IL COSA ED IL DOVE
Due giorni mooolto intensi al MARRIOTT HOTEL, sono stati quelli proposti da GAMBERO ROSSO per la presentazione al pubblico di tutti i vini che si sono meritati gli ambiti “TRE BICCHIERI” assegnati dalla guida “VINI D’ITALIA”.
10 regioni per ciascuna serata, tanta Qualità, tanti Produttori presenti e troppe cose da assaggiare sono staiti un bel banco di prova per il sottoscritto che, come da copione, ha tenuto botta la prima giornata ma nella seconda si è lasciato andare alle chiacchiere ed ha liberato le emozioni.
Comunque, tante conferme (nel bene e nel male) e tante belle sorprese viaggiando da Nord a Sud.
Qualche appunto organizzativo potrebbe riguardare la poca disponibilità di alcune etichette (cosa che ha fatto arrabbiare diverse persone poco propense ad andarsi a cercare qualcosa di nuovo e magari più interessante) ed il fatto che il “povero Sud”, posto in fondo alla sala, sia stato raggiunto solo da quei pochi che sono riusciti a sopravvivere agli assaggi delle prime file.
Nel complesso, però, una gran bella manifestazione, forse unica, elegante e curata nei dettagli, che ha consentito a noi “servi del calice” di non sapere davvero da dove cominciare!
Quello di seguito non è che un breve riassunto di emozioni, diviso nell’arco temporale delle due serate ed incompleto per l’impossibilità di completare un tour davvero TROPPO lungo ed impegnativo per i poveri diavoli come me.
Me ne scuso sin d’ora con gli Organizzatori ed al contempo mi scuso con i Produttori citati, quelli che saranno costretti a leggere sciocche parole inadatte a descrivere quei tesori che ho avuto la fortuna di poter assaggiare.
DAY #1
VALLE D’AOSTA
– VALLE D’AOSTA DOC PINOT NERO “SEMEL PATER” – 2019 – MAISON ANSELMET
Spalle larghe e profumi!
La Vallée silenziosa e verticale delle vette d’Europa e quella urlante della Dora.
Spezie e visciole fino a tabacco e anice portano ad un assaggio di vellutati tannini ed alpinistica resilienza.
– VALLE D’AOSTA DOC CHARDONNAY “770” – 2019 – ROSSET TERROIR
Spalle larghe a supportare agrumi, e spezie bianche in una nuvola fumé che sa tanto di rifugio alpino.
Settecentosettantametri di vera Valle d’Aosta in uno Chardonnay davvero da provare.
PIEMONTE
– BAROLO “GINESTRA” RISERVA – 2013 – PAOLO CONTERNO
Mirtillo e scorza d’arancio ma pure le felci del bosco in un quadro olfattivo di grande complessità.
Il sorso danza tra disarmanti freschezze e tannini “persiani” conducendo ad un lunghissimo finale.
– BARBERA D’ASTI “BOSCO DONNE” – 2020 – GIANNI DOGLIA
Una Barbera femmina, misteriosa (d’altronde, il bosco…), graffiante.
Luminoso e croccante di ciliegia, scuro di terra, cioccolato e caffè.
Difficile rinunciare al secondo assaggio, forse la cannuccia aiuterebbe!
Quanto me piace!
A lei va il mio premio “W LE DONNE“!
– BAROLO CANNUBI – 2017 – RÉVA
Vince sicuramente il premio “FORTUNA”, per il fatto di essere stato un assaggio casuale che difficilmente dimenticherò.
2000 bottiglie, fermentazione spontanea, tini aperti refrigerati (!!!), rispetto per i lavoro dei lieviti che deve essere lento e certosino (pussa via stress!).
Poi acciaio e botte grande Stockli non tostata (e se comincia a diventare comune tra le Aziende che mi sorprendono ci sarà un perchè).
