IL COSA ED IL DOVE
Lo scorso xxx aprile, nella nuova location dell’NH Roma Villa Carpegna, è andata in onda l’Edizione 2022 di VIGNAIOLI NATURALI A ROMA, organizzata da Tiziana Gallo.
Un evento dedicato a quanti credono nel “vino naturale“?
Non solo! Altrimenti, che ci sarei andato a fare io?!
Già, chi mi segue lo sa, non riesco ancora ad avere un buon rapporto con questa categoria di prodotti.
E dico “prodotti” perchè ritengo che il Vino appartenga a questa categoria.
E “prodotto” è un termine che sottintende un’azione che, nel caso del vino, è compiuta dall’uomo.
Vabbè, mi sto addentrando in un ginepraio filosofico e non è il caso di farlo in questo contesto.
Chiudiamo dunque l’argomento con una salomonica ode a quei Produttori che si impegnano a fare Vini impattando il meno possibile sull’Uomo e sull’Ambiente.
Davvero tante le Aziende presenti in rappresentanza dell’intera lunghezza dello stivale italico e di gran parte del suo patrimonio ampelografico.
Numerosa ed eterogenea la cornice di pubblico (si spaziava dai “talebani” agli “scettici” come me passando per tutti i possibili gradi intermedi).
Standing ovation per l’Organizzazione (davvero importante il lavoro svolto) ma anche un piccolo e benevolo “buffetto” relativo alla, ahimè necessaria, suddivisione in due sale separate delle Aziende presenti, una cosa che, nel mio immaginario, dà sempre l’idea di una distinzione tra “figli e figliastri”.
GLI ASSAGGI
Ovviamente m’ero fatto un dettagliato “crono-programma” di assaggi che, puntualmente, è andato a farsi benedire dopo la prima mezz’ora di chiacchiere con i Produttori (ma come fai a parlare con uno di loro e poi, buttato l’occhio sui vicini di banco, saltarli a piè pari?!).
Comunque, ho fatto del mio meglio, chiudendo qualche occhio laddove le “magagne” erano fin troppo evidenti, cercando di “premiare” l’impegno di chi ha cercato di fare, sempre e comunque, del proprio meglio e lodando chi è riuscito a lasciarmi a bocca aperta.
In ogni caso, ho imparato tanto ed accumulato esperienze per gli assaggi a venire.
GRAZIE a tutti!
IL PIEMONTE
GIACOMO FENOCCHIO
17ha che, da metà dell’800, raccontano un pezzo di storia delle Langhe.
ROERO ARNEIS DOCG 2021: un giorno e mezzo di macerazione sulle bucce per tirare fuori qualcosa che, comunque, c’è.
Tanta sapidità ed un soffio di carbonica che l’accompagna.
Vispissimo.
DOP ROSATO 2021: primo anno di produzione per un Nebbiolo da Wine Bar ma di impronta classica.
Viole freschissime a presentare un sorso di sicuro acchiappo.
BARBERA D’ALBA DOC SUPERIORE 2020: 6 mesi di classicissima botte grande.
Naso che suggerisce un calore che risulta poi, invece, meno evidente all’assaggio.
Tipico, tagliente, birbante.
Un vino che ti frega!
LANGHE DOC FREISA 2020: 6 mesi anche per lui di freschezza e “taglienza”.
Rustico ma “femmina” come il precedente, da bere fresco di frigo (anche lui).
Solo che poi, tra barbecue e taglieri, gli amici non ve li toglierete più di torno.
LANGHE DOC NEBBIOLO 2020: stessa filosofia per un Nebbiolo fresco, complesso e didattico al contempo.
BAROLO DOCG “CASTELLERO” 2018: 40gg di fermentazione per un naso dolce/amaro di lampone e rabarbaro.
Poi accenni di caffè e cacao che regalano calore ed eleganza.
Sorso fresco e dall’allungo boschivo.
Tutt’altro vino rispetto al precedente (e vorrei vedere).
