Beh, di Rocco (Pasetti) e di CONTESA avrete già letto anche qui, ma questo non vuol dire che non se ne possa riparlare.
Rocco crea CONTESA nel 2002 per una sorta di “gemmazione” dall’Azienda paterna.
Oggi ha sulle spalle quarant’anni di campagna vissuta, di vendemmie, di esperienza ed una cinquantina di ettari (in gran parte di proprietà) tra le colline pescaresi di Collecorvino e Catignano (dai vigneti impiantati qui nel 2011 viene il vino di oggi).
Azienda “convenzionale” in teoria, ma tutt’altro che tale nella pratica.
Da sempre maniacalmente attento all’impatto ambientale è ormai in fase di conversione al “BIO”, ma non per moda e con una forte volontà di indagare quanto questo sia un plus e quanto una moda.
Non so di preciso come sia nato il rapporto tra Rocco e John Fante, quello che ha portato alla nascita dei due “vini d’autore” (uno è il Pecorino Superiore protagonista di queste poche righe, l’altro un Montepulciano d’Abruzzo “Terre dei Vestini” doc che si chiama “CHIEDI ALLA POLVERE”), vini le cui etichette parlano di una voglia di restituire, di pareggiare emozioni.
Deve però esserci una sorta di legame tra l’Abruzzo di John Fante, quello contadino, quello orgoglioso, quello attaccato alle tradizioni ma con una fottuta voglia di emancipazione e quello di Rocco, quello identitario e territoriale che si esprime nei suoi vini così dannatamente poco “omologati”.
Ad estate finita e con l’Autunno alle porte, mi piace proporVi un vino che, nel nome, sa di attesa e speranza: “ASPETTA PRIMAVERA“.
Questa bottiglia, figlia dell’annata 2019, ha quell’eleganza che prescinde la nobiltà.
Regala uno spettro ampio di cedro e mandarino ma solo a chi riesce a non perdersi nelle labirintiche trame delle sue note minerali e fumée.
Masticabile, di materica morbidezza, fresco di appenninica brezza e sapido di adriatica spiaggia.
Di un equilibrio disarmante e dal finale tutto da sfogliare.
15€ spesi “alla grande” in enoteca (ma saranno di più perchè ne comprerete altre bottiglie).