
La scorsa estate sono stato due volte da CENTORAME, l’Azienda di Lamberto (Vannucci).
13 ha di luminoso territorio teramano in quel di Casoli di Atri, ad un soffio dalle spiagge e sotto lo sguardo severo del Gran Sasso.
Essenzialmente Montepulciano e Trebbiano con qualche concessione alla Passerina ed al Pecorino (declinato peraltro in una grande interpretazione di Metodo Classico).
Qui, i “tendoni” di Montepulciano e Trebbiano dominano il fiume Vomano e gli altri impianti dell’Azienda da quasi dieci lustri.
Oggi, sotto i riflettori, c’è proprio uno dei suoi Trebbiano, il “CASTELLUM VETUS” 2017.
Non so dirVi quando mi sia scoperto “trebbianista”, ma è successo, così, negli anni…
All’inizio è stato il caso e, come spesso accade a quelle grandi passioni per cui si è disposti a perdersi per sempre, doveva essere solo “una botta e via”, l’avventura di una notte.
Il tempo l’ha trasformata in un amore che ha richiesto impegno, costanza, curiosità, voglia di capire.
E lo scorso anno, Lamberto m’ha regalato l’esperienza indimenticabile di una verticale di questa Sua etichetta, ad iniziare dalla 2002 (!), che…
Nooo!
Davvero troppa roba per dirvene ora!
Sarà argomento di un’altro articolo cui sto lavorando da un po’ (stay tuned).
Comunque…
Il Trebbiano sta alle Colline Teramane come il sole alle loro messi ed alle spiagge del loro adriatico orizzonte.
Caldo di sole, irsuto di stoppie, fresco di brezze, salato di mare.
Questo di Lamberto è un vino che intavola argomenti.
Ti fa cambiare parere.
Ti fa riflettere.
Devi per forza considerare un prima e valutare un dopo.
Soppesare passioni, sfogliare con cura le pagine del libro che la vita ha scritto nella tua memoria emozionale.
In una annata che richiedeva attenzione dimostra capacità e potenza.
Il naso ha l’ampiezza dei grandi spazi ed il colore del sole.
Giallo di ginestre, pompelmi maturi e mele dorate.
Ha dentro l’Oriente del sole che sorge.
Delle spezie ruba l’occhio e riempie le narici.
L’atmosfera boisé in cui Vi cala, fa socchiudere gli occhi ed aprire la mente.
Vi sferza con scudisciate di salina mineralità.
E l’assaggio riempie e sorprende per coerenza, amplificando a valvole freschezze e balsamicità.
Un Trebbiano di spessore che, celando il pugno di ferro nel guanto di velluto, rivendica tipicità ed aderenza al Territorio cui poco siamo abituati.
Assaggiate e poi ditemi se “è solo Trebbiano”!
In enoteca a circa 20€.