Collio, Brda…
Due facce della stessa medaglia, divise dal fronte della Grande Guerra, violentate a lungo da un reticolato a metà del secolo scorso…
La geopolitica a metter bocca su 50 milioni di anni di sedimenti che da sempre, di qua e di là dal crinale, vogliono dire vino (di Qualità).
Colle Duga sta a Zegla, un CRU di una decina di ettari che da di gomito alla Slovenia ed annusa l’Adriatico.
Qui, la Famiglia Princic ed il vino sono una cosa sola da molto prima di quegli anni ’90 che hanno segnato il punto di svolta nella conduzione agronomica e nella produzione aziendale.
Nessuna alchimia, nè in campagna nè in cantina.
Damian (l’attuale Protagonista) accompagna la natura lasciando che i suoi vini esprimano pienamente il terroir di cui sono figli.
Il risultato è una triade che parla di identità territoriale, intensità ed eleganza.
E quando dalla mia povera cantina è saltato fuori ‘sto Sauvignon, figlio unico di una collezione aziendale ormai tristemente esaurita, beh…non ho potuto non inserirlo nella lunga lista di quelli assaggiati in quest’ultimo periodo.
Un altro Sauvignon Blanc che dovrebbero assaggiare coloro i quali credono che i gatti marchino sempre e comunque il territorio.
Se dovessi definirlo con un colore, direi verde, nella frutta (“purtroppo” tropicale come il kiwi ed il lime) e nelle note balsamiche di mentuccia e salvia.
Ma basta che che ti prendi il tempo che devi e che il vino merita per sentire che arriva la mineralità di quella ponca che anche qui, a Zegla, segna il passaggio dalle terre rosse delle pianure al flish della collina.
Un sorso brillantemente vivo che, coerentemente, parte dalla frutta e finisce nella mineralità sassosa dei Colli Orientali.
All’enotecario dovrete dare una quindicina di €uri ma, secondo me, ci tornetere per dargliene almeno altrettanti.