Tuttavia evita di indossare la cravatta e si propone come monello e, per quanto possibile, poco convenzionale.
BAROLO DOCG “VILLERO” 2018: un Barolo, questo, con il papillon.
Un prato di viole e cespugli di lampone.
Poi le spezie amare di rabarbaro ed un tocco agrumato di chinotto.
Assaggio anglosassone e di collinare freschezza sottolineato da tannini “pistoleri” ma ben vestiti.
Elegante ed intimista.
BAROLO DOCG “BUSSIA” 2018: un mix dei 2 precedenti.
Eucaliptiche ed importanti balsamicità introducono un naso scuro ma adornato da rose freschissime.
L’assaggio stringe tra i denti una di quelle rose e si arricchisce di ematiche stille.
BAROLO DOCG “BUSSIA” RISERVA “90 DÌ”: sono rose e viole appassite, ma anche frutti di bosco, liquirizie, china e grafitico fondale.
Un assaggio in grande stile, forse il più giovane della batteria.
Tradizionalissimo e, proprio per questo, moderno.
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
FRANCO TERPIN
La prima cosa che devo fare è scusarmi con Lui per il fatto che il mio iPhone si sia “mangiato” le sue foto.
La seconda è poi dirVi dei suoi 10ha a San Floriano, che è Collio Goriziano.
Geograficamente Italia ma, in cantina, si parla un’altra lingua.
VENEZIA GIULIA IGT “SIVI” 2016 PINOT GRIGIO: intense e complesse, note di frutta macerata introducono ad agrumi canditi, spezie dolci e miele senza dimenticare ricordi di resina.
Assaggio tagliente di intensa mineralità
BIANCO DELLE VENEZIE IGT “JAKOT” 2017: tra me ed il Tocai è sempre amore carnale!
Confesso però che qui fatico ad identificarmi con un vino che non è quello che mi sarei aspettato.
la macerazione “oltre misura” esalta miele d’acacia ed albicocche disidratate (e mi riporta ai primi Tocai, quelli di quand’ero piccolo, quelli di quando era spesso “vendemmia tardiva”).
In bocca, l’attesa sapididà si cela dietro freschezze che segano.
BIANCO DELLE VENEZIE IGT SAUVIGNON: anche qui, la macerazione dice la sua e fa scappare il “gatto”.
Il panorama è tutto di agrumi canditi, frutta secca (noce) ed accenni pirotecnici
Assaggio di estrema verticalità.
Non per tutti i giorni.
BIANCO DELLE VENEZIE IGT CHARDONNAY : ha spalle larghe e materica consistenza!
La macerazione nasconde i descrittori classici lasciando campo libero alla Ponca di cui ha tutta la sapidità ed allungandosi su piccantezze di curry e pepe bianco.
RIBOLLA GIALLA 2016: naso minerale su cui soffiano brezze agrumate sono messe in secondo piano dal calore della frutta secca sotto miele.
Ho sempre associato la Ribolla Gialla alle freschezze di collina ma qui, complice forse qualche grado di troppo (tutti i vini sono a T° ambiente), l’immagine che focalizzo mi comunica di calore e fieno ad essiccare.
Ancora un bambino!
ROSSO DELLE VENEZIE IGT “SIALIS” 2015: 80% Merlot ed il resto Cabernet di grande interesse.
Introduzione di frutto ancorchè disidratato, melodia di spezie e fiori secchi e finale vegetale.
Sorso intenso e minerale ad introdurre il lungo finale.
MARCO SARA
In quel di Savorgnano del Torre, dà nuovo impulso all’Azienda di famiglia una ventina di anni fa, dedicandosi in primis a due grandi “local” come Picolit e Verduzzo ed iniziando ad imbottigliare.
Circa 7ha micro-parcellizzati, 10000 bottiglie e l’avviso di “stare in campana”, perchè alla prima occasione andrò a rompergli le scatole in Cantina!
COLLIO DOC RIBOLLA GIALLA 2021: fresca e divertente collezione di frutta gialla croccante e sbuffi di sambuca.
