e la botte è di rovere.
Frutta in confettura, macchia mediterranea, un mazzolin di fiori e la china a chiudere.
Sorso caldo e bilanciato e finale disturbato un pochino dal legno e dal quale mi sarei aspettato più sprint.
Alla faccia del “vino base”!
La 2020 è totalmente differente.
Racconta intanto di spezie, sottraendo la vaniglia al legno ed aggiungendola al bouquet di quelle dolci.
Poi è l’incenso prima ancora che la ciliegia ed un allungo cioccolatoso.
Sorso succoso ma affatto pesante, di larghe spalle tanniche e lungo finale mentolato
CANNONAU DI SARDEGNA “GHIRADA ELISI” 2021 e 2020: impianti di ottant’anni ed un anno di castagno per un Cannonau che rientra nei canoni classici.
Una visciola matura ma soda, una amaricante vegetalità, una nuvola di tabacco mentolato ed il giusto di caffè tostato.
Fresco, sapido, succoso, beverino.
Chiude lungo su freschi richiami vegetali.
Nella 2020 l’ouverture è di mentolate balsamicità che schiudono il sipario su un palcoscenico di frutto maturo, vegetalità di erbe amare, note di legni nobili e spezie orientali ad aggiungere un filo di mistero.
CANNONAU DI SARDEGNA “GHIRADA FITTILOGHE” 2021 e 2020: la botte grande di castagno è il giusto luogo dove far riposare il frutto di impianti le cui radici lavorano da 120 anni.
Un naso completamente differente, balsamico si ma di liquirizia.
Poi il frutto, piccolo e nero ed un calice vuoto cheracconta di caffè.
Il sorso è fresco, frizzante come l’aria dei 720m slm della vigna, rimanda a dolcezze di frutto e di spezie (cannella e chiodi di garofano) e chiude amaricante.
Quello che ha un anno in più (2020) è più rotondo.
La frutta nera finisce sotto spirito, la rosa canina e le viole ingentiliscono, le spezie dolci accompagnano essenze di legni pregiati.
Fresco e verticale l’assaggio, morbida la carezza dei tannini ed un finale che stravolge il fluire gustativo con un graffio succoso di agrume.
GALLURA
JANKARA
10ha nella Vena di San Leonardo, tra il Lago Liscia ed il Monte Limbara.
60000 bottiglie che raccontano l’Alta Gallura (ma pure Mamoiada).
VERMENTINO DI GALLURA DOC SUPERIORE 2021 e 2016: il naso è un vero “uppercut”!
Vegetalità balsamiche di alloro ma pure fresche di lattuga, graffi iodati ed una lontana nota di idrocarburo.
In bocca ha struttura e nerbo, la frutta bianca si ricava un suo spazio ma è ancora un vegetale che diventa quasi piccante a governare il lungo finale.
Davvero molto figo!
Invece, dalla Jeroboam che contiene la 2016 esce fuori, come un coniglio dal cilindro, un…Riesling!
L’idrocarburo è quello del kerosene e le balsamicità sono quelle della resina di pino ma non mancano dolcezze di mela cotogna.
Assaggio pieno ma brillantemente dinamico, ben giocato tra vette di piccante freschezza ed ampiezze di agrume candito.
Mi spiace non poterVi dire di più ma…ci vorrebbe una settimana per capirci qualcosa.
Si becca il mio premio “AHO” (anzi “AJÒ“, visto che siamo sull’Isola dei 4 mori).
CANNONAU DI SARDEGNA DOC 2019: da un unico vigneto, 12 mesi di barrique di 2°, 3° e 4° passaggio dismesse da “grandi nomi” francesi.
Il naso percepisce l’aria frizzante delle alte quote ma pure un legno che disturba affatto, anzi…
Piccoli frutti, la macchia mediterranea e le bacche del mirto, i fiori, pure quelli!
