
IL COSA ED IL DOVE
I “ragazzacci” di VINARIO4 colpiscono ancora e mettono in scena DUE PASSI IN VIGNA in una special Edition tutta natalizia.
La “lochescion” è sempre quella del MERCATO CENTRALE di Roma, bella e comoda da raggiungere.
L’atmosfera pure è quella di sempre: soft (m’avete cambiato le luci e Vi ringrazio ma…io continuo a non vederci ed a scrivere sempre peggio) ed accogliente.

Il parterre, come consuetudine, di alto livello e che denota un bel lavoro di ricerca sul Territorio.
Vecchie conoscenze e nuove scoperte, qualche inevitabile scivolone (ma pochipochi) e tanta Qualità.
Stavolta ho assaggiato davvero tutto (pure l’acqua, presentata da un paio di idrosommelier che m’anno aperto un mondo nuovo) ma soprattutto, ho chiacchierato più del solito.
Davvero una bella serata.
BBRAVI!
GLI ASSAGGI
PIEMONTE
L’ASTEMIA PENTITA
Ricordo una “querelle” di alcuni anni fa relativa ad alcune bottiglie di Barolo “poco rispettose” del disciplinare cui avrebbero dovuto inchinarsi.
Beh, non è mia intenzione fare polemica ma, personalmente, ben vengano gli “iconoclasti”.
Un disciplinare che si intestardisce su un contenitore e permette la commercializzazione di “contenuti” discutibili e “cheap” non solo nel prezzo, beh…
Personalmente, trovo bellissima anche quella cantina (intesa come edificio) che, pure, tanto ha fatto parlare!
Ma si sa: io navigo sempre in direzione ostinata e contraria.
La “NASCETTA” 2019 sorprende con una “tannicità” che lascia imbarazzati.
Gialla di fiori e frutti (pompelmi e ginestre) e gialla anche una sensazione vagamente sulfurea che ben si sposa con un assaggio in la freschezza prevale di poco su una sapidità che intriga e spinge al secondo sorso.
“NEBBIOLO” 2018, si apre su un prato di violette che introducono a piccoli frutti rossi ed ad una delicata speziatura.
Tagliente e “di sostanza” l’assaggio in cui la buona sapidità governa la freschezza.
Il “BAROLO“?
C’era ma le uniche due bottiglie sono durate troppo poco perchè io potessi assaggiarne un goccio!
Peccato, sarà per la prossima volta.

LOMBARDIA
RICCHI
RICCHI è una vecchia conoscenza di “DUE PASSI IN VIGNA” (ne potete leggere qualcosa qua).
“BRIOSO” è uno Chardonnay dal nome azzeccatissimo.
Solo acciaio per un vino che dà l’illusione di un residuo di carbonica e sorprende con un finale che richiama dolcezze di miele d’acacia ben maritate alla prima.
Il tutto per una beva un po’ “femminile” ma sostanziosa.
Perfetto per un wine bar!
“CORNALINO” fa “fifty fifty” tra Cabernet Sauvignon e Merlot.
Una lotta senza vincitori nè vinti.
Il primo domina il naso e l’ingresso, mentre il secondo si concede nell’allungo.
Interessante, anche se dà l’idea di bere due vini contemporaneamente.
Un matrimonio che, tra i due protagonisti non si celebra.

“AROMA 85” è uno dei pochi esempi di Moscato Giallo interpretato come Metodo Classico.
18 mesi di lieviti sono pochini ma giusti per non uccidere l’aromaticità del vitigno.
Un sorso di pasticceria (canditi e frutta secca compresi) giustissimo proprio con essa.

LA TORRE
Il “BRUT” propone un assaggio anglosassone, classico e completo, dalla crosta di pane agli agrumi senza dimenticare un interessante finale ammandorlato di buona sapidità.

Il “MILLESIMATO DOSAGE ZERO” si apre su note cremose di frutta bianca matura evolvendo presto verso agrumi e tostature di nocciola.
Niente zuccheri, ma una sorta di morbida dolcezza che ben armonizza sapidità e freschezza, aumenta la piacevolezza dell’assaggio.