Un amplissimo bouquet che spazia dalle visciole alla liquirizia passando per lavanda e mineralità monfortine sorretto da un assaggio setoso e di accecante vena fresco-sapida.
Un Barolo decisamente “out of the box” ed oltremodo birichino che ben inquadra un’Azienda giovane, “metal”, che gioca su freschezze e bevibilità e che spero mi perdonerà se gli romperò le scatole per saperne di più ed assaggiare con la dovuta calma.
Una nota, in calce, la meritano le etichette “anarchiche” di Pietr Nikel (che sta pure al MoMA di New York) assolutamente rispondenti a Prodotto e Produttore.
– GRIGNOLINO D’ASTI “MONFERACE” – 2016 – TENUTA SANTA CATERINA
Un altro esempio, nel brevissimo tempo, di come l’Associazione Produttori Monferace, abbia idee chiare e costruttive riguardo il rapporto tra Storia, Territorio e Prodotto.
Classicamente moderno.
Impianti che c’hanno mezzo secolo e vinificazione “alla piemontese” per un risultato di sorprendente e moderna beva che ben rispecchia lo spirito dei Monferrini.
Prugne, more, rose rosse, pepe…chi più ne ha più ne metta!
Un assaggio intrigante e balsamico sorretto da una fitta trama tannica.
Un vino “di classe”, “IL” Grignolino: quello “quotidiano, quello da salsicce e fagioli.
Anche qui mi piace spendere qualche parola per l’azzeccatissima etichetta che fa riferimento alla leggenda che si cela dietro il nome Monferrato (e che Vi invito a scoprire da soli).
– BARBERA D’ASTI SUPERIORE “LA LUNA E I FALÒ” – 2019 – VITE COLTE
Ce n’è tanto di naso: more, rose, noce moscata una nebbiolina balsamica.
Un assaggio assolutamente fresco ma forse un po’ troppo arrotondato ed insistente sui toni della frutta.
Va bene che la Barbera è “femmina”, ma questo è, a mio modestissimo parere, “da donna”.
LOMBARDIA
– VALTELLINA SUPERIORE SASSELLA “STELLA RETICA” – 2017 – AR.PE.PE.
Un acronimo che, pur celebrando la Famiglia Pelizzatti Perego, c’ha un non so che di “romano” che fa molto figo.
E molto figa deve essere la produzione che, se prendo questo Nebbiolo come esempio, mi sa di giovane e fuori dagli schemi (avverto sin d’ora la Proprietà che dovrà sopportare il mio ficcanasare per saperne di più ed assaggiare anche altro con, soprattutto, l’attenzione dovuta).
15ha di Valtellina e 100000 bottiglie.
Un Nebbiolo verticale come la NE del Pizzo Badile.
Viole, humus e menta, sembrano essere una successione di appigli più che delle pagine da sfogliare.
Completissimo ed adrenalinico rivela un assaggio che invita alla rilassatezza del triclinio ed alla terza bottiglia (chè pure due sono poche).
Si aggiudica, a mani basse, il mio premio “PROPRIO IN CIMA NON ARRIVI MAI“.
– FRANCIACORTA EXTRA BRUT “ANIMANTE” – BARONE PIZZINI
Un gran naso a spaziare dagli agrumi ai prati alpini (con l’ormai immancabile ananas a fare da spettatore).
Un assaggio diretto e senza inganni con un perlage un po’ troppo esuberante (ma che, d’altra parte, sta bene con il nome del vino).
– FRANCIACORTA BRUT “TEATRO ALLA SCALA” – 2016 – BELLAVISTA
Un naso sbarazzino, verde di lime e mandorla su intriganti note ferrose.
Un assaggio elegante (oserei dire da “prima”), sferico ma robusto, ed un lungo finale.
– FRANCIACORTA NATURE “’61” – 2014 – GUIDO BERLUCCHI & C.
Giocato con eleganza tra agrumi e granny smith, propone con brio erbe aromatiche e crosta di pane.