Assaggio coerente e di bell’equilibrio fresco-sapido.
COLLIO DOC FRIULANO 2021: un vino che potrei definire “pop”.
Frutta gialla in un’atmosfera “mielosa” accompagna per mano mineralità di mare antico.
Questo è da asso di briscola e bestemmie al bancone.
FRIULI COLLI ORIENTALI “MONTE DELLA GUARDIA” 2019: CRU?
Toponimo?
Di sicuro l’etichetta ti fa capire il cosa ed il dove.
Tocai con un 20% di Picolit per un gran bel bere.
Floreale il giusto a contorno di note di burrosa pasticceria e spezie dolci.
Assaggio affilato e di elegante coerenza che si allunga su sapidità di mare antico.
COLLI ORIENTALI DEL FRIULI DOC SCHIOPPETTINO 2020: la parola d’ordine è (e non potrebbe essere altrimenti): rotundone!
Ma poi c’è tutto il bosco, dai frutti all’humus.
Piacevolissimo è il minimo che si possa dire!
COLLI ORIENTALI DEL FRIULI DOC CABERNET FRANC “FRANK” 2020: singolare parlare di frutta dicendo di un Cabernet Franc (in realtà, con il Cabernet “maturo” sarebbe possibilissimo, solo che è una cosa che spiazza…soprattutto noi friulani).
Lampone e susina comandano sbuffi balsamici ed erbe aromatiche.
L’assaggio, dinamicissimo calca l’acceleratore su note mentolate e chinate.
COLLI ORIENTALI DEL FRIULI DOCG PICOLIT 2020: modernissimo eppure tradizionale.
Naso ampio che spazia dal tiglio in fiore all’albicocca disidratata senza dimenticare frutta secca sotto miele ed erbe aromatiche.
Sorso coerente che si allunga su discrete mineralità.
Una gran bella interpretazione (si becca il mio premio “AMMAZZA”) che mi pare dimostri quanto Marco ne sappia di Picolit.
LE MARCHE
MARIA LETIZIA ALLEVI “VINI MIDA”
Piccola realtà; 5.5ha di colline tra Offida e l’Adriatico (7000 bottiglie) in regime biologico.
VINO SPUMANTE PAS DOSÈ MILLESIMATO PECORINO METODO CLASSICO “MIDA” 2018 (31 MESI): verticale e freschissimo, propone un’alzata di frutta gialla, canditi pasticceri ed una profonda mineralità.
Sorso coerente e scattante ad introdurre un lungo finale sapido.
VINO SPUMANTE ROSATO METODO CLASSICO “MIDA” (31 MESI): Montepulciano e Grenache (70/30) spicca con melagrana ed amarena (ma quella delle Zeppole) a coprire una nota verde lasciata alla buccia d’agrume (chinotto).
Sorso coerente e d’acchiappo.
Fighissimo!
PECORINO DI OFFIDA DOCG “MIDA” 2020: gioca con fiori di campo e mandarini ma non scherza con le sapidità calcaree.
Freschezza e sapidità si danno la mano accompagnando un abbraccio di glicerico calore
MARCHE IGT ROSATO “MIDA” 2019: qui, il Montepulciano alza la testa con le sue verzure guardando dall’alto accenni di melagrana e fragole.
Sorso piacevole che rimanda a sapidità marine ed amaricanti erbe aromatiche.
OFFIDA ROSSO DOCG “MIDA” 2017: davvero tanta roba!
Un ingresso scuro di spezie, caffè, cacao (80%), vegetalità d’alloro e foglia masticata.
Poi le more (spine comprese) ad accenni di cannella.
Sorso caldo che rimanda al naso ma, peccato, in invertite priorità.
Giovanissimo!
MARCHE ROSSO IGT “ARSI” 2017: al secolo Grenache (Alicante), ma per il “popolo” “Bordò” (scritto come si legge e con la “o” chiusa e l’accento).