VENETO
ALBAROSSA
Non amo gli zuccheri ma questo “EXTRA DRY” che viene da Pieve di Soligo merita di essere assaggiato.
Il naso richiama cremose sensazioni di pesca bianca e mela Fuji introducendo note agrumate e delicatezze di frutta secca.
Fresco e sapido l’assaggio di buona rispondenza con il naso.
Il “MILLESIMATO EXTRA BRUT” propone interessanti mineralità che ben gestiscono intense sensazioni di mela croccante.
Singolare il richiamo ad una pasticceria che racconta di creme e spezie.
LAZIO
TENUTE FILIPPI
20Ha di colline (8 a vigneto), 20000 bottiglie e 5 etichette in quel di Cori.
Azienda giovane (2017) BIO certificata e, in aggiunta, biodinamica (sono state necessarie quattro chiacchiere per capire cosa significasse per loro questo termine che mi lascia sempre perplesso).
Tre le proposte della serata.
Cominciamo da “CARTESIO”, Malvasia e Trebbiano dall’impianto a tendone di mezzo secolo del nonno.
Come posso descrivervelo?
Più Frascati di tanti Frascati Vi va bene?
Molto maschio con la Malvasia sempre presente ma mai invadente.
Il finale è davvero interessante con le note di frutta secca della Malvasia che sembrano “arrotondarsi” in una atmosfera di miele.
Forse manca di un po’ di allungo, ma assaggiatelo e poi fatemi sapere.
“PLATONE” è Bellone proveniente invece da un impianto a spalliera che ha solo 8 anni.
Decisamente più persistente del primo e giocato su una impattante sapidità che, complice il piacevole allungo, rischia di farlo sembrare un vino “facile” nascondendone le complessità che vale invece la pena andarsi a sfogliare piano piano.
Un vino “filosofico”.
Con “ENEA”, l’Azienda si gioca la carta del Nero Buono.
Tannini a go-go, decisamente pistoleri ma ben addomesticati dalla piacevolezza di sapidità e freschezza che accompagnano croccantezze di frutti di bosco e note di macchia mediterranea.
Forse il più equilibrato del terzetto, forse il più “giusto”.
Nel complesso, una triade cui va, senza indugio, il mio premio “BELLE PENSATE“.

VITUS
Mo Vi dovrei parlare della realtà di VITUS, ma preferisco rimandarVi all’articolo che gli dedicai qualche tempo fa (antatevelo a rileggere qui) e saltare ai vini spendendo solo poche parole per quelli che già presentai e qualcuna di più (ma solo qualcuna) per quelli che ho intenzione di presentarVi più in là nell’imminente 2022.
“METAMORFOSI” è il loro Frascati Superiore DOCG e si propone con brezze mediterranee e fiori di campo.
Insinua poi ricordi di timo e rosmarino pareggiando mineralità che preferirei più spiccate ma che qui, equilibrate dalle altre componenti, riescono a tradursi in un sorso capace di coinvolgere chiunque rivelando forza e delicatezza al contempo.
“SELCEROSSA”, la loro ROMA DOC, è invece declinato su toni decisamente più gentili, con quella sua ciliegia nera a dirigere il sottofondo di spezie e china.
Buona la coerenza all’assaggio, con tannini presenti ma ben gestiti dalle componenti fresco-sapide.
Il “CANNELLINO” è un po’ fuori dai miei schemi e giocato molto sulle freschezze.
Le dolcezze che rimandano a fichi secchi e nocciole aumentano la piacevole complessità dell’assaggio di un vino che, con le dovute attenzioni, mi piacerebbe venisse speso a tutto pasto.

CANTINA EVANGELISTI (CASAL MONTANI)
Ecco una nuova realtà dei Castelli Romani e del Frascati di cui, come Vi ho detto, mi sono riproposto di scrivere nel brevissimo termine.
“VIGNA CASAL MONTANI” è Frascati Superiore che ben rappresenta le potenzialità aromatiche della Malvasia Puntinata.
Un bel cocktail di pera e mela contornano la potenza di una frutta secca di cui la mandorla dirige le danze.
Fresco e parimenti sapido, propone un finale di buona lunghezza e piacevolmente ammandorlato.
“UNO TRE TRE” c’ha un nome che rimanda a quel “tre tre giù giù” a cui giocavo da bambino, ed è un nome davvero azzeccato per questa Malvasia Puntinata birbante e dinamica nella quale frutta e fiori sono solo l’ouverture ad un crescendo di frutta secca e balsamicità.
Interessantissimo il finale che, nel suo essere di grande freschezza, rimanda a tostature che invitano al secondo assaggio.
“ANTHO” è frutto dell’appassimento in vigna della Malvasia Puntinata.
Pur proponendo un bouquet di frutta matura, anche esotica, si distingue per le freschezze agrumate e gli ampi toni di pasticceria candita (con l’albicocca in grande spolvero) e speziata.
Di grande persistenza, vuole che i “bleu” ne siano assolutamente degna compagnia.

