IL COSA ED IL DOVE
Le SCUDERIE ALDOBRANDINI, nel ‘600 “struttura di servizio” dell’omonima villa frascatana ed oggi, dopo che c’ha messo mano Fuksas, sede (anche) del bellissimo MUSEO TUSCOLANO, hanno ospitato l’8 ed il 9 Ottobre scorsi l’Evento FRASCATINCONTRA…LA FRANCIA.
Una singolare e lodevole iniziativa che si prefiggeva di valorizzare i vini dell’areale di Frascati mettendone a confronto il “Terroir” con quelli di Loira e Borgogna grazie anche all’intervento di personaggi di spicco quali Jacky Rigaux e Christian Roger.
Lodevole l’iniziativa, peccato però che sia mancata pressochè completamente la Comunicazione!
Io l’ho saputo “in zona Cesarini” e, non potendo partecipare alla masterclass domenicale (mannaggia mannaggiona!), sono riuscito a farci un salto nella giornata di Sabato che m’è sembrata essere andata piuttosto deserta.
Comunque, nonostante avessi davvero poco tempo, ho avuto modo di assaggiare una bella carrellata di etichette, in gran parte di alto livello, ma con ancora tanto lavoro da fare da parte di alcune Aziende che sembra non abbiano ancora capito quale debba essere la strada da percorrere perchè il Frascati possa essere nuovamente considerato un vino con la “V” maiuscola.
GLI ASSAGGI
VILLA SIMONE
20ha a Monte Porzio Catone, nel cuore di quella DOC Frascati che le etichette aziendali rappresentano con grande coerenza.
FRASCATI DOC 2021: 50% Malvasia del Lazio ed il resto Malvasia di Candia e Trebbiano.
Naso vulcanico e minerale tenuto per mano da erbe aromatiche e qualcosa di agrume
Agilissimo il sorso di elevata freschezza, lungo e sapido il finale.
FRASCATI SUPERIORE DOCG “VILLA DEI PRETI” 2021: già stupisce con quel suo naso meno BUM della DOC (forse per non disturbare l’apetta in etichetta (fa pure rima ‘sta citazione della certificazione SQNPI).
Eppure è di una mineralità potente cui fiori bianchi, agrumi e mandorla verde possono fare solo il solletico.
Davvero sapido il sorso cui freschezza e morbidezza reggono il gioco.
CANNELLINO DI FRASCATI DOCG 2017: frutta gialla disidratata e spezie dolci introducono a cera d’api, frutta secca, agrumi canditi, salvia e noce moscata.
Caldo ed elegante l’assaggio, anglosassone la rispondenza e davvero lungo quel finale vagamente mentolato in cui ritorna la salvia e fa capolino il caramello.
CANTINA VILLAFRANCA
Oltre un secolo di storia, 35ha, due corpi aziendali nei quali i vitigni internazionali affiancano gli autoctoni.
Dalle uve, coltivate con minimo impatto ambientale in campagna e lavorate con grande attenzione in cantina, nascono vini di grande rispetto per la tradizione.
FRASCATI SUPERIORE DOCG RISERVA 2020: 13.5° appena si apre il sipario l’orchestra olfattiva suona note complesse, mentolate balsamiche.
Alloro e frutta pasticcera (anche secca) se la giocano ad armi pari ed introducono ricordi di croccante da luna park.
Sorso serio e composto ma anche di vibrante freschezza con quegli strilli di menta e salvia!
EVANGELISTI CASAL MONTANI
25ha di vigne ed uliveti all’estremità orientale dell’areale Frascati.
All’Azienda assegno subito il mio personalissimo premio “ME MANCA” per essere tra le poche ad essere riuscite a sfuggire, ad oggi, a quell’assaggio “con calma” che merita davvero.
FRASCATI SUPERIORE DOCG “VIGNA CASAL MONTANI” 2021: il naso sembra vergognarsi di mostrare quei muscoli che l’ampia camicia nasconde.
È un richiamo di sirena, un canto lontano che si apre piano (forse troppo) su complessità amaricanti di osso di pesca ed erbe amare (timo e maggiorana).
Una gessosa mineralità avvolge tutto ed accompagna al sorso coerente, molto fresco e di ammalianti piccantezze latenti.
Di sorprendente progressione nonostante il finale sia un pochino scoordinato!
FRASCATI SUPERIORE DOCG “VIGNA CASAL MONTANI” RISERVA 2020: prendete l’altro e tenetelo allo scuro di un’anfora per 12 mesi…
Beh, secondo me ‘sta gattabuia aggiunge poco, anzi…
Si alzano i toni olfattivi balsamico-mentolati ma sono sgraziati come quelli di una garza.
E l’assaggio, nel quale spiccano le amaritudini, anzichè guadagnare in complessità sembra perdere la bussola dell’identità territoriale.