Arrembante e di assoluta rispondenza l’assaggio di un “Brut Nature” che non si direbbe.
– FRANCIACORTA DOSAGE ZERO CUVÉE “ANNAMARIA CLEMENTI” RISERVA – 2011 – CA’ DEL BOSCO
Francamente Franciacorta!
Agrumi e frutta secca sotto miele introducono ad una importante mineralità che, tra ricordi mentolati, sfocia esplosiva su toni da polvere da sparo.
Un assaggio, se possibile, ancor più ampio supportato da bollicine di rara eleganza.
– OP PINOT NERO M.C. PAS DOSÉ CUVÉE ROSÉ – 2013 – CALATRONI
20ha di Pavese in cui i vigneti dedicati al Pinot Nero, vengono vinificati singolarmente e declinati unicamante a Metodo Classico.
Si destreggia tra piccoli frutti rossi ed agrumi conducendo ad un assaggio pimpante e cremoso.
– FRANCIACORTA DOSAGGIO ZERO RISERVA “33” – 2013 – FERGHETTINA
Ampio lo spettro olfattivo, a spaziare dalla frutta secca al curry ed alla povere pirica.
L’assaggio è forse più erbaceo che agrumato ma questo lo rende solo più interessante.
Elegante e consistente, induce in tentazione.
– M. C. BRUT “1870 ANTONIO GIORGI” – 2012 – GIORGI
Un cesto di frutta in gran parte esotica, una nota di miele e la crosta di un pane che sa di appena sfornato.
Di grande rispondenza l’assaggio di un’eleganza da serata di gala.
ALTO ADIGE
– ALTO ADIGE DOC PINOT NERO “TRATTMAN” RISERVA – 2018 – CANTINA GIRLAN
Dolomitico come la confettura di lamponi ed i vasi di gerani.
Fresco di strapiombi calcarei e leggero come una passeggiata sui prati.
Glicerico nel suo dinamismo verticale.
Un vino che fa pensare (come induce a fare un’etichetta dannatamente rispondente al prodotto).
A lui il mio premio “MIND TASTING“.
– ALTO ADIGE DOC PINOT NERO “SANCT VALENTIN” – 2018 – CANTINA PRODUTTORI SAN MICHELE APPIANO
Tutto un altro vino rispetto al precedente.
Di scura dinamicità, gioca con le spezie ed allude a scuri accostati.
Un grande Pinot Nero, da manuale, ma forse, proprio per questo, meno “interessante”.
– ALTO ADIGE DOC BIANCO “BEYOND THE CLOUDS” – 2019 – ELENA WALCH
Un naso “over the clouds” di complessa eleganza: spezie ed agrumi su un tappeto di erbe alpine.
L’assaggio, rigoroso e rispondente, regala un allungo di frutta candita e note fumé.
EMILIA ROMAGNA
– LAMBRUSCO DI SORBARA “VIGNA DEL CRISTO” – 2020 – CAVICCHIOLI
Chi non ci sente le fragoline di bosco deve andare assolutamente dall’otorinolaringoiatra!
Ce n’è un cesto pieno insieme ai fiori di campo.
L’assaggio è meno arrembante, ha bisogno di tempo per distendersi sui toni dell’olfatto, e forse per questo associo il nome ad una imprecazione.
– REGGIANO LAMBRUSCO “CONCERTO” – 2020 – ERMETE MEDICI & FIGLI
Ammazza!
A lui il premio “LEVATEME ER LAMBRUSCO“!
Immediato come pochi, diretto come un treno.
Nessuna sorpresa, nulla di celato, è tutto lì in bella mostra: prugna, pepe nero, violette.
E l’assaggio regala brio e gioiosa freschezza.
Semplicemente LAMBRUSCO!
– LAMBRUSCO DI SORBARA “LECLISSE” – 2020 – ALBERTO PALTRINIERI
Di complessa semplicità, sciorina melagrana, amarena ed un interessante tocco vegetale.