VINI CAPRIGLIANO
“PHERSU” BRUT è uno Charmat di Greco e Chardonnay ch propone interessanti vegetalità al naso.
Un tocco di mimosa seguito dalla freschezza della Granny Smith non coprono lieviti e mandorle.
Sorso di buona freschezza accompagnato da una bolla un pochino troppo esuberante.

“PIAN SANT’ANGELO” è uno Chardonnay poco nelle mie corde.
Troppo esotico l’incipit bananoso ed il prosieguo di ananas per riuscire a focalizzare pere e ginestre!
Concorde il sorso di buona freschezza e allungo.

“MUSALÈ” è Cabernet Sauvignon il cui naso complesso è “forse” un tantino sporcato da un’idea di umida cantina.
Un bel mix di piccoli frutti rossi accompagna prugne e florealità di ciclamini e violette.
Buona la rispondenza del sorso all’olfattiva.
Tannini decisi e persistenza nell’allungo con ricordi di marasca.
Gli assegno d’ufficio il mio premio “PECCATO“, perchè lo è davvero, per quel naso così…

SIMONE PULCINI
“MICAGNENTE”
NOMEN OMEN per questo Frascati Superiore DOCG a fermentazione spontane (se non l’unico, quasi).
Piccolopiccolo, 2Ha parcellizzati e 1300 Bottiglie (come dire: il vino per casa) tra Monteporzio e Frascati.
BIO non certificato, cura in vigna ed attenzione in cantina.
Nulla di aggiunto, tutto ecosostenibile (tappo carbon-free in fibra di canna da zucchero, bottiglia ultraleggera…) e tanti bei progetti in corso ed in testa.
Si va dal contendere ai rovi i vecchi vigneti abbandonati alle etichette in braille (oltrechè i depliant in lingua dei segni).
Comunque, è necessario anche dire del vino: diretto, territoriale, mineralità, freschezza e sapidità si rincorrono e si danno di gomito sorridendo a note di miele millefiori in un Frascati moderno che sa di tradizione.
Vino (singolare maschile) che strizza l’occhio anche al gentil sesso ma senza scendere in inutili svenevolezze.
L’etichetta vince a mani basse il mio personalissimo premio “NAMBERUAN” non solo per la capacità di “acchiappo”, ma anche per l’attenzione ai meno fortunati (complimenti a Sara Paglia che l’ha ideata).

ABRUZZO
MARRAMIERO
Il “BRUT” è di cremosa sostanza e preciso bilanciamento tra le note fruttate e quelle di crosta di pane anche se la bolla è forse un tantino troppo “aggressive”.
“ALTARE” va ad infoltire la schiera dei Trebbiano che tanto mi piacciono.
Frutta matura (albicocca sugli scudi), miele d’acacia, erbe aromatiche, note balsamiche e speziate, accompagnano tostature forse un po’ troppo “legnose”.
Fresco e sapido l’assaggio, di una dinamicità che non ti aspetteresti da un vino proveniente da impianti di mezzo secolo.
“INFERI” difficile spendere altre parole per questo Montepulciano che è come ce ne sono sempre meno.
Ampio il naso, a spaziare dai piccoli frutti rossi alla liquirizia, passando attraverso spezie e tostature di tabacchi.
Un tannino degno di questo nome, materico, forse ancora un po’ troppo scorbutico, accompagna una buona freschezza ed una sapidità davvero da provare.
Avrei forse apprezzato una nota verde più decisa ma…
“DANTE”, più che un Montepulciano d’Abruzzo, è una sorta di viaggio…
Quello di questa bottiglia ha attraversato legni diversi e 10 anni, ma è ancora ben lontano dalla meta.
Ancora giovanissimo, sciorina un corredo inalterato di frutta che evolve placido verso balsamicità e tostature di tabacco e cioccolato.
Potente l’ingresso in bocca, con acidità e tannini ancora lungi dall’addomesticarsi ed una lunga chiusura balsamica.
Meno dinamico e “birbante” di “INFERI”, ma dannatamente espressivo.
Ma si sa, ce ne vuole di tempo per poter riuscire a “riveder le stelle”.

