Vabbè, dell’Azienda BARBA avrete già letto e, se non dovesse essere così, mentre Voi andate a sfogliare il portale per rimetteteVi in paro, io ne approfitto per ringraziare Giovanni ed i suoi collaboratori per questo ed altri capolavori.
Qua, oggi, si parla di Trebbiano, ed in particolare di quello che è uno dei miei riferimenti in materia.
“Che poi è solo Trebbiano”, quante volte ho sentito dire queste parole!
L’Abruzzo è, nell’accezione comune di chi ne beve qualcosa, quello di un Montepulciano che non è quello della Toscana, per i giovanotti dediti alle sbicchierate, può essere quello “BOOM” del Pecorino (magari con le bolle), pochi conoscono Passerina e Cococciola ed i più confonderanno Montonico con il nome di un dinosauro.
Famiglia numerosa quella del Trebbiano.
Mi pare ci siano almeno 7 DOC a lui dedicate.
Un vitigno che si adatta, produttivo come pochi “neutro” nell’immaginario collettivo.
Ma chi lo ama, chi lo tratta con i guanti bianchi in campagna ed in cantina, sa che può sorprendere e spiazzare.
Quella piccola parcella d’Abruzzo che sta intorno ad Atri, è particolarmente vocata alla sua coltivazione.
Qui sono diversi i Produttori che sanno valorizzarlo e magari questo potrebbe essere solo il primo di una serie di articoli dedicati a quanti di loro riescono a farVi cambiare idea.
“DI MARE” è il nome, BARBA il Produttore, Stefano Chioccioli l’enologo che lo cura (ma c’è pure la mano di Alessandro Pelliccioni), il rosetano la zona di produzione.
La prima annata di cui ho memoria credo sia la 2015, ne ho assaggiato prove, vasche, bottiglie, con la malolattica, senza la malolattica e, sempre, ne sono uscito basito.
“DI MARE” di nome e di fatto, ti sferza con il vento che porta l’odore della ginestra e della macchia mediterranea, ti agita come le nuvole che ti fanno scappare dalla spiaggia; irruento come la mareggiata che rimescola acqua a sabbia e giochi di bambino lasciati sotto gli ombrelloni.
Minerale nell’animo, di una salinità che piantona l’assaggio e tenta di nascondere la pesca gialla e l’erba limoncella, la ginestra dei pendii e la macchia mediterranea dei lungomare.
Ti avvolge di eterea atmosfera, ti trascina al largo ed affondi incatenato a lui come Ada McGrath al suo pianoforte in “Lezioni di piano”, ma come lei, decidi che la salvezza è nel rinascere a nuova vita, restare a galla, godere di un altro bicchiere ed aspettare con ansia le emozioni dell’annata successiva.
Un vino “di stacco”!
L’enoteca Vi spillerà circa 20€ e Voi sarete ben felici che Vi abbia alleggerito il portafoglio e, soprettutto, l’animo.