Una leggera nota ossidativa a legare un sipario di broccato scuro.
Ciliegie nere, prugna, poi erbe aromatiche, spezie dolci (noce moscata) e tabacco senza dimenticare l’eleganza di mazzi di viole e accenni di rose.
Tannino vispo ma setoso e lungo finale sapido/balsamico.
Davvero elegante, motivo per il quale gli assegno il mio premio “CRAVATTINO”!
IL LAZIO
CANTINA FERRACCI
From Castel san Pietro Romano!
Piccolissima realtà che produce appena il “vino per casa” da due vigne tra Olevano e Piglio (ne potete leggere anche qui) e che riassaggio dopo breve tempo per avere conferme.
LAZIO IGT BIANCO PASSERINA “QUIPÈ” 2019 e 2020: due annate completamente diverse a confronto.
Il caldo della prima, le piogge della seconda…due vini agli antipodi.
Campi fioriti ed assolati nella prima, agrumi nella seconda.
Docezze di miele vs. freschezze dissetanti.
Per entrambi: minerali sapidità.
LAZIO IGT ROSSO “AVE PETRUS” 2019 e 2020: preferite “frutta e spezie” o “spezie e frutto”?
Come Vi sentite?
Leggiadri o intimisti?
Eh si, li aspetta un bel futuro!
Bravi!
ANDREA OCCHIPINTI
Si dedica, in quel di Gradoli, alle due varietà “storiche” del Territorio: l’Aleatico ed il Grechetto Rosso.
VINO BIANCO “SOTTOBANCO” 2020: un Procanico senza alcun difetto, per carità, ma con quell’impronta tipicamente “nature” che non giova, ahimè, all’eleganza.
VINO ROSATO “ALEA ROSA” 2021: l’interpretazione in rosa di un vino, tradizionalmente “dolce” ma non oggi.
Grande dinamismo quello dimostrato da questa versione “secca” che esprime note balsamiche tutte da sfogliare.
VINO ROSATO “ALKES” 2020: un Ciliegiolo che si presenta con una nota di “amido” (ricollegadosi così a “SOTTOBANCO”) che, copre in parte il frutto della ciliegia, non ci riesce con le erbe aromatiche.
VINO ROSSO “ALEA VIVA” 2020: proseguite la strada indicata da “ALEA ROSA” arrivando qui con un’aggiunta di colore e di pianta d’incenso.
VINO ROSSO “ROSSO ARCAICO” 2020: blend di Aleatico e Grechetto Rosso.
Spalle larghe e tanta frutta cui si aggiunge una interessante nota sapida di “salume”.
LA VISCIOLA
Realtà piccolapiccola condotta in biodinamica.
15000 bottiglie dedicate quasi totalmente al Cesanese in quel di Piglio.
PASSERINA DEL FRUSINATE IGT “DONNA ROSA” 2020: al naso, speziature da sfogliare e brezze d’agrume sorvolano un campo appena falciato (e c’era pure il finocchietto!).
Fresca?
Sapida?
Sicuramente calda il giusto e di interessante progressione salina fino al finale dai ritorni speziati.
VINO SPUMANTE METODO ANCESTRALE “CUPELLA”: vabbè, diciamo che questo l’ho forse assaggiato con troppa superficialità e…ci devo rimettere il naso.
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “VICINALE” 2020: il “primo” Cesanese, la base della piramide.
Rustico e gentile (che poi sono termini molto legati alla campagna), si propone con inaspettate delicatezze là dove serve proteggere gli spigoli.
Difficile immaginare una tavola senza di lui, motivo per cui si becca il mio premio “COTIDIE”.
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” “VIGNALI” 2020: il primo dei CRU.
Tra i piccoli frutti rossi fanno capolino spezie gentili.
Tagliente ma educato.
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” “JU QUARTU” 2020: si abbassano le luci ed il palcoscenico diventa più scuro.
La frutta s’ammanta di nero e le spezie sgomitano.