Interessante e forse più “intimista” mi aspettassi, ma forse è colpa del “LECLISSE”!
– ROMAGNA SANGIOVESE PREDAPPIO “GODENZA” – 2019 – NOELIA RICCI
Che bella scoperta!
Dispettoso come la scimmietta che campeggia in etichetta.
Ti stuzzica, ti pungola, si concede a piccole dosi, come una bella donna conscia del proprio potere.
Un mazzetto di fiori qui, un po’ di frutti di rovo lì, le erbe aromatiche al posto giusto…
E quando l’assaggi tutto torna!
Fresco come lo svolazzare di tendine, brioso come l’amore.
A Lui il mio premio “WINE LOVE“!
– ROMAGNA SANGIOVESE MODIGLIANA “I PROBI” RISERVA – 2018 – VILLA PAPIANO
Un’etichetta che suggerisce eleganza introduce ad un vino “scapigliato”.
Brioso nei profumi di frutta rossa acerba e bosco luminoso, succoso nell’assaggio interessante nell’amaricante allungo finale.
MARCHE
– CASTELLI DI JESI VERDICCHIO CLASSICO “RINCROCCA” RISERVA – 2018 – LA STAFFA
Calcareo nell’animo, associa la ginestra dei ripidi pendii.
Forse non sufficientemente glicerico da bilanciare l’esuberante sapidità, propone comunque un finale minerale di lunghezza impressionante.
LAZIO
– “DONNA ADRIANA“ – 2019 – CASTEL DE PAOLIS
Forse una delle migliori interpretazioni del “DONNA ADRIANA” tra quelle che ho assaggiato (frutto anche di una delle annate migliori e più regolari).
Sicuramente rispondente al personaggio cui è dedicato (e che ho avuto la fortuna di conoscere) e per questo gli assegno il mio premio “RITRATTO“!
Un naso elegante di rossetto e modi garbati ma dritto di spezie e pietra focaia.
Superba sapidità in un sorso equilibrato dalla fruttata morbidezza.
CAMPANIA
– CAMPI FLEGREI FALANGHINA “CRUNA DELAGO” – 2019 – LA SIBILLA
Un naso che cammina in punta di piedi e propone con sommessa delicatezza fiori bianchi, pesca bianca, nocciola, fieno e demoniaca, sulfurea mineralità.
L’assaggio ha il suo spessore e racconta di un buon bilanciamento tra freschezza e calore.
– FALANGHINA DEL SANNIO “SVELATO” – 2020 – TERRE STREGATE
Il naso racconta di mughetti da sposa e pera senza dimenticare sferzate vegetali ed incisiva mineralità.
Dinamicamente femminile l’assaggio giocato tra ritorni agrumati e decisa sapidità.
DAY #2
FRIULI VENEZIA GIULIA
– COLLIO CHARDONNAY – 2020 – COLLE DUGA
Se riuscite a sorvolare sul poco territoriale ananas, vi troverete immersi in un salato che sa di sepolto mare arcaico.
Fresco di brezze “yugoslave”, si propone con un assaggio lunghissimo di rara coerenza.
– COLLIO MALVASIA “MIKLUS” – 2018 – DRAGA-MIKLUS
Pesche, albicocche ed un quid di miele in puro stile pasticceria, con il plus di una croccantezza inaspettata e tangibile.
Assaggio di tipicità disarmante (l’astringenza del tanto estratto ed il calore dei tanti zuccheri) e territorialissima sapidità.
Botte grande e nessun controllo della temperatura.
Il Produttore vince i premi “INCOSCENZA” e “CURIOSITY KILLED THE CAT” per aver avuto il coraggio di svelarmi quali altri tesori nasconde in cantina senza rendersi conto di quale mostro questo avrebbe creato (sarò maledettamente rompiscatole).
– ROSAZZO “TERRE ALTE” – 2018 – LIVIO FELLUGA
Friulano e poi Pinot Bianco e Sauvignon ben integrati eppure distinguibilissimi.