Assaggio scorrevole, di affilata freschezza ed onesta sapidità che rimanda a ricordi fruttati.
CANNONAU DI SARDEGNA DOC RISERVA 2019: 15.5° stessa vigna e stessi legni ma stavolta per 26 lunghi mesi mesi’ (veramente c’è pure un 2% di Alicante per ravvivarne un pochino il colore).
Naso scuro, elegante ed intensamente balsamico, dolce di prugna secca, amaricante di radice di liquirizia e di agrume chinotto.
Il sorso mostra spalle larghe e freschezza.
I tannini, importanti e broccati, fanno piacevolmente salivare.
Interessante il finale salato a contrasto di una singolare nota dolce, quasi di pesca.
ISOLA DEI NURAGHI IGT “755” 2020: 16° e la quota della vigna in etichetta.
40% di Cannonau ed il resto equamente diviso tra Cabernet Sauvignon, Syrah, Carignano ed Alicante.
Una bomba atomica!
L’alcol non può nascondere spezie, visciole, frutti di bosco, tocchi balsamici di tabacco ed una atmosfera elegantemente boisè.
Sorso caldo ed avvolgente, un crescendo di avvolgenza tannica ed un allungo speziato e financo piccante.
Un vero “SUPER SARDU”!
VIGNETO SANTU TERU
Vicino alle “tombe dei giganti”, Nurallao è un pezzo del cuore calcareo argilloso della Sardegna.
8ha di Azienda di cui 4 vitati e coltivati con cura maniacale in regime strettamente biologico.
Ed in cantina il vino si fa senza chimica, filtrazioni ed artifici di sorta.
ISOLA DEI NURAGHI IGP “KARINNIU” 2021: 15° e 6 mesi di botte grande per questo Nasco.
In questa versione “secca”, non si vergogna di mostrare quelle peculiarità che la tradizione esalta vinificandolo dolce.
Attacca con una frutta secca (nocciola in primis) che sembra sotto miele e ci accosta un cucchiaino di cotognata.
Seguono salvia ed ancora dolcezze pasticcere di marzapane.
L’assaggio è subito citrico e di salina piccantezza ma presto riecheggia la nocciola.
Ben giocato sull’acerrima lotta tra sapidità e residuo zuccherino il lungo finale.
ISOLA DEI NURAGHI IGP “TIRRIGÒ” 2021: un Cannonau un pochino anomalo, che si propone con radice di liquirizia e carezze di erbe amare che precedono leggere tostature di caffè, il tutto a zittire gran parte di quel frutto croccante che invece l’assaggio sottolinea.
Il sorso, corrispondente e già fresco, è ravvivato da tannini ancora ragazzini e da una speziatura appena piccante.
ISOLA DEI NURAGHI IGP BARBERA SARDA “S’ANTIGU” 2021: Barbera Sarda in purezza.
Per quanto imparentata con il Bovale, propone un profilo olfattivo quasi piemontese.
Vinose freschezze di rose, viole, ciliegia e prugna secca precedono un quid di tabacco ed il giusto di spezie.
Sorso di buona rispondenza, verticale, sostenuto dalla larga spalla fresco-sapida e dai vivaci tannini.
Chiusura affatto corta dedicata ad amaritudini e richiami di sapida mineralità.
ISOLA DEI NURAGHI IGP “BA. BO.” 2020: da buoni amici (oltre che parenti), BArbera e BOvale si spartiscono le percentuali in bottiglia.
Al naso, i frutti dei due vitigni fanno comunella ed alzano la voce piccoli frutti (neri e rossi) e prugna.
Poi il giusto di violette ed una spintarella dolce-piccante di spezie precedono macchia mediterranea e resine boschive.
Alla barbera il compito di gestire la verve di freschezza che introduce un sorso dalla sottile trama tannica ed un finale che rimanda a china e liquirizia.
Questo lo dovrei ri-assaggiare che…
FRANCESCO LEPORI
Siamo in quella parte della Gallura che ha l’orizzonte della Corsica.