Eppure, dal fondo, ecco la freschezza che alza la testa e fa sentire la propria voce.
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” “JU LATTARO” 2019: Stessa lavorazione per un vino che è tutt’altra cosa.
Fresco e tagliente pur nel suo essere austero.
Uno sfondo di spezie dolci, sbuffi balsamici ed aromatiche giovinezze.
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” “MOZZATTA” 2019: l’unica vigna che poggia su argille bianche.
Quasi una summa dei precedenti e forse quello in cui mi riconosco di più.
Rapido, diretto, elegantissimo nonostante un accenno di lacca che è peccato di giovinezza.
Netto nella complessità di un naso che spazia dalle varietà di ciliegie, ai mazzi di viole, a speziature ed umidità di bosco.
Assaggio lineare e di grande progressione, trascinato da freschezza e sapidità.
E, come se non bastasse…
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” 2018 (magnum): da una annata fresca e piovosa ecco l’inaspettato: forse più fiori che frutta, ma quest’ultima alza la testa, di tanto!
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” 2017 (magnum): la giusta summa di spezie e frutta in questa annata di “stacco”: bravi i vignaioli!
Forse avrei preferito un tocco di vegetalità ma…
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” 2016 (magnum): inaspettatamente, scendiamo di un gradino e troviamo qualche spigolo in più.
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” 2015 (magnum): parola d’ordine potenza!
Secondo me, tanto estratto in più e stessa freschezza per un assaggio che è una “Bufera”!
CESANESE DEL PIGLIO DOCG “PRIORE” 2014 (magnum): beh, assaggiatevelo, che descriverlo è complicato!
Gran lavoro in una annata difficile.
Vince il mio premio “SURPRAIS” per il fatto che da un’annata come la 2014 t’aspetti “in cauda venenum” ed invece…”dulcis in fundo”.
Oltre agli applausi, un avviso al Produttore: devo assolutamente venire in cantina per assaggiare con più calma e, soprattutto, parlare!
L’ABRUZZO
CANTINA WILMA
8ha di Chietino che, dal 2007, mettono in bottiglia solo Territorio per i nostri assaggi “futuristici“.
TREBBIANO D’ABRUZZO DOC 2021: caldo come il sole e fresco come l’Adriatico.
L’ingresso racconta di stoppie pungenti e fiori di campo.
Assaggio “sincero” ed amichevole caratterizzato da inattesa vegetalità e sapido allungo.
COLLINE TEATINE PECORINO IGT 2021: piacevolmente agrumato, gioca le sue carte migliori su un ampio fondale di spezie gialle.
Ancorchè fresco, vince in mineralità saline.
CERASUOLO D’ABRUZZO DOC 2021: non ci si offenda se lo definisco un “bianco colorato”!
Del Montepulciano resta la ciliegia croccante ed un’idea “green”.
Assaggio verticalissimo e di grande acchiappo: potrei assegnargli il premio “UN VINO PER L’ESTATE”.
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC 2020: la prima cosa che colpisce è l’assenza di colore.
Nero come la pece!
Frutta nera matura e…lo senti il legno?!
Beh, te sei sbajato!
Perchè qui non ce n’è.
Arrivano effluvi di spezie ma non potete aspettare oltre e passate al sorso che, succoso e fresco, Vi fa capire che la prima bottiglia non basterà…
Amici per sempre!
Spiazzante (vince il premio “DRIBBLING”).
COLLINE TEATINE PECORINO IGT VENDEMMIA TARDIVA SELEZIONE 2017 (magnum): quasi un “orange”.
Vendemmia tardiva e 14° (ma solo in etichetta, chè invece…).
Prendi spezie gialle (curcuma), aggiungi un tot di freschezza di zenzero e…tiè!
E poi, dal fondo del calice, s’affacciano tostature di caffè e miele d’acacia.
Bella prova!
FRANCESCA VALENTE
Una conoscenza che risale a diversi anni fa (alla manifestazione “Atri a Tavola” mi regalaste un libro sul Montonico che ho letto con grande interesse).