Dal pompelmo ai mughetti passando per erbe aromatiche e frutta secca ed approdando infine ad una consistente e sapida mineralità.
Struttura e morbidezza danzano in bocca sulle note di una freschezza che aiuta a ritrovare i descrittori olfattivi invitando al secondo bicchiere.
– “TAL LÙC” CUVÉE .5.6 – LIS NERIS
Un compendio di frutta secca e candita che preannuncia il Natale su un incarto di agrumata e prepotente mineralità.
Un sorso lussurioso e vibrante, rotondo ma slanciato.
Unico!
– “BRAIDE ALTE” – 2019 – LIVON
Da un progetto degli anni ’90.
Un unico vigneto per Chardonnay, Sauvignon, Picolit e Moscato Giallo vinificati separatamente e blendizzati in un calice che racconta tutto il Friuli.
Spicca erbaceo sulle note del Picolit, e sfoglia le pagine aromatiche del Sauvignon e del Moscato Giallo forte delle larghe spalle dello Chardonnay.
Intimistico il finale speziato e fumé.
– “NEKAJ” – 2017 – DAMIJAN PODVERSIC
Sussurri e grida si alternano in un “Tocai” vero come pochi.
Fiori e frutta secchi, introducono a cipria e erba verde.
Sapido di mare, caldo di sole, masticabile ma non glicerico.
Di anglosassone rispondenze fino all’allungo finale.
Decisamente pronto alla prova del tempo.
– COLLIO FRIULANO “SKIN” RISERVA – 2017 – PRIMOSIC
Albicocca e fichi aiutano le nocciole, il croccante salato ed un’intrigante nota salmastra.
Assaggio coerente e di lunga persistenza giocato sulle note della confettura di frutta.
Materico e spirituale.
Un “orange” di rara fattura.
2 settimane di macerazione e 18 mesi di Slavonia per questo “Tocai” didattico e dallo spirito demoniaco ed innovativo.
– COLLIO MALVASIA – 2020 – DORO PRINCIC
Giocato sulla tipicità valorizzando il varietale.
La frutta bianca è solo l’ouverture di un concerto di resina, spezie ed agrumi in un’atmosfera di salina sostanza.
Fresco di brezze che agitano campi di erba medica.
Diretto e di complessa semplicità.
– COLLIO SAUVIGNON – 2020 – TIARE – ROBERTO SNIDARCIG
Un’Azienda, un vitigno, un vino.
Un Produttore talmente legato al Sauvignon da dedicargli circa metà della produzione (e che per questo si becca il mio premio “BIGLIETTO DA VISITA“).
Erbaceo con eleganza.
Se la gioca sulla salvia e le foglie di pomodoro e peperone ma non dimentica il supporto della pesca e degli agrumi.
Oltremodo suadente, non dimentica il brio di una freschezza arrembante.
A breve, prometto, romperò le scatole al Produttore per regalarVi un articolo più corposo su un’Azienda che da anni reca lustro al panorama enoico del Friuli Venezia Giulia.
TOSCANA
– BOLGHERI ROSSO SUPERIORE – 2018 – TENUTA ARGENTIERA
Gioca tra more e lamponi e, tra note di tabacco e spezie scure, Vi conduce ad osservare marosi lontani.
Assolutamente armonico l’assaggio, che fonde sapientemente, in una fitta e setosa trama tannica, brezze e salinità.
– VIN SANTO DI CARMIGNANO RISERVA – 2013 – TENUTA DI CAPEZZANA
Non c’è frutta secca che manchi in questa nuvola che sa di Oriente!
Un sorso che accarezza ed un graffiante finale di iodio e tabacco.
– “UNO” – 2018 – TENUTA DI CARLEONE
Che bella Toscana!
Una delle sorprese della serata!
