COSA e DOVE
Cucina & Vini (GRAZIE a Valentina Venturato) scende di nuovo in pista all’alba di quella che spero possa essere una “nuova normalità” ed organizza l’edizione 2021 di Lazio Prezioso.
Peccato per la meteo inclemente che ha tarpato le ali alla nuova location di Villa Parco della Vittoria ed alla sua vista mozzafiato sulla Capitale.
22 Aziende (se non mi sono sbagliato a contarle) a rappresentare una regione che ha ancora diversa strada da fare per veder valorizzate a dovere le proprie eccellenze enogastronomiche.
Comunque, per me è stata l’occasione di rimettere piede in una sala.
Confesso che, vini a parte, grande era l’interesse per vedere le facce dei soliti enofighetti e beoni che il COVID aveva costretto in panchina per più di un anno e che, come sospettavo, si aggiravano come lupi famelici tra i vari banchi d’assaggio.
In estrema sintesi, direi: belle novità, conferme e, purtroppo, più di qualche “imbarazzo”.
CHI C’ERA, GLI ASSAGGI ED I MIEI PREMI
VILLA CAVALLETTI
La metto per prima per ringraziare Tiziana (Torelli) per l’invito fattomi eper assegnargli il premio “coraggio” per aver avuto la forza di portare le 3 foglie GAMBERO ROSSO del loro EVO “OLIO ET AMO” in un consesso di satanassi devoti al dio Bacco.
“MERACO” e “ROMA DOC RISERVA” (le bolle erano già finite come pure l’EVO) .
Del primo (come pure dell’EVO) avrete già letto su enoevo.
Il secondo dimostra che, in una una DOC che non riesco a non associare ai sentori di idrocarburi del Grande Raccordo Anulare, i vini buoni ci sono eccome!
“ROMA” è un brand troppo importante per non spenderlo sui mercati, l’etichetta di VILLA CAVALLETTI (e dell’Azienda Agricola TIERRE) lo nobilita con una Qualità che va al di là del mio gusto personale.
Montepulciano stemperato da quel “giusto” di Cesanese e dal minimo sindacale di barrique.
È il “vino di una volta” (perchè poco a proprio agio lontano da una tavola), è il vino “moderno”!
CANTINA BACCO
Il bello di chiamare le cose con il proprio nome: “Cacchione” (in barba ai registri ampelografici).
“Bellone” è per i “fighetti”.
Nel Brut “AMOENUS”, salvia ed agrumi si spintonano anche dopo essere stati 9 mesi in autoclave.
“PANTASTICO” (2019) è una vecchia conoscenza.
Piede franco, spalle larghe e, qui, grande equilibrio tra erbe aromatiche ed agrumi.
“VALLOVOLSCO” (2018) mette Cacchione, Sauvignon Blanc ed Incrocio Manzoni in proporzioni “leonardesche” (“33, 33, 33” Cit. Non ci resta che piangere).
Il panorama si amplia lasciando comunque l’autoctono al centro del palcoscenico.
Fanno capolino le spezie tra le nocciole tostate in una nuvola esotica forse poco coerente con il territorio ma affatto fuori posto.
CANTINE SILVESTRI
1929: quasi cent’anni!
Cantine Silvestri è “IL” Brut (Chardonnay e Falanghina dai vigneti storici).
9 mesi di metodo Martinotti (Charmat è per quei fighetti dei francesi) per una bolla dalle spalle larghe, su cui poggia un cesto di agrumi.
Se il Brut è uno stallone di razza, il Vermentino “COLLI” è un puledro mezzosangue (impianti ai primi grappoli mixati con ceppi di oltre vent’anni).
Impertinente.
Mandorla fresca ed un cespuglio di mentuccia si affacciano tra agrumi e (sic) banana.
A loro va il mio personalissimo riconoscimento per le etichette più “FURBE”: il Vermentino (come pure il Cesanese ed il Frascati) hanno un lembo da staccare.