A “casa Valente” (Bisenti) il Montonico è Presidio SLOW FOOD ed a Francesca bisogna essere molto grati per il gran lavoro che ha fatto e che sta facendo per recuperare vecchi vigneti ed incentivare la coltivazione di questo vitigno a lungo abbandonato.
COLLI APRUTINI IGT MONTONICO SUPERIORE “EMOZIONE N°3” 2019: pendii fioriti e messi da falciare, accenni di pesca bianca e freschezze marine in una atmosfera appenappena fumè.
METODO CLASSICO BRUT “EMOZIONE N°2” 12 MESI: forse troppo sbarazzino per un Metodo Classico.
D’altra parte, 12 mesi non consentono ai lieviti di “calpestare” il frutto e la freschezza governa l’assaggio di un vino che, comunque, sa ricavarsi con decisione il proprio spazio e dimostrare la bella attitudine alla spumantizzazione del vitigno.
La mela granny smith danza per un pubblico di fiori di campo.
AGRICOLA CAPRERA
A Pietranico si respirano mare e montagne e si coltivano Vite ed Ulivo.
TREBBIANO D’ABRUZZO DOC “FORTUNA” 2020: annata “fresca” che smussa quel carattere “rock solid” che mi sarei aspettato.
Freschezze e spezie gialle governano marine sapidità ed un sorso forse un tantino troppo “rustico”.
Da riassaggiare con la dovuta calma.
CERASUOLO D’ABRUZZO DOC: una parte di tonneaux per smussare il Montepulciano.
Il vino di una volta, quello dei vigneti misti e della fretta di averlo in tavola.
Struttura “red” e sorso “white”.
Piccoli frutti rossi, accenni di melagrana, calore di campi e brezze marine.
Un sorso di tradizione
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “LE VASCHE” 2019: un mix di ciliegie e lamponi intessuto con striature di menta e liquirizia.
Immediato, succoso, sapido e balsamico il giusto.
Anche lui “rustico”, ma qui ci sta bene.
L’EVO è un blend con abbondanza di Leccino.
Le basi ci sono, ma il lavoro da fare è ancora tanto.
Il naso paga lo scotto di una frangitura da “aggiustare”.
Un po’ grasso l’assaggio che vede il piccante prevaricare sulla nota amara.
La PASTA: questa andrebbe davvero assaggiata e mi ripropongo di farlo.
Però abbiamo parlato a lungo della Saragolla, della conduzione agronomica e dei problemi in fase di trasformazione.
Indagherò a fondo, per Curiosità e con grande piacere.
A loro assegno il mio premio “TRE TESORI” per aver avuto la forza di voler comunicare, ad una manifestazione dedicata al frutto della Vite, anche il Valore di quelli di Ulivo e Grano.
TENUTA TERRAVIVA
24ha delle colline di Tortoreto dedicati ai vitigni del Territorio.
TREBBIANO D’ABRUZZO DOC 2021: dal cemento, un naso “nature”.
Un quid di frutta fresca introduce al calore della trebbiatura.
Assaggio vivace giocato su freschezze marine.
TREBBIANO D’ABRUZZO DOC SUPERIORE “MARIO’S 47” 2019: da una pergola di 50 anni.
Naso in cui fiori di campo, fieno e frutta gialla matura si danno di gomito su un caldo proscenio di spezie.
Assaggio completo, brillante ed allungo tutto di salinità adriatiche.
ABRUZZO DOC PECORINO 2021: nasce ad un km dal mare e si propone con un naso di camomilla ed agrumi amari forse un po’ troppo “maturo”.
Assaggio in linea con il naso che spicca per gagliarda sapidità.
ABRUZZO DOC PECORINO “ÈKWO”: di nome e di fatto (vince il premio “C’AZZECCA”).
Clone, terreno ed impianti differenti propongono un olfatto citrino intarsiato da fiori di campo ed erbe aromatiche.
