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Umbria igp – “DONNA SABINA” – 2016 – CANTINA VILLA SOBRANO

Todi, arriva dopo una lunga salita (vera) che mi ripropongo di venire a fare in bici al più presto.

Ripido di scale e vicoli medievali offre scorci di rara ampiezza sull’Umbria verde.

BASICO ci aspetta per cena.

 La carta dei vini finisce nel dimenticatoio perchè c’è il sommelier (bravo e spero anche comprensivo nel perdonare il fatto che, per anzianità, non me ne ricordi il nome) e sarebbe sbagliato non fidarsi dei suoi consigli.

 Il Territorio è la scelta obbligata.

 CANTINA VILLA SOBRANO ed il suo Grechetto sono la prima proposta (accettata anche per l’amicizia che lega il Proprietario all’amico Alessandro Gilotti di PASSO DELLA PALOMBA).

 Vabbè, lo assaggiamo dopo, insieme, ora fatemi dire qualcosa di un’Azienda che dovrò assolutamente fare in modo di conoscere meglio.

 Circa 12ha di Grechetto (di Todi), Chardonnay, Pinot Bianco (che mi fa strano), Merlot, Sangiovese e Cabernet Sauvignon.

 Giovanni Palmucci rappresenta l’ultima generazione che gestisce un’Azienda nata dai vari passaggi di mano e dalla trasformazione in Azienda Agricola di quel Castello di Sobrano che risale al XIII Sec.

 Ventilate colline che guardano sud-est e marne argillose completano il fattore umano nel rappresentare, con vini assolutamente inconfondibili, un terroir unico.

 Un assaggio veloce e fuggente, qualche nota mal scritta sul cellulare ed una memoria scarsa sono le armi con cui battermi contro le parole per descriverVi un vino (che coabita con i propri lieviti per circa un anno in vecchi Tonneau francesi) ed un Produttore che meritano (ed avranno) ben più spazio.

 Un naso imbellettato di cipria ed esplosivo di pietra focaia, schiude il sipario su una alzata di frutti tropicali e note di frutta secca e burro.

 Quasi grasso (a giustificare il burro percepito all’olfattiva) aggredisce con una mineralità prepotente il corredo fruttato facendosi forte di una spalla acida vigorosa che mi da l’idea possa sostenerlo per diversi anni ancora (davvero mi piacerebbe provare “annate impossibili” laddove ce ne siano).

 Nonostante l’annata, s’ode ancora l’eco delle revolverate ed un pochino di coordinazione in più sarebbe auspicabile, tuttavia dimostra ampiamente che il Grechetto in purezza può avere un suo perchè e che le mie idee sui vini umbri (Sagrantino di Montefalco a parte), vanno ampiamente riviste.

Dateglieli ‘sti 13€ al Vostro enotecario di fiducia!

Saranno davvero ben spesi.

Archiviato in:La Bottiglia della Settimana, Vino Contrassegnato con: Alessandro Gilotti, Basico ristorante, Cabernet Sauvignon, Cantina Villa Sobrano, Chardonnay, Giovanni Palmucci, Grechetto, Grechetto di Todi, merlot, Passo della Palomba, Pinot Bianco, Sagrantino di Montefalco, sangiovese, todi, umbria

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