Difficile scollarsi da un calice che rimanda al calore della terra, a freschezze mentolate, mazzi di viole, agrume rosso e ruvido bitume.
L’assaggio è birbante, ti fa inseguire e ritrovare e ti rilassa infine al fresco di una sera in veranda.
“UNO” è un nome importante da portare, ma assolutamente azzeccato.
Un Sangiovese che difficilmente avrete la forza di lasciare invecchiare in cantina!
Vince il premio “RESISTERE NON PUOI“!
– “FILARE 18” – 2019 – TENUTA CASADEI
Ancora sorprese da una Toscana che qui interra anfore da 700hl per custodire il Cabernet Franc.
BIO integrale per coscienza e fino in fondo (le barriques sono di quel BARON che per ciascuna quercia che taglia, ne ripianta tre!).
Naso di un balsamico che apre i polmoni, ed introduce alla macchia ed alle spezie e conduce al cacao in un’aura di giusta mineralità.
Coerente l’assaggio che alterna ora l’uno ora l’altro dei sentori olfattivi e chiude lungo su note di camino.
– CHIANTI CLASSICO – 2019 – CASTELLO DI RADDA
Classico di nome e di fatto.
Un Sangiovese tipico nella freschezza dell’Alta Toscana e nelle spigolosità varietali.
Naso e bocca camminano mano nella mano (anche se il primo è un po’ timido) lasciando apprezzare marasche e viole su interessanti note di cacao.
Grande estrazione e lunga persistenza.
– “DUEMANI” – 2018 – DUEMANI
Un biodinamico tutt’altro che banale!
Di sbarazzina eleganza.
I frutti rossi sono solo l’incipit ad un naso di rara complessità giocato tra il rosso dei frutti ed il verde della macchia, tra sbuffi di finocchietto selvatico e mazzi di viole.
Un assaggio giovane, dinamico, birichino di struggente freschezza e proporzionata sapidità.
– CHIANTI CLASSICO – 2019 – L’ERTA DI RADDA
Direi un Chianti “autentico” con un’anima di rigorosa classicità che se la gioca con un non so che di moderne concretezze.
La frutta a voler smorzare un tantino troppo le spigolose verticalità del Sangiovese, ne appesantiscono un pochino le gambe sul tratto più ripido della salita.
Ma d’altra parte, le salite sono sempre una sfida e qui, di stoffa per scollinare agilmente ce n’è!
– CHIANTI CLASSICO “LAMOLE” – 2019 – I FABBRI
Il Chianti fatto da una Donna con piglio tutto maschio!
Naso elegante, adorno di fiori e spezie.
Assaggio che riempie per poi slanciarsi verso verticalità saline e ferrose.
Un’interpretazione davvero sincera di di un Territorio unico.
Brava Susanna Grassi!
– “GUARDIAVIGNA” – 2017 – PODERE FORTE
Cabernet Franc di scuro manto.
Un naso fumoso, tra legno e tostature, lascia intravvedere piccoli frutti rossi senza dimenticare misteriose vegetalità.
Assaggio dirompente: fresco e dinamico eppure di intimistica natura.
L’etichetta dell’artista Riccardo Arena, è una dedica bellisima a Luigi Veronelli.
– BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA – 2015 – POGGIO DI SOTTO
Ciliegie e profumi di bosco (pure fiorito) tra tabacco ed eterei sbuffi.
Assaggio elegante, morbido ma a piantonare freschezza e mineralità mentolate con piglio da corazziere.
– BOLGHERI SUPERIORE “SASSICAIA” – 2018 – TENUTA SAN GUIDO
E vabbè, che dovevo fare?!
L’ho assaggiato un’altra volta.
Perchè?!
Perchè pure le certezze c’hanno bisogno di conferme…
ABRUZZO
– MONTEPULCIANO D’ABRUZZO CASAURIA “PODERE CASTORANI” RISERVA – 2017 – CASTORANI
Maschio nell’animo e femminile nei toni garbati.