Assaggio che vuole il suo tempo e che, a chi sa aspettare, regala, in coda alla dinamica freschezza, interessanti note di nocciola tostata.
CERASUOLO D’ABRUZZO DOC “GIUSI” 2021: fragrante di ciliegia, piccoli frutti rossi e ricordi di melagrana.
Assaggio coerente, birbante e beverino.
A “Giuseppina”, della “tradizione, manca forse solo un tocco di vegetalità..
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “CO2”: un Montepulciano prodotto con macerazione carbonica ed uno scopo ben preciso (ovviamente).
Fragrante, succoso e mai pesante.
Perde in Territorio (mineralità e nota vegetale) e guadagna frutto e consensi (soprattutto al Wine Bar).
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG 2020: un anno di cemento per questo Montepulciano che si propone con una bella peposità ad equilibrare il frutto.
Scorbutico di piccantezze e vegetalità, ma forse, proprio per questo di intrigante acchiappo.
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG “LUÌ” 2017: solo acciaio per salvare una annata difficile (chè altrimenti fa botte grande).
La mancanza di legno ne accentua la giovinezza.
Scuro ed intimista, quasi si vergogna di esprimere la propria complessità.
Da riassaggiare con la dovuta calma, chè qua si va troppo di fretta e questi vini vogliono il loro tempo.
LA SICILIA
MARCO DE BARTOLI
METODO CLASSICO PAS DOSÈ “TERZAVIA”: gioca la carta della vendemmia anticipata per cercare di essere di vincente freschezza e beverino.
I lieviti non riescono a cancellare l’intensa pesca e le erbe aromatiche che si accostano a croccantezze di pane e miele e gessosa mineralità.
Difficile resistere al suo appeal!
TERRE SICILIANE IGT GRILLO “INTEGER” 2020: l’etichetta recita “integrale nel vitigno e nel territorio”.
Un naso di “isolano calore”.
Frutta a profusione (albicocca in primis) in una atmosfera elegantemente pirica e boisè.
Assaggio di spiazzante freschezza.
Integrale di nome e di fatto.
Mooolto intrigante!
TERRE SICILIANE IGT ZIBIBBO (SECCO) “INTEGER” 2020: ricchissimo parterre di frutta esotica, pesca gialla, albicocca e canditi pasticceri.
Assaggio verticale di marina sapidità e giustamente ossidativo con accento posto su dettagli citrini e minerali.
VECCHIO SAMPERI PERPETUO: appena imbottigliato.
Noci sotto miele dominano un naso che si allarga su frutta candita, spezie gialle (curcuma e zafferano) e ingressi marini.
Assaggio seducente che aggiunge ricordi di tostature e caffè a freschezza e sapidità, allungandosi su memorie ossidative.
MARSALA SUPERIORE ORO RISERVA 2004: che dire?
Ben più che complesso.
Uva passa, nocciole sotto miele, piccantezze di spezie ma anche abbontanza di balsamicità e tanto mare.
Assaggio elegantemente “salato” ed importante allungo speziato “panforte style”.
Troppo in fine di serata!
PASSITO DI PANTELLERIA “BUKKURAM” SOLE D’AGOSTO 2020: pasticceria candita (ma anche un tocco di oliva, candita pure lei), miele, caramello bruciato e midollo salmastro.
E quelle tostature?
Dove le metti?!
Assaggio di grande calore a pareggiare freschezza e sapidità e finale “eterno” di frutta speziata.
Anche per essere stato l’ultimo assaggio della giornata, vince il mio premio “DULCIS IN FUNDO”.
ED ORA?
Solite cose…
Intanto, il fatto che abbiate letto queste parole, vuol dire che ho passato un sacco di tempo a riordinare idee ed appunti.
Poi, c’è il “poi” degli approfondimenti, quelli che vorranno dire “rompere le scatole” al Produttore, cercare di riassaggiare con la dovuta calma ed attenzione; magari “fare pace” con certe produzioni…
Vabbè: aspetto l’Edizione 2023, voglio arrivarci preparato!