IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso 18 Settembre è andato in onda “LAZIO WINE EXPERIENCE”, l’Evento organizzato da Saula Giusto e Veronica Laurenza dedicato ad un Lazio vitivinicolo ahimè troppo poco conosciuto, soprattutto all’interno dei confini regionali.
50 Produttori hanno accolto, all’interno del meraviglioso parco di VILLA CAVALLETTI (storica dimora del ‘500 di cui potete leggere qualcosa qui), un pubblico degno delle grandi occasioni ed inaspettatamente desideroso di scoprire quante eccellenze possa produrre il “Terroir Lazio” una volta gettati nella spazzatura i trascorsi di pochi decenni fa, quando non ci si fece scrupolo di sacrificare la Qualità sull’altare della quantità.
Per carità, non sono state tutte “rose e fiori”, qualche piccola incertezza organizzativa c’è stata, ma da una edizione “numero zero” me lo potevo aspettare.
Ed è dunque con assoluta leggerezza che ho sorvolato su queste, focalizzandomi invece su quella che era la cosa più importante: la possibilità di partecipare alla prima vera “great reunion” di Aziende del Territorio.
C’era davvero tanto da assaggiare (sicuramente troppo per uno solo come me) e, tra nomi noti e new entry sono stato costretto a malincuore a fare una scelta (non me vogliano quindi quei Produttori che mi hanno solo visto sfilare davanti ai loro tavoli (peraltro molto fighi ed in ecologicissimo cartone made by “EVENTI DI CARTONE”), ci saranno altre occasioni.
GLI ASSAGGI
LE ROSE
Dal 2003 15ha ed 80000 bottiglie a Genzano tra il Monte Artemisio ed il mare.
15ha di impianti davvero ben studiati (grazie a Luca D’Attoma) ed in grado di interpretare con piena correttezza il Territorio.
–LAZIO IGP “VERDICCHIO” 2020: importante quel naso di gessosa consistenza cui stentano a tener testa agrumi e frutti gialli ed erbe aromatiche.
Tanto interessante da meritarsi il mio premio “SNIFF”.
–LAZIO IGP “ARTEMISIA” 2021: dai soliti acciaio, cemento, botte grande e bottiglia arriva una Malvasia Puntinata che, partendo da quanto scritto dal Verdicchio, presenta fiori di campo, agrumi e le aromaticità varietali tipiche del vitigno
Simpatico l’assaggio che conferma le note di salvia e rosmarino ed una latente dolcezza di mandorla.
–LAZIO IGP “PETIT MANSENG” 2021: delicato nella sua mineralità e nella proposta frutto-floreale, vuole l’assaggio per rivelare un’ampiezza (decisamente maggiore rispetto alla malvasia) governata da dolcezze importanti e masticabili.
–LAZIO IGP BIANCO “LA FAIOLA” 2021: VERDICCHIO + BOMBINO + GRECHETTO (35%).
È quest’ultimo a vincere, spalleggiando il Verdicchio cui aggiunge dinamiche morbidezze ed il giusto di calore e dolcezze.
Gessoso e salato già al naso, lascia distinguere fiori di campo e soffi di erbe aromatiche.
Seppur di buona rispondenza, all’assaggio propone un ingresso cadenzato dei tre vitigni che occupano ciascuno il proprio spazio senza farsi sgambetti ma sembra non si stringano la mano.
–LAZIO IGP “TRE ARMI BIANCO” 2021: MALVASIA + VERDICCHIO (70+30) prende freschezza e sostanza dalla prima e spalla dal secondo.
Il naso, intenso e vegetale, scivola piano sui toni della frutta gialla senza perdere l’orizzonte del mare.
Morbido e bilanciato il sorso.
Forse un tantino al di sotto degli altri ma davvero azzeccato se pensato per la mescita consapevole.
–LAZIO IGP ROSSO “LA FAIOLA”: tutto Cesanese.
Un naso colorato di dolci frutti rossi (ed un’idea di macchia mediterranea), quasi stride con un assaggio che lascia immaginare la penombra di un palcoscenico sul quale danzano scure le spezie.
Di importante dinamicità s’allunga leggiadro e minerale senza però riuscire a nascondere una nota “brettata”.
M’è piaciuta l’idea di servirlo dalla glacette, chè questo con una bistecca di mare e forse un polpo, ci starebbe davvero bene.
–LAZIO IGP ROSSO “TRE ARMI” 2021: diciamo 80 di Cabernet Sauvignon e 20 di Cesanese (tacendo di un quid di Montepulciano).
Humus e spezie prendono sotto braccio i frutti rossi in un giusto mix di vegetalità e di calore cui si aggiunge, a chi ha la pazienza di aspettare, un sferzata di caffè.
SELVA DI PALIANO
45ha (mica pochi!) sui quali, dal 2015, nuovi impianti affiancano quelli storici della “Selva”.