Frutta matura e luminosa ad introdurre un tunnel di scure spezie, tabacco, cuoio e grafite.
Un sorso pieno, materiale e di setosa tannicità accompagna la “peposità” del cemento e supporta con grazia una nota verde che rende omaggio alla tipicità del vitigno.
– PECORINO “SUPERGIULIA” – 2018 – CATALDI MADONNA
Una mineralità lasciata in sottofondo a dare risalto ad un po’ di frutta, un po’ di fieno e sbuffi di erbe officinali.
L’assaggio colpisce senza far male.
Forte e gentile, a mezza strada tra tipicità e modernità.
– TREBBIANO D’ABRUZZO SUPERIORE – 2019 – INALTO VINI D’ALTURA
Un Trebbiano di grande sostanza ed una visione moderna della tradizione.
Un naso poliedrico tra frutta bianca, canditi ed erbe aromatiche.
L’assaggio porta in quota tra sassi e licheni e, con il piglio minerale di un monello, conduce ad un finale di intimistico fumé.
– TREBBIANO D’ABRUZZO SUPERIORE “MARIO’S ’47” – 2019 – TENUTA TERRAVIVA
Di “cementizie” peposità.
Un naso che propone complessità da sfogliare: luminose ginestre, campi da trebbiare ed il giusto di spezie.
Sorprendentemente leggiadro l’assaggio, giocato più sulla freschezza che sulla sapidità.
(SUPER)MARIO’S!
– PECORINO – 2020 – TIBERIO
E niente: questo dovrò riassaggiarlo perchè mi ha lasciato qualche dubbio.
L’idea è di un prodotto espressivo e minerale con i giusti attributi di erbe aromatiche, agrumi ed una intrigante astringenza.
C’è però una nota di cipria come a volerlo imbellettare che mi destabilizza.
Mi impegno sin d’ora a rimediare non appena tornerò in Abruzzo, anzi: c’ho la scusa per andare a rompere le scatole al Produttore!
– MONTEPULCIANO D’ABRUZZO “MO” RISERVA – 2017 – CANTINA TOLLO
Peccato si imbelletti il naso cercando di nascondere le spigolose tipicità.
Un gran bel Montepulciano giocato più sulle note luminose del frutto goloso che su quelle scure del bosco e delle spezie che propone comunque coerenza nell’assaggio ed appagante sorso.
– MONTEPULCIANO D’ABRUZZO ”VIGNA SANT’EUSANIO” – 2019 – VALLE REALE
Naso verticale di scura tipicità, umido di bosco, che alle spezie aggiunge rabarbaro e liquirizia ed una nota di oliva che ci sta proprio “a cecio”.
L’assaggio perde un po’ di slancio divenendo più orizzontale, consentendo però una calma riflessione sui ricordi olfattivi cullati da salinità latenti.
– MONTEPULCIANO D’ABRUZZO “CAPO LE VIGNE” – 2016 – VIGNAMADRE
Di perfetta rispondenza naso-bocca, attacca con i frutti rossi ma colpisce con le spezie ed il tabacco ponendo l’accento su “olivose” sapidità.
Giustamente scontroso, è come se si vergogni del suo bagaglio aromatico cercando di nascondere qualche spigolo sotto il tappeto.
Su la testa!
– PECORINO “8 1/2” – 2020 – VILLA MEDORO
Frutto e mineralità si danno di gomito (peccato solo per quella nota di ananas) in questo Pecorino che ben fotografa le colline teramane.
Coerente l’assaggio dominato dall’importante agrume e dalla lunga scia sapida.
ED ORA?
Ora verrà il momento delle “indagini”.
Il momento di curiosare ulteriormente, approfondire e scoprire altro oltre queste poche etichette.
E sarà pure il momento di mettere mano ad altri articoli dedicati agli altri Eventi che, nel frattempo, mi hanno consentito di viaggiare ancora attraverso l’Italia del vino.