CANTINE CONTE ZANDOTTI
Quasi trecento gli anni di storia di questa Azienda BIO che, ai 40ha all’Interno dell’areale Frascati, ha recentemente affiancato due altre realtà in Umbria ed in Sicilia.
FRASCATI DOC “TENIMENTI SAN PAOLO” 2021: il naso è un canto sommesso di timo e piccantezze agrumate su uno sfondo vulcanico.
Assaggio fresco e birbante, giocato su un contrasto dolce-salino.
Intrigante anche se poco nelle mie corde.
FRASCATI SUPERIORE DOCG 2021: comunica il vulcano con un caldo abbraccio che si avverte già al naso.
Assaggio salato che evolve poi su speziate e piccanti dolcezze.
LAZIO IGT MALVASIA DEL LAZIO “RUMON” 2021: m’aspettavo un naso decisamente BUM ed invece…
È delicatamente aromatica, screziata di fiori d’acacia, biancospino e mineralità, non dimentica neppure “flag” di frutta (anche candita).
Assaggio che invece coinvolge di più con quel suo sgomitare fresco sapido che vivacizza un sorso decisamente più pieno di quanto lasciava supporre il naso.
Interessante e “suggeritore” di abbinamenti “azzardati”.
LAZIO IGT CESANESE 2018: al naso comunica poca luce, ciliegia sotto spirito, quella balsamica amaritudine che tanto mi intrigava quando mangiavo un “after-eight”, un’idea boisé che fa tanto “cattivo ragazzo”…
L’assaggio, che racconta di frutta rossa e spezie dolci (noce moscata), non può nascondere gessose sapidità ed è ben sorretto da tannini intriganti ma ancora un pochino sgarbati.
LAZIO IGT SYRAH 2015: peccato!
M’aspettavo l’Oriente ed il mistero (sempre così con il Syrah) ed invece sono morbidose ciliegiosità…
E poi, quel residuo di carbonica…
Davvero una bottiglia no (ma pure la seconda).
LAZIO IGT “LA PETROSA” 2011: Cabernet Sauvignon e Sangiovese dal naso profondo e scuro.
Le spezie (sorprendentemente dolci) comandano a bacchetta i piccoli frutti rossi e le violette.
L’atmosfera?
Cassis ed un tocco di resina
Assaggio corposo e sostenuto da buona freschezza, dal giusto di sapidità e da tannini ancora vispi ma integrati che s’allunga in un finale che alterna mineralità e dolcezze di liquirizia.
CASALE VALLECHIESA
13ha che, dal “carretto a vino” alle moderne tecnologie, attraversano 100 anni di storia.
LAZIO IGP VIOGNIER “GIOVIN-RE” 2021: un Viognier dal naso intenso e compatto, femminile ed impegnativo (proprio come una donna)!
Biancospino e camomilla si alternano ad albicocca e bergamotto prima che il palcoscenico sia tutto di piccantezze speziate (pepe bianco) e dolcezze di noce moscata.
Sorso ben centrato sull’agrume che dimentica tutt’altro la sapidità e lascia ricordi di cera.
LAZIO IGP MALVASIA PUNTINATA “SOLO MIA” 2021: gelsomino e fiori di campo accompagnano pera e frutta secca in una atmosfera di agrumata diffusione.
Una interessante balsamicità rende il sorso fresco e di equilibrata sapidità ben rispondente all’olfatto.
Lungolungo il finale.
Me la ricordavo diversa: vedi che bisogna riassaggiare!?
VINEA DOMINI
75 gli ettari di questa “costola” della storica cantina marinese “GOTTO D’ORO”.
Una realtà nata 10 anni fa con l’idea di valorizzare il Territorio dando importanza a quei vitigni che storicamente lo rappresentano.
FRASCATI SUPERIORE DOCG 2021: un mazzo di fiori screziato ed una alzata di frutta ed agrumi dolci sono poca cosa rispetto alla grande mineralità.
Nel sorso ci sono la sapidità del ponentino e ricordi fruttati coerenti con l’olfatto.
Giovanile ed ammiccante, forse troppo “moderno” per uno come me.
FONTANA CANDIDA
Sono quasi 200 i conferitori di quest’Azienda che rappresenta un vero pezzo di storia dell’enologia “de noartri”.
Nata alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, ha contribuito e contribuisce, con vini come il FRASCATI SUPERIORE DOCG “LUNA MATER” RISERVA, a far conoscere il Frascati nel mondo.
FRASCATI SUPERIORE DOCG “VIGNETO SANTA TERESA” 2021: viene da un CRU (che però, stando a Roma mi piace definire “unico vigneto”) sotto Monte Porzio che ricade tutto nel comune di Roma e si propone con un naso “pugnace” più castellano che romano.
Un mazzo di fiori ed una alzata di frutti gialli (ahimè pure tropicali) precede un quid agrumato ed il mare lontano senza dimenticare rocciose mineralità.