Li dove la sabbia delle dune custodisce vitigni le cui radici non hanno conosciuto il “piede americano” e da sempre si affannano a cercare il poco nutrimento che il magro suolo può dargli.
Galoppu e Caricagiola potrebbero essere i nomi di due antichi condottieri ma sono invece i nomi di due cultivar autoctone sul cui recupero si è concentrato il lavoro di Francesco (coadiuvato dall’Università di Sassari e dalla Scuola Enologica di Alba).
È davvero un piacere ascoltare un Produttore che ti dice di fatica ed impegno, di voglia di conoscere e di soddisfazioni, di condividere con lui la gioia di un nuovo arrivo nel suo allevamento di bovini (che pure questo mi fa strano, se penso alla Sardegna delle pecore e dei maialini).
Due i vini (1000 e 1500 bottiglie), tappati sughero monopezzo sardo e chiusi con la ceralacca (attenzione! NON gommalacca) in cerca di una iper-riduzione che è filosofia produttiva.
COLLI DEL LIMBARA IGT “ZILVARA” 2021: 70 parti di Vermentino e 30 di Galoppu.
Chi si aspetta il Vermentino dovrà ricredersi perchè, pur non conoscendone il profilo organolettico, quello in cui “ficca il naso” è tutto Galoppu!
Sono dolcezze di frutta gialla, financo grassa, di frutta secca (forse sotto miele), un graffio di pompelmo, forse biancospino ed un quid di vegetalità.
L’assaggio conferma il profilo olfattivo certificando quei 12g/l di zucchero che contrastano mirabilmente con la verticale freschezza di un Vermentino che non vuole saperne di chinare il capo.
E quel residuo di carbonica che regalano i lieviti indigeni associato ad un finale di piacevoli, amaricanti piccantezze rende il sorso ancora più coinvolgente
Capperi che vino!
COLLI DEL LIMBARA IGT CARICAGIOLA 2021: vinificato “alla francese” (con i raspi inizialmente tenuti da parte), passa 12 mesi in botte scarica prima di finire in vetri da 40l fino a quando non viene imbottigliato blendizzando il 70% del vino d’annata con il 20% di quello di 2 anni ed il rimanente di 3 anni.
Al naso ha tutto il selvatico che vi regala l’accarezzare un puledro, l’eleganza della viola ciocca, cassis, sottobosco, spezie…
Assaggio decisamente poco anglosassone (posto che questo sia un problema), caldo (15.5° non sono poca roba), ben giocato sul frutto, che vive di una tagliente acidità tutta piemontese (potrebbe benissimo essere una Barbera).
Forse non “elegante” ma…avete presente Rossi De Palma?
Si becca il mio premio “PARTICOLARITÀ”.
MURALES
Da Varese ad Olbia inseguendo il bello ed il buono.
Praticamente nessun trattamento in vigna e cemento in cantina
VINO SPUMANTE METODO CLASSICO “IN FABULAS VERITAS”: 40 mesi sui lieviti per questo Vermentino.
Al naso la crosta di pane si fonde con scorza d’agrume e freschezze boschive e di menta prima che arrivino dolcezze pasticcere di brioche e caramello.
Sorso cremoso ed elegante, salino più che sapido e con un lungo finale di agrumata freschezza.
Non è per complicare le cose ma, posto che siano sufficienti i 40 mesi, forse gioverebbe ulteriormente giocare sulla sboccatura.
VINO SPUMANTE “KARIASA” ROSÈ EXTRA DRY: 6 mesi di Metodo Martinotti lungo per questo rosato Extra Dry da Carignano.
Elegante nel presentare petali di rosa, dolce nell’accarezzare con ciliegia e lampone, fresco di erbe aromatiche.
Sorso vivace ma avvolgente e cremoso, coerente con l’olfatto.
