IL COSA ED IL DOVE
Di nuovo GAMBERO ROSSO, di nuovo al MARRIOTT HOTEL, di nuovo per una guida.
Questa volta tocca a “BEREBENE 2022”, la summa delle etichette con un rapporto qualità-prezzo “da paura”.
Qualità a meno di 13.00€ c’è scritto e c’è da crederci.
È dai lontani anni dell’esame da sommelier che credo fortemente nel fatto che tutti debbano poter bere un buon vino senza doversi soffiare sulle dita e che sostengo che la Qualità non debba necessariamente passare da un prezzo elevato (anche perchè poi bisognerebbe capire se sia la prima a fare il secondo o viceversa).
Comunque, bando alle chiacchiere!
Ho poco tempo (ho un altro impegno enoico e vengo pure da un’altro evento che mi ha segnato abbastanza) e le etichette sono ben più di troppe.
Non avendo dunque la possibilità di spulciare i tavoli come vorrei, mi concentro volutamente sulle Regioni dove potrò poi fare danno con la dovuta calma.
Friuli Venezia Giulia, Lazio ed Abruzzo nell’ordine voluto dalla disposizione dei tavoli.
Pronti?
Via!
GLI ASSAGGI
FRIULI VENEZIA GIULIA
ASCEVI LUWA
Propone il Sauvignon “RONCO DEI SASSI” 2020.
Un clone R3 che sa del bosco che protegge l’Azienda.
24h di macerazione ne fanno davvero una bella interpretazione.
Un naso che esalta l’albicocca sul tropicale, lasciando intravvedere, in un’atmosfera fumè, il bosso quel tanto che serve a far parlare quelli che ce lo devono trovare per forza.
Sorso anglosassone, morbido ma di mineralità maledettamente territoriale.
Gli assegno il m io premio “IDENTITÀ” per il fatto di unire nel nome Territorio e Persone.
CANTINA PRODUTTORI CORMONS
Il “COLLIO” 2020 è, nel suo essere, tipico più che classico, si ricava una bella nicchia di personalità grazie a 16 mesi trascorsi sulle fecce fini.
Scostate mimose e mughetti e concentrateVi sulla frutta: ce n’è per tutti, dagli agrumi alla mela verde.
Poi un’idea peposa ed il giusto di minerale.
Coerente e di grande freschezza l’assaggio, sapido ed agrumato il finale.
TENUTA LUISA
“PINOT BIANCO” 2020.
Di buona rispondenza al vitigno, spende tutto in mazzi di fiori lasciando alla frutta camei di ananas e pera ma pure di scorze di cedro.
Coerente l’assaggio che, ancorchè vispo ed intenso, risulta forse un pochino troppo femminile, non tanto per i miei gusti, quanto per accordarsi perfettamente alla prepotente sapidità.
VIGNA DEL LAURO
Da una costola dell’Azienda RONCO DEI TASSI, un altro “SAUVIGNON” 2020.
Coerentemente varietale decolla col peperone ed il sambuco ad atterra, ammiccando, ai tropici.
Non nelle mie corde ma di sicuro successo per la beva amicona e chiassosa.
LAZIO
PIETRA PINTA
È una delle tante belle realtà di Cori.
La proposta è un’alleanza di Sauvignon, Chardonnay e Malvasia che, regalando ciascuno per sè naso (e bocca), spalla e finale, danno come risultato una bevibilità davvero TOPPP!
“COSTA VECCHIA” è un cesto di agrumi, un mazzetto di erbe aromatiche ed il giusto di mineralità.
Assaggio di assoluta coerenza dove le morbidezze introducono a verticalità rupestri e, in allungo, ad una scia sapida di sicuro “acchiappo”.
Per la dinamicità, si merita il mio premio “DAJE”.
CASALE MARCHESE
Il “FRASCATI SUPERIORE” si propone con una buona tipicità sfoderando un naso floreale ed agrumato ad accostare mineralità vulcaniche ed una robusta dose di mandorla.
Corrispondente il sorso, supportato da un finale lungo e di importante sapidità.
CANTINA GAFFINO
“TUBBO” è Merlot ed una delle tante dediche che l’Azienda fa a Papa Sisto V.
Un po’ di ciliegia, un po’ di amarena, scure spezie ad amalgamare il tutto, un tocco di vegetale ed un po’ di erbe aromatiche per aumentare l’interesse.
Sorso corrispondente e di lunga persistenza sorretto da una trama tannica di bell’interesse.
ABRUZZO
BOSCO
Un “CERASUOLO” tradizionale, nei toni e negli aromi.
Una bella ciliegia croccante sovrasta fragolose carezze e porge mazzi di ciclamini e rose introducendo ai toni verdi e vegetali (foglia di pomodoro e radice di genziana) del Montepulciano rendendo omaggio al vitigno, alla storia ed al Territorio.