Sorso morbido e salato, di buona rispondenza giocato su un intrigante sgomitare dolce-amaro e finale lungo di mandorle verdi
LAZIO IGT “KRON” 2019: un naso davvero troppo “uozzamerica” ed un assaggio parimenti
Sorprendente!
Un Merlot che si direbbe Cabernet per le note verdi e l’allungo amaricante.
Scuro di fiori e frutti neri il naso che s’allarga su terra umida, graffi vegetali e spezie (scure anch’esse).
Sorso dinamico e sorretto da tannini ben tessuti che evolve in una lunga progressione minerale.
Peccato davvero che che sia sfacciatamente “uozzamerica”!
CANTINE VOLPETTI
Ad Ariccia, nel cuore di quei Colli Albani che, da lì, degradano poi verso il mare, la Famiglia Volpetti produce i propri vini dalla fine degli anni ’50.
FRASCATI SUPERIORE DOCG “LE PIANTATE” 2021: naso maturo di mela, pera e pesca con graffi aromatici di alloro e marine lontananze.
Assaggio caldo e più materico del previsto che comunica un bel bouquet di erbe aromatiche ed amaricanti (salvia e origano).
LAZIO IGT BELLONE “LE PIANTATE” 2021: più “castellano” del Frascati, mette l’accento sulle note iodate ma non dimentica la frutta gialla e le erbe aromatiche.
Il sorso è sapido, agrumato e di scorrevole freschezza.
LAZIO IGT MALVASIA PUNTINATA VENDEMMIA TARDIVA 2018: 24 mesi di barrique che caratterizzano il naso con tostature forse un pochino troppo evidenti ponendo in secondo piano il caldo bouquet di frutta anche disidratata e gli accenni di camomilla.
Freschezza e sapidità sugli scudi per un vino da spendere bene con amici e formaggi.
LAZIO IGT CESANESE IGT “LE PIANTATE” 2020: se il naso rimanda ad un verde di oliva, a salinità di cappero, ad erbe aromatiche, l’assaggio è decisamente più “dolcione” e succoso.
Mmh, credo di doverlo riassaggiare…
CANTINE SAN MARCO
Da cinquant’anni valorizzano il Territorio attraverso un ampio catalogo di etichette prodotte nel pieno rispetto della Tradizione che risultano, forse proprio per questo, estremamente moderne.
LAZIO IGT “SOLOMERLOT” 2020: già convince con quel suo naso scuro di frutta, erbaceo di rabarbaro ed etereo d’incenso.
L’assaggio è poi confortato dalla giusta rispondenza, dalla materica consistenza e da un allungo di spezia scura.
Forse un po’ “amarognolo” ma, anche per questo, davvero un bel Merlot.
LAZIO IGT “SOLOCABERNETSAUVIGNON” 2019: fedele alle caratteristiche del vitigno si presenta pieno di se, verde di corteccia d’albero nobile per poi sciogliersi un po’ su note di fave di cacao e lasciarsi infine andare ai piccoli frutti e lontane balsamicità.
Sordo di buona coerenza e finale da maratoneta.
LAZIO IGT “SOLOSHIRAZ” 2020: pecca di gioventù e si propone dunque un pochino troppo arrembante ma, tra una chiacchiera e l’altra, ecco che riesce a comunicare l’origine del vitigno ed il territorio.
Misteri di incenso e sagrestia, spezie, frutta, mineralità vulcaniche e salinità di orizzonti marini.
Assaggio fresco e sapido marcato da tannini birbanti (troppo).
Gli do il mio premio “T’ASPETTO”.
MERUMALIA
Da circa trent’anni, questi 9ha di collina vulcanica vengono gestiti con grande attenzione al territorio regalando vini rigorosi e di alto livello qualitativo.
FRASCATI DOC “TERSO” 2021: un naso cortese di fiori bianchi, “pizzicante” di erbe aromatiche ed un lontano abbandono alla brezza marina.
Frascati…
LAZIO IGP MALVASIA PUNTINATA “ORMAE” 2021: una Malvasia profumata di campo, fresca d’agrume, amaricante di salvia e, forse, un pochino troppo dolce di pera.
Forse m’aspettavo di più, ma giustissima in tavola.
CANNELLINO DI FRASCATI DOCG “CANTO” 2020: vegetale il naso fresco mentolato
Alzano la testa l’albicocca disidratata e le scorzette di cedro ma una intrigante freschezza mentolata e quasi piccante riesce a tenergli botta.
Assaggio che comunica calore e freschezza al contempo, pimpante la verve piacevolmente tannica e finale di mentolata rispondenza.
ED ORA?
Ora aspetto…
Aspetto un nuovo Evento, un Evento che non metta necessariamente sul piatto della bilancia il Frascati con qualche altro areale produttivo, ma che ne riesca a far capire il reale valore a quel grande pubblico che ancora si ostina ad abbinare i piatti della nostra cucina locale ad etichette “forestiere” (complice anche una ristorazione che, nel Lazio, punta davvero troppo poco sui vini del Territorio).