Una bollicina forse troppo invadente ed un profilo troppo femminile per i miei gusti ma di sicuro successo.
VERMENTINO DI GALLURA DOC “MIRADAS” 2020: colpisce il naso con pugno “cementizio” e granitico.
Arrivano poi frutta secca e vegetalità fresche di lattuga e piccanti di sedano rapa prima che qualche parola la dicano anche la frutta (gelso e susina) ed i fiori di campo.
Sorso di affilata freschezza e calore alcolico che i 13° non direbbero e che nel finale ripropone schegge di granito e sbuffi pirici.
Davvero bello, DAVVERO!
CANNONAU DI SARDEGNA DOC “SU SOI” 2021: un Cannonau dal profilo olfattivo particolare.
Profondamente vegetale, non rinuncia ad una alzata di frutta nera e rossa, a dolcezze speziate, a cespugli mediterranei…
Sorso succoso, materico e beverino al contempo.
Di robusta spalla fresco sapida, vive del contrasto tra dolcezze di spezia e cioccolato, richiami agrumati e sbuffi ferrosi e mentolati.
ISOLA DEI NURAGHI “NATIVO” 2020: Cannonau, Syrah e Cabernet Sauvignon che al naso descrivono un panorama di more, mirto, un tocco di spezie, tabacco a gogo e leggere balsamicità..
Assaggio pieno e coerente che, dai piccoli frutti neri s’allunga inesorabile su iodate freschezze e saline mineralità.
CANNONAU DI SARDEGNA DOC “ARCANOS” 2018: 36 mesi di tonneau fanno si che si presenti al naso con un profilo un pochino troppo femminile.
Sono piccoli tocchi di ribes e ciliegia, tabacco dolce, appena un soffio di macchia mediterranea ed un graffio di liquirizia.
Sorso pieno ed elegante, di freschezza pimpante e sapidità in scia, ravvivato ad ogni sorso da tannini solleticanti.
Lunga e persistente la chiusura di un vino che sposerebbe bene bistecche di mare.
Personalmente, meno intrigante di “SU SOI”.
ISOLA DEI NURAGHI IGT “AI POSTERI” 2016: per metà Cannonau, il resto Melot e Syrah.
Almeno 4 anni di legno lo rendono molto “francese” evidenziando il frutto del Merlot a scapito di quello del Cannonau e spingendo forte su un Oriente che il Syrah comunica con spezie e tè.
Dolcezze di cioccolato e tabacco contrastano con freschezze mentolate e note amaricanti di china.
Assaggio caldo ed opulento, di importante sapidità che la freschezza stenta a pareggiare, con tannini broccati che accarezzano quel palato che i rimandi balsamici rinfrescano piacevolmente.
COLLI DEL LIMBARA IGT “PEP DEI CAMPI STABILI” 2016: pensato per uno sceicco, dedicato al cantiniere.
Questo a me già basterebbe per descrivere un vino.
Cannonau, Syrah e Malvasia Nera regalano un naso di macchia mediterranea e piccoli frutti rossi in confettura, dolcezze di tabacco, cacao, caffè…
Sorso nobile ma non supponente, tannini carezzevoli ed allungo sognante.
Purtroppo son dovuto scappare e…mi toccherà ri-assaggiarlo con calma.
ORISTANESE
CONTINI 1898
Sicuramente l’Azienda più grande assaggiata oggi: 220ha e quasi duemilionidibottiglie.
Di base a Cabras ma radicata anche in diverse altre aree della Sardegna, racconta l’isola da oltre 120 anni attraverso vini che, come alcune delle cose assaggiate oggi, possono essere “senza tempo”.
BIANCO IGT “KARMIS CUVÉE” 2021: 70% di Vernaccia (in parte surmatura) e 30% di Vermentino.
Il naso è un mix di vegetalità di orto, frutta gialla ed agrumi cui dà una spinta un soffio di incenso.