Siamo ovviamente a Paliano, borgo medievale nel cuore della Ciociaria, già Principato della Famiglia Colonna e, più recentemente, reso famoso dal Parco Ornitologico voluto dal Principe Antonello Ruffo di Calabria ed oggi proprietà del Gruppo Schina.
–VINO SPUMANTE BRUT MILLESIMATO “ATTHIS” 2021: il Martin pescatore ci propone il risultato di 30gg di “Metodo Martinotti”.
Prova d’autore dell’Azienda per quanto riguarda la spumantizzazione.
Ottonese in purezza di buona rispondenza varietale.
Ai sentori floreali ed alle dolcezze agrumate del vitigno, agli sbuffi di erbe aromatiche ed alla buona vena sapido-minerale, aggiunge le note biscottate dell’autoclave.
Interessante notare come l’aromaticità del vitigno stemperi questo BRUT facendolo sembrare più zuccherino.
Peccato che, forse, sia un po’ troppo “bollicinoso”
–LAZIO IGP “PASSERINA DEL FRUSINATE” 2021: per essere il “trebbianaccio” che è, questa c’ha davvero il suo perchè.
Si muove leggera tra dolcezze e tostature, allungandosi in un interessante finale di agrumi e buccia di mela mostrando di riuscire ad essere caldo abbraccio e brivido verticale.
Gli ammollo il mio premio “UNASPECTED”.
–LAZIO IGP “SEMILLON” 2020: propone una folta platea di frutta gialla ed agrumi maturi su uno sfondo di sfumate tostature che rimandano al cappuccino.
E quella “sgarbata” nota di brett?
Capitata o scientemente voluta che sia è forse “troppo acuta”, ma gli sconto volentieri quanto dovuto ad una annata come la 2020.
Nel complesso: a me me piace!
–CESANESE DEL PIGLIO DOCG “ALCEDO” 2020: 15.5° difficili da mascherare nonostante la spalla fresco sapida.
“Ciliegioso” nel suo proporre il frutto e delicato nel presentare il mazzo di viole.
Spezie e terziari sono lontani sullo sfondo, quasi timidi e timorosi di mostrarsi.
Un’interpretazione dinamica e moderna del Cesanese.
Un applauso va senz’altro alle etichette sulle quali campeggia, tra i colori della terra, quel Martin Pescatore da anni simbolo dell’oasi avifaunistica.
TENUTA LUNGARELLA
7ha che, tra ortaggi, polli e conigli, maiali, uova e “triccettracche” ne contano 2 di reimpianti tra Poli e Palestrina (in quell’unico comune dimenticato dalla DOC Roma).
–LAZIO IGT “VERMENTINO” 2021: il naso è timido e dimesso, delicato di fiori di campo e frutta bianca che, in seconda linea, racconta di scorza di limone e dell’idea di una nota fumé.
Assaggio di buona rispondenza e di dolcezze di nespola e mela Golden che, inaspettate in un Vermentino, nascondono l’attesa mineralità.
–LAZIO IGT “ROSATO” 2021: 12h sulle bucce e non vederlo nel suo rosa pallidissimo ma luminoso.
Già al naso propone la propria verve sapida e minerale ben integrata nei toni di quei piccoli frutti rossi che gli danno anche il giusto di freschezza.
–LAZIO IGP ROSSO: Cesanese e Montepulciano spingono forte sui toni di carcadè, menta e timo quasi annichilendo i frutti rossi croccanti.
Tutto di questi ultimi, invece, un assaggio che ti “frega” con il suo essere poco anglosassone.
Però, quel “naso”, vale davvero la pena sentirlo e, non a caso, gli assegno il mio premio “CYRANO”.
–LAZIO IGT “CESANESE”: trescofresco, con quel suo cestino pieno di frutti rossi reso più intrigante da lontane tostature.
Forse un pochino troppo “femminile” per un Cesanese, ma di sicuro successo, magari, alla mescita.
–LAZIO IGT ROSSO “ETICHETTA NERA”: peccato per quella vaniglia da “legno nuovo” che, un po’ sgarbata, copre un’esperienza molto più coerente rispetto al fratellino in livrea bianca.
Importanti le tostature che allungano un finale altrimenti dedicato al sottobosco.
A proposito: “JULIUS” è il nome di tutti i vini della linea e vuole essere una dedica agli imperatori di una Roma che fu, che su questi colli amavano venire a “riposarsi”.
Cesanese bianco?!
ALBETUM
Siamo ad Alvito (da cui il nome), tra storia, oblio, ripresa e territorio.
5ha e 20000 bottiglie in Val Comino, dal 2018 solo vitigni che raccontano il Territorio: Cabernet, Merlot (presenti in zona sin dal 1850 per merito di Pasquale Visocchi) e quel Maturano che ritengono essere più rappresentativo di tutti e che declinano in tre versioni: acciaio, botte ed Orange.
–FRUSINATE IGT MATURANO “ALBA DEL COLLE” 2021: pur se “maturo” (nomen omen) di mela, sorprende per la complessa freschezza dei suoi guizzi vegetali e le “amaritudini” di timo.