Diventa un segnalibro, e scansionarne il QR code è una storia che dovrete scoprire Voi.
I dipinti nel riquadro sono un puzzle da ricomporre (per farlo dovrete comprare un cartone da sei, ma di questo non Vi pentirete di certo).
PAOLO E NOEMIA D’AMICO
“AGYLLA” (2019) è Grechetto che tradisce l’anfora per via del colore.
Un complesso bouquet floreale tenuto insieme da delicati sentori di frutta fresca sotto miele.
Il finale è di nocciola.
“FALESIA” e “CALANCHI DI VAIANO” sono due interpretazioni di Chardonnay completamente opposte tra loro.
I nomi suggeriscono calcari ed argille, verticalità vertiginose e calde morbidezze.
Impressionante complessità e grande freschezza per il primo (nonostante il naso tradisca frutta matura), intriganti le note di burro d’arachidi che spingono a valutare abbinamenti “azzardati”.
Peccato averlo dovuto assaggiare in un contesto così distraente.
Del secondo colpiscono calore morbidezza e mineralità.
Davvero sorprendenti (ed a “FALESIA” assegno il mio premio “AMMAZZA!”).
DE SANCTIS
È una parcella di Frascati che non avevo ancora assaggiato (mannaggia a me)!
“ABELOS” (2020) c’ha un 20% di Bombino Bianco, il resto è Malvasia Puntinata.
DOCG Superiore per disciplinare ma per niente altezzoso: moderno nel suo essere classicamente Frascati.
Ti fa l’occhiolino con la sua pulizia ed i suoi sentori ben definiti e ti assesta poi un bel gancio con una mineralità lavica ed un finale lungo e piacevolmente ammandorlato.
“496” fa 100 con il 10% di Trebbiano in un resto di Malvasia Puntinata.
BIO pure lui, luminoso nel suo bouquet floreale ancorchè giustamente minerale.
Per una quotidianità di Qualità
“ONDE” è la sorpresa di un Cabernet Franc che ben nasconde il verde suadente della foglia di peperone tra amarene e fragole.
Avviso al produttore: verrò a romperVi le scatole prestissimo!
L’AVVENTURA
Un nome ed un programma.
E che avventura sarebbe se non assaggiassi al contrario?!
Parto quindi con “AMOR” (2019), scoppiettante e moderno.
Lo aspetto alla prova del nove tra 4 o 5 anni quando dovrebbe essere riuscito a trovare un suo equilibrio.
“PICCHIATELLO” (2018) è decisamente più pronto del primo (soprattutto al naso).
Non so se sia merito di una botte che ne fa stare vicinivicini ben 1100lt, ma comunica un senso di calore e amicizia.
Comunica mineralità oltre il sipario di ciliegie sotto spirito e cioccolata.
“CAMPANINO” (2019) è il “caciarone” della batteria!
Leggiadro e sbicchierabile blend di Cesanese Comune e di Affile cui gli amici non potranno rinunciare.
E poi “SAXA” (2019), quello che mi ha sorpreso di più.
Forse poco “anglosassone”, ma dannatamente ammiccante (sarà perchè trattasi di Passerina?) grazie ad al suo naso di incenso e fienile.
La bocca è sapida e difficilmente riuscirete a non finire la bottiglia.
Le loro etichette vincono il mio premio “CURIOSITÀ”.
IL RESTO ED IL DOPO
Ma poi c’era un sacco di altra roba (e non me ne vogliano quelli che non ho citato)!
Sapete che non sono un fanatico dei “banchi d’assaggio” e scendere di nuovo in pista non è stato semplice neppure per me.
Mi allenerò per tornare ad essere “più forte e più splendente che pria” (Cit. Petrolini).
Nel frattempo è meglio che i Produttori si tengano pronti, c’ho idee bellicose e romperò le scatole a più di qualcuno!