Sorso brillante, di larghe spalle sapide e freschezza a pareggio che s’allunga in un intressante finale ammandorlato.
Figo!
ROSSO IGT “I GIGANTI” 2020: 20 parti di Caddiu a fare 100 con 80 di Nieddera (in parte surmaturo), tonneau nuovi e barrique di 2° passaggio.
Piccoli frutti di bosco ad introdurre viole e gerani.
Poi dolcezze di cioccolato e tabacco, freschezze eucaliptiche, humus ed una leggera piccantezza vegetale.
Sorso pieno, sostanzioso, non troppo sapido ma ben più fresco di quanto mi sarei aspettato, che s’allunga, succoso di arancio rosso e chiude leggermente amaricante.
CANNONAU DOC ”’INU” RISERVA 2018: dall’italiano “VINO”.
Da impianti di 80 anni in Barbagia, un Cannonau teso, in contrasto con quelli “tronfi” di qualche anno fa.
Propone classicamente frutta rossa matura, una gentilezza di rosa, scorza d’arancio, uno sbuffo di incenso ed alloro e rosmarino sono ben più che intarsi.
Assaggio dritto di nordica freschezza, tannini fini ed allungo sapido cui non mancano richiami balsamici.
VERNACCIA DI ORISTANO DOC “FLOR” 2019: 3 anni di botte scolma gli donano un profilo sensoriale che lo avvicina dannatamente a quello di un vermouth (e “di Torino” oserei dire).
Apre di mallo di noce ed anche a quella dolcezza di pesca che segue, sembra aggiungere l’amaricante “velenoso” del nocciolo.
E poi…dolcezze, di frutta secca sotto miele e pasta di mandorle in una atmosfera piacevolmente ossidativa.
Sorso di tagliente sapidità che segue ordinatamente il profilo olfattivo.
Zero zuccheri ma 15° che lo lavorano ben ben ai fianchi.
Perfetto per preparare un “americano”.
VERNACCIA DI ORISTANO DOC RISERVA 1997: 25 anni di legno!
Si muove sinuosa nel solco della tradizione ossidativa regalando un profilo sensoriale di frutta “natalizia”: fichi, datteri, canditi…
Poi sono spezie orientali, croccante di caramello, nocciole tostate, miele di castagno.
Accarezza il palato e riempie la bocca, financo salato non manca di fresche sottolineature.
18° gestiti magistralmente ed un finale…interminabile!
I tradizionalisti ci accosteranno la pasticceria secca, ma questo vuole formaggi con la “F” maiuscola.
VERNACCIA DI ORISTANO DOC “ANTICO GREGORI” 1979: “quarant’annidibotte” ed un 20% che fa Solera (annata più giovane 1978).
Frutta secca e caramello ad aprire le danze, legni nobili, spezie d’Oriente dolci e piccanti e piccante pure la freschezza vegetale.
In fresca ha sapidità marina ed acidità da Riesling.
Un vino senza tempo, un buco nero in cui le emozioni collassano senza che poi possiate esprimerle.
Infinito e…sprecato in occasioni come questa.
Da bere con…al massimo un sigaro.
Si becca il mio premio “MEDITATE GENTE, MEDITATE”.
ED ORA?
Adesso io mi metto a studiare e Voi?
La stagione degli Eventi è appena iniziata e si preannuncia particolarmente “impegnativa”.
Intanto, approfitto di questo spazio per ringraziare innanzitutto l’Organizzazione per il bel lavoro fatto e per avermi concesso l’opportunità di intervenire.
Ringrazio anche (e soprattutto) i Produttori che hanno sopportato la mia curiosità e mi scuso con quelli che mi hanno solo visto passare davanti al proprio tavolo ed a cui dò appuntamento sin d’ora alla prossima Edizione.
Grazie anche a Voi per essere arrivati sino a questo punto, datemi retta: prendete spunto, assaggiate, siate curiosi, condividete e, se Vi scappa, datemi qualche dritta!