L’assaggio è di calda intensità e si allunga sapido ed elegantemente speziato.
BARONE DI VALFORTE
Dovrebbe essere il “vino di casa” (almeno durante le vacanze) vista l’irrisoria distanza dalla cantina, in realtà è un qualcosa che continuava a sfuggirmi fino a quando: tiè, ecco che arriva l’inaspettato.
“VILLA CHIARA” (che è anche il nome del ristorante di proprietà in quel di Città Sant’Angelo) 2020 è un Trebbiano dalle spalle larghe.
Forte della sapidità di un adriatico che bagna quasi i vigneti e gentile in quegli aromi di frutta bianca, erbe officinali e mandorla fresca che escono pian piano.
L’assaggio regala poi il giusto di freschezza a bilanciare l’impatto salino e rendere la beva di assoluta leggiadria.
Gli assegno il mio premio “MANNAGGIA” per il fatto di non averlo assaggiato prima.
BARONE CORNACCHIA
“CASANOVA” è un Trebbiano dal naso dimesso dove mimose e susine accompagnano delicate mineralità.
L’assaggio lo descrive invece ben più che verticale, forse troppo…
Freschezze fors’anche esagerate, accompagnano la sapidità e gli regalano una beva assoluta ed un lodevole allungo.
AGRIVERDE
È un’altra vecchia conoscenza cui, mea culpa, non ho mai riservato troppa attenzione.
Ghiotta dunque l’occasione per fare quattro chiacchiere con Saveria su questa che è stata la prima Azienda italiana certificata in Bio-Architettura e che, purtroppo per lei, dovrà sopportarmi nel mio prossimo ficcanasare.
Comunque, il Pecorino “RISEIŚ” regala un assaggio “BOOM” che non diresti visto il naso delicato con cui si propone.
Niente di esotico (evvai!) ma frutta bianca, una strizzatina di pompelmo, erbe aromatiche e tanta mineralità.
Assaggio sostanzioso di buona freschezza equilibrata dal sapido finale.
A me va il premio “MEA CULPA” per averli sottovalutati.
BARBA
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG “YANG”
Un Montepulciano birbante!
Vestito di visciole sotto spirito, si adorna di piccoli frutti di bosco e stuzzica con le erbe aromatiche.
L’assaggio è morbido ma di grande dinamicità, sostenuto da freschezze importanti e tannini fittamente intrecciati.
Stupitevene con una bella “bistecca di mare”.
Giovanni! Sceglitelo tu un premio tra i tanti che ti ho assegnato negli anni!
TORRE DEI BEATI
“GIOCHEREMO CON I FIORI” è ben più che un classico, ma non per questo non merita le mie attenzioni, anzi!
Un’atmosfera fumè che avvolge il sottobosco (funghi compresi).
E poi la frutta bianca croccante, le erbe aromatiche e l’immagine nitida di prati da correre scalzi.
Appena un accenno di dolcezze stile “caramella d’orzo” prima di un assaggio il cui vasto orizzonte, salato e marino, comunica eleganze ed estivi svolazzi di gonne lunghe.
Per una volta, nulla di esotico: 100% Abruzzo.
Vince indiscutibilmente il mio premio “CHEBBELLO”!
VIGNETI RADICA
“PECORINO” 2020 comunica ripidi pendii e ginestre, agrumi e minerali, dimenticandosi di ananas et similia (per fortuna).
Il sorso, caldo e sostanzioso, attacca morbido e suadente svettando, dopo breve, in verticalità di adriatico salmastro.
Bellissima l’etichetta che invita alla calma, prepara la tempesta.
TRAPPETO DI CAPRAFICO (TOMMASO MASCIANTONIO)
Dalle falde della Majella arriva questo Pecorino “JERNARE” 2020 che si propone come, perdonatemi, un vino fuori posto!
Elegante e schivo, vuole attenzione e ripaga con emozioni.
Ampio l’olfatto, dominato da frutta che spazia dalla mela verde agli agrumi passando per un’idea di zagara e terminando con interessanti richiami erbacei.
Completamente coerente l’assaggio, di grande sostanza, equilibrio e lungo finale ammandorlato e piacevolmente minerale.
Da un grande produttore di EVO, un grande vino che si aggiudica il mio premio “FUORIPOSTO”.
TENUTA DE MELIS
É una bella scoperta in quel di Penne (e, garantito, sarà meta di una delle mie prossime scorribande).
Il Pecorino “BARDASCE” attacca con la pesca ma Vi porta subito in montagna, tra ginestre e fiori di campo cullandovi di vegetalità, aromaticità di timo e note minerali.
Fruttato quel giusto da accontentare tutti, scorrevole, dinamico, fresco e sapido.
Un vino semplice, come la terra.
Un vino che ce ne vorrebbe ancora.
A lui va il mio premio “COTIDIE”.