BASILICATA
CANTINE DE BIASE
Se il Molise “non esiste”, che vogliamo dire della Basilicata?
700m slm in zona Pollino e conduzione BIO-VEGAN.
Tradizione e modernità si fondono nelle due proposte della serata, accomunate da uno stesso nome e dallo stesso uvaggio:”NETTARE DELL’ENOTRIA” il primo, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Montepulciano e Malvasia Nera di Basilicata.
“NETTARE DELL’ENOTRIA” rosato attacca maschio sulle note verdi di Sangiovese e Montepulciano per evolvere su temi più femminili e chiudere con leggere “dolcezze”.
Sapido e marino il piacevole allungo.
“NETTARE DELL’ENOTRIA” rosso, propone la stessa ouverture ma con maggior decisione.
A differenza del rosato, mantiene però il punto senza perdersi in smancerie.
Tannini in pompa magna a soggiogare le piacevolezze dell’interessante sapidità.
Molto figo il sorso.

SICILIA
BAGLIO DI PIANETTO
“TIMEO” 100% Grillo che al naso rimanda, alla Trinacria ed all’Oriente.
Due binari: agrumi da una parte ed un’interessante arachide dall’altra.
Percorsi paralleli che all’infinito si incontrano su freschezze e sapidità in una nuvola fruttata.
“VIAFRANCIA RISERVA” parla di Viognier.
Erbe aromatiche e salmastro si incontrano in un’atmosfera fumè.
Sorso coordinato e complesso, verticalmente fresco ma soprattutto di marina sapidità, allunga su note balsamiche e ammandorlate.
Il Nero d’Avola “CEMBALI” propone un bouquet di spezie scure che adorna sottobosco e scorze d’arancio.
L’assaggio, scostati gli accenni chinosi, è di femminili morbidezze compensate solo in parte da piacevoli sapidità.
“VIAFRANCIA RISERVA” rosso” 2015 è un 70 di Merlot a fare 100 con il restante di Cabernet Sauvignon.
Vince il mio premio “SURPRAIS” per il fatto che, per una volta, il Merlot non la spunti sul Cabernet.
Un po’ fumè l’atmosfera in cui, a partire da una elegante nota tostata, danzano ciliegie sotto spirito e mazzi di viole, vegetalità e speziature.
Decisamente caldo l’assaggio e sostanzioso il sorso.
L’IMPENSABILE
L’impensabile arriva indossando le vesti dell’acqua.
Eh già!
Chi se lo sarebbe mai “creso” che in una manifestazione dedicata al vino ci potesse essere spazio anche per l’acqua!
AUR’A arriva da Timisoara (Romania) e, prima di finire “imbottigliata”, attraversa le stratificazioni di una vecchia miniera d’oro.
Ci vogliono un paio di “idro sommelier” (esistono pure loro) per cercare di convincermi che, in un qualcosa che, per definizione, È inodore ed insapore, possano invece celarsi sensazioni organolettiche “quasi” assimilabili a quelle cui facciamo riferimento nella degustazione di un vino.
Vabbè, qualcosa ho capito (ho cercato di capire) ma, francamente, sono ancora troppo ignorante in materia per poterVi dire qualcosa in merito (ed a maggior ragione in merito ad un prodotto che rasenta il mio “limite etico” relativo al costo di una bottiglia di vino).
Fate ‘na cosa: cercatela, assaggiatela e poi fatemi sapere.
So’ curioso!

ED ORA?
Ora arriva il momento di quegli approfondimenti che poi diverranno articoli per la Vostra curiosità (e “scocciature” per le Aziende nelle quali andrò a “ficcare il naso” per la mia Curiosità).
E poi è il momento di aspettare con ansia il prossimo evento firmato VINARIO4 che sarà, sicuramente, un altro grande successo.