Assaggio fresco e dinamico, sapido, minerale, lungo ed “acchiappante”
–ORANGE WINE “ARANTIUS”: viscoso all’occhio, è per il naso un bel cazzotto.
Fumoso, aromatico di timo serpillo, dolce di albicocca disidratata ed amaricante di camomilla lungamente infusa.
Coerente anche se meno “strong” l’assaggio lungo e sapido.
–FRUSINATE IGT MERLOT “MERULAE VITIS”: un Merlot che rimanda al Cabernet per quella vegetalità che il frutto non riesce a mascherare.
Una nota di buccia d’arancia che fa capolino tra il fogliame è l’ultima nota prima di un assaggio concreto ed equilibrato che…chiede un altro sorso.
Si becca il mio premio “SURPRAIS”.
–ATINA DOC CABERNET “RUBRO DEL COLLE”: 90% Cabernet 10% Merlot.
Cabernet nel corpo e nello spirito con il Merlot che ne stonda solo alcuni spigoli rendendolo ancora più interessante.
Forse troppo Cabernet (anche per me che lo amo) nella sua vegetalità davvero “green”, ma c’ha il suo perchè, con quelle note di cuoio e spezie ad interrompere il dialogo della frutta matura.
Assaggio ruvido ma succoso, forse non “elegante” ma vestito davvero bene.
Bella prova!
–ATINA DOC CABERNET “RUBRO DEL COLLE”: il legno, incisivo e misurato, aggiunge dolci complessità di spezie e cioccolato a tutto il buono già apprezzato nel “fratello minore”.
Assaggio deciso ma garbato.
POGGIO ALLA META
Una bella realtà divisa tra Alvito (Valle del Comino) e la Valle del Liri.
Là dove si incontrano Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sotto lo sguardo dei Monti della Meta.
–LAZIO IGP “MATURANO” 2021: quando t’aspetti la mela, ecco che arriva la frutta secca (e l’arachide in primis).
Seconda linea dedicata ad agrumi, frutta bianca.
Uno sprint di mentuccia e la corretta mineralità lo rendono “parecchio fighissimo”.
14° (.5 in più) di equilibrio e morbidezza vendemmiati con la giusta calma.
Si merita il mio premio “BELLO DE CASA”.
–LAZIO IGP “PILUC” 2020: terzo appello per una Passerina che aspetta in pianta, in vinificazione ed in bottiglia e conferma ancora una volta quanto di buono già fatto apprezzare.
LA VALLE DELL’USIGNOLO
30ha tra l’Oasi di Ninfa e Sermoneta.
Ormai da oltre 100 anni in campo, mi era già capitato di assaggiare di corsa il loro EVO da Itrana in purezza che…assaggiatelo e poi ditemi.
Questa volta, con un po’ più di calma, tocca ai loro vini.
–LAZIO IGT “LENO”: Viognier, Petit Manseng e Chardonnay.
“Ruffiano” di nome e di fatto.
Ma solo se ti fermi alla prima impressione, a quel naso di fiori bianchi e frutta dolce.
Chè all’assaggio è decisamente brillante, verde di nocciola acerba e di graffiante mineralità.
–LAZIO IGT “LA CESA”: è tutto Bellone, tipicamente floreale al naso, decisamente più dedicato alla frutta, invece, l’assaggio che si allunga salato.
–LAZIO IGT “CARACUPA” 2020: è invece quella Falanghina che tanto è presente nella dirimpettaia Campania.
Fresco il naso nonostante gli importanti richiami di frutta secca.
All’assaggio il panorama si allarga su dolcezze di frutta e miele che quasi ricordano le solarità di un Greco.
Il finale è di nuovo dedicato alla frutta secca.
–LAZIO IGT “LUSCINIA”: Malvasia Puntinata in purezza che si propone “aggressive” ed inaspettatamente dolce.
Assaggio che rispecchia in pieno il varietale del vitigno, secco e morbido con un lungo ed amaricante finale.
–LAZIO IGT “SULMO” 2020: Merlot e Montepulciano con il primo decisamente dominante al naso su toni di frutta resi più complessi dal buon uso del legno.
Assaggio un po’ “slegato” ma fresco e birbante, quasi da “bianco vestito di nero”.
CANTINA IL BOTTINO
C’ha 10ha a Lanuvio.
–LAZIO IGP “AVVIO” 2021: Bellone e Malvasia di Candia a mezzi che riassaggio volentieri (ne potete leggere qui).
Davvero non m’aspettavo tutte ‘ste smancerie da un naso ben centrato sui toni di una mela matura che, nel divenire, si arricchisce di un quid di spezia dolce.
Assaggio brillante con il giusto di verve fresco sapida.
–LAZIO IGP “MILLE E UNA VITE” 2021: In un mondo di macerati, fermentati e naturali, ecco un vino fatto da uno che sa quello che va fatto.
36h che aggiustano i tannini del Trebbiano con un risultato di “ZERO sgradevolezze”.
Davvero una bella interpretazione di quelli che erano i vigneti misti di una volta.