Ramandolo sono poche case vicino a Nimis (UDINE).
Estremo lembo settentrionale dei Colli Orientali e della coltivazione della vite, colline terrazzate coltivate a vigneto con fatica completano un microcosmo di montagna, fiumi e pianure.
Poche case sorvegliate dal Monte Bernadia, un paio di centinaia di abitanti ed un vino che non è solo quello prodotto con il vitigno che, ampelograficamente, identifichiamo come “Verduzzo Giallo”, ma che è stato il primo ad ottenere la DOCG e che è anche l’unico, in Regione, a chiamarsi con il nome del toponimo dove viene prodotto.
Un vino che, a chi vi si approccia la prima volta, può apparire “schivo” ma che nasconde tesori che si manifestano a chi sa “sfogliarlo” con attenzione.
Un vino dolce?
Sicuramente, ma non solo, visto che i tannini del Verduzzo ne bilanciano perfettamente tale caratteristica.
La storia del RAMANDOLO è stata scritta, a partire da una cinquantina di anni fa, da due grandi produttori: Giovanni Dri e Dario Coos.
Dell’Azienda di Giovanni avrete già letto su queste pagine e di quella di Dario leggerete a brevissimo.
Qui, oggi, Vi presento intanto una delle tre interpretazioni di “RAMANDOLO” prodotte da Giovanni (e da sua figlia Stefania).
I vigneti di Giovanni sono tra i più alti della Regione, in costante tenzone con il bosco e che i monti proteggono amorevolmente dai venti del Nord.
Vigneti perfetti per vini “imperfetti”.
Non meravigliateVi: è il mio modo di dire che, dalla maniacale cura in campagna che consente pratiche di cantina pressocchè nulle, derivano vini dannatamente caratteristici.
Nessuno sconto alle peculiarità del vitigno e “spigoli” che colpiscono al cuore regalando emozioni uniche ed irripetibili.
Come Vi dicevo Giovanni, con il Ramandolo, cala tre assi.
Questo è forse il meno nobile, ma il più importante.
Una “base” che può farVi capire quali siano le meraviglie di questo vino.
Un calice di ambra che sciorina pesche ed albicocche in confettura, senza disdegnare frutta secca “sotto miele”, una nota di cannella ed appena un accenno di smalto.
L’assaggio meraviglia per freschezza e dopo averci coccolato con morbida dolcezza, ci traghetta verso un finale di inaspettata sapidità.
Banalmente, potreste abbinarlo ad una crostata alla frutta ma, se mi darete retta, lo spenderete con formaggi erborinati anche importanti ed azzardereste un ardito accostamento ai fegatelli.
Date circa 14.00€ al Vostro enotecario e portatevelo a casa (magari prendetene una bottiglia in più, chè la prima